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La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia

   
   

La Via Francigena, o via Franchigena, che dal nord della Francia giungeva fino Roma (e per questo chiamata anche Romea), è stata per secoli la più importante strada europea, in quanto collegava il Mare del Nord al Mediterraneo.
Il percorso storico della via Francigena è quello seguito nel 994 dall'arcivescovo Sigeric, che da Canterbury (Inghilterra) partì per Roma in un pellegrinaggio di 1600 chilometri attraverso la Francia e l'Italia, annotando nel suo diario 80 tappe: è questo il cosiddetto itinerario sigerico.
Nei secoli successivi questa strada fu percorsa da migliaia e migliaia di persone: non solo pellegrini, ma anche viandanti e mercanti, che misero a confronto la loro cultura con quella dei territori attraversati e consentirono alle varie economie locali di inserirsi in quella che è stata definita l'economia a raggio mondiale del Medioevo, portando alla grande ripresa dei secoli XII e XIII, caratterizzati dallo sviluppo degli scambi commerciali e delle attività finanziarie e manifatturiere, ponendo le basi per una integrazione europea fondata sui valori della cristianità.

La via Francigena non era una singola strada, ma fasci di strade che collegavano il maggior numero di centri abitati di una determinata zona, svolgendo anche funzioni di collegamento locale.

Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana



Da Siena a Ponte d'Arbia


Siena, Duomo

La Francigena in provincia di Siena

Il tratto della via Francigena che attraversa la provincia di Siena è sicuramente uno dei percorsi più suggestivi, in grado di attrarre nuovi pellegrini alla ricerca di spiritualità, luoghi d'arte e natura incontaminata.
La via Francigena metteva in comunicazione San Gimignano, Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Monteriggioni, Bagno Vignoni e naturalmente Siena, salendo sulla Montagnola Senese sfiorando il Chianti e immergendosi nelle Crete Senesi, passando accanto a pievi, abbazie, romitori, castelli e borghi medievali tutti da riscoprire, con itinerari percorribili a piedi (trekking) ed in bicicletta (cicloturismo).
In Toscana il tracciato segue per lo più la via Cassia, una strada stretta e trafficata, ma è possibile imboccare strade alternative che attraversano la campagna e piccoli borghi.


  12 La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia - 28.5 km

   
Partenza: Siena, Piazza del Campo
Arrivo: Ponte D'Arbia, Centro Cresti
Lunghezza Totale: 28.5 km
Percorribilità: A piedi, in mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi: 6,20 ore

Come arrivare al punto di partenza:
Linee ferroviarie Siena-Grosseto, Firenze-Siena, Siena-Chiusi, stazione Siena

   


Descrizione

   
Se percorsa in una bella giornata di sole, questa tappa può diventare indimenticabile grazie ai panorami che si godono dai crinali della Val d'Arbia; vengono percorse interminabili strade bianche con alle spalle il profilo di Siena.
Si esce da Siena dalla Porta Romana prendendo per la Certosa di Maggiano e poi imboccando una stretta strada asfaltata che porta a S. Pietro a Paterno. Da qui dopo una serie di discese e risalite si arriva a Borgo Vecchio e poi a Colle Malamerenda. Si ridiscende ancora e, attraversati i binari della ferrovia, ci si dirige verso Isola d'Arbia, caratterizzato dalla chiesetta di Sant'Ilario.
Da questo momento in poi la strada costeggia la via Cassia con continui saliscendi sui crinali e arriva a Ponte a Tressa e poi alla Grancia di Cuna, immenso granaio fortificato medievale appartenuto allo Spedale del Santa Maria della Scala, la principale attrattiva storica di questo tratto. Di seguito si attraversano Monteroni d'Arbia, Quinciano fino ad entrare nel paese di Ponte d'Arbia. Qui si supera il ponte medievale e si arriva al Centro Culturale Cresti.[2]

   
Per andare alla scoperta dell’antica Via Francigena, per ciò che concerne il versante toscano a sud di Siena si percorre un tratto della Via Cassia per poi inoltrarsi nella Val d’Arbia, dove la prima località che si incontra è Isola d’Arbia, la cui Chiesa di Sant’Ilario, a pochi passi dal paese, era meta dei molti pellegrini che percorrevano questa via avendo come destinazione la città di Roma.
Il complesso medioevale più interessante, più grandioso e meglio conservato del territorio di Monteroni è senza dubbio la Grancia di Cuna. Illustre esempio architettonico di fattoria fortificata, la grancia di Cuna fu costruita dallo Spedale del Santa Maria nel XIV secolo. Si tratta di una struttura fondamentale nel processo di produzione e di conservazione del grano e degli altri generi alimentari, non solo per la val d'Arbia, ma per l'intera economia senese. Nel paese di Monteroni d'Arbia è conservato un bellissimo mulino fortificato risalente alla prima metà del secolo XIV. Recenti studi hanno dimostrato come, nel periodo di maggiore attività, il Mulino potesse produrre fino a mezza tonnellata di farina al giorno.




