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Mappa anello La Foce - Monte Cetona
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Villa La Foce | Anello La Foce - Vetriana – Monte Cetona
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Punto di partenza : Foce Vetriana (Sarteano)
Punto di arrivo : Foce Vetriana (Sarteano)
Lunghezza sentiero : 11 chilometri (circa)
Zona attraversate : Foce Vetriana – Monte Cetona
Punti di interesse : Fonte Vetriana Monte Cetona Cetona Sarteano
Difficoltà percorso : T
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Non ci sono molte parole da spendere su questo breve percorso che
partendo dalla Fonte Vetriana (746 mslm), che si raggiunge da Sarteano,
si sviluppa in un primo tempo in salita per raggiungere il crinale basso
del Monte Cetona (1148 mslm). In una salita nient’affatto faticosa ci portiamo sulla sommità del monte da dove si domina il paesaggio di gran parte della Toscana meridionale e di parte dell’Umbria e del Lazio dal momento che quest’altura si trova solitaria nella campagna. Lo sguardo vola dall’Amiata ai Sibillini, al monte Soratte. Scendendo dalla parte opposta da dove siamo saliti, ci portiamo sulla stradella bianca che costeggia ad ovest il Cetona e ritorniamo sui nostri passi presso la Fonte Vetriana.[0]
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Villa La Foce
Villa La Foce si trova in località La Foce a Chianciano Terme, in provincia di Siena.
Nel Medioevo La Foce era un' osteria della "grancia", cioè fattoria fortificata, del Castelluccio, di proprietà dell' ospedale di Santa Maria della Scala di Siena.
Iris Margaret Origo nata Cutting (Birdlip, 15 agosto 1902 – Siena, 28 giugno 1988), una scrittrice anglo-irlandese-americana, che è stata attentissima testimone del suo tempo intessendo stretti legami tra culture diverse, ha dedicato, tra l'altro, gran parte della propria vita al miglioramento dei possedimenti in Toscana, ed in particolare della tenuta denominata "La Foce", che acquistò nel 1927 insieme al marito, il marchese Antonio Origo.
Qui il paesaggista inglese Cecil R. Pinsent creò, fra il 1927 ed il 1939, uno stupendo giardino ispirato ai temi del giardino formale italiano che aveva avuto nel periodo rinascimentale e barocco le sue massime espressioni[1]. I proprietari, la nobildonna inglese Iris Origo ed il marito Antonio, negli anni Venti avevano acquistato una vasta proprietà in stato di abbandono, immersa nel paesaggio brullo e selvaggio delle crete senesi, con una residenza quattrocentesca, già ostello dell’Ospedale di S. Maria della Scala per i viandanti ed i pellegrini che percorrevano la via Francigena. Iris Origo, cresciuta fra l’Inghilterra e le colline fiorentine (la madre era infatti proprietaria della magnifica villa Medici e Fiesole), volle con forza e con tenacia il recupero della proprietà: “(..) A un tratto mi invase una terribile nostalgia del nitido e dolce paesaggio fiorentino della mia infanzia o dei verdi campi, dei grandi alberi d’Inghilterra; e più di tutto il desiderio di una bella casa con giardino cui tornare la sera. Sentivo il paesaggio circostante alieno, disumano, creato su una scala adatta a semidei o a giganti, non a noi (..)”[2].
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Pinsent ristrutturò la villa, creò una bella limonaia ed altri annessi; diede poi vita al progetto degli spazi esterni, dove seppe mirabilmente sfruttare e valorizzare la morfologia del terreno. Il giardino è articolato in una serie di ‘camere verdi’ incernierate l’una con l’altra in modo tale intravederne la successiva, così da spingere il visitatore nel proseguo della visita. Dal primo giardino formale, creato nel ’27, tramite uno stretto passaggio segnato da due pilastri ornati da vasi baccellati, si passa al giardino dei limoni realizzato sei anni più tardi e caratterizzato da forme topiarie e belle fioriture. Questo giardino si conclude con una terrazza “(..) dove cenavamo nelle sere estive -ricorda la Origo- prima del raccolto, con tutto il giardino scintillante di lucciole e l’aria profumata di Nicotiana e gelsomino (..)”[3]. Da questo si accede poi al giardino inferiore, dalla inconsueta forma triangolare, cui si accede tramite un monumentale scalone in travertino di Rapolano. Attraverso un lungo pergolato di glicine -al di là del quale si stende un giardino di rose- si arriva ad una piazzola panoramica, dal quale è possibile ammirare in lontananza il curvilineo viale di cipressi fatto piantare dalla Origo in omaggio alla pittura senese quattrocentesca. [4]
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Villa La Foce, cimitero. Al margine del bosco è situato un piccolo cimitero, all'interno del quale è posta una piccola cappella in travertino abbellita da una serliana. |
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Indirizzo: Strada della Vittoria - Loc. La Foce | Villa La Foce
Giardini in Toscana | Villa La Foce
Orari di apertura: il giardino è aperto al pubblico tutti i mercoledì pomeriggio (tutto l’anno) e il primo week-end dei mesi di aprile, maggio, giugno ed ottobre. Gruppi organizzati (di almeno 20 partecipanti) possono richiedere una visita in altri giorni. Le visite guidate partono dal cortile della fattoria.
Visite guidate soltanto
il mercoledì pomeriggio
da novembre a marzo: ore 15.00 e 16.00
da aprile a ottobre: 15.00, 16.00, 17.00, 18.00
e
il primo week-end dei mesi di aprile, maggio, giugno e ottobre
ogni ora: 10,00-12,00 ; 15,00-18,00
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Dopolavoro La Foce
Il Dopolavoro La Foce fu edificato nel 1939 come luogo di incontro per gli operai agricoli dell'azienda di La Foce. Danze e spettacoli teatrali venivano allestiti sul piccolo palcoscenico, si proiettavano film e documentari di guerra e la gente veniva anche da molto lontano per bere un bicchiere di vino e giocare a bocce all'ombra dei tigli.
Il Dopolavoro, insieme all'Asilo, la Scuola e l'Ambulatorio, faceva parte di una serie di edifici costruiti dagli Origo negli anni Venti e Trenta, quando inaugurarono un grande progetto di bonifica agricola e innovazione sociale.
Nel 1924, quando Antonio e Iris Origo acquistarono l'azienda agraria di La Foce, la Val d'Orcia era una regione dal paesaggio spettacolare ma povera e poco abitata, una terra di crete, pietrosa e arida. Gli Origo sognavano non solo di bonificare i campi incolti ma anche di migliorare le condizioni di vita dei mezzadri.
La cucina del Dopolavoro La Foce propone i piatti della tradizione
toscana rielaborati dallo chef Paolo Anelli utilizzando materie prime
stagionali e i migliori prodotti locali, tra cui il pregiato olio
extra-vergine di olive dell'azienda agraria La Foce.
Dopolavoro La Foce, Strada della Vittoria, 90 - Località La Foce | www.dopolavorolafoce.it
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Il giardino e la vista spettacolare sull'incantevole Val d'Orcia, con vedute del Monte Amiata sullo sfondo
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Bibliografia
I giardini di Toscana, a cura della Regione Toscana, Edifir, Firenze 2001.
Sandra Rosini, Iris Origo e la sua opera di assistenza all'infanzia, Le Balze, 2003
Villa La Foce Estate | La Foce - 61, Strada della Vittoria -53042 Chianciano Terme - Siena | www.lafoce.com
[0] [Fonte: CAI – Sez. Valdarno Superiore]
[1] G. Galletti, Cecil Pinsent architetto dell’Umanesimo; in: A. Tagliolini (a cura di), Il giardino europeo del Novecento 1900-1940, Firenze 1993, pp. 181-195.
[2] I. Origo, Immagini ed ombre, Milano 1984, pp. 195-196.
[3] Ibidem, p. 232.
[4] Fonte: L’associazione culturale ' Paesaggi e Giardini' | www.paesaggiegiardini.it
L’associazione culturale “PAESAGGI & GIARDINI” nasce per volontà di un gruppo di professionisti del settore paesaggistico, con l’obbiettivo di diffondere la conoscenza, valorizzare e promuovere lo studio e la cultura del restauro di giardini storici e contemporanei.
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Immagini e Ombre
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Vacanze in Maremma | I migliori siti vacanze in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia |
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Assisi |
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Asciano, Chiesa di San Francesco |
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Abbazia di Monte Oliveto Maggiore |
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Tramonto dal Maremma |
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Montepulciano |
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Abbadia Sant'Antimo |
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Podere Santa Pia è circondata dalla campagna con una meravigliosa vista sulla Valle d'Ombrone, fino al mare, Montecristo e Corsica. |
Val d'Orcia
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Nel cuore della Terra di Siena c’è un paesaggio perfetto, essenziale. Lo compongono le colline, i calanchi, il corso sinuoso del fiume, i cipressi che coronano isolati le alture o che seguono, in ordinati filari, l’andamento delle strade.
Sui colli, borghi e monumenti isolati di straordinario fascino sorvegliano boschi di querce, oliveti, i vigneti dove si producono il Brunello e gli altri grandi vini di questa parte di Toscana. A occidente chiude il paesaggio il Monte Amiata, il più alto vulcano spento d’Italia.
Il fiume che ha dato il nome alla Val d'Orcia è poco più di un torrentello: per buona parte dell’anno si prosciuga o quasi con la calura dell’estate, ma, con le piogge dell’autunno, diventa un fiume impetuoso che sembra voler travolgere ogni cosa; nasce sui colli, tra Radicofani e Sarteano, scende al centro di un’ampia conca coltivata, poi piega progressivamente a occidente, sfiora i colli di Pienza, San Quirico, Montalcino e Castiglione; schiva l’Amiata sprofondando in una forra selvaggia, prosegue tra le colline dell’alta Maremma; infine si getta nell’Ombrone.
L’acqua, naturalmente, non è solo quella dell’Orcia e dei suoi affluenti. A Bagno Vignoni come a Bagni San Filippo, le acque termali che salgono dal cuore del vulcano tornano alla luce con prepotenza, formano concrezioni di rara bellezza, offrono benessere e salute, da millenni, a un pubblico che arriva anche da molto lontano.
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Partendo da Pienza, s’imbocca una carrareccia sino ad arrivare al paese di Montichiello, borgo celebre per aver conservato magnificamente le sue vestigia medioevali e per dar vita al “Teatro Povero”, una forma di rappresentazione teatrale recitata dai contadini del posto. Da Montichiello, si domina non solo la Val d’Orcia, ma anche l’Amiata e la stessa Pienza.
Lungo una panoramica carrareccia posta su un crinale e a metà strada tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, si prosegue verso Montepulciano, la città “Perla del Cinquecento”, passando attraverso i vigneti del Nobile, e inoltrandoci dentro boschi di querce e macchia mediterranea.
L’arrivo è vicino ad una fila di stupendi cipressi, presso il Tempio di San Biagio, opera dell’illustre Antonio da San Gallo Il Vecchio.
Mappa
Walking in Tuscany | Walk around Pienza | Montepulciano - Pienza
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Anello di Pienza | 6 km, 3 ore di cammino (soste escluse)
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Il sentiero parte da Pienza, tocca l’antica Pieve di Corsignano e ci permette poi di gustare appieno il tipico paesaggio della Valdorcia con i suoi campi di grano, spaziando con l’occhio fino al Monte Amiata.
E’ possibile, dopo la passeggiata, visitare Pienza e degustare i prodotti tipici.
Mappa
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Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio
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Un percorso in Val D’Orcia che ci permette di apprezzarne completamente le bellezze ed il fascino particolare. Certamente uno degli angoli della Toscana che non possono mancare nel bagaglio di un appassionato camminatore.
Trekking in Toscana | Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio
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Mappe: Multigraphic Val d'Orcia, Kompass nr. 662; Lago trasimeno and Kompass nr. 653 Pienza-Montalcino-Monte Amiata.
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Monte Amiata
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Ogni giorno, al tramonto, quando gli impegni quotidiani della Foce erano finiti e già si programmavano i nuovi, Antonio e Iris Origo uscivano di casa e passeggiavano sotto un arco di glicini, detto voltabotte, splendente di viola in questa stagione, fino a una panca in pietra che si affaccia verso Sud Ovest, in Val d' Orcia. A sinistra, l' aspro cucuzzolo dove sorge Radicofani, il paese del bandito Ghino di Tacco, in mezzo, sullo sfondo, il maestoso monte Amiata, a destra, a un tiro di fucile, quel viale di cipressi a forma di esse, che sembra uscito da un dipinto di Ambrogio Lorenzetti. Nei momenti di pausa della loro conversazione lo sguardo di Antonio e Iris si posava con particolare soddisfazione su quella strada polverosa che porta al podere di San Bernardino, uno dei tanti interventi fatti dall' architetto inglese Cecil Pinsent, che proprio ai pittori del Trecento e del Quattrocento senese si era ispirato per ridisegnare quella collina di fronte al nuovo giardino e alla nuova casa dei due giovani sposi. Quel simbolo del paesaggio toscano è dunque opera di un raffinato architetto e paesaggista inglese, che a Firenze aveva frequentato i Tatti di Bernard Berenson e aveva già lavorato con la madre di Iris, una nobildonna anglo-irlandese, Lady Sybil Cuffe, quando, vedova del diplomatico statunitense William Bayard Cutting jr, aveva deciso di acquistare Villa Medici.[4]
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