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Panorama di Roccalbegna.JPG

E N G      N E D

Roccalbegna, panorama [0]



Walking trails in Tuscany Travel guide for Tuscany
       
   

Roccalbegna

   
   

Roccalbegna sorge nell'alta valle del fiume Albegna, ai piedi di due ripide e pittoresche rupi, una più alta dell'altra, su ognuna delle quali sorge una fortificazione, la Rocca Aldobrandesca e il Cassero Senese.
Di pretto aspetto medioevale, il borgo di Roccalbegna, possedimento degli Aldobrandeschi poi passato alla Repubblica di Siena, ha come monumento più insigne la chiesa dei Santi Pietro e Paolo, sulla piazza centrale dove si affacciano anche il Comune e la piccola ma suggestiva Torre Civica con il suo orologio. Il terreno della zona è notoriamente instabile, frane e smottamenti sono all'ordine del giorno.
Proprio uno sprofondamento ha fatto inclinare l'architrave del portale, dando alla chiesa un aspetto sbilenco unico al mondo. All'interno sono affreschi e quadri di pregio. L'opera più importante però è la pala dell'altare, una Madonna con Bambino dipinta nel 1340 da Ambrogio Lorenzetti, considerata uno dei suoi capolavori.
Alle spalle della chiesa, si sale in breve all'Oratorio del Crocifisso, adibito a museo. Francesco Nasini e Sebastiano Folli sono gli autori più rappresentati. Splendida è la croce di Luca di Tommè, maestro senese che la realizzò intorno al 1360. Fuori dalla Porta di Maremma, completa il quadro dei monumenti del paese la chiesetta della Madonna, con affreschi del Quattrocento.



Roccalbegna, vista dalla Rocca Aldobrandeschi

Roccalbegna, vista dalla Rocca Aldobrandeschi [6]

 

Alle spalle della chiesa, merita una visita la panoramica spianata della Rocca. Ma la mèta da non perdere, la più celebre di Roccalbegna, è la Pietra, il torrione che domina l'abitato, e che si raggiunge per una ripida strada asfaltata e poi per delle strette gradinate di pietra abbarbicate alla rupe.
Anche i dintorni di Roccalbegna meritano senz'altro una visita. La frazione di Cana conserva parte del suo aspetto medioevale ed ospita una bella cisterna di età medicea. Poco prima, a Vallerona, si possono osservare la chiesa di San Pio I e una fontana neoclassica.
Chi s'interessa alla natura può seguire verso sud la strada sterrata che costeggia l'Albegna. Il primo tratto di circa tre chilometri si può fare in auto o in mountain bike, poi occorre proseguire a piedi sul greto. Pioppi e salici prendono il posto di lecci e ginestre, non è difficile osservare numerose specie di uccelli come il merlo acquaiolo e il martin pescatore.
Si affaccia sul fiume anche l'Oasi WWF del Bosco Rocconi, che ospita rari rapaci come il biancone, il lodolaio, lo sparviero e il lanario.
Poco a oriente di Roccalbegna è Triana, un poderoso castello passato nel 1388 dagli Aldobrandeschi ai Piccolomini di Siena, formato da due imponenti fabbricati e da un poderoso torrione in buona parte rivestito dall'edera.[1]



Chiesa dei Santi Pietro e Paolo


La chiesa dei anti Pietro e Paolo costituisce un importante esempio di architettura romanico-gotica del territorio amiatino. Fu costruita nel 1296 e nel 1380 la Repubblica di Siena vi fece eseguire alcuni lavori di restauro dal pittore Andrea Vanni che fu compensato con la somma di 74 scudi.

Trasformazioni alla struttura originaria furono apportate nel 1765 con l'aggiunta di elementi tardo barocchi ai quali seguirono l'anno successivo una nuova consacrazione e l'elevazione al titolo di arcipretura.

L'edificio è costituito da un'ampia navata coperta con capriate lignee terminante con abside rettangolare. La facciata, preceduta da una scalinata, è caratterizzata dal grande rosone e da un pregevole portale gotico a profonda strombatura, recante motivi ornamentali tipici della tradizione artistica senese come le colonnine tortili, le ghiere, i capitelli fogliati, i dentelli e le rosette. La lunetta ospita un' affresco tardo cinquecente co raffigurante I Santi Pietro e Paolo titolari della chiesa.

All'interno ono conservate importanti opere pittoriche di scuola senese fra le quali tre tavole con San Pietro, la Virgine col Bambino e San Paolo, residui di un monumentale polittico, considerato tra i capolavori di Ambrogio Lorenzetti, datato al 1340. Entrando a sinistra si osserva Il battistero in pietra a forma di tempietto, decorato con affreschi di scuola senese della fine del Cinquecento. Sulla stessa parete è appeso un Crocifisso ligneo policromo forse risalente al XIV secolo. Segue un monumentale altare in legno, tardo cinquecentesco, contenente un dipinto giovanile di Alessandro Casolani raffigurante la Pietà con i Dolenti. Sulla parete a destra, dopo la tela di Francesco Nasini, sono conservati un affresco dei primi del Quattrocento raffigurante la Madonna della Misericordia tra San Sebastiano e San Fabiano e altri due affreschi staccati provenienti dalla chiesa della Madonna del Soccorso .

Sempre a destra entrando, infine, è collocato, entro una teca, uno stendardo in seta che si riferisce al movimento antigiacobino del "Viva Maria" che reca lo stemma lorenese con l'aquila imperiale su un lato e sull'altro la scritta: "Roccalbegna, di Viva Maria e chi la creò" con la data "1799".

Opere d'Arte

1. Ambrogio Lorenzetti, (doc. 1319-1347) San Pietro, la Virgine col Bambino e San Paolo, pittura su tavola, 1340 ca.

2. Alesaandro Casolani (1552/3-1607) Pietà con i Dolenti, olio li tela.

3. Francesco Nasini (1611-1695) Madona in cielo tra i Santi Cristoforo e Giacomo Maggiore, olio su tela.

4. Crocifisso ligneo, (XIV secolo?).

5. Madonna della Misericordia, sec. XV, affresco.

6. Stendardo.



 


 

 


Madonna della Misericordia, sec. XV, affresco

Ambrogio Lorenzetti, Madonna and Child in the Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Roccalbegna

Il Cassero Senese

La fortificazione, che sovrasta il borgo era un fortilizio minore, usato essenzialmente come punto di vedetta; costituiva il sistema difensivo del centro di Roccalbegna assieme alla Rocca aldobrandesca situata alla sommità dell'altra rupe. Probabilmente, venne costruito agli inizi del XIII secolo dai conti Aldobrandeschi. All'inizio del XV secolo, a causa della perdita della sua importanza strategica, il cassero, allora di proprietà dello Stato senese, fu lasciato in abbandono.

Nel 1446 i Castellani Domenico d'Andrea e Gherardo di Mariano si proposero di restaurarlo a fini strettamente abitativi. Nel 1555 lo Stato senese passò sotto il Granducato di Toscana e nel 1565 Roccalbegna venne concessa dal Granducato agli Sforza della Contea di Santa Fiora. Restò feudo granducale fino al 1751. Con l'abolizione di tutti i feudi, Roccalbegna tornò a costituire comunità giurisdicente fino al 1838, quando fu affidata al vicario regio di Arcidosso.

In corrispondenza dell'attuale giardino, costituito da un ampio prato e alberi d'alto fusto, sorgeva un giardino all'italiana, dotato di un "piccolo casino", risalente al XVII secolo. Di questo giardino non sono rimaste tracce ma approfondite ricerche storiche ipotizzano che questo fosse molto simile al contemporaneo giardino connesso al complesso palatino di Santa Fiora.


 


Il Cassero Senese

Castello di Triana

Il Castello di Triana è situato nell'omonima frazione a est di Roccalbegna, che sorse come antico insediamento rurale nel primo Medioevo.

Il luogo è ricordato fin dal 760, ma l'esistenza del castello è attestata solo dalla divisione dei beni degli Aldobrandeschi del 1216, quando fu assegnato al ramo di Santa Fiora. Nel 1388 la Triana fu acquistata dalla famiglia senese dei Piccolomini che lo fecero divenire sede di una signoria rurale nel corso del Cinquecento.

I Piccolomini rimasero proprietari del castello e dei terreni circostanti fino al 1962, quando il castello, notevolmente trasformato e con scarsi resti delle forme originarie, è stato lasciato alla Società di Esecutori di Pie Disposizioni di Siena. L'antico castello medievale è racchiuso all'interno di una cinta muraria con un'unica porta d'accesso: il complesso comprende anche un torrione che costituiva la residenza signorile e due fabbricati disposti intorno ad un cortile.
La cappella della Madonna di Loreto

La Cappella della Madonna di Loreto risale alla metà del XVII secolo ed era la cappella gentilizia del castello. Si presenta nelle forme attuali a seguito di una ristrutturazione del 1744.

È dedicato alla Madonna di Loreto ed ospita sull'altare una tela con la Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Caterina da Siena, tipica dell'ambiente senese tra Cinquecento e Seicento.



Castello di Triana, Roccalbegna



Comune

S.Caterina - Santa Caterina Ethnographic Museum
The ethnographic collection is housed in the former blacksmith's forge in the villageof Santa Caterina, Roccalbegna. The two floors of the museum contain the collection documenting working life and religious rites in the area of Mount Amiata.

Tradizioni e folclore

Di notevole interesse è l'antico rito del fuoco, la Focarazza, che si tiene a Santa Caterina la sera del 24 novembre, cioè la vigilia del "compleanno" di Santa Caterina d'Alessandria, il parroco del piccolo centro s’inerpica in processione sul poggio che lo sovrasta e benedice una normale catasta di fascine e legna in mezzo alla quale è conficcato un lungo palo di cerro, il cosiddetto "stollo".

Al termine della cerimonia religiosa si appicca il fuoco alla catasta e, sotto gli occhi attenti dei borghigiani, si lascia che le fiamme si alzino al cielo, ad illuminare una campagna ormai avvolta nell'oscurità della sera. Quando il fuoco diminuisce d'intensità entrano in azione gli uomini di Santa Caterina, divisi in gruppi a seconda della contrada d’appartenenza. Rischiarato dai bagliori intermittenti delle ultime lingue di fuoco, ogni partecipante s'impegna, in una sorta di ancestrale rito purificatore, a sfidare il calore e il fumo per tentare di impadronirsi dello "stollo" e portarlo nel proprio rione. In questa singolare lotta, gli spettatori ammessi sono testimoni di uno spettrale girovagare per le stradine del paese di uomini, anneriti e accecati dal fumo e dal fuoco, che si aggrappano a quel tronco di legno in un procedere a balzelli, ora in una direzione ora in un'altra, fino a quando il gruppo più robusto riesce a fiaccare la resistenza degli altri e può alzare il pesante legno in un vicolo della proprio rione.

Ma la cerimonia - o il gioco o la battaglia, a seconda dell'ottica con cui si guarda - non finisce qui: il tronco viene tagliato in tanti pezzi quanti sono stati i partecipanti, così ognuno può portare a casa una porzione di quell'oggetto-feticcio che ha costituito materia del contendere per una serata. In seguito ogni pezzo verrà messo a bruciare nel caminetto di casa e quando le fiamme lo avranno del tutto consumato si prenderanno le ceneri che poi, in religioso raccoglimento, saranno disperse nei campi e negli orti quale auspicio per una fertile stagione agricola.

Casefi cio Il Fiorino

Between Roccalbegna and Triana there is a wonderful Cheese Factory, ‘Casefi cio Il Fiorino’, specialized in producing the
famous Pecorino, which you can taste while you’re there.

Caseificio Il Fiorino S.R.L.
Localita' Paiolaio - 58053 Roccalbegna (GR)

Website Casefi cio Il Fiorino | www.caseificioilfiorino.it


   
   
La Riserva naturale di Rocconi

   

La Riserva naturale di Rocconi si estende nell’Alta valle dell’Albegna e interessa i Comuni di Semproniano e Roccalbegna. Occupa una superficie di 371 ettari con un’area contigua di 253 ettari e insiste per buona parte sull’Oasi di proprietà del Wwf (130 ettari). Il territorio è formato da colline con un’altitudine massima che varia da circa 500 m.s.l. nella parte settentrionale ai 200 m.s.l. del confine meridionale segnato dal Fosso Paradisone e presenta una geomorfologia estremamente varia ed accidentata: dalle altissime pareti rocciose di calcare massiccio alla cui base scorrono i fiumi dell’Albegna e Rigo, sul cui versante destro non mancano, inoltre, grotte e cavità, di cui la più importante è il Crepaccio di Rocconi, alla parte meridionale, dove l’orografia diventa più dolce e ha le caratteristiche dell'entroterra maremmano ancora ben conservate.

Nella parte settentrionale dell’area prevalgono le zone boscate che si possono distinguere in: bosco misto, soprattutto nel territorio compreso tra i fiumi Albegna e Rigo, in cui prevalgono la roverella e il cerro, ma sono presenti anche frassini, carpini, aceri, peri, meli, ciliegi e sorbi; bosco a prevalenza di leccio, che si estende nel versante ad ovest del Rigo e dell’Albegna; flora arbustiva e arborea ripariale, lungo il greto del fiume Albegna. Nella parte meridionale della Riserva prevalgono, invece, oliveti, prati, pascoli, incolti e piccoli seminativi, intercalati da folte siepi di biancospino, rovo, olmo, prugnolo e corniolo, che svolgono un ruolo fondamentale per la fauna selvatica. Di particolare interesse anche le associazioni vegetazionali rupicole e la straordinaria varietà di orchidee spontanee (25 le specie censite).

Esclusiva è la presenza di rari rapaci diurni come il biancone e il lanario, specie prioritaria a livello Cee, in decremento in Europa. Importante è anche l’esistenza di esemplari della tartaruga di Hermann e di alcuni rettili come il cervone, il biacco, la biscia d'acqua, la vipera comune e il colubro di Riccioli. Tra i mammiferi, è di rilievo la presenza del gatto selvatico, della martora, del tasso e sporadicamente del lupo e della lontra.

L’importanza faunistica all’interno di Rocconi è però soprattutto ornitologica. Sono infatti presenti moltissime specie inserite nelle "liste rosse" europee e tutelate dalla Convenzione di Berna: l’albanella minore, l’assiolo, l’averla capirossa, il falco pecchiaolo, il gufo comune, il martin pescatore, il picchio verde e il merlo acquaiolo.[2]

Riserva Naturale di Bosco Rocconi | The Bosco di Rocconi or “Canyon” Nature Reserve (it)

Trekking in Toacana | Nell' Oasi WWF del Bosco Rocconi




La Riserva Naturale del Pescinello


La Riserva Naturale del Pescinello si trova nell’alta valle dell’Albegna, sulla riva sinistra del fiume, nel comune di Roccalbegna. È stata istituita nel 1998 e la sua superficie totale è di 149 ettari. La riserva tutela le pendici meridionali del complesso calcareo del Monte Labbro, mentre le pendici settentrionali fanno parte della Riserva Naturale Provinciale del Monte Labbro.

È caratterizzata da un’elevata biodiversità dovuta alla presenza di boschi, arbusteti, rupi calcaree, sorgenti, pozze e forre. All’interno sopravvivono alberi secolari di dimensioni e bellezza straordinarie come il carpino nero, il corniolo, la roverella e il tiglio. Nella Riserva è in corso da anni il progetto per la reintroduzione della pernice rossa, del capovaccaio (il più piccolo degli avvoltoi, un tempo molto presente in Maremma) e del gambero di fiume, in diminuzione a causa della pesca e dell’inquinamento. Inoltre è stato ricreato un ambiente umido per l’ ululone dal ventre giallo, un anfibio raro e delicato. Tra i mammiferi si ricordano invece il gatto selvatico e il moscardino; tra gli uccelli l’albanella reale, il nibbio bruno e il lanario.[2]