Mappa | La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia

Le cartine dettagliate del percorso si possono scaricare dal sito | www.francigena.provincia.siena.it/percorsi/tappa-12
Scarica in pdf le mappe 1:10.000 della Tappa 12


La partenza ideale di questa terza tappa, facile ma discretamente lunga, è dalla Piazza del Duomo dove è situato il S.Maria della Scala, anticamente Spedale che accoglieva i numerosi pellegrini bisognosi di cure, cibo e riposo, poi Ospedale della città di Siena, oggi grande Museo. Comunque anche questa tappa può facilmente essere frazionata (Ponte a Tressa). Per uscire dalla città si segue Via del Capitano, Via di Città, Via Banchi di Sotto, Via Pantaneto, fino ad arrivare a Porta Romana.

Siena

 

Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia. All'interno del centro storico senese sono stati ritrovati dei siti di epoca etrusca, che possono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi.

Siena è universalmente conosciuta per il suo patrimonio artistico e per la sostanziale unità stilistica del suo arredo urbano medievale, nonché per il suo famoso Palio; il centro storico è stato infatti dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1995.

La Piazza del Campo, che è sicuramente fra gli esempi di architettura civile più suggestivi al mondo, rappresenta idealmente il punto di incontro dei tre colli su cui sorge la città di Siena, in origine la “piazza” era un grande prato, da qui il nome “campo”. La Piazza, di forma semicircolare simile alla valva di una conchiglia, occupa uno spazio complesso, capace di trasformare la naturale irregolarità del terreno in un capolavoro di armonia ed eleganza. La pavimentazione del Campo inizia nel 1327 e termina nel 1349, con i particolari mattoni a “coltello”. Sulla piazza si affacciano la Fonte Gaia e numerosi palazzi nobiliari.
La suddivisione della conchiglia ci riporta al primo Trecento (al Governo dei Nove) e nove sono i settori divisi da strisce di pietra bianca (nove come i il numero dei governanti di allora), che accompagnano lo sguardo al Palazzo Pubblico, detto anche Palazzo Comunale, sovrastato dalla Torre del Mangia. La piazza oggi come nel medioevo, è il centro della città, dove confluiscono le sue principali arterie, posta al confine tra il Terzo di Città e quello di San Martino.
La sua prima costruzione risale al Duecento; nella prima metà del Trecento venne costruito il salone del Gran Consiglio e il, secondo piano venne aggiunto nel 1680. Attualmente è sede degli uffici dell’amministrazione comunale.

Il Duomo sorge su un preesistente edificio sacro, a sua volta costruito su un antico tempio dedicato a Minerva. La sua edificazione iniziò alla metà del XII secolo, le parti essenziali erano terminate già nel 1215 mentre la cupola fu eretta tra il 1259 e il 1264. Costruito a croce latina e a tre navate, fu rivestito da fasce bianche e nere di marmo in riferimento alla balzana: lo stemma araldico di Siena.

Siena | Palazzo Pubblico
Siena | Duomo

 
Ospedale Santa Maria della Scala

   

L'Ospedale di Santa Maria della Scala si trova di fronte alla facciata del Duomo ed è una grandiosa costruzione avviata alla fine del 1200, poi ampliata e rimaneggiata nei secoli successivi.
L'Ospedale, detto della Scala per essere situato davanti alla scalinata del Duomo, serviva sia da luogo di cura per gli ammalati, sia da grandioso e attrezzato ospizio per i pellegrini.
Oggi il Complesso di Santa Maria della Scala, ancora in fase di restauro, è uno dei più importanti musei di Siena. Ospita infatti diversi musei oltre ad avere splendidi spazi monumentali visitabili ed è diviso in 4 livelli, di cui 3 aperti al pubblico.
Il fulcro del complesso è il Pellegrinaio al livello 4, costruito a metà del XIV secolo e affrescato con un significativo ciclo dedicato alla storia dell'ospedale. Gli affreschi di Domenico di Bartolo, Lorenzo Vecchietta e Priamo della Quercia, permettono di ricostruire la storia dell'ospedale e della vita al suo interno.


Ospedale Santa Maria della Scala

Già uno dei più antichi e grandi ospedali europei, Santa Maria della Scala fu uno dei primi xenodochi ed oggi, esaurite le proprie funzioni sanitarie, è uno dei più importanti centri museali e culturali della città, in seguito a un'importante operazione di recupero.ono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi.

Sorto sulla via Francigena, venne istituito dai canonici del Duomo, anche se una leggenda medievale senese parla di un mitico fondatore, tale Sorore, calzolaio, morto nell'898. Il primo documento sicuro che menzioni l'ospedale risale al 29 marzo 1090 ma, trattandosi di un atto di donazione, sicuramente è di fondazione più antica.
Grazie alla generose offerte delle famiglie senesi, l'ospedale divenne un'importante istituzione per Siena e anche per l'economia della città. Infatti l'ospedale aveva molti possedimenti in tutto il territorio senese, detti grance, che furono per molto tempo la più grande concentrazione fondiaria dello Stato senese.
La straordinaria ricchezza dell'istituzione si manifestò spesso in imprese artistiche, coinvolgendo i più grandi pittori e scultori senesi, tanto da farne il terzo principale polo artistico cittadino, dopo il palazzo Pubblico e il Duomo. Di tutto lo straordinario corredo artistico oggi solo una piccola parte è esposta negli ambienti dell'ospedale: molti dipinti si trovano oggi nella Pinacoteca nazionale; molti altri, come i già citati affreschi della facciata, sono andati perduti.


Domenico di Bartolo, Pranzo dei poveri, Siena, Sala del Pellegrinaio dell'Ospitale di Santa Maria della Scala

 
 
Anche in ambito culturale l'ospedale ebbe un importante ruolo. Molti i grandi artisti che lavorarono per Santa Maria della Scala, come Simone Martini che affresco il grande ciclo delle Storie della Vergine (oggi perduto), Ambrogio e Pietro Lorenzetti e più tardi Sebastiano Conca.
La straordinaria ricchezza dell'istituzione si manifestò spesso in imprese artistiche, coinvolgendo i più grandi pittori e scultori senesi, tanto da farne il terzo principale polo artistico cittadino, dopo il palazzo Pubblico e il Duomo. Di tutto lo straordinario corredo artistico oggi solo una piccola parte è esposta negli ambienti dell'ospedale: molti dipinti si trovano oggi nella Pinacoteca nazionale; molti altri, come i già citati affreschi della facciata, sono andati perduti.

Il nucleo più antico dell'edificio è al centro della facciata attuale, in corrispondenza del portale centrale: qui Pietro e Ambrogio Lorenzetti avevano dipinto un ciclo affrescato (Storie della Vergine, 1335) di cui non resta traccia.
All'interno il luogo più singolare e notevole è la grande sala del Pellegrinaio che fino agli anni Settanta del secolo scorso, serviva da infermeria. Quest'ampio vano è completamente affrescato, in prevalenza da pittori senesi del ‘400, tra i quali spiccano Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, e soprattutto Domenico di Bartolo con affreschi che visualizzano le funzioni ospedaliere e l'importanza che questo Ente aveva all'interno della società senese di quel tempo.
Il soggetto degli affreschi era la storia e la missione dell'ospedale, rappresentata con un modello di riferimento che non era più costituito quello dei cicli religiosi su più registri, ma piuttsoto quello delle composizioni profane che prevalentemente illustravano cicli cavallereschi o comunque storie "civili" nelle pareti delle sale di rappresentanza delle dimore private o nei saloni dei palazzi pubblici. Questa revisione in chiave rinascimentale voleva svincolare i soggetti degli affreschi dalle tematiche religiose e concentrare l'attenzione sull'illustrazione dei miti laici della fondazione dell'istituzione o sulla realistica rappresentazione delle opere di pietà che quotidianamente ne contraddistinguevano la vita.
Ancora all'interno dell'Ospedale è interessante visitare l'Oratorio di S. Caterina della Notte, con un bel coro ligneo quattrocentesco e la Confraternita della Madonna sotto le Volte, con opere del ‘400 e del ‘500.

 

Santa Maria della Scala che allora era ancora l'ospedale cittadino fino a 1996.
Siena | Santa Maria della Scala

Complesso Museale di Santa Maria della Scala
Piazza Duomo, 2
Orario: tutti i giorni ore 10.30 - 18.30
(chiusura della biglietteria ore 18.00)

Percorso

 
Siena - Porta Romana

 

Porta Romana è un bell'esempio di fortificazione medievale. Porta Romana, detta anche Porta Nuova, fu eretta a partire dal 1328, sull’area di un preesistente convento dedicato a S. Barnaba.
Delle tre porte esistenti in origine (Porta Romana a sud, Porta Fiorentina a nord-ovest, Porta Lecchi a nord-est) restano soltanto le ultime due, entrambe a ridosso della rocca: Porta Romana fu fatta saltare dai tedeschi in ritirata nel 1944 assieme all'alto torrione che le sorgeva subito a ponente e agli edifici adiacenti.

Nella facciata esterna, oltre a due “lupe” in pietra, la Porta reca un affresco con l'Incoronazione della Vergine. Il notevole dipinto - iniziato intorno al 1417 da Taddeo di Bartolo, continuato da Stefano di Giovanni, detto il Sassetta, e completato da Sano di Pietro verso il 1460 - è purtroppo quasi del tutto scomparso, anche a causa dei devastanti bombardamenti che Siena subì nel 1944.
Nel 1447 venne commissionata a Stefano di Giovanni detto il Sassetta la pittura che la doveva ornare con la raffigurazione della Vergine, al pari della altre porte cittadine, a impetrare la protezione divina sulla città.
Alla morte dell'artista, tre anni dopo, l'opera fu affidata a Sano di Pietro che la terminò nel 1466. La raffigurazione si stendeva con una Gloria di angeli nel sottarco e con l' Incoronazione della Vergine nell'arcone centrale; nel 1978 per l'avanzato degrado gli affreschi vennero staccati e trasferiti nella Basilica di San Francesco in attesa della definitiva collocazione.

 


Siena - Porta Romana ricostruita nel 1327 da Maestro Angiolo di Ventura

Appena usciti dalla porta si prende a sinistra la Strada di Certosa che, percorrendo un bel crinale con vedute su Siena e la Val d’Arbia fino all’Amiata, arriva alla Fattoria di Renaccio (conviene soffermarsi alla chiesetta di S.Pietro a Paterno per ammirare un bel panorama).

 
Chiesa di San Lazzaro dei Lebbrosi

 

Fuori le mura, in via San Lazzaro, ad Est della Città sorge questo piccolo edificio dalla facciata lineare (1681).
La chiesa originaria, certamente molto più antica, era probabilmente medievale. Addossata al prospetto della chiesa poi è la statua in pietra del titolare a grandezza naturale.
L'interno è decorato secondo il gusto settecentesco, con il caratteristico altare sormontato da una tela raffigurante la Resurrezione di Lazzaro.

 
Chiesa di Santa Maria in Bethlem

 

A navata unica, presenta una decorazione della facciata, in cotto, articolata in tre ordini interrotti da listelli; in quello inferiore si apre l'arco d'accesso, in quello mediano tre finestre a monofora tra cornici modanate e con archetti pensili in alto; nel superiore si alternano verticalmente colonnine degradanti che suddividono la superficie in cinque spazi con il centrale, più grande, occupato dall'occhio e sormontato da una croce in pietra.

 
Bucciano

 

Bucciano è un piccolo comune con chiesa dedicata a Santa Maria, annessa alla Badia di S.Trinita a Alfiano.
Si trova nelle colline cretose circa 4 km a sud-est di Siena fra i fossi di Riobulciano e di Riluogo, lungo la strada Lauretana sopra Taverne di Arbia.
La chies di S.Maria esistente tuttora dipendeva dall'arcidiaconato della cattedrale di Siena.

 
Borgovecchio

 

La Fattoria Borgovecchio si estende per circa 50 ettari in Valdarbia, nelle splendide colline senesi a circa 7 Km. dalla città di Siena.
Conserva il nome di Borgo Vecchio il primo borgo che si trova all'uscire da Siena fra la strada Romana e le Taverne d'Arbia nella voltata del fiume che gli diede in nome, Com. delle Masse S.Martino, Giur. Dioc. e Comp. di Siena, da cui è 4 migl. a scirocco.
La sua chiesa parr. di S. Lorenzo fu riunita, è già qualche secolo, a quella di Colle Malamerenda.
Era questa borgata Signoria de'Conti Winigi di Siena; e probabilmente fu nello stesso borgo, dove nel 1037 Ermanno Arcicancelliere dell'Impero pubblicò un placido a favere della Badia Berardenga.
[FONTE: Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Siena]

 
Santi Simone e Giuda a Colle di Malamerenda

 

Casale posto tra il torrente Tressa e il fiume Arbia dove sorgeva uno spedale con parrocchia (SS. Simone e Giuda).
Il nome di Malamerenda, a dire di alcuni storici senesi, deriva da una crudele carnificina fra molti individui di due potenti famiglie di Siena (i Salimbeni e i Tolomei) nell'occasione di una malaugurata merenda fatta in una vicina osteria.
Nel Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti, troviamo sulla Chiesa di Malamerenda :“Parrocchia dei SS.Simone e Giuda cui fu annesso S. Lorenzo a Borgo Vecchio , spettante alla Comunità. delle masse S. Martino , Giurisdizione, Diocesi e Compagnia di Siena. Trovasi il Colle di Malamerenda situato fra l’Arbia e il torrente Tressa , attraversato dalla strada regia romana lungo la quale esiste la chiesa parrocchiale , poco lungi da un distrutto Ospedaletto (S. Lazzero) destinato ai lebbrosi . Dopo eretta in cura , la Chiesa di Malamerenda nel 1538 fu concessa in patronato alle monache degli Angeli di Siena le quali vi tennero un cappellano curato, finchè nel 1628 essa venne dichiarata parrocchiale di libera collazione . Esiste in questa chiesa un quadro colorito del Casolani , rammentato nei cenni storici artistici del benemerito cittadino sanese , il fu Ettore Romagnoli. Gigli nel Diario sanese parlando di questo luogo disse essere favoloso il racconto che l'osteria esistente tutt'ora costà prendesse il nome di Malamerenda dall'uccisione di 18 militi di casa Tolomei sacrificati nel 1331 alla vendetta della consorteria dei Salimbeni all'occasione di una merenda ; tostochè il nomignolo di questa località è di più antica data . Prossima alla chiesa vedesi la Villa Sani che ha una ornata moderna cappella . L'epoca della unione della parrocchia di Borgovecchio la ignoro. Presentemente Borgovecchio è villa Signorile de Marchesi Nerli.”
Le origini molto antiche della chiesa potrebbero inoltre risalire ad un preesistente ospedale detto “del naviglio”. Nel 1358 l'ospedale era amministrato separatamente dalla chiesa da un rettore secolare. Nel 1374 fu ceduto dai frati domenicani a Siena. La chiesa, la cui parrocchia nel 1833 contava 125 abitanti dovette farsi carico di altre parrocchie più o meno lontane allorchè le loro popolazioni persero di consistenza a causa di carestie pestilenze e e operazioni di guerra . La chiesa è sempre stato un punto di riferimento per le vallate e il paesaggio circostante che verrebbe irrimediabilmente distrutto. Scrive Federigo Tozzi : “I contadini pigliavano attraverso i campi, per i viottoli e alcuni dovevano guadare la Tressa. La chiesa di Colle in cima a un poggetto aguzzo,tra quattro cipressi alti , con le fronde soltanto in punta, come pennacchi rotondi suonava.”

 
Isola d'Arbia

 

Il centro abitato di Isola d'Arbia comprende anche un giardino pubblico e una piccola chiesa di stile romanico, di notevole valore artistico. Isola d'Arbia, così chiamata perchè probabilmente, come Abbadia a Isola, sorgeva sulla terraferma rispetto alla zona acquifera circostante, conserva la piccola chiesetta romanica di Sant'Ilario d'Arbia con facciata romanica decorata con archetti bicolori.
Anche la volta del portalino è bicroma. Una finestrella a forma di croce si apre sopra le arcatelle; il campanile è a vela.
Un interessante simbolo di fiore(o croce?) è scolpito su un blocco di pietra incassato nella muratura, in alto a destra,accanto al quale c'è un altro blocco,con scena zoomorfa. Una croce è incisa anche al centro all'archivolto del portale.

 
Ponte a Tressa - S. Angelo in Tressa

 

La chiesa plebana di S. Angelo al Ponte a Tressa è nominata tra quelle della diocesi saneae in una bolla del Pont. Clemente III diretta nel 20 aprile 1189 a Bono vescovo di Siena. - La stessa chiesa di S. Angelo fu rifabbricata nel 1422 a spese del Comune di Siena sulla via postale romana alla confluenza della Tressa in Arbia.
Cotesta parrocchiale aveva in origine nel luogo della canonica un ospedale per i pellegrini edificato nel 1215. Attualmente suol chiamarsi la chiesa della Madonna del Ponte a Tressa perché la plebana di S. Michele fu trasferita nel vicino oratorio della confraternita di S. Maria, detta la Madonna del Ponte.
A questa stessa parrocchiale fu raccomandata porzione della cura di S. Pietro d'Arbiola soppressa con decreto arcivescovile del 27 aprile 1789 che divise il suo popolo fra le cure di Cuna e di Tressa.
La chiesa di S. Angelo in S. Maria del Ponte a Tressa conta qualche buona pittura, tra le quali due quadri nella cappella a destra coloriti dal Cav. Francesco Vanni. La tela dell'altar maggiore è opera del Rustici; il Petrazzi dipinse nell'arco della tribuna la coronazione di Maria Vergine, che il Padre della Valle giudicò del Salimbeni. Sotto all'arco sono delle tele condotte da Annibale Mazzuoli; il quadro del Crocifisso nella cappella a sinistra è di Rutilio; altri quadri laterali furono dipinti dal Volpi.
Nella sagrestia è la B. V. del Rosario opera ragguardevole del Beccafumi.
[Dizionario Geografico Fisico della Toscana di Emanuele Repetti, Ponte a Tressa - S. Angelo in Tressa]

 
Grancia di Cuna

 

Il complesso medioevale più interessante, più grandioso e meglio conservato del territorio di Monteroni è senza dubbio la Grancia di Cuna.
In età medievale, sul luogo si trovava uno spedale per l’accoglienza dei viaggiatori e la fattoria costituì il centro di raccolta di tutta la produzione necessaria al mantenimento dell’attività dello spedale.
L’importante grancia, che probabilmente esisteva già nel XII secolo, fu acquistata nel Duecento dal Comune di Siena e dallo Spedale della Scala, che nel corso del Trecento la fortificò per proteggere i prodotti raccolti e la gente che abitava il territorio circostante.
Il complesso della fattoria è costituito dal grande edificio quadrato dei magazzini, con mura a scarpa e due torri angolari nella parte meridionale, e dal villaggio che lo affianca. Dall’ingresso principale di accede a un cortile a L e, attraverso una rampa di scale coperte nel primo tratto da volte a crociera, ai locali interni.

Nel 1152 vi è documentato un ospizio, in relazione alla vicinanza con l'importante via Francigena che, nei pressi, varcava l'Arbia. All'inizio del Duecento le terre circostanti furono acquistate dal comune di Siena e dallo Spedale della Scala che, nel Trecento, avrebbe provveduto alla fortificazione dell'importante grancia. Il complesso della fattoria fortificata si compone praticamente in due parti distinte: il grandioso edificio dei magazzini e il villaggio che lo affianca. Al borgo si accede da una porta collocata in una bassa torre, che dà in una piazza ove si affacciano le abitazioni e dove si aprono gli accessi alla fattoria. Fuori della porta è la chiesetta trecentesca con resti di affreschi del Quattrocento.

Il complesso della fattoria consiste in un blocco quadrilatero, con torri d'angolo sul lato meridionale, con apparati difensivi a sporgere di tipo senese, mentre le finestre hanno l'arco ribassato. Dall'ingresso principale si entra in un cortile a forma di L, quindi, attraverso un portale aperto in una torre, si accede all'interno per una rampa con volte a crociera ed un ambiente con volta ad ombrello a spicchi disuguali e costole in cotto, con una statua che raffigura forse il Beato Sorore, dei Federighi. La rampa continua ancora per un cortile stretto e lungo e, con cambiamenti di direzione, permette di salire con bestie da soma ai magazzini dei vari piani.

Interno della Grancia di Cuna, Monteroni d'Arbia | www.brunelleschi.imss.fi.it

 


Grancia di Cuna
Monteroni d'Arbia

 

Nel XIII secolo Monteroni d'Arbia si trovò sotto l'influenza della potente città di Siena, tuttavia l'effettivo sviluppo e consolidamento del borgo avvenne nel secolo successivo grazie all'operato del vicino Ospedale di Santa Maria della Scala che fece costruire un molino fortificato, attorno al quale la comunità di Monteroni d'Arbia realizzò i primi insediamenti abitativi.

Il borgo venne fortificato tra il 1322 e il 1324 per la sua posizione strategica in prossimità della cosiddetta "Via Francigena" e nel corso degli anni successivi acquisì una notevole importanza economica tanto da reclamare, nel 1382, la propria autonomia.
Nonostante tale richiesta Monteroni d'Arbia nello stesso anno venne inserito nel Vicariato di Lucignano d'Arbia..

Tra i monumenti di maggiore rilievo a Monteroni d'Arbia citiamo qui la Chiesa dei Santi Jacopo e Cristoforo, la Pieve di Corsano e il Molino.
Tra le numerose manifestazioni che si svolgono periodicamente a Monteroni d'Arbia segnaliamo qui la tradizionale "Fiera di Ponte a Tressa" che si tiene annualmente dal 6 al 9 di settembre e che consta di una esposizione di prodotti enogastronomici tipici e dell'artigianato locale.

A metà del XVI secolo il borgo subì un violento saccheggio da parte delle truppe imperiali alleate alla Repubblica di Firenze, saccheggio che causò la distruzione di parte delle sue fortificazioni. Da allora Monteroni d'Arbia entrò a far parte del contado fiorentino sotto la dominazione dei Granduchi de' Medici.
Durante il periodo di dominazione medicea il borgo di Monteroni d'Arbia ebbe una notevole crescita economica, grazie all'incentivo granducale offerto alle attività agricole.

All'inizio del Settecento i Duchi di Lorena salirono al potere mantenendolo fino all'inizio dell'Ottocento, quando il territorio venne invaso dall'esercito francese di Napoleone Bonaparte.
Durante la dominazione napoleonica, che si protrasse fino al 1814, Monteroni d'Arbia divenne libero comune.
Nel 1861 Monteroni d'Arbia venne annessa al Regno d'Italia dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia.


 


Mulino ad acqua fortificato, Monteroni d'Arbia.


Quinciano, Monteroni d'Arbia

Quinciano e la Cappella Pieri Nerli

 

Quinciano si trova su una collina fra il torrente Sorra e la via Cassia, circa 3 Km a sud di Monteroni.
La chiesa di Sant'Albano, ormai completamente spoglia, conservava fino a pochi anni fa due importanti testimonianze della sua storia: la lunetta di Sano di Pietro con l' "Incoronazione della Vergine e Angeli" e l' "Immacolata Concezione coi Santi Albano e Pietro" di Rutilio Manetti (1608), oggi conservate al Museo di Buonconvento. Nell'interno a navata unica si conservano un bassorilievo in stucco policromo della fine del XVI sec. con la "Madonna col Bambino e Angeli" cui era riservata la devozione delle popolazioni locali, come attestano gli ex-voto che la circondano, e un "Salvator Mundi", affresco del XVII secolo; ai lati della pittura erano collocate due statue in legno policromato raffiguranti la "Vergine Annunciata e San Giuseppe", oggi esposte al Museo di Buonconvento.

Da segnalare anche la Cappella Pieri Nerli, che fu eretta nell'Ottocento dal conte Ferdinando Pieri Nerli su progetto di Giulio Rossi; alla sua morte fu portata a termine nel 1861 da Giuseppe Partini. Costituisce una sorta di antologia della cultura purista senese della seconda metà dell'Ottocento. L'edificio, a pianta ottagonale, con paramento esterno in mattoni, è coperto da una volta a crociera; il portale d'accesso è preceduto da un nartece con cuspide. L'interno è illuminato da quattro occhi circolari. La sepoltura più importante è quella dedicata al padre del committente, eseguita dal Sarrocchi, e raffigura la "Desolazione consolata dalla Fede". Nel soffitto della volta Cesare Maccari affrescò i "Quattro Evangelisti"; nelle pareti Alessandro Franchi dipinse le "Virtù cardinali".

Saltennano

Saltennano è un imponente complesso fortificato di epoca medievale, di cui vi e’ menzione già in un documento del 1055: una fortificazione circondata da cinta muraria, ancora in parte visibile nei 3 massicci torrioni.
Il Castello si raccoglie attorno a un cortile centrale, a cui vi si accede dall' unica porta in mattoni e ad arco, sormontata da piombatoi.

 


Cappella Pieri Nerli
Ponte dArbia

 

Ponte d'Arbia e' un piccolo borgo situato lungo la Via Cassia fra Monteroni d'Arbia e Buonconvento, in comune di Monteroni.
Il nome è dovuto proprio al ponte che sopraeleva il torrente Arbia. Acquisisce importanza storica nell'alto medioevo, in quanto è il luogo di morte dell'imperatore del Sacro Romano Impero Enrico VII di Lussemburgo.
La cappella, che esternamente si presenta come un edificio poco interessante, in realta' un tempo si trovava distante alcune decine di metri dall'attuale collocazione ed ha una grande valenza storica: infatti, e' stata eretta per ricordare il punto preciso dove avvenne la morte di un grande personaggio della storia medioevale, l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, sceso in Italia nel 1311 per restaurare il potere imperiale e porre fine alle rivalita' tra guelfi e ghibellini.
Enrico c morì il 24 agosto 1313 a Serravalle, presso Ponte d'Arbia, in provincia di Siena. La leggenda vuole che fosse stato avvelenato da un sacerdote tramite un'ostia durante il rito della comunione presso il convento di Buonconvento. Nel punto esatto in cui morì è stata eretta una piccola cappella, situata sul percorso della vecchia via Cassia. Quando il tracciato fu cambiato, la chiesa venne abbattuta e spostata sul ciglio della strada, dove è ancora oggi visibile.

 
Percorso alternativo | Stazione FS di Siena - Basilica dell’Osservanza - Monteliscai - Presciano - Arbia Scalo

Lunghezza: km 15 | Tempo di percorrenza: h 4.30
La Via Francigena | Stazione FS di Siena - Basilica dell’Osservanza - Monteliscai - Presciano - Arbia Scalo

Crete Senesi

La Francigena in provincia di Siena

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Buonconvento - San-Quirico-d'Orcia | Via Francigena | 17 km

   
   
Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana | www.archeogr.unisi.it/repetti

   
  Un'opera in cui si trovassero registrate le notizie topografiche e storiche di tutti i luoghi della Toscana, confrontando i tempi moderni con i più remoti, e accennando le cause più plausibili che concorsero alla loro sorte...

   
Guide

   
  Trezzini, La Via Francigena. Vademecum dal Gran San Bernardo a Roma (Association Via Francigena) 2000

   
 

Guida alla Via Francigena: 900 chilometri a piedi sulle strade del pellegrinaggio verso Roma, by Monica d'Atti and Franco Cinti. (Supplemento al numero 132, aprile 2006, di "Terra di Mezzo." Piazza Napoli 30/6, 20146 Milano.) ISBN: 88-8938-565-0.
In 38 tappe, il percorso dell’antica Via Francigena, dal Monginevro fino a Roma. Un’opera unica, per rigore e completezza, che riporta alla luce l’intero tracciato che ha visto camminare verso Roma generazioni di europei.
Tappa per tappa attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: e, per ogni giorno, la descrizione dettagliata del percorso, le cartine, i chilometraggi, dove trovare ospitalità, i luoghi da visitare.
Il percorso è suddiviso in tratti e ognuno può scegliere le distanze in base alle proprie forze e al tempo disponibile, ma ogni tappa è un frammento di un cammino unico che attraversa scenari di indescrivibile bellezza ricchi di storia e di tradizioni.

La prima e unica cartografia completa e dettagliata della Via Francigena: il percorso principale e tutte le varianti. 38 tappe, 900 chilometri a piedi, dal Monginevro a Roma, lungo il tracciato storico attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: le cartine e tutte le informazioni necessarie per orientarsi.
ISBN 9788889385609

   
Mappe

   
  Gran parte di questo percorso della Francigena si sovrappone ai sentieri delle Crete senesi. Quindi si consiglia di premunirsi della carta escursionistica scala 1/25000: Crete Senesi –1 Val d’Arbia, edita da Multigraphic di Firenze.

   
  Monica D’Atti & Franco Cinti, La Via Francigena. Cartografia e GPS. Dal Monginevro a Roma lungo l’itinerario storico, Milan: Terre di Mezzo Editore, 2007. ISBN: 978-88-8985-60-9

La prima e unica cartografia completa e dettagliata della Via Francigena: il percorso principale e tutte le varianti. 38 tappe, 900 chilometri a piedi, dal Monginevro a Roma, lungo il tracciato storico attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: le cartine e tutte le informazioni necessarie per orientarsi.
ISBN 978888938560

   
Scarica gratuitamente il road book dettagliato con la descrizione e le mappe del percorso | www.camminafrancigena.it    
   

[1]
[2] Fonte: La Via Francigena | www.francigena.provincia.siena.it


   
 
   


Buonconvento

Buonconvento, un tratto delle mura (sec. XIV)

 

Buonconvento

Museo di Arte Sacra della Val d'Arbia

Via Soccini, 18 - Buonconvento (Si)
Le Opere | www.museoartesacra.it

Il Museo di arte sacra della Val d'Arbia si trova nel Palazzo Ricci Socini a Buonconvento, in provincia di Siena.
Al suo interno si conservano pregevoli opere pittoriche di Duccio, Pietro Lorenzetti, Luca di Tommè, Andrea di Bartolo, Sano di Pietro, Matteo di Giovanni, Rutilio Manetti, Francesco Vanni, nonché opere di oreficeria (turiboli, reliquiari, ecc.) e arredi lignei provenienti dalle chiese del territorio

Orario di apertura
13 marzo - 31 ottobre
10,00 - 13,00 / 15,00 - 19,00 (chiuso lunedì)

1 novembre - 12 marzo
sabato e domenica
10,00 -13,00 / 15,00 - 17,00


Asciano

Museo Archeologico e d'Arte Sacra

Palazzo Corboli
Corso Matteotti, 46 - 53042 Asciano (Si)
Il museo d’Arte Sacra, istituito nel 1952, accoglie pregevoli opere di pittura escultura del Trecento e del Quattrocento provenienti in massima parte dalla Basilica di Sant’Agostino. La sezione d’Arte Sacra inizia con una seriedi opere che testimoniano la storia politica e religiosa locale, fin quando nel Medioevo Asciano divenne un vero e proprio polo economico che attraeva le ricche famiglie mercantili senesi. Vi si trova una serie di dipinti ealizzata dai massimi artisti senesi dal XIV al XVI secolo: Segna di Buonaventura, Ambrogio Lorenzetti, il Maestro dell’Osservanza, Matteo di Giovanni, Rutilio Manetti, Bernardino Mei e Francesco Nasini, nonché preziose sculture lignee tra cui spiccano quelle di Giovanni Pisano e di Francesco di Valdambrino.

Orario di apertura
1 aprile - 31 ottobre
tutti i giorni
10,00 - 13,00 / 15,00 - 19,00 (chiuso lunedì)

1 novembre - 31 marzo
da giovedì a domenica
10,00 - 13,00 / 15,00 - 19,00

Bibliografia

Anna Maria Guiducci (a cura di), Museo d'arte sacra della Val d'Arbia, Siena, Protagon Editori Toscani, 1998.


 

Ambrogio Lorenzetti, San Michele Arcangelo che uccide il drago con i Santi Benedetto e Bartolomeo, Museo d’Arte Sacra, Asciano


Birth of the Virgin with other Scenes from her Life, the Master of the Osservanza Triptych, ca. 1428-39, Museo d'Arte Sacra, Asciano
Master of the Osservanza, Natività della Vergine, ca. 1428-39, Museo diocesano di Asciano



Podere Santa Pia si trova perciò in una posizione ideale per fare gite ed escursioni nei dintorni o per visitare le bellezze artistiche e naturalistiche della Maremma Toscana.

Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia


     
Podere Santa Pia
 
Podere Santa Pia, giardino
 
La Maremma e Isola Monte Christo, vista dal terrazza Podere Santa Pia
         
Abbazia di Sant' Antimo
Abbazia Sant'Antimo
Buonconvento
Colle di Val d'Elsa
         
Abbadia Monastero (Castelnuovo Berardenga)
Pienza
Badia di Sicille, Trequanda

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  ArbiaRiverPontedArbiaMonteronidArbia   Panorama of Buonconvento, Province of Siena

Ponte d'Arbia, frazione di Buonconvento

 

  Ponte d'Arbia   Panorama of Buonconvento, Province of Siena
         
Podere Santa Pia offre una splendida vista sulla Maremma Toscana, fino al paese di Castiglione della Pescaia e Isola Monte Christo.
La terrazza è esposta a Sud per cui dalla mattina al pomeriggio è sempre colpita dal sole, tuttavia ci sono zone ombreggiate grazie agli alberi circostanti.