Abbadia San Salvatore

Abbadia di Sant'Antimo


Acquapendente


Arcidosso


Arezzo


Asciano


Badia di Coltibuono

Bagno Vignoni

Bolsena Lago

Bomarzo


Buonconvento

Campagnatico


Castell'Azzara


Castellina in Chianti


Castiglione d’Orcia

Castelnuovo Bererdenga


Castiglioncello Bandini


Castiglione della Pescaia

Celleno


Città di Castello

Cività di Bagnoregio


Gaiole in Chianti

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La Foce


Manciano


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Montalcino


Monte Amiata


Montecalvello

Montefalco


Montemerano


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Monticchiello

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San Quirico d'Orcia


Sansepolcro


Santa Fiora


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Sarteano


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Scansano


Sinalunga


Sorano

Sovana

Sovicille


Talamone

Val di Chiana

Val d'Orcia

Vetulonia

Volterra





 

             
 
Val di Chiana

N L

Val di Chiana, vista da Radicofani

 

 
« Non è possibile vedere campi più belli; non vi ha una gola di terreno la quale non sia lavorata alla perfezione, preparata alla seminazione. Il formento vi cresce rigoglioso, e sembra rinvenire in questi terreni tutte le condizioni che si richieggono a farlo prosperare. Nel secondo anno seminano fave per i cavalli, imperocché qui non cresce avena. Seminano pure lupini, i quali ora sono già verdi, e portano i loro frutti nel mese di marzo. Il lino pure è già seminato; nella terra tutto l'inverno, ed il freddo, il gelo lo rendono più tenace. »

(Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia)
Walking trails in Tuscany Travel guide for Tuscany
       
   

La Val di Chiana


   
   

La Val di Chiana è una grande area pianeggiante, attraversata dal fiume Chiana. Su questa vallata, che poi è una grandissima pianura fertile, si affacciano il Lazio, l’Umbria e la Toscana. Quest’ultima, con le province di Arezzo e di Siena. Il fiume Chiana, antico affluente del Tevere, fu deviato dai romani in modo che le sue acque affluissero nell'Arno, riducendo rosi I rischi di piena del Tevere a Roma.
La Val di Chiana era considerata in epoca antica il granaio dell'Etruria, grazie alla fertilità del suolo e alla ricchezza delle sue coltivazioni. La valle era anche attraversata da due importanti arterie romane, la Via Cassia (vetus) e la Via Clodia, gli insediamenti principali in epoca etrusca e romana erano Cortona e Chiusi.

La Chianina è una delle antiche ed impoprtanti razze bovine d'Italia, e deve il proprio nome alla zona di allevamento: la Valdichiana. Fu già citata da Plinio il Vecchio ed era utilizzata come razza da lavoro da Romani ed Etruschi; inoltre per il suo candido mantello era utilizzata nei cortei trionfali e nei sacrifici alle divinità.
La bistecca fiorentina vera va fatta con la carne chianina che è autoctona della Val di Chiana da cui prende il nome chianina.

 

Mappa della Val di Chiana, Leonardo da Vinci, 1502-03, Windsor, Royal Library
Mappa della Val di Chiana, Leonardo da Vinci, 1502-03, Windsor, Royal Library.
Nel Medioevo la Valdichiana  era un territorio caratterizzato da un grosso lago paludoso contornato da numerosi colline e nuclei urbani. 



La Val di Chiana (o Valdichiana) è una valle di origine alluvionale dell'Italia centrale, ricompresa tra le province di Arezzo e di Siena, in Toscana, e tra quelle di Perugia e di Terni, in Umbria.

Oggi la zona è divisa tra le provincie di Arezzo e Siena, ne fanno parte i comuni di Castiglion Fiorentino, Civitella in Val di Chiana, Cortona, Foiano della Chiana, Lucignano, Marciano della Chiana, Monte San Savino. In provincia di Arezzo, e di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, e Trequanda in provincia di Siena.

Parte della Val di Chiana si estende anche In Umbria, infarti vi sono compresi anche i comuni umbri della provincia di Perugia di Castiglione del Lago, Paciano, Città della Pieve, Tuoro sul Trasimeno (in parte), Panicale (in parte) e quelli della provincia di Terni di Monteleone d'Orvieto e di Fabro.

