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Nel cuore della Terra di Siena c’è un paesaggio perfetto, essenziale. Lo compongono le colline, i calanchi, il corso sinuoso del fiume, i cipressi che coronano isolati le alture o che seguono, in ordinati filari, l’andamento delle strade.
Sui colli, borghi e monumenti isolati di straordinario fascino sorvegliano boschi di querce, oliveti, i vigneti dove si producono il Brunello e gli altri grandi vini di questa parte di Toscana. A occidente chiude il paesaggio il Monte Amiata, il più alto vulcano spento d’Italia.
Il fiume che ha dato il nome alla Val d'Orcia è poco più di un torrentello: per buona parte dell’anno si prosciuga o quasi con la calura dell’estate, ma, con le piogge dell’autunno, diventa un fiume impetuoso che sembra voler travolgere ogni cosa; nasce sui colli, tra Radicofani e Sarteano, scende al centro di un’ampia conca coltivata, poi piega progressivamente a occidente, sfiora i colli di Pienza, San Quirico, Montalcino e Castiglione; schiva l’Amiata sprofondando in una forra selvaggia, prosegue tra le colline dell’alta Maremma; infine si getta nell’Ombrone.
L’acqua, naturalmente, non è solo quella dell’Orcia e dei suoi affluenti. A Bagno Vignoni come a Bagni San Filippo, le acque termali che salgono dal cuore del vulcano tornano alla luce con prepotenza, formano concrezioni di rara bellezza, offrono benessere e salute, da millenni, a un pubblico che arriva anche da molto lontano.
Posto sulla sommità di una dorsale, Castiglione d’Orcia è un piccolo centro prevalentemente agricolo e artigianale.
Rocca d'Orcia
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Rocca d'Orcia (detta anche Rocca a Tentennano o Rocca di Tintinnano) è una frazione del comune di Castiglione d'Orcia.
Le origini della Rocca sono quasi certamente etrusche: negli orti del paese sono stati trovati frammenti di ceramica etrusca e romana. Lo stesso nome di “Tentennano” – documentato nella forma medievale “Titinianum” - potrebbe derivare dall’etrusco “Tinia”, cioè Giove, il padre degli dèi: si possono fare anche ipotesi suggestive: lo sperone roccioso attirava i fulmini scagliati da Tinia? o vi sorgeva un santuario di Tinia? (siamo vicini all’Amiata, la “Montagna Sacra” degli Etruschi ...).
Storia
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Tentennano o meglio Titinianum emerge dalle nebbie della storia in alcuni atti notarili del mille: all’epoca esisteva già quindi una rocca con il suo piccolo borgo. La Rocca nella sua forma attuale dovrebbe essere stata costruita intorno al 1100 – 1200 dalla famiglia Aldobrandeschi che dominava la Toscana meridionale (un Aldobrandeschi era anche il Papa Gregorio VII).
Per circa due secoli la Rocca di Tentennano fu la piccola “capitale” della Val d'Orcia ma soprattutto il centro di controllo strategico sulla Via Francigena, la famosa strada medievale che univa Roma con il nord Italia e la Francia. Chiunque andasse a Roma (o ne venisse), pellegrino, ambasciatore, nobile, chierico, armato o disarmato, passava per la Val d’Orcia, sotto lo sguardo vigile dei signori della Rocca, alta ed inespugnabile.
La nascente Repubblica di Siena fece di tutto per assicurarsi il possesso della Rocca e dopo alterne vicende e scontri con la varie famiglie nobili che la possedevano (tra cui i Salimbeni ed i Tricerchi) alla fine del Trecento insediò stabilmente alla Rocca i suoi funzionari, armati ed... esattori delle tasse.
Nel 1320 la Rocca ebbe un’ospite di eccezione: Santa Caterina da Siena, che vi soggiornò per qualche mese; malgrado l’ambiente non fosse certo pacifico (la Santa qualifica gli abitanti come “mascalzoni” e ricorda il vento che percuoteva la Rocca), proprio a Tentennano, giunta analfabeta, ricevette il dono divino della scrittura.
Il Trecento e il Quattrocento furono comunque per la Rocca e la sua terra secoli di sviluppo e di relativo benessere, con il sorgere della organizzazione agraria dei “poderi” nelle campagne e di attività artigianali e di servizio nel borgo.
Dalla seconda metà del ‘500 cominciò la decadenza: francesi e spagnoli prima combatterono per il controllo degli staterelli italiani (e la Rocca venne anche assediata dai francesi), poi si accordarono e stabilirono dei “protettorati”: tra questi il Granducato di Toscana che inglobò la Repubblica di Siena.
La Torre della Rocca venne abbandonata (le armi da fuoco l’avevano resa inutile) e il borgo si ridusse ad un semplice quieto villaggio; anche la Via Francigena perse di importanza (si viaggiava ormai in carrozza) ed il vicino Castiglione d'Orcia da borgata gemella divenne un fratello maggiore più importante e popolato, tanto che a metà ‘700 il “comune” della Rocca fu soppresso e ricompreso in quello di Castiglione.
Con le riforme del Settecento i Granduchi Lorenesi migliorarono comunque l’organizzazione del territorio (venne introdotta la mezzadria) e la Rocca continuò a vivacchiare con un numero stabile di abitanti (circa 500), per la maggior parte artigiani (fabbri, falegnami, conciatori) al servizio dei contadini che ben più numerosi abitavano nei poderi sparsi.
La bufera napoleonica, il Risorgimento, l’Unità d'Italia, le Guerre Mondiali portarono relativamente pochi cambiamenti: sono stati il boom degli anni cinquanta e sessanta, la riforma agraria, il grande esodo dalle campagne, a sconvolgere per sempre il volto e la vita della Val d'Orcia e dalla Rocca: i poderi vengono via via abbandonati, i giovani se ne vanno per lavorare nei centri maggiori e nei borghi restano per lo più gli anziani.
La Rocca è troppo vicina a Castiglione d'Orcia e risente in modo fortissimo della sua “attrazione”: gli abitanti calano da 500 a meno di 100, la parrocchia viene soppressa, negli anni '60 chiude la scuola, a fine anni settanta l'ultima bottega.
Il calo degli abitanti ha avuto però l'effetto positivo di conservare intatto il paese; non ci sono infatti costruzioni “nuove”, mentre le vecchie case sono state in buona parte restaurate in modo rispettoso ed intonato all'ambiente.
Oggi la Rocca è un tranquillo borgo che ormai - come tutta la Val d'Orcia - affida al turismo il suo sviluppo.
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Castiglione d’Orcia
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Pieve dei Santi Stefano e Degna in Castiglione d’Orcia
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Castiglione d'Orcia |
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Rocca d'Orcia |
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The Castle Rocca Tentennano
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The Castle Rocca Tintinnano (also called Tentennano or Tintennano) in Rocca d’Orcia, Castiglione d’Orcia |
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Rocca d'Orcia
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L’ Ermicciolo, facciata |
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L’ Ermicciolo, l'abside
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Seccatoi, nella vicinanza dell’Ermicciolo, |
Monumenti e luoghi di interesse
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L'abitato è disposto a ventaglio intorno allo sperone calcareo su cui sorge la Rocca di Tentennano. All'interno della cinta di mura ci sono tre minuscoli “terzieri”: la Rocca (intorno alla piazza), la Rocchetta (verso ovest) e la Rocchettina (verso est). Alcuni tratti delle mura sono ancora in piedi.
La semplice chiesa della Madonna delle Grazie di Manno risale al ‘500. In origine era orientata al contrario (con il portale sulla strada) ma, con la costruzione della rampa carrozzabile di accesso al borgo, fu necessario spostarne l'ingresso dall'altra parte. All'esterno, in alto, l'intonaco ha ancora qualche traccia di decorazioni a monocromo. L'interno è un'aula spoglia; il quadro dell'altar maggiore è stato portato a Castiglione d'Orcia al sicuro ma c'è comunque un bel coro di legno.
Dalla chiesa si sale alla porta ad arco che si apre nelle mura e immette nella Rocchettina. Si prosegue tra case restaurate fino a che a destra si apre un primo panorama sulla Val d'Orcia, da Bagno Vignoni verso Pienza. Oltre il muretto, il grosso fabbricato che sovrasta il giardino era un tempo l'ospedale della Rocca, che accoglieva pellegrini e viandanti in cammino lungo la Via Francigena.
Più avanti, entrati nel terziere della Rocca, si apre a destra una piazzetta: la casa a destra prima di questa piazzetta ha ospitato fino agli anni '70 l'ultima bottega del borgo, dove si vendeva pane, pasta, pizzicherie, vino e un po' di tutto. La casa a destra dopo la piazzetta era invece il vecchio frantoio di olive.
Si giunge nella piazza della Cisterna, il gioiello della Rocca, ricca di particolari interessanti: il muro compatto della cisterna, con il piano su cui si apre la vera del pozzo, con gli stemmi scolpiti nelle riquadrature e i vecchi ferri di sostegno della carrucola; le case attorno, per fortuna non sconciate dai restauri, con i loro volumi mossi; l'altro piccolo pozzo, sotto il grande tiglio, la pavimentazione a grosse pietre rigate d'erba, dove nelle tranquille giornate di sole si distendono gatti oziosi.
I fabbricati sul lato lungo della piazza sono due antiche “fattorie” (nel senso di case del borgo dove risiedevano i “fattori” e naturalmente i padroni di più “poderi” sparsi nella campagna): di fronte si aprono gli ingressi delle cantine di queste fattorie.
Proseguendo lungo la facciata delle fattorie si infila il “borgo maestro” pavimentato a grosse lastre e fiancheggiato da case di impianto medievale, anche queste ben restaurate. Una casa a destra, riconoscibile da un campaniletto a vela, è quello che resta del Palazzo Comunale, sede appunto del Comune della Rocca prima della riforma granducale del ‘700 che lo soppresse aggregandolo a Castiglione d'Orcia.
Più avanti, una casa a sinistra reca sulla facciata una lapide che ricorda Santa Caterina da Siena, che si tramanda abitò questa casa nel suo soggiorno alla Rocca nel 1377-1380. Scendendo ancora, alla curva si apre a destra il panorama verso la parte più aspra della gola formata dall'Orcia, e appare in fondo il castello di Ripa d’Orcia. Più sotto la strada esce dalle mura, dove un tempo si apriva una porta.
Ritornando e salendo a destra, da notare una casa dove è incastrato in alto sulla facciata un singolare resto di statua, forse di San Sebastiano in quanto la casa era la canonica di questa chiesa e porta ancora sul tetto un campaniletto a vela.
Proseguendo ancora si può ammirare un vasto panorama della Val d'Orcia: colline morbide punteggiate di poderi, chiuse all'orizzonte da poggi boscosi: all'estrema sinistra il torrione di Vignoni vecchio sovrasta Bagno Vignoni e nasconde San Quirico d'Orcia; poi la fila dei tetti di Pienza, e più lontano Monticchiello e Montalcino, le montagnole sopra Cetona, e infine a destra la torre cupa e solitaria di Radicofani.
In alto è visibile, addossata alla roccia, l'abside della chiesa di San Simeone. Continuando a salire si trova sulla destra San Sebastiano, chiesa restaurata di recente (attualmente l'unica officiata, ma solo nelle ricorrenze principali) e già sede della confraternita di San Sebastiano. La curiosa facciata seicentesca con timpano curvo e pinnacoli è impostata su una precedente di chiara origine romanica. L'interno è austero, a navata unica. Nella chiesa si svolge la funzione conclusiva della processione in Coena Domini che si tiene la notte del giovedì santo.
Dal muretto oltre la chiesa si riapre più ampio il panorama verso la gola dell'Orcia, il Castello della Ripa e, più lontano, Montalcino.
A sinistra una breve scalinata porta al sagrato della chiesa di San Simeone, dalla semplice facciata romanica a capanna. All'interno sono visibili alcuni affreschi di scuola senese risalenti al XIV - XV secolo.
Più in alto c'è a sinistra il cancello di ingresso della Rocca di Tentennano. La Rocca risale al XII secolo e fu proprietà di diverse famiglie nobili (Tignosi, Aldobrandeschi, Salimbeni) e della Repubblica di Siena; fu poi contesa nelle diverse guerre che segnarono medioevo e rinascimento, per poi essere abbandonata dopo il ‘500. Non è stata mai espugnata: era praticamente impossibile, prima della comparsa delle armi da fuoco.
Negli anni '70 è stata donata allo Stato dagli ultimi proprietari, la famiglia Aggravi-Scotto, restaurata ed aperta al pubblico.
Nel primo ripiano sorgevano le abitazioni della servitù e della guarnigione; nel torrione c'è una prima sala inferiore che poggia direttamente sulla roccia; per una scala interna si va alla sala superiore, da cui si va nella piccola cucina triangolare che conserva ancora il pozzo, il forno e la canna del camino. Dalla sala superiore, ampia e con copertura a volta, una ripida scala di ferro si arrampica ad una botola che sbuca sulla terrazza, da dove si ammira un vasto panorama che spazia dal Monte Amiata alla Val d'Orcia.
Rocca di Tentennano Orari
Via Aldobrandeschi, 13 - 53023 Castiglione d’Orcia
Aprile-ottobre: dal martedì alla domenica
10.00-12.00/15.00-18.00
Ottobre-marzo: sabato, domenica e festivi
10.00-13.00/15.00-18.00
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Chiesa di San Simeone in Rocca d’Orcia
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Castiglione d'Orcia e Rocca d'Orcia
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Mappa più grande |
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Castiglione d'Orcia fa parte del Parco Artistico, naturale, culturale della Val d'Orcia, dal 2004 Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO.
Bagni San Filippo, Belvedere, Campiglia d'Orcia, Masse, Montieri, Osteria Gallina, Ripa, Rocca d'Orcia, Vivo d'Orcia sono frazioni di Castiglione d'Orcia. Comuni confinanti sono Abbadia San Salvatore, Castel del Piano, Montalcino, Pienza, Radicofani, San Quirico d'Orcia, Seggiano.
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Bagni San Filippo |
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Foresta di faggio, Prato della Contessa |
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Abbadia San Salvatore
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[1] Fonte: Fondazione Musei Senesi | Musei in mostra in Castiglione d'Orcia
[2] Fonte: Strada del vino Montecucco e dei sapori d'Amiata | Escursioni a piedi sul Monte Amiata
[3] Photo LigaDue
Comune di Castiglione d'Orcia | www.comune.castiglionedorcia.siena.it
Renato Stopani, La val d'Orcia, un'«area di strada» del Medioevo-La val d'Orcia. A medieval road area, Firenzelibri (January 1, 2012)
Castiglione d'Orcia | Sala d'Arte San Giovanni
La Sala d’Arte San Giovanni è ubicata nell'antica sede dell’omonima confraternita e conserva, come un piccolo prezioso scrigno, i dipinti eseguiti per Castiglione e Rocca d’Orcia da alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese dei secoli XIV e XV: Simone Martini, Vecchietta e Giovanni di Paolo.
A questi si affiancano numerosi arredi liturgici provenienti da chiese e confraternite della zona. Poco lontano si erge su di uno sperone di roccia calcarea, a guardia della sottostante Val d’Orcia, la possente Rocca di Tentennano. Costruita nel secolo XIII dai conti Tignosi da Tintinnano come presidio sulla sottostante via Francigena, l’imponente fortezza, in cui soggiornò anche santa Caterina da Siena, ebbe sempre un’importante funzione strategica per il controllo del territorio meridionale dell’antico stato senese. Dalla sua sommità si gode uno splendido panorama.[1]
Orari
Via San Giovanni, 10 - 53023 Castiglione d’Orcia
Tel. 0577 888986
Aprile-ottobre: dal martedì alla domenica
10.00-12.30/14.30-17.30
Ottobre-marzo: sabato, domenica e festivi
10.00-13.00/15.00-18.00
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia, giardino |
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Podere Santa Pia, terrazza
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Montalcino |
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San Casciano dei Bagni
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Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio
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Un percorso in Val D’Orcia che ci permette di apprezzarne completamente le bellezze ed il fascino particolare. Certamente uno degli angoli della Toscana che non possono mancare nel bagaglio di un appassionato camminatore.
Trekking in Toscana | Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio
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Anello La Foce - Vetriana – Monte Cetona
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Non ci sono molte parole da spendere su questo breve percorso che partendo dalla Fonte Vetriana (746 mslm), che si raggiunge da Sarteano, si sviluppa in un primo tempo in salita per raggiungere il crinale basso del Monte Cetona (1148 mslm).
Trekking in Toscana | Anello La Foce - Vetriana - Monte Cetona
[Fonte: CAI – Sez. Valdarno Superiore]
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Dal Vivo D’Orcia all’Eremo dell’Ermicciolo fino alle sorgenti del Vivo
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Punto di partenza e arrivo: Vivo D’Orcia (sentiero circolare)
Lunghezza: 10 km. circa
Durata: 3 ore circa
Tipo di strada e paesaggio: breve tratto di strada asfaltata nel paese di Vivo d’Orcia, poi terreno boscoso, strada massicciata, sentiero di bosco attraverso una vegetazione mista con molta ombra davanti alla sorgente del Vivo. Fino ai mesi estivi, dei piccoli rigagnoli attraversano il sentiero.
Grado di difficultà: da facile a mediodifficile (40 minuti circa in salita nel bosco).
Segnaletica: Di tanto in tanto segni rossi e bianchi e insegne di metallo rosse e bianche su paletti di cemento.
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Vivo d'Orcia è la splendida frazione di Castiglion d'Orcia incastonata in una valle fuori del tempo. Sotto il castello scorre il fiume Vivo, le cui sorgenti sgorgano in località Ermicciolo.
Lungo il torrente, a partire dal Medioevo, furono costruiti mulini, cartiere, ferriere e, negli anni '20 del secolo scorso, una prima centrale elettrica che sfruttava l'energia idrica. Tracce di questi antichi edifici sono tuttora visibili, coperte dai rampicanti, in uno dei paesaggi più belli ed evocativi della zona.
In località Ermicciolo è possibile visitare, in occasione della Festa delle Acque che si tiene ogni 22 marzo, la sorgente del Vivo, che erompe dalle rocce.
La passeggiata che va dall'Ermicciolo all'Eremo, lungo il percorso del fiume, è una delle più gradevoli in assoluto dell'Amiata: ci si può fermare a osservare le cascatelle e la diga in mezzo ai boschi, oltre alle grotte che servirono da rifugio ai partigiani durante l'ultima guerra e ai siti archeologici in cui sono stati ritrovati reperti del mesolitico e di epoca etrusca; né è impossibile avvistarvi qualche raro esemplare di picchio verde, il cui verso a volte echeggia tra le piante secolari. La Valle del Vivo è uno dei pochi luoghi al mondo in cui ci si può convincere di vivere ancora nel Medioevo.
L’escursione inizia dall’ufficio postale nel centro di Vivo d’Orcia. Seguire l’indicazione “Contea del Vivo/Eremo” e percorrere la “Via Amiata” che diventa “Via dell’Eremo” e che conduce fuori dal paese. La strada asfaltata finisce in una abetina e immediatamente ci si trova presso un ponte di pietra molto romantico (a sinistra). Attraversare il ponte e quindi il torrente del Vivo e raggiungere la “Contea del Vivo”. Sulla destra si erge l’imponente castello “Contea” della famiglia Cervini, ad oggi ancora abitato dalla famiglia stessa. (Nel corso della passeggiata si può ancora notare, da una certa distanza, una costruzione del tardo medioevo). Passare sotto l’arco e raggiungere il meraviglioso borgo dell’Eremo. Prima della chiesa girare a sinistra attraversando la fila di case e proseguire su un sentiero di rena che conduce fuori dal piccolo Borgo. Al primo bivio prendere la strada a destra. (Eventualmente se il recinto è chiuso, lo si può aprire per passare). Fino ai mesi estivi, qui sul sentiero si intersecano due o tre ruscelli. La strada è in salita e dopo circa 40 minuti si giunge a una strada a sterro. Qui girare a sinistra e proseguire per un breve tratto fino a raggiungere la strada asfaltata (SP 129).[2]
Trekking in Toscana | Dal Vivo d'Orcia all'Eremo e all'Ermicciolo fino alle sorgenti del Vivo
Punti di ristoro: Bar “Fonte Vecchia” (Chiuso il Martedì) o ristorante “Il Castagno” (chiuso il Lunedì) a Vivo d’Orcia; si può pianificare una sosta per un picnic alla sorgente del Vivo (2.10 h) o alla cascata (2.45 h).
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Borgo dell'Eremo
e la Chiesa di San Marcello
Palazzo Cervini, Vivo d'Orcia
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Mappe: Multigraphic Val d'Orcia, Kompass nr. 662; Lago trasimeno and Kompass nr. 653 Pienza-Montalcino-Monte Amiata.
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Monte Amiata |
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Villa Arceno
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Abbadia Sant'Antimo |
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Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia. |
Questo articolo è basato sull' articolo Rocca d'Orcia dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Rocca d'Orcia.
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