Alberi Monumentali

Gli "Alberi Monumentali" della Riserva naturale di Pescinello rappresentano gli organismi tra i più antichi che esistano in Italia. I Carpini neri presenti (Ostrya carpinifolia) raggiungono dimensioni eccezionali (normalmente il diametro massimo in esemplari cresciuti isolati, è riconosciuto in 50 cm mentre i nostri "patriarchi" misurano quasi un metro!).
Anche il Corniolo (Cornus mas) presenta una dimensione ed una forma incredibile, regalandoci poi in abbondanza anche i suoi frutti aciduli ma gustosi.
La Roverella (Quercus pubescens) del Campo del Quercione, domina da più secoli i "suoi" luoghi, facendoci immaginare decine di generazioni di agricoltori riposare sotto ai suoi possenti rami per godere dell'ombra estiva.
Ma i più misteriosi di tutti sono i Tigli (Tilia plathyphyllos) presenti in allineamenti particolari e di dimensioni enormi, da secoli guardiani di una natura intatta e "presenti" agli ancora misteriosi e sconosciuti "riti".[3]


Walking and trekking in Tuscany    

Alla scoperta della valle dell'Albegna

 

Gli itinerari proposti sono tratti dalla pubblicazione "amiata senza fretta..... a piedi", di Stefano Ardito.

Scoprire 1'Amiata non può che avvenire con i ritmi lenti di chi si lascia alle spalle frenesia e ritmi pressanti per avvicinarsi ad un'area che è soltanto "senza fretta" che si può assaporare nelle sue mille sfaccettature. Scoprire l'Amiata è un'esperienza che ogni volta si rinnova e basta scegliere uno degli oltre settanta sentieri che questa nuova guida propone per scoprire l'alternarsi di faggeti e castagni, natura incontaminata e borghi austeri e nello stesso tempo festosi, paesaggi dolcissimi ricchi di natura e di storia,trovando il tempo per sentire il gusto intenso dei sapori e dei profumi di prodotti genuini che un'antica sapienza tramandata sa proporre con immutata maestria.


Da Roccalbegna alla Riserva Naturale del Pescinello

   
Estesa su 149 ettari, la Riserva Naturale del Pescinello tutela una delle zone più selvagge del comprensorio amiatino. Sulla sinistra orografica della forra calca scavata dall'Albegna, alterna pareti rocciose a fitti boschi di querce, pascoli e cespuglieti. La fauna, accanto all'istrice, ospita rapaci come il lanario, il biancone, il falco pecchiaiolo e il lodolaio. L'escursione da Roccalbegna al cuore dell'area protetta è breve e comoda, e offre nella prima parte un bel colpo d'occhio sul paese.

Dalla Piazza IV Novembre di Roccalbegna (522 metri) si segue la strada per Santa Fiora e Semproniano. Superati il ponte sull'Albegna e un masso coronato da una grande croce si attraversa la parte moderna dell'abitato passando davanti alla caserma dei Carabinieri. Di fronte a una croce e al cartello che segnala l'uscita dal paese si devia a sinistra per una ripida stradina in salita, indicata da segnavia bianco-rossi e da un cartello della Comunità Montana. Alla fine dell'asfalto si continua a salire per una ripida carrareccia che offre un bel colpo d'occhio su Roccalbegna e le pareti calcaree che la dominano. Una salita più comoda accanto a un prato porta a sbucare (650 metri, 0.30 ore) sulla strada sterrata che sale dalla statale 323 nel punto in cui questa si biforca. Si continua sulla strada che sale, indicata da un cartello e affiancata dai cartelli gialli che indicano il confine della Riserva Naturale del Pescinello. Una rampa verso destra e alcune svolte precedono il bivio (cartelli) dal quale si può raggiungere a sinistra il bel casale in pietra del Podere Pescinello (756 metri, 0.30 ore), cuore della Riserva Naturale. Per proseguire verso la valle dell'Albegna occorre chiedere il permesso dei proprietari del Podere. II ritorno richiede 0.45 ore fino a Roccalbegna.


 


Albegna

 

Parco Faunistico del Monte Amiata : Il Sentiero Natura

   
Il Sentiero Natura del Parco Faunistico dell'Amiata si lascia alle spalle i pascoli frequentati da cervi, daini e mufloni per immergersi nei boschi di faggio, cerro e leccio della valle del torrente Onanzio. Si tratta di una splendida piena immersione in uno dei boschi più belli e integri della zona, scandito dalle vasche e dalle cascatelle del torrente. I ponticelli in legno rendono il percorso più vario, i saliscendi lo rendono abbastanza faticoso. In alcuni momenti dell'anno questo itinerario può essere chiuso: prima di percorrerlo è necessario informarsi alla biglietteria del Parco.

Da Roccalbegna (522 metri) si seguono le indicazioni dell'itinerario Da Roccalbegna alla Riserva Naturale del Pescinello fino al posteggio (940 metri) all'ingresso del Parco Faunistico del Monte Amiata. Oltrepassata la biglietteria si segue per poche decine di metri una strada sterrata poi (cartello) si piega a destra sul Sentiero dei Mufloni e dei Daini Pomellati che raggiunge un poggiolo e poi inizia a scendere verso la valle del Fosso Onanzio. Dove il sentiero piega a sinistra si lascia l'itinerario 701 e si continua a scendere per il Sentiero Natura che raggiunge una recinzione con cancello (da richiudere!!) e continua a scendere in un ripido bosco. Superata la Fonte del Faggio si scende a un tavolo da pic nic, si torna a destra e si traversa il torrente su un ponticello di legno (850 metri). Si sale sulla sinistra orografica del corso d'acqua, si traversa a mezza costa, poi si scende nuovamente al torrente che qui è scavalcato da due ponticelli vicini. Si traversa il ponticello di destra (quello di sinistra dà accesso a un itinerario più breve), e si continua nella faggeta in vista delle acque del torrente che qui forma cascatelle e laghetti. Superata la confluenza del Fosso Lamaccione nel Fosso Onanzio si sale ripidamente, si supera un tratto esposto e si torna per l'ultima volta accanto al torrente (870 metri, 1 ora) di fronte a un laghetto e a una cascata. Si riprende quota con un tratto faticoso (c'è anche una scaletta di legno), si continua a saliscendi e si raggiunge un tavolo da pic nic. Qui occorre scendere ancora fino a un ultimo ponticello su un fosso secondario. Il sentiero sale per un'ultima volta, ripassa dalla faggeta al querceto e riporta alla recinzione che si supera con un cancello. Dopo averlo superato si sale per un costone erboso da cui appare la sommità del Monte Labbro. Una breve discesa porta al casale (Podere dei Nobili sulle carte, 967 metri, 0.30 ore) che ospita la direzione del Parco, una sala utilizzata per la didattica ambientale e un bar-ristorante. Il ritomo per l'ultima parte dell'itinerario precedente richiede 0.30 ore. Altrettanto occorre per salire all'altana dei lupi e proseguire sul Sentiero dei Camosci e dei Caprioli.

 

Ophrys bertolonii Mallorca 05

Ophrys bertolonii [5]

Circaetus gallicus 01

Circaetus gallicus (Gmelin, 1788) [5]

 

Nell' Oasi WWF del Bosco Rocconi

 

Trekking in Toacana | Nell' Oasi WWF del Bosco Rocconi

Mappa dell Oasi WWF del Bosco Rocconi

 

 

 
Itinerario da Rochette di Fazio verso le gole nell'Albegna   Veduta del Bosco dei Rocconi da Rocchette di Fazio   Le cascate del fiume Albegna a Roccalbegna

Itinerario da Rochette di Fazio verso le gole nell'Albegna

 

Veduta del Bosco dei Rocconi da Rocchette di Fazio

 

 

Le cascate del fiume Albegna a Roccalbegna

 


 

Da Roccalbegna a Rocchette di Fazio
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 10 km

Questo piacevole itinerario percorre a mezza costa la solitaria valle dell'Albegna, traversa vari valloni e raggiunge il pittoresco borgo di Rocchette. I primi 2 km sono su una strada asfaltata, il resto utilizza delle tranquille strade sterrate, alla fine si può raggiungere (altri 3 km) Semproniano.Da Roccalbegna all'Oasi WWF dei Rocconi
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 16 kmSulle alture della destra orografica dell'Albegna, raggiunge il Fosso il Rigo e risale verso il bosco e il casale dei Rocconi, cuore dell’omonima area protetta dal WWF.


Da Rocchette di Fazio a Semproniano e a San Martino sul Fiora
Percorso a piedi, a cavallo e in bicicletta - 14 km

Questo percorso di raccordo consente di raggiungere la zona dei Tufi di Sovana, Pitigliano e Sorano. Dopo aver raggiunto il capoluogo si prosegue a sud verso Catabbio e San Martino.


 

Da Semproniano al piccolo borgo di Rocchette di Fazio

PUNTO DI PARTENZA E ARRIVO: Semproniano-Campo sportivo con parcheggio. (Percorso circolare).
LUNGHEZZA: circa 10 Km.
DURATA: 3 ore e 1/2 circa.
Questo percorso inizia dal campo sportivo di Semproniano

Trekking in Toscana | Da Semproniano al piccolo borgo di Rocchette di Fazio



   
Semproniano


Rocchette di Fazio è una località del comune di Semproniano, situata ad ovest del centro del capoluogo comunale, rispetto al quale dista circa 3 km. L'abitato è un caratteristico e scenografico borgo medievale che sorge su una pittoresca rupe calcarea, alle porte della Riserva naturale Bosco dei Rocconi.

La località, già citata con il nome di Rocchetta prima dell'anno mille, divenne nel Duecento un possedimento della famiglia Aldobrandeschi e, alla fine del secolo, passò sotto il controllo di Fazio Cacciaconti, figlio del signore di Trequanda, che ne diede l'attuale denominazione.

Durante il Trecento, il luogo venne prima conquistato dai Baschi di Orvieto e poi dagli Orsini di Pitigliano, entrando a far parte per un breve periodo di tempo dell'omonima contea.

Nel corso del Quattrocento il centro venne conquistato da Siena, seguendone le sorti fino alla caduta della repubblica avvenuta a metà Cinquecento. Da allora, il paese andò incontro ad un lunghissimo periodo di declino, nonostante fosse entrato a far parte del Granducato di Toscana.

Nella seconda metà del secolo scorso hanno avuto inizio una serie di restauri per il recupero del centro storico, che si sono conclusi nel 1998 con il rifacimento della pavimentazione in gran parte del borgo.

 

Monumenti e luoghi d'interesse

Mura di Rocchette di Fazio, eificate durante il Duecento a difesa del primitivo insediamento situato nella parte alta, delimitano interamente il complesso del Castello aldobrandesco, grazie ad una cortina muraria a perimetro esagonale.

Castello aldobrandesco, complesso circondato da una cinta muraria con una porta d'accesso medievale, che comprende una serie di fabbricati tra i quali il "Palazzo di Giustizia" e il "Palazzo Pretorio" (quest'ultimo ospitava l'antico municipio).

Pieve di Santa Cristina, attualmente sconsacrata, venne edificata in epoca duecentesca nei pressi del castello; al di sopra della porta d'ingresso si trova una croce templare.

Ospedaletto, edificio medievale che secondo alcuni studi, potrebbe essere stato l'avamposto dell'Ordine dei Templari in provincia di Grosseto, ipotesi suffragata dalla croce templare, dall'Agnus Dei e dall'effige di Bafometto presenti sulle strutture murarie.

Chiesa di Santa Maria, dedicata anche alla Consolazione, venne edificata nel corso del Cinquecento.



Semproniano Semproniano.JPG

  Semproniano   Semproniano, Panorama

Veduta di Semproniano

 

 

Semproniano

 

Semproniano

rocchettedifazioborgo.htm#anello   Semproniano, Pieve di Santa Cristina, facciata, Rocchette di Fazio   Rocca Aldobrandesca di Semproniano

Rocchette di Fazio

 

 

Pieve di Santa Cristina,
Rocchette di Fazio

 

 

Rocca Aldobrandesca di Semproniano

Oasi Affiliata Capra Matilda (Grosseto) (it)
In de comune of Roccalbegna, in Cancellone and in dl comune of Semproniano, in Selvignana.

Monte Amiata il vulcano della Toscana | www.monte-amiata.eu
L’anello del Monte Amiata
Cinge il perimetro della montagna per circa 30 Km, a quote comprese tra i 1050 e i 1300 metri, attraversando boschi di faggio, castagno e querce in un ambiente d’incomparabile bellezza. Tre raccordi uniscono le direttrici all’anello: dal Vivo d’Orcia al rifugio Fonte Capo Vetra, da San Lorenzo a Poggio Biello e da Santa Fiora a Poggio Trauzzolo.

Claudia Cinquemani Dragoni | ROCCHETTE DI FAZIO:DOMINIO TEMPLARE?

Tutela degli habitat e dei rapaci del Monte Labbro e dell'Alta Valle dell'Albegna | www.ec.europa.eu/pdf

Cicloturismo in Maremma | Dall’ Amiata alla pianura e ritorno



[0] Foto di Alienautic, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.
[1] Fonte: Roccalbegna - turismo.intoscana.it | www.turismo.intoscana.it
[2] Fonte: Riserva naturale Pescinello - turismo.intoscana.it | www.turismo.intoscana.it
[3] Fonte: L'Oasi di Pescinello | Sito ufficiale della Associazione Pro Loco di Roccalbegna | www.prolocoroccalbegna.it
[4] Terre di Toscana | Consorzio servizi turistici | Da Semproniano al piccolo borgo di Rocchette di Fazio
[5] Photo Orchi, licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.
[6] Foto di Rein Ergo Copyright © All rights reserved


Bibliografia

Aldo Mazzolai. Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura. Firenze, Le Lettere Firenze, 1997.

Giuseppe Guerrini (a cura di). Torri e Castelli della Provincia di Grosseto (Amministrazione Provinciale di Grosseto). Siena, Nuova Immagine Editrice, 1999.

Valentino Baldacci, a cura di (Regione Toscana) I luoghi della Fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo, edizioni Mondadori Firenze, 2000.

 

 

Questo articolo è basato sugli articoli Roccalbegna, Cassero Senese (Roccalbegna), Castello di Triana e Rocchette di Fazio dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Roccalbegna.

 
   



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Monticchiello
Abbazia Sant 'Antimo
Bagno Vignini, terme
         



Bagni San Filippo
Santa Fiora
Paganico


         
Frazioni

Cana, piccolo borgo che sorse in epoca medievale su una collina che domina in parte la valle del torrente Trasubbie e in parte la valle dell'Albegna. Nel corso del Duecento venne controllato prima dagli Aldobrandeschi, che vi costruirono la rocca, e poi dalla famiglia senese dei Tolomei. Un secolo più tardi fu approvato uno statuto autonomo per la popolazione che rimase in vigore anche dopo l'annessione al Granducato di Toscana di metà Cinquecento.

Santa Caterina, frazione situata sulle pendici dei poggi che dividono la piana dell'Albegna e la piana dell'Ombrone, è formata da varie contrade di caseggiati che convergono intorno ad un piccolo centro, e possiede particolare importanza perché situata alla confluenza della Provinciale della Fronzina nella statale 323.

Triana, sorto come antico insediamento rurale nel primo Medioevo, il luogo è ricordato fin dal 760, ma l'esistenza di un castello è attestata solo dalla divisione dei beni degli Aldobrandeschi del 1216, quando fu assegnato al ramo di Santa Fiora.

Vallerona, di origini etrusche e romane, la frazione andò sviluppandosi nel secolo XVI e successivi come borgata rurale della campagna rocchigiana. Nel mese di agosto è rinomata nella campagna maremmana "la sagra della trippa", mentre la prima domenica di ottobre si festeggia con il palio dei somarelli.

Anche se non si trattano a tutti gli effetti di frazioni comunali sono da ricordare le località e gli agglomerati di Case Galli, Il Cecio, La Croce e Usi.



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