La Val di Chiana si estende all'estremità meridionale della valle si trova il monte Cetona, che è la montagna più alta della zona. Il monte Cetona, 1148 metri, appartiene al territorio di 3 comuni, Sarteano, Cetona e San Casciano dei Bagni.
Il Monte Cetona offre splendide vedute sulla Val d’Orcia, il Monte Amiata, la
Val di Chiana e, in giornate limpide di tramontana, si spazia fino ai monti
dell’Appennino Centrale.


 

 

Radicofani

 

Storia

I primi insediamenti umani

 

Testimonianze di quanto antico sia l'insediamento umano in Val di Chiana derivano da reperti archeologici di epoca preistorica e protostorica. Primo fra tutti rileva il "cranio dell'Olmo", rinvenuto nel 1863 presso l'omonima località del comune di Arezzo e costituente di una calotta cranica appartenuta ad un homo sapiens vissuto nel Pleistocene medio[1]. Ad esso si aggiungono i resti di utensili lavorati rinvenuti sempre nella zona di Arezzo presso i torrenti Castro e Vingone e risalenti al Mesolitico[2].
Il Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona documenta le varie fasi del popolamento umano nel territorio che gravita intorno al Monte Cetona, a partire dal Paleolitico fino alla fine dell’Età del Bronzo.

Museo Civico
Palazzo Comunale
Via Roma, 37
Cetona
www.preistoriacetona.it


L'epoca etrusca

 
Collegiata del Santo Sepolcro, cripta Acquapendente, Collegiata del Santo Sepolcro, cripta
Dopo che in epoca villanoviana l'insediamento umano in Val di Chiana subì un sensibile incremento demografico, l'arrivo degli Etruschi mutò notevolmente il panorama della valle. L'area conobbe in effetti un periodo di grande floridezza, grazie ad efficaci tecniche di produzione agricola importate dagli etruschi e ai fiorenti commerci che essi avviarono. L'influenza delle lucumonie di Arezzo, Cortona e Chiusi permise una sistematica coltivazione delle terre chianine a cereali, specie il farro, molto apprezzato dagli etruschi[3]. Inoltre la notevole portata d'acqua del Clanis consentì agli etruschi la sua navigazione con piccole imbarcazioni per il commercio di prodotti alimentari, manufatti e per il semplice transito umano e animale. Gli etruschi attrezzarono una serie di piccoli porti presso le località lambite dal Clanis. Un esempio eloquente è dato da Brolio, oggi frazione di pochi abitanti nel comune di Castiglion Fiorentino, ma all'epoca fiorente località etrusca: nel 1863 furono qui rinvenuti numerosi bronzetti etruschi, votivi e non, risalenti a varie epoche ricomprese tra il VII e il V secolo a.C. e oggi noti con il nome di "Deposito di Brolio"[4].
Lo splendore e l'importanza della Val di Chiana in età etrusca è testimoniato anche dagli numerosi reperti archeologici provenienti dai vari centri chianini, specie dalle antiche lucumonie di Arezzo, Cortona e Chiusi.

 
Sarteano, Tomba della Quadriga Infernale [Necropoli delle Pianacce - IV secolo a.c.]
Ad Arezzo i resti delle antichissime mura etrusche di Castelsecco (VI-V secolo a.C.) fanno da contorno alle numerose vestigia rinvenute nel tempo. Tra esse rileva soprattutto la celeberrima Chimera (ultimo quarto del IV secolo a.C.), opera bronzea raffigurante l'omonimo animale mitologico e rinvenuta nei pressi della città il 15 novembre 1553, durante la costruzione di alcune fortificazioni medicee. Della stessa epoca è pure un altro bronzo aretino assai noto, la statua di Menrva, dea etrusca della saggezza, della guerra, dell'arte, della scuola e del commercio, corrispondente alla Minerva dei Romani.

  Arezzo Chimera
Chimera

A Cortona, come anche in altri luoghi della Val di Chiana aretina, sono stati ritrovati manufatti di gran pregio, come il celebre Lampadario in bronzo (IV secolo a.C.)[5], statuette, vasellame, oggetti di oreficeria e utensili vari. Si tratta per lo più di materiale rinvenuto con la scoperta di necropoli (celebre quella del Sodo, nel comune di Cortona) o di rovine di antichi centri etruschi (come al Melmone di Brolio, in cui sono state riportate alla luce le tracce delle antiche fondamenta di abitazioni[6]).

