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Benozzo Gozzoli, conosciuto anche come Benozzo di Lese, nacque nel villaggio di Sant’Ilario a Colombano, nell’area di Badia di Settimo intorno al 1421.
Nel 1427 il nonno e il padre di Benozzo, si trasferirono, con altri congiunti a Firenze, dove ebbe inizio la sua formazione professionale che, se prestiamo fede alla biografia a lui dedicata dal pittore e storico aretino Giorgio Vasari, può essersi svolta sotto la guida del domenicano fra Giovanni da Fiesole, (il Beato Angelico), insieme al quale lavora per un decennio.
Come sono incerti gli esordi della carriera artistica di Benozzo, ci è sconosciuta la data in cui si iscrive alla Corporazione dei Pittori.
Benozzo cresce dal punto di vista professionale in un’epoca fondamentale per lo sviluppo dell’arte e della storia fiorentina.
Negli anni tra il 1430 e il 1440 lavoravano a Firenze i pittori più noti e creativi: Fra’ Angelico, Filippo Lippi, Paolo Uccello, Domenico Veneziano e Piero della Francesca.
Fu prima discepolo, poi collaboratore attivo di Beato Angelico, con il quale ha lavorato prima a Roma e poi ad Orvieto. In seguito Gozzoli si spostò a Montefalco, in Umbria, dove iniziò la sua attività di pittore indipendente da Beato Angelico, pur conservandone numerosi tratti somiglianti.
Artisticamente più maturo, si è spostato ancora una volta a Perugia poi nella natale Firenze, capitale dell’arte rinascimentale.
Da Firenze, Gozzoli girò le più importanti città toscane, tra cui, in particolare, Volterra, Pisa, San Gimignano.
Nel 1497 Benozzo Gozzoli, dopo aver dedicato la vita alla produzione artistica, morì a Pisa, dove tutti lo amavano e dove ancor oggi è sepolto.
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Benozzo Gozzoli, La Cappella dei Magi, Viaggio dei Magi (dettaglio, autoritratto di Benozzo Gozzoli), (1459 - 1462), Palazzo Medici-Riccardi, Firenze
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Nel 1427 Benozzo Gozzoli si trasferì con la famiglia a Firenze.
Le ipotesi sulla sua prima formazione degli storici dell'arte risultano piuttosto discordanti: l'ipotesi più accreditata sembrerebbe quella di Giorgio Vasari, secondo il quale, Benozzo sarebbe stato discepolo di Beato Angelico.
Dal Vasari, oltre le poche notizie sulla vita di Benozzo, riceviamo anche il nome con cui lo conosciamo, il vero nome del pittore era infatti Benozzo di Lese, ribattezzato poi dal Vasari, nella seconda stesura delle Vite (1568), come Benozzo Gozzoli.
Di fatto, si ha la certezza che ricevette una valida formazione in maturità dal maestro Angelico, ne fu infatti collaboratore a Firenze nella decorazione del convento e della chiesa di San Marco furono eseguiti dal Gozzoli su progetto dell'Angelico: la Preghiera nell'Orto nella cella 34, Al 1460 risale la Madonna col Bambino e angeli di DetroitlUomo dei Dolori nella cella 39, la Crocefissione con la Vergine e i santi Cosma, Giovanni Evangelista e Pietro Martire nella cella 38.
Tra il 1437 e il 1439 circa realizzò il Ratto di Elena, tavoletta ottagonale che decorava la fronte di un cassone.
Tra il 1440 e il 1445 circa eseguì la Madonna col Bambino e nove Angeli della National Gallery di Londra.
Il connubio formativo con il maestro durò ininterrottamente per un decennio, fatta salva la parentesi 1444-1447, in cui si impegnò a lavorare alla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze come collaboratore di Lorenzo e Vittorio Ghiberti, forse gli si può attribuire il pannello con la storia di David.
Il 23 maggio del 1447 è a Roma insieme all'Angelico chiamato da Eugenio IV per la decorazione di una cappella nel palazzo Vaticano, forse quella del Sacramento, successivamente i due pittori collaborarono sotto Niccolò V per la Cappella Niccolina sempre nei palazzi vaticani, fino al giugno del 1448.
Al 1449 circa risale lo stendardo con la Madonna col Bambino per Santa Maria sopra Minerva, dove il progetto e il disegno sono forse di Beato Angelico.
Per il polittico Guidalotti dell'Angelico realizzato nel 1448 circa, Benozzo realizzò la figura di Santa Caterina d'Alessandria.
Il periodo di collaborazione e formazione alla stregua di Beato Angelico terminò nel 1449 con la decorazione delle volte della Cappella Nuova o di San Brizio nella cattedrale di Orvieto; nelle uniche due vele della volta terminate, il Gozzoli eseguì parte delle teste dipinte nei costoloni e alcuni dei volti della vela dei Profeti.
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Autoritratto (Opus Benotii) nella
Cappella dei Magi
Cappella dei magi, secondo autoritratto di Benozzo Gozzoli |
In Umbria e nel Lazio
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Annunciazione di Narni
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Benozzo Gozzoli, Annunciazione, tempera su tavola, 1450- 1455, Narni, Museo Eroli
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Terminato il sodalizio con il suo maestro, nel 1450 si trasferì in Umbria ed a quell'anno risale l'Annunciazione di Narni, prima opera autonomo e firmata: OPU[S] BENOT[I] DE FLORENT[IA].
Nel 1450 circa iniziò la decorazione del monastero di San Fortunato a Montefalco: di Gozzoli sono la lunetta con Madonna col Bambino tra i Santi Francesco e Bernardino da Siena, la Madonna col Bambino e un Angelo musicante e San Fortunato in trono; per l'altare maggiore della stessa chiesa realizzo la tavola con l'Assunzione della Vergine, oggi alla Pinacoteca vaticana.
Tra il 1450 e il 1452 realizzò su commissione della Clarisse di Montefalco la tavola con Sant'Orsola angeli e Donatore (forse suor Ginevra).
Del 1452 sono gli affreschi della tribuna absidale nella chiesa di San Francesco con le Storie della vita di San Francesco, commissionati da un colto committente, teologo e predicatore Fra' Jacopo da Montefalco dell'ordine dei Frati Minori. La fonte iconografica è probabilmente il De conformitate vitae beati Francisci ad vitam Domini Jesu di fra Bartolomeo da Pisa. La base è formata da una fascia a girali con ritratti dei francescani famosi, le scene con le storie della vita di san Francesco sono divise in dodici riquadri su tre registri,e sulla volta i cinque santi dell'Ordine e san Francesco in gloria tra gli angeli e sull'intradosso dell'arco trionfale Francesco mostra le stimmate attorniato da dodici compagni.
Nella cappella di San Girolamo, contemporaneamente alla realizzazione degli affreschi con la vita di san Francesco, vi realizzò al centro della scena un finto polittico completamente dipinto, nel registro inferiore episodi della Vita di san Girolamo e nella lunetta Crocifissione. Sulla fascia che divide i due registri è la scritta "costruita e dipinta…il primo giorno di novembre del 1452". Si trattò di uno dei primi esempi di pittura illusionistica ma anche un modo per promuovere le sue capacità. Dello stesso anno è la Madonna dell'Umiltà col Bambino e i santi Francesco e Bernardino da Siena e il Donatore Fra Jacopo da Montefalco.
Sua anche l'Annunciazione, commissionata dal cardinale Berardo Eroli già nella chiesa di San Domenico, in Narni ed ora nel Museo Eroli della stessa città. Al centro della colonna nella parte centrale della scena si nota lo stemma del committente.
Nel 1453 le Clarisse del convento di Santa Rosa a Viterbo commissionarono a Benozzo un ciclo di affreschi con le Storie della vita di Rosa da Viterbo, distrutti nel 1632; furono però copiati da Francesco Sabatini prima di essere distrutti.
Del 1456 è la Madonna dell'Umiltà con Santi, nota come Pala della Sapienza Nuova, per il Collegio di San Gerolamo a Perugia, firmata e datata.
Arte in Toscana | Benozzo Gozzoli | Storie della vita di San Francesco di Benozzo Gozzoli (1452)
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Madonna con Bambino, i santi Francesco e Bernardino e sette angeli, affresco, 1450, Montefalco, eremo di San Fortunato.
San Francesco, Cappella di San Gerolamo, Montefalco
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Benozzo fu anche incaricato di realizzare la preziosa pala che decorava l’altare maggiore. Questo dipinto su tavola raffigurante la Madonna della Cintola è attualmente conservato alla Pinacoteca Vaticana essendo stato donato nel 1848 dalla città di Montefalco a Pio IX. Nella parte superiore della pala, a fondo oro e con ancora la sua cornice originale, è rappresentata la Madonna circondata da angeli che porge, come prova della sua salita in cielo, la cintura a san Tommaso. Nella predella sono illustrati episodi della vita della Vergine in cui il Gozzoli, ancora una volta, seppe esprimere le sue grandi qualità di decoratore.
Arte in Toscana | Benozzo Gozzoli | La Madonna della cintola |
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Benozzo Gozzoli, Madonna della Cintola 1450, Pinacoteca, Vatican
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A Firenze
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Benozzo Gozzoli, La Cappella dei Magi, Viaggio dei Magi, (1459 - 1462), Palazzo Medici-Riccardi, Firenze
La parete est: Il corteo e guidato da Lorenzo il Magnifico, seguito da sua padre Piero e suo nonno Cosimo il Vecchio; dietro di loro il corteo di fiorentini illustri
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Nel maggio del 1459 Benozzo tornò a Firenze, dove sposò la figlia di un mercante di tessuti, da cui ebbe nove figli, fra cui Francesco e Alessio pittori; nel luglio dello stesso anno iniziò il completamento della Cappella dei Magi nel Palazzo dei Medici con il fiabesco Viaggio dei Magi, su commissione di Cosimo de' Medici. In realtà l'episodio evangelico fu solo un pretesto per raffigurare i successi politici della famiglia Medici e immortalare alcuni ritratti di famiglia e di importanti personalità con i quali avevano intessuto rapporti.
Situato al piano nobile Palazzo Medici Riccardi a Firenze, fu una delle prime decorazioni eseguite dopo il completamento dell'edificio da parte di Michelozzo. Questo piccolo spazio era la cappella privata di famiglia e fu realizzata nel 1459, a forma originariamente quadrangolare (oggi un angolo è scantonato per via dei lavori seicenteschi allo scalone), con una piccola abside sempre a pianta quadrata, senza finestre.
Nelle tre pareti maggiori è raffigurata la Cavalcata dei Magi, che fa da pretesto per rappresentare un preciso soggetto politico che diede lustro alla casata dei Medici, cioè il corteo di personalità che arrivò a Firenze da Ferrara in occasione del Concilio del 1438-1439 Durante questa occasione i Medici ebbero l'onore di presiedere alla riunificazione fra la chiesa latina e quella bizantina, anche se in realtà questo accordo rimase solo sulla carta ed era il tentativo disperato dell'Imperatore di Bisanzio di ottenere aiuto dall'occidente in vista dell'assedio sempre più stretto del Sultano dei turchi Mehmet il Conquistatore alla città di Costantinopoli, che cadde nel 1453 senza alcun vero aiuto da parte del papa e dei signori occidentali.
Al 1460 risale la Madonna col Bambino e angeli di Detroit.
Nel 1461 eseguì, prima di lasciare Firenze per San Gimignano, la Pala della Purificazione, commissionata dalla Compagnia di Santa Maria della Purificazione e di San Zenobi in San Marco di Firenze.
Tra il 1461 e il 1462 è la scena di predella con il Festino di Erode della National Gallery of Art di Washington.
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Parete sud, Giovanni VIII Paleologo
Festino di Erode, National Gallery of Art di Washington
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A San Gimignano
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Benozzo Gozzoli, Storie di San Francesco, ciclo di affreschi, 1452, affresco, 304 x 220 cm, Chiesa di San Francesco, Montefalco
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Nel coro della chiesa di Sant'Agostino a San Gimignano affrescò il ciclo con le Storie della vita di sant'Agostino, commissionato da Fra' Domenico Strambi, un dotto monaco agostiniano, nel 1464. Sempre in quello stesso anno gli agostiniani decisero di far realizzare al pittore un affresco votivo con San Sebastiano intercessore a circa metà della navata centrale della chiesa. San Gimignano era stata colpita duramente dalla peste tra il 1462 e il 1464. Il Comune aveva già deliberato, fin dal gennaio del 1463, di far realizzare un affresco con l'immagine di San Sebastiano all'interno della Collegiata, ma nel giugno 1464 alla nuova esplosione del morbo gli agostiniani chiesero al Gozzoli di lasciare momentaneamente in sospeso la decorazione del coro per dedicarsi alla realizzazione di questo affresco votivo che risulta completato il 28 luglio 1464.
La vita del santo, dalla nascita alla morte, è illustrata in dodici scene disposte su tre registri. La narrazione procede, come un'ideale elevazione, dal basso verso l'alto e culmina nella volta con la gloria di San Francesco. Il motivo conduttore del ciclo è l'identificazione di Francesco come 'nuovo Cristo' (alter Christus), concetto centrale della spiritualità francescana. Il secondo registro riporta in un riquadro la scena di una cena, che ha come protagonisti S. Francesco e il Cavaliere di Celano, dal quale il santo era stato invitato. Sulla mensa sono rappresentate due bottiglie, una d'acqua e una di vino rosso e dal momento che frequenti sono i riferimenti agli avvenimenti contemporanei e a personaggi locali, come nella scena della Benedizione di Montefalco e del suo popolo, anche il particolare del vino rosso potrebbe essere interpretato come riferimento preciso alla produzione di Sagrantino di Montefalco, vino il cui nome deriva proprio dalla sua utilizzazione per l'impartizione dei sacramenti.
Benozzo si trova per la prima volta a dirigere un cantiere pittorico dopo essere stato per molti anni alle dipendenze dell'Angelico a Firenze, Roma e Orvieto. La lezione del grande maestro è fondamentale per l'organizzazione del ciclo. Nell'adozione di particolari moduli compositivi, nella predilezione per certi tipi umani e nell'equilibrio del colore il ricordo degli anni in cui fu più vicino all'Angelico guida Benozzo in questa impresa. Tuttavia, come era avvenuto nelle sue prime opere montefalchesi in San Fortunato, l'appena trentenne Benozzo rivela nel ciclo francescano qualità assolutamente originali: un gusto più particolaristico del racconto, un uso del colore in funzione insieme espressiva e decorativa.
Benozzo Gozzoli | Fresco cycle in the Convento di San Fortunato in Montefalco (1450-52)
Nel 1465 il Comune di San Gimignano incaricò il Gozzoli di portare a compimento l'affresco con il San Sebastiano per il quale aveva deliberato fin dal 1463. Il pittore lo terminò il 18 gennaio 1466, due giorni prima della festa del santo.
Art in Tuscany | Benozzo Gozzoli | Saint Sebastian
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Benozzo Gozzoli, Fresco cycle in the Convento di San Fortunato in Montefalco (1450-52)
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Benozzo Gozzoli, San Sebastiano (particolare), 1464, chiesa di Sant'Agostino, San Gimignano
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Gozzoli ealizzò anche due pale d'altare, entrambe conservate nel Museo civico della città: una Madonna col Bambino in trono, incoronta da due angeli, e i Santi Giovanni Battista, Maria Maddalena, Agostino e Marta firmata e datata 1466, dipinta per la chiesa conventuale di Maria Maddalena a San Gimignano. L'altra, Madonna dell'Umiltà tra Sant'Andrea e San Prospero, e due angeli, firmata e datata 28 agosto 1466.
Durante il soggiorno sangimignanese Benozzo si occupa anche del restauro della Maestà (1317) di Lippo Memmi posta nell'odierna "Sala di Dante" all'interno del Palazzo pubblico. Il lavoro venne eseguito entro il 1467.
Del 1466 è la pala d'altare della cappella Rustici in Santa Maria dell'Oro a Terni con il Matrimonio Mistico di santa Caterina.
Nel 1467 partì da San Gimignano per Pisa.
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Tabernacoli in Val d'Elsa e in Val d'Era
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Al Gozzoli vennero commissionati molti tabernacoli durante tutta la sua attività.
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Benozzo, negli anni in cui lavorava a San Gimignano, dipinse a Certaldo con l'auto della sua bottega il Tabernacolo dei Giustiziati che originariamente si trovava lungo la via Francigena, nelle immediate vicinanze del torrente Agliena e che adesso invece, dopo lo strappo degli affreschi avvenuto negli anni cinquanta del Novecento si trova nella ex chiesa dei Santi Tommaso e Prospero in Certaldo Alto, vicino al Palazzo Pretorio. Tra i suoi collaboratori figuravano Giusto d'Andrea, figlio del pittore Andrea di Giusto, e Pier Francesco Fiorentino. Nel 1467 il Gozzoli scriveva a Lorenzo il Magnifico che un altro suo collaboratore, Giovanni della Cecca, nipote tra l'altro del Beato Angelico, era rinchiuso nelle carceri del Palazzo Pretorio di Certaldo, con l'accusa di aver rubato delle lenzuola dal convento in cui lungamente era stato ospitato! (molto probabilmente si trattava del convento di Sant'Agostino a San Gimignano). Il Gozzoli chiedeva al Magnifico un intervento risolutore per evitare che il poveretto non dovesse passare davanti al tabernacolo che aveva contribuito a realizzare!
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Altro tabernacolo del Gozzoli si può ammirare a Legoli, provincia di Pisa, nell'attuale comune di Peccioli presso la cappella di santa Caterina. Benozzo risiedette a Legoli dal 31 maggio del 1479 all'11 gennaio del 1480. È presumibile che il pittore abbia realizzato l'opera in quel lasso di tempo.
Alla committenza del priore di Castelnuovo d'Elsa, ser Grazia di Francesco, sono legati i due tabernacoli che si conservano nel comune di Castelfiorentino: l'uno detto della Madonna della Tosse (1484) e l'altro detto della Visitazione (1490-1491); entrambe le opere hanno subito lo strappo degli affreschi e sono conservate nel nuovo museo interamente dedicato: BEGO-Museo Benozzo Gozzoli, a Castelfiorentino.
Al 1490 (per la lettura di una iscrizione) si fa risalire anche la rea lizzazione di una Santa Verdiana, conservata nel Palazzo Comunale di Castelfiorentino.
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Tabernacolo di Legoli |
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Nel pisano (1467 - 1495)
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Benozzo Gozzoli, Storie del Vecchio e Nuovo testamento, Vendemmia ed ebrezza di Noè, (foto Alinari 1890 ca.), Camposanto, Pisa
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Benozzo Gozzoli, Storie del Vecchio e Nuovo testamento, Vendemmia ed ebrezza di Noè, Camposanto, Pisa
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Nel 1467 dunque Benozzo lasciò San Gimignano per recarsi a Pisa. In questi anni risulta che l'artista abbia aperto una bottega, come aiuto per la realizzazione degli affreschi per il Camposanto monumentale della città, commissionati nel 1468 e terminati nel 1484. Gli affreschi sono andati quasi completamente distrutti in seguito a un bombardamento del 1944.
Tra il 1470 e il 1475 eseguì la tavola col Trionfo di san Tommaso d'Aquino del Louvre, dipinta per la Cattedrale di Pisa.
Durante il citato soggiorno a Legoli (31 maggio 1479 - 11 gennaio 1480) contemporaneamente alla realizzazione del tabernacolo monumentale della cappella di Santa Caterina, Gozzoli dipinse a Volterra un affresco con la Cavalcata dei Magi per la Compagnia della Vergine Maria, attigua e comunicante con il duomo della città. L'affresco fa da fondale ad un presepio in terracotta anticamente attribuito allo scultore volterrano Zaccaria Zacchi e attualmente riferibile a maestranze fiorentine della seconda metà del Quattrocento.
Gli ultimi anni
Nel 1495 tornò a Firenze in seguito alla discesa di Carlo VIII in Italia e alla cacciata dei Medici, suoi protettori. Dopo alcuni mesi arrivò a Pistoia dove erano i figli Francesco, suo collaboratore, e Giovan Battista, magistrato.
Il giorno prima della sua morte i figli vendettero al cardinale Niccolò Pandolfini, vescovo di Pistoia, due tavole, eseguite con la collaborazione dei figli Francesco e Alessio: la Deposizione dalla Croce del Museo Horne a Firenze e la Resurrezione di Lazzaro della National Gallery of Art di Washington, in cui non v'è più traccia del decorativismo e del mondo fiabesco, ma tutto è retto da modi austeri e drammatici, modi influenzati dalla predicazione di Girolamo Savonarola.
Morì a Pistoia, forse di peste, nel 1497. |
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Benozzo Gozzoli, Trionfo di San Tommaso d'Aquino, tempera su tavola, 1470- 1473; Parigi, Louvre, proveniente dal Duomo di Pisa.
San Tommaso d'Aquino, fra Platone ed Aristotele, trionfa su Averroè.
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Benozzo Gozzoli, Storie di San Francesco, ciclo di affreschi, 1452, Montefalco, chiesa di San Francesco
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