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La Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano
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La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è parte di un fascio di vie che conduceva alle tre principali mete religiose cristiane dell'epoca medievale: Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme. I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e si riferiscono a un tratto di strada nel territorio di Troia in provincia di Foggia. Il percorso di un pellegrinaggio che il vescovo Sigerico nel X sec. fece da Canterbury per giungere a Roma rappresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.
La relazione di viaggio più antica risale al 990 ed è compiuta da Sigerico, arcivescovo di Canterbury di ritorno da Roma dove ha ricevuto il Pallio dalle mani del Papa. L'arcivescovo inglese descrive le 79 tappe del suo itinerario verso Canterbury, annotandole in un diario. La descrizione del percorso è assai precisa, unicamente per ciò che riguarda i punti di sosta (Mansio). Le informazioni contenute nella cronaca di Sigerico sono molto utili per stabilire quale fosse il tracciato originario della Francigena tra Canterbury e Roma.
"Quando l'arcivescovo Sigerico vi passò tra il 990 e il 994, San Gimignano (Sancte Gemiane, com'egli ricorda) era un castello della Chiesa volterrana. La via Francigena fu certamente alla base del rapido sviluppo che lo portò ad affrancarsi e a gestire un proprio distretto territoriale - più o meno quello del comune attuale - in equilibrio tra Firenze e Siena. La cinta muraria che San Gimignano costruì all'inizio del Duecento era già consistente ma, la forte espansione mercantile e la crescita demografica che l'accompagnò fecero aumentare rapidamente l'abitato, tanto che , nella seconda metà dello stesso secolo, fu necessario un nuovo giro di mura. Questo comprese non solo i poggi della Torre e di Montestaffoli, ma anche i popolosi borghi di San Giovanni e San Matteo, che si erano formati proprio sulla direttrice della via Francigena. Con la costruzione del palazzo del comune (1288) si definì quel tessuto urbano che oggi rimane come una delle più significative espressioni del Medioevo, anche se non assurse alla dignità Cittadina, non avendo l'indispensabile riconoscimento della sede episcopale.
Tuttavia, l'economia sangimignanese non seppe resistere alla crisi internazionale. (...). Dal crollo economico e demografico San Gimignano non si riprese più e la stagnazione dei secoli successivi fissò nel tempo la sua immaginemedievale, costruendo la fortuna e la notorietà dei nostri tempi. (...).
Sulla via che attraversa l'intero abitato di San Gimignano, tra le due porte ancora esistenti e che presero il nome dai borghi, così come nelle piazze del Duomo (Collegiata e palazzi pubblici) e della Cisterna che la dividono in due parti, si affacciano la maggior parte degli edifici religiosi e civili più importanti, che riflettono caratteri costruttivi e decorativi derivati dalla cultura architettonica delle maggiori città toscane. Di provenienza fiorentina e senese sono anche le pregevoli opere d'arte che ornano le chiese di Sant' Agostino e della Collegiata e il Palazzo del Comune, così come quelle che si conservano nel Museo civico. A rendere inconfondibile l'immagine di San Gimignano sono però le torri del XI - XII secolo, costruite dalle famiglie emergenti, che qui, più che altrove, hanno mantenuto l'altezza originale. (...)"[1]
La Via Francigena scende in Toscana dal passo della Cisa verso Lucca, attraversa la collina di San Gimignano, Siena, e attraverso la Val d’Orcia si dirige in Umbria e poi a Roma, oggi possiamo percorrere questa stessa strada e vediamo intorno a noi un paesaggio molto ben conservato, una bassissima antropizzazione e la suggestione evocativa è molto forte.
La via Francigena è la strada sulla quale nel Medioevo corrono culture diverse, in alcuni luoghi mettono radici, i mercanti la percorrono e si arricchiscono, i pellegrini conquistano la vita eterna.
Nell’ 832 dopo Cristo a Siena sulla via Francigena sorge il più antico spedale del territorio, il Santa Maria della Scala che offre, fra gli altri, un servizio a coloro che vi si fermano. I pellegrini sono spesso benestanti , hanno con sé denaro e quando lasciano Siena sulla via per Roma devono attraversare una campagna dove rischiano di essere derubati, il Santa Maria della Scala custodirà i loro averi e li restituirà al loro ritorno.
Ovvero, come fidelizzare il cliente e diventare proprietario dei beni di coloro che non sarebbero mai tornati.
Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana
Tuscany | San Gimignano
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San Gimignano
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Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, recandosi a Roma in visita al Papa Giovanni XV nel 990 d.c., segnò l'inizio della Via Francigena.
Il percorso ufficiale, fedele a quello narrato dall'Arcivescono nei suoi Diari, è articolato in 79 tappe e da Canterbury, attraversando la Francia e la Svizzera, entra in Italia per giungere a Roma. Ha una lunghezza di 1800 Km e, nel tratto italiano, attraversa sette regioni - Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria , Toscana, Lazio - e 140 Comuni, per un totale di 44 tappe.
Da Gambassi Terme a San Gimignano | Una breve tappa di trasferimento, comunque interessante per la bellezza dei panorami che circondano la Via Francigena.
Il Santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza si trova a Pancole, a 5 km da San Gimignano. Nello stesso luogo dove ora sorge la chiesa sorgeva un'edicola sulla quale Pier Francesco Fiorentino aveva affrescato l'immagine della Vergine allattante il Bambino (verosimilmente tra il 1475 e il 1499). Successivamente l'edicola venne trascurata e franato il tettino fu coperta da rovi ed edera fino a scomparire alla vista. Possiamo visitare il Santuario di Pancole, prima di risalire verso il caratteristico abitato di Collemucioli e da qui all'incantevole Pieve di Cellole. La giornata può essere dedicata alla visita di San Gimignano, una delle mete più frequentate della Toscana che, se viene raggiunta a piedi, assume un sapore diverso e inedito. Rifornimento idrico a Pancole, nessun punto di ristoro lungo il percorso. |
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9 Da Gambassi Terme a San Gimignano - 13,4 km
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Partenza: Gambassi Terme, Chiesa del Cristo Re.
Arrivo: San Gimignano, Piazza della Cisterna.
Come raggiungere il punto di partenza:
-in bus: da Empoli, Castelfiorentino, Certaldo, Montaione;
-in treno: linea FS Siena-Empoli, stazione di Certaldo, da qui bus per Gambassi Terme. |
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Una tappa breve, comunque interessante per la bellezza del panorama che circonda la Via Francigena. Uscendo dal centro di Gambassi Terme ci si dirige verso il podere di Luiano attraversando terreni coltivati a vigne. Superato il podere incontriamo il Ponte della Madonna, sul Torrente dei Casciani che segna il confine tra la provincia di Firenze e quella di Siena e l'ingresso nel comune di San Gimignano. Da qui il percorso risale attraverso campi coltivati e bellissimi cipressi fino a giungere a Pancole, sede di un santuario mariano e tappa per il rifornimento di acqua. Il percorso prevede l'attraversamento del sottopoassaggio del grande edificio di culto. Poco dopo si intravede già il profilo turrito di San Gimignano, Ma prima di giungervi incontriamo l'incantevole pieve romanica di S. Maria a Cellole, terminata nel 1238, come ricorda un'iscrizione a fianco del portale. Dalla chiesa, attraversando le case di Sferracavalli è anche possibile una breve deviazione per la visita ad una necropoli etrusca con tombe a camera ipogea ben conservate, databil itra il IV e il I secolo a.C..
Descrizione
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Si parte dal centro storico di Gambassi Terme e scendendo lungo la via Francigena si passa dal castello di Riparotta, ricordato nel XII secolo, e dalla Torre, antico casale posto nelle vicinanze del ponte sul Rio dei Casciani.
La strada continua fino ad arrivare al villaggio di Luiano di Sotto, dove si incontra la strada che portava a Volterra. Oltrepassato il Ponte della Madonna si entra nella terra di San Gimignano.
Lungo il tratto valdelsano senese si incontrano i resti del castello di Montecarulli e la piccola chiesa di Santo Pietro, citata nel XII secolo. Più avanti si passa per il Santuario di Pancole e per l'antico borgo fortificato di Collemuccioli con la sua caratteristica torre. Subito dopo appare la Pieve di Sant'Ilario di Cellole.
Proseguendo si arriva a San Gimignano, una delle mete più frequentate della Toscana, che appare tale e quale come fu costruita nel Medioevo.
Rifornimento idrico a Pancole, nessun punto di ristoro lungo il percorso.[ 2] |
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Mappa | La Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano
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Scarica in pdf le mappe 1:10.000 della Tappa 9 | www.francigena.provincia.siena.it/percorsi/tappa-09
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Gambassi Terme
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Il territorio di Gambassi Terme risulta abitato fin dai tempi del neolitico. Era in antico "terra di passo" per gli Etruschi, trovandosi sulla direttrice e nel dominio di Volterra, per i Romani in relazione alla via Clodia tra Siena e Lucca e, nell'alto medioevo per i viaggiatori e pellegrini che percorrevano la via Francigena.
Importante luogo di tappa era la Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni, ricordata da Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo itinerario di ritorno da Roma (990 – 994), che risale alla fine del XII secolo (visitabile rivolgendosi alla canonica), pregevole esempio di pieve romanica con influenze di stile romanico-pisano. Oggi, La Pieve di Santa Maria a Chianti, rappresenta uno dei monumenti più significativi dell'edilizia romanica in Toscana e nella Valdelsa.
Al suo interno, la Pieve è suddivisa in tre navate separate da 12 colonne su cui spiccano, scolpite nella pietra, numerose decorazioni. |
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La Pieve di Santa Maria Assunta in Chianni
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Il monumento religioso più significativo della città di Gambassi Terme è la Pieve di Santa Maria a Chianni che si trova poco distante dal centro storico, lungo la via Francigena verso Castelfiorentino.
La facciata, realizzata in pietra arenaria, presenta nella parte superiore un doppio ordine di loggette, nella parte inferiore un portale d’ingresso centrale.
All’interno, colonne con capitelli decorati da motivi floreali e antropomorfi dividono l’ambiente in tre navate, attraversate nel presbiterio da un transetto sporgente. Su uno dei capitelli si può leggere un’iscrizione che riporta, probabilmente, il nome dell’autore delle decorazioni in pietra, Joh(annes) Bundivulus. Il soffitto ligneo è a capriate.
Il presbiterio, sopraelevato, è separato dall’aula liturgica da un triplice arco di trionfo. Il coro presenta eleganti decorazioni cinquecentesche, realizzate in terracotta da artisti locali, tra cui Cagni di Gambassi.
Il borgo di Chianni e la sua chiesa appartennero al vescovo di Volterra fino al XIII secolo anche se non mancarono dei contrasti sia con i conti Cadolingi sia con il comune di San Gimignano per il suo controllo. Tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, per volontà dei vescovi di Volterra, la Pieve venne ricostrutita, per adeguarla all'aumento della popolazione e in seguito alla fondazione del Castrum Novum di Gambassi.
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Santo Pietro a Pancole
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La chiesetta di Santo Pietro, situata tra Montecarulli e Pancole, è oggi un edificio privato.
Nel Medioevo era una chiesa parrocchiale dipendente dalla pieve di Sant'Ilario a Cellole. E' attestata per la prima volta nel 1109 come una proprietà dei conti Cadolingi.
Nel XIV secolo Santo Pietro assume anche il titolo di Canonica, con il quale titolo si intendeva anche un luogo con edificio che potesse ospitare una piccola comunità monastica dedita alla cura e all’alloggio dei viandanti. Le canoniche erano posizionate lungo strade importanti ed erano sempre riconoscibili per il simbolo della croce greca, in forma di feritoia o di scultura affissa alla parete. Lungo il tratto della Via Francigena se ne contano a decine sia in aperta campagna che nei borghi. |
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La chiesetta di Santo Pietro
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Santuario di Pancole
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Il santuario di Maria Santissima Madre della Divina Provvidenza si trova a Pancole, a 5 km da San Gimignano. Nello stesso luogo dove ora si trova la chiesa attuale, sorgeva in precedenza un'edicola sulla quale Pier Francesco Fiorentino, prete e pittore, aveva affrescato l'immagine della Vergine allattante il Bambino (verosimilmente tra il 1475 e il 1499). Successivamente l'edicola venne trascurata e franato il tettino fu coperta da rovi ed edera fino a scomparire alla vista.
La leggenda vuole che nei primi giorni di aprile del 1668 Bartolomea Ghini, una pastorella muta dalla nascita, fosse particolarmente triste per la propria povertà e portando il gregge al pascolo fu colta da disperazione tanto che pianse a dirotto. A quel punto le apparve una bella signora che le chiese il motivo di tanta tristezza. Quando Bartolomea rispose, la signora la rassicurò dicendole di andare a casa poiché lì avrebbe trovato la dispensa piena di pane, l'oliera piena d'olio e la cantina piena di vino. A quel punto Bartolomea si rese conto di aver parlato e scappò a casa chiamando a squarciagola i genitori anch'essi stupefatti di sentire la figlia parlare e di trovare la dispensa piena. Tutti i paesani vollero quindi andare nel pascolo dove questa diceva di aver visto la misteriosa signora ma trovarono soltanto un cumulo di rovi. A questo punto con falci e roncole estirparono le piante per scoprire che nascondevano l'edicola con l'immagine che Bartolomea diceva ritrarre la signora che aveva incontrato. Nell'estirpazione dei rovi l'immagine fu graffiata da una roncola e il segno è tutt'ora visibile. Da allora si decise di venerare la Madonna con il titolo di Madre della Divina Provvidenza.
Queste notizie attirarono una moltitudine di pellegrini che portavano offerte e materiale edile per l'edificazione di una chiesa affinché l'immagine fosse protetta. Grazie a tanta collaborazione la chiesa fu eretta e consacrata in soli due anni (i lavori finirono nel 1670). Nel 1923 la chiesa fu elevata alla dignità di Santuario Diocesano. Nel 2000 il santuario è stato scelto come luogo giubilare per la concessione dell'indulgenza plenaria.
Oltre alla Vergine allattante il Bambino di Pier Francesco Fiorentino all'interno si conservano due sculture lignee policrome del XVII secolo raffiguranti Santa Giulitta con il figlioletto Quirico e San Geminiano, entrambe provenienti dalla chiesa di San Quirico. Sono conservate anche centinaia di ex voto, piccole tavolette dipinte lasciate in segno di devozione dai fedeli.[2]
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Collemucioli
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Collemucioli è un antico castello medievale dominato oggi da una torre, circondata da boschi. Il borgo è stato trasformato recentemente in agriturismo.
Il castello, da cui prese il nome la chiesa abbandonata di Sant'Ilario, fu dominio dal 1060 dei conti Cadolingi. Per tutto il XII secolo il castello fu proprietà del vescovo di Volterra.
Nei dintorni è stata identificata una piccola necropoli etrusca.
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Pieve di Cellole
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La pieve di Santa Maria Assunta si trova a Cèllole, una località nel comune di San Gimignano in provincia di Siena, diocesi di Volterra.
Le prime testimonianze su questa chiesa risalgono a due carte datate 949 e 1011; a quel tempo risulta che la chiesa fosse dedicata a San Giovanni Battista.
Si hanno notizie della pieve di Cellole a partire dal 1109, epoca a cui risalgono le parti più antiche della chiesa, in particolare l'abside. Alla fine del secolo risalgono le colonne mentre la facciata ed i muri perimetrali sono datati al 1238 da un'iscrizione murata a sinistra del portale.
La facciata è tripartita ed a forte sviluppo orizzontale, con una parte centrale poco accentuata in altezza. Sul lato destro della facciata, in corrispondenza della prima campata della navatella sorgeva il campanile. Le monofore laterali sono opera di ripristino.
Il portale ha un archivolto di tipo pisano con una ghiera esterna a dente di sega.
L'architrave è liscia e poggia su due imposte decorate a foglie lanceolate a sinistra, a nastri e volute a destra.
Sopra il portale si apre una bifora di bella fattura. Ai lati sono murate due protomi umane provenienti dalla fabbrica precedente.
Il severo interno, a tre navate su pilastri cilindrici con bei capitelli, ha notevole *abside semicircolare, con una fascia di archetti ornati di fini sculture (intrecci viminei). Interessante la *vasca battesimale, ottagonale, in un sol pezzo di travertino.
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Pieve di Cèllole |
Chiesa di San Biagio |
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La chiesa di San Biagio è citata in documenti della fine del XIII secolo come chiesa suffraganea.
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San Michele a Strada |
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La chiesa parrocchiale di San Michele a Strada si trova a circa 1 km a nord di San Gimignano, lungo la strada che porta ai Cappuccini. Nel 1356 la chiesa di San Michele viene menzionata come canonica.
E' soprattutto l'abside a mantenere i caratteri originali con la muratura in conci di arenaria, la monofora centrale, parte del coronamento ad archetti pensili e la presenza di due lesene di delimitazione.
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Fugnano
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Fugnano è un borgo medievale, oggi trasformato in agriturismo, affiancato dalla chiesa di San Bartolomeo, ancora intatta, la cui parrocchia apparteneva alla Diocesi di Volterra. Fu soppressa verso la fine del XVIII secolo.
Sia il borgo che la chiesa sono già attestati alla metà del XIII secolo.
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San Gimignano
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San Gimignano si trova sulla cima di un colle a dominio della Valdelsa. Sede di un piccolo villaggio etrusco inziò la sua storia intorno al X secolo. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, e patì lotte intestine dividendosi in due fazioni: guelfi e ghibellini. L’otto maggio 1300 ospitò Dante Alighieri, ambaciatore della lega guelfa in Toscana. La terribile peste del 1348 ed il successivo spopolamento gettarono San Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette perciò sottomettersi a Firenze.
San Gimignano è un paese da favola, in provincia di Siena, caratteristico per la vernaccia e per le sue torri, si erge su di un colle a dominio della Val d'Elsa con una popolazione di 8790 abitatanti. Sede di un piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico iniziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava.
San Gimignano è certamente un borgo degno di una visita non breve. Il centro è un vero e proprio gioiello d'arte che conserva intatto il fascino di un'epoca passata. Bellissima la Collegiata di S. Maria Assunta costruita nel XII secolo. All'interno vi sono affreschi del '300 senese che raffigurano le Storie del Vecchio Testamento ad opera di Barna da Siena, Bartolo di Fredi e Taddeo di Bartolo e affreschi del '400 fiorentino. La cappella è opera di Giuliano e Benedetto da Maiano con decorazioni in terracotta.
La Chiesa di San Agostino è affrescata da Benozzo Gozzoli e vi si trova anche una Incoronazione del Pollaiolo. Degne di visita sono anche le chiese di S. Pietro, S. Jacopo e S. Bartolo. Da segnalare anche il Palazzo del Podestà che conserva un affresco del Sodoma. Le Fonti è un edifico impiegato per la lavatura della lana e risale al XII secolo. Di bellezza spettacolare anche la Piazza della Cisterna, con al centro un bel pozzo. Il borgo ospita anche diversi musei: quello etrusco, quello d'arte sacra e la Pinacoteca civica. Non lontano da S. Gimignano, la Pieve di Cellole del XIII secolo. |
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Palazzo del Popolo |
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Benozzo Gozzoli, Il viaggio di Agostino da Roma per Milano (scena 7, dettaglio), 1464-65,af fresco, 220 x 230 cm, Sant' Agostino, Cappella del Coro, San Gimignano
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La Chiesa Collegiate, detta anche comunemente il Duomo, terminata nel 1148 è considerata uno dei più prestigiosi esempi di romanico toscano. Costruita su tre navate, le pareti sono interamente affrescate. Tra le opere pregevoli ad affresco: San Sebastiano di Benozzo Gozzoli e le Storie di Santa Fina di Domenico Ghirlandaio nella Cappella di Santa Fina; tra quelli di scuola senese: Vecchio e Nuovo Testamento di Bartolo di Fredi e della bottega dei Memmi e Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo. Notevoli le sculture di Giuliano e Benedetto da Maiano e l' Annunciazione lignea di Jacopo della Quercia.
La Chiesa di Sant'Agostino contiene numerosi affreschi, in particolare la Cappella di Santo Bartolo di Benedetto da Maiano, le Storie della vita di sant'Agostino di Benozzo Gozzoli, e altri resti di affreschi, tavole e tele di autori diversi (Benozzo Gozzoli, Piero del Pollaiolo, Pier Francesco Fiorentino, Vincenzo Tamagni, Sebastiano Mainardi).
Abbandonata Firenze, a causa dell’epidemia di peste che colpì il capoluogo nel 1463, Benozzo Gozzoli si diresse a San Gimignano, con la speranza di sfuggire al terribile contagio, secondo una credenza di allora che riteneva i luoghi posizionati in collina più sicuri. In 1467 affresca l’unico ciclo conosciuto della Vita del Santo nell’arte del Rinascimento toscano. Per la fine della pestilenza (1464) che imperversa sulla cittadina dipinge due immagini di San Sebastiano.
Il pittore aveva già realizzato quello che la critica ritiene uno dei suoi lavori più prestigiosi, l’intera decorazione della cappella nel Palazzo Medici di via Larga (oggi via Cavour) a Firenze, voluta da Piero de’ Medici e affidata a Benozzo nel 1459. Questo incarico evidenzia come Gozzoli fosse già un artista affermato; tuttavia l’impresa, per la sua natura strettamente privata, non manifestò pienamente le sue doti ai contemporanei. Per questo motivo il primo grande lavoro ad ottenere notorietà all'epoca fu il ciclo di affreschi realizzati, con l’aiuto di alcuni collaboratori, nella chiesa di Sant’Agostino a San Gimignano.
La chiesa, ad una sola navata con copertura a capriate lignee, si conclude con una cappella quadrangolare affiancata da due cappelle minori, anch'esse a pianta quadrata; fu costruita per volere dei padri agostiniani negli anni tra il 1280 e il 1298, dopo che papa Alessandro IV nel 1256 aveva ufficialmente riconosciuto l'Ordine degli Eremitani di Sant’Agostino.
Benozzo ricevette l’incarico di affrescare per questa chiesa alcuni episodi tratti dalla vita del Santo da Fra’ Domenico Strambi, un dotto monaco agostiniano del convento, il quale aveva ottenuto il patronato della cappella maggiore dalla famiglia Dietiguardi. Strambi ne dettò quasi sicuramente il complesso programma iconografico anche in vista del difficile momento in cui versava in questo periodo il convento; si era infatti persa la genuina osservanza dell'Ordine ai precetti dettati dalla Regola ai tempi della sua costituzione. Questo ciclo di affreschi segnò l'inizio, per la comunità religiosa, di una lunga fase di trasformazione che avrebbe portato il Convento di San Gimignano ad aderire dal 1481 alla regola dell’Osservanza promossa dagli agostiniani di San Salvatore in Lecceto presso Siena, un centro di spiritualità di grande fama e promotore dal 1387 della riforma Osservante.[3]
Benozzo Gozzoli | Storie della vita di sant'Agostino
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San Gimignano, vista delle torri dalla Rocca di Montestaffoli
Chiesa Collegiata
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Memmo di Filippuccio, Erotic scenes, 1300-10, fresco, Palazzo del Podestà, San Gimignano
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Memmo di Filippuccio (Siena, circa 1250 – San Gimignano, circa 1325) è stato un pittore italiano, esponente della scuola senese di fine Duecento e inizi Trecento.
Pittore di origine senese, Memmo di Filippuccio ebbe una fiorente bottega a San Gimignano. Si formò probabilmente con Duccio di Boninsegna e fu presente nel cantiere pittorico di Assisi: in seguito a questa esperienza, il suo stile subì importanti influenze giottesche.
La sua attività ad affresco a San Gimignano, documentata nel 1305 nella Collegiata (lunetta del portale in controfacciata), è stata riconosciuta anche nella chiesa di San Pietro (Annunciazione, Madonna in trono e due santi, Adorazione dei magi), in quella di San Jacopo (Madonna col Bambino e i santi Giacomo e Giovanni Evangelista) e nella Torre del Palazzo Pubblico, dove realizzò un ciclo a tema profano. Nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo di Certaldo dipinse in una nicchia una Madonna con Bambino e i santi Jacopo e Pietro.
Tra le opere su tavola, gli sono attribuiti un dossale (Museo civico di San Gimignano, proveniente dalla chiesa di Santa Chiara), una Madonna col Bambino (Museo di San Matteo a Pisa) e il polittico Madonna e santi (Oristano, Vescovado). Nella sacrestia del convento di San Lucchese (Poggibonsi) si conserva una credenza che contiene 17 figure di Santi attribuite a Memmo.
Gli è stata riconosciuta anche un'attività di miniatore: sarebbero suoi alcuni codici conservati a Siena (Biblioteca Comunale e Museo dell'Opera del Duomo), Venezia (Fondazione Cini) e Pisa (Museo di San Matteo).
Nella sua bottega si formarono anche i suoi due figli, i pittori Lippo e Tederigo Memmi; inoltre una sua figlia andò sposa a Simone Martini.
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Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni
Survey Source Associazione Nazionale delle Vie Francigene; Alessandra Angeloni (a cura di), "Via Francigena. Guida del percorso da Castelfiorentino alle porte di Siena", Betti Editrice, 2010, Siena. (en) |
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La Francigena in provincia di Siena
Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano | Road Book (pdf)
Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni | Road Book (pdf)
Via Francigena | Da Monteriggioni a Siena | Road Book (pdf)
La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia | Road Book (pdf)
La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia | Road Book (pdf)
La Via Francigena | Da San Quirico d'Orcia a Radicofani | Road Book (pdf)
La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)
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The Via Francigena | Walk Route
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Via Francigena – Walk Route
The road books, the maps, the Google Earth and the GPS trails for the walk route of the Via Francigena. A practical and utile guidebook for the numerous Europeans who choose to experience Europe following the route and discovering the paths that make up the historical stages.
The Via Francigena itinerary is completely traced by GPS and fully described on maps and road books. All the materials are available on www.francigenalibrari.beniculturali.it/news1_en.html |
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(See the complete Route on Google Earth)
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The Via Francigena | Links
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Reasoned list of useful cultural and tourist links on the ancient faith ways.
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La Via Francigena, visualizza la mappa
del percorso direzione NORD (Tappa San Gimignano - Gambassi Terme)
del percorso direzione SUD (Tappa San Gimignano - Gracciano d' Elsa)
Comune Gambassi Terme | http://www.comune.gambassi-terme.fi.it/
Comune San Gimignano | www.comune.sangimignano.si.it
Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | BENOZZO, Pittore Fiorentino |
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Guide books
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La Via Francigena. Vademecum dal Gran San Bernardo a Roma
Way from the Grand St-Bernard to Rome.
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Paul Chinn and Babette Gallard, The Lightfoot Guide to the Via Francigena, Pilgrimage Publications, 2009. In 3 volumes, Canterbury to Besançon; Besançon to Vercelli; and Vercelli to Rome. Available through our Bookshop. Mainly inteneded for cyclists, but it gives good route-finding information with GPS references and details of accommodation and services. |
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The best guide book to the Via Francigena in Italy is written in Italian. Guida alla Via Francigena: 900 chilometri a piedi sulle strade del pellegrinaggio verso Roma, by Monica d'Atti and Franco Cinti. (Supplemento al numero 132, aprile 2006, di "Terra di Mezzo." Piazza Napoli 30/6, 20146 Milano.) ISBN: 88-8938-565-0. Concise route description of the section from the Great Saint Bernard Pass to Rome, with details of acommodation and services. Its maps are incredibly detailed, there are many photos and much information can extracted even if you can't read Italian.
There is a separate set of three maps with distances and GPS settings from the same publisher. ISBN 9788889385609
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La Via Francigena Guida per il pellegrinaggio a piedi dal Gran San Bernado a Roma, Luciano Pisoni & Aldo Galli, ADLE Edizioni, Padova, 2004. ISBN: 88-8401-046-2. Guide to the Italian section of the route comprising a book and 28 laminated A4 size maps, with walking instructions and accommodation details on the back of each one.
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Mappe
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Monica D’Atti & Franco Cinti, La Via Francigena. Cartografia e GPS. Dal Monginevro a Roma lungo l’itinerario storico, Milan: Terre di Mezzo Editore, 2007. ISBN: 978-88-8985-60-9, 22€.
3 large sheets of maps in a set, covering the 800km from the Monginevro Pass over the Alps to Rome at a scale of 1:30.000, i.e. nearly two and a half inches to the mile. In full colour there are 40 detailed maps covering all the stages of the journey, with the walkers’ route traced on them, height profiles, types of roads/paths used and complete GPS data. Designed initially to accompany the authors’ own guide book (see above) the only drawback (at present) is that those wishing to follow the “Sigeric route” (i.e. cross the Alps via the Great St. Bernard Pass) will have to wait till Vercelli (150km into the Italian part of the route) before they can use them.
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TOPOFRANCIGENA A.Canterbury-Gd St-Bernard 1000km: 40 geo-cultural pocket-sized colour map-cards 150g prepared by Adelaide Trezzini with Giovanni Caselli providing the graphics View
TOPOFRANCIGENA dal Gran San Bernardo a Roma (900km) was published in 2005. The Topofrancigena is a set of maps (again in two parts Canterbury to St Bernard Pass published - Italian 2005) of the route. The Canterbury to St Bernard Pass section consists of 40 pages in full colour, with alternative routes, very loosely bound so old pages can be discarded. The maps show town or villages with accommodation and churches and historic sights.
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Walking Pilgrim, old pilgrim routes in W Europe | Via Francigena in Italy
WMS/APIs for Maps: Italy | Portale Cartografico Nazionale; includes 1:250,000, 1:100,000 and 1:25,000 topo maps (beware! many of the sheets are very old) |
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[1] Tratto da "Via Francigena guida al percorso da Castefiorentino alle porte di Siena" a cura di A. Angeloni, Betti Editrice, realizzato dal Progetto Integrato e Territoriale di Valorizzazione della Via Francigena in Valdelsa finanziato dai Comuni di Castelfiorentino, Montaione, Gambassi Terme, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa e Monteriggioni e cofinanziato dalla Regione Toscana ai sensi della L 135/01 art. 5 c. 5 nell'ambito del progetto interregionale "VIA FRANCIGENA- una nuova offerta turistica italiana".
[2] Fonte: La Via Francigena | www.francigena.provincia.siena.it
[3] Fonte: http://brunelleschi.imss.fi.it/benozzogozzoli/opere/StorieSantAgostino.html
Bibliografia
Giovanni Previtali, Il possibile Memmo di Filippuccio, in "Paragone", n. 155 (1962), pp. 3-11.
Giovanni Previtali, Miniature di Memmo di Filippuccio, in "Paragone", n. 169 (1964), pp. 3-11.
Maria Grazia Ciardi Dupre Dal Poggetto, L' Homo Astrologicus e altre miniature di Memmo di Filippuccio, in Scritti di storia dell'arte in onore di Ugo
Procacci, vol. I, Electa, Milano 1977, pp.111-119.
Sabina Spannocchi, Le "Storie profane" di Memmo di Filippuccio a San Gimignano, in La terra dei musei: paesaggio, arte, storia del territorio senese, a cura di Tommaso Detti, Monte dei Paschi di Siena - Giunti, Firenze 2006, pp. 365-371.
Ada Labriola, Simone Martini e la pittura gotica a Siena, collana "I grandi maestri dell'arte. L'artista e il suo tempo", Il Sole 24 Ore E-ducation.it, 2008, pp. 203 - 221.
Ilaria Albizzi, Memmo di Filippuccio, in La Collegiata di San Gimignano, [2]. L'architettura, i cicli pittorici murali e i loro restauri, a cura di di Alessandro
Bagnoli. Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Siena 2009, pp. 431-436. |
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Podere Santa Pia si trova in posizione collinare a 500 metri di altitudine nella Maremma Toscana, zona rinomata per i suoi paessaggi e per le sue purificanti sorgenti termali. La Casa Vacanze è ideale per una vacanza immersi nella quiete, in una posizione strategica sia per raggiungere il mare che il paese.
Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia, giardino |
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Abbazia Sant'Antimo |
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Abbadia Monastero (Castelnuovo Berardenga) |
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Pienza |
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Florenceirenze, Duomo |
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Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia. |
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Abbazia di Monte Oliveto Maggiore |
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Siena, Palazzo Publico
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Crete Senesi, nella vicinanza di Podere Santa Pia
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