A Chiusi, oltre ai resti delle mura etrusche, testimoniano l'antico splendore della città le due grandi necropoli site nei pressi del borgo. Una è la necropoli detta appunto "di Chiusi", ove sorgono le celebri tombe "della Scimmia" (fine V secolo a.C.), "del Leone" (IV secolo a.C.) e "della Pellegrina" (IV-II secolo a.C.). L'altra è la necropoli di Poggio Gaiella, nota soprattutto per l'imponente complesso di ipogei collegati tra loro da una fitta rete di cunicoli che si estendono, come un labirinto, per tutti i sotterranei della città vecchia. Scoperti nella prima metà del XIX secolo, tali cunicoli furono in un primo tempo ritenuti dagli archeologi parte integrante della tomba del re etrusco Porsenna: questi, secondo la leggenda, sarebbe sepolto proprio al centro di un grande labirinto, in un sarcofago d'oro, all'interno di un carro trainato da 4 cavalli d'oro e accompagnato da una chioccia con 5000 pulcini, anch'essi d'oro. L'ipotesi ha fatto sì che tutt'oggi i cunicoli siano noti anche come "Labirinto di Porsenna", anche se ormai si concorda che si tratti di un acquedotto etrusco del V secolo a.C.[7].

 
Cortona

Chiusi, Tomba della Scimmia
Chiusi, Tomba della Scimmia
Lippo Vanni. Battaglia della Valdichiana

Il borgo di Torrita di Siena è immortalato nella Battaglia della Val di Chiana. Nel 1372 Lippo Vanni dipinse presso la Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena un grande affresco raffigurante la « Battaglia della Val di Chiana» dove si ricorda la vittoria dell'esercito senese, comandato Giordano Orsini, sulla Compagnia del Cappelletto, comandata da Niccolò da Montefeltro, nella battaglia svoltasi in Val di Chiana nel 1363.

La battaglia della Chiana si inserisce in una fase della storia del XIV secolo, incandescente  per la guerra tra Pisa e Firenze. Questo conflitto, che non coinvolge direttamente Siena,  obbliga tuttavia i suoi governanti a tenere sotto stretto controllo i movimenti  dei gruppi mercenari, come  la temuta Compagnia del Cappello, forte di circa 5000 uomini a piedi e a cavallo guidata da Niccolò del Montefeltro. La Compagnia entra in territorio senese, assale Paganico e conquista Campagnatico.
Il governo senese assolda i figli del conte Orsini di Sovana, con cento cavalieri per difendere il proprio territorio; quando il Montefeltro viene richiamato da Firenze per la grave minaccia rappresentata dall’esercito pisano, la compagnia attraversa la Val di Chiana dirigendosi verso Firenze, ma tra Torrita e Sinalunga è attaccato dell’esercito senese, che ottiene la vittoria uccidendo e catturando migliaia di mercenari nemici, tra i quali cade prigioniero lo stesso Montefeltro.
L’integrazione delle fonti storiografiche senesi con quelle fiorentine e bolognesi potrebbe tuttavia ricondurre l’evento ad un’imboscata tesa alla Compagnia del Cappello dai senesi, che sembra avessero concesso un lasciapassare. E’ comunque noto che il Montefeltro riacquistò subito la libertà e restituì Campagnatico solo dopo il pagamento di un riscatto da parte della Repubblica.[8]

 

 Victory of the Sienese Troops at Val di Chiana in 1363

c. 1364
Fresco
Palazzo Pubblico, Siena

Lippo Vanni, Battaglia della Val di Chiana 1363, c. 1364, affresco, Palazzo Pubblico, Siena

 

Tabacco

   
Nel 1574 il Cardinale Niccolò Tornabuoni inviò alcuni semi di tabacco, originario dell’America Centrale, al nipote Alfonso Tornabuoni,vescovo di Sansepolcro. All’inizio la pianta fu usata a scopo medico e per far polvere da fi uto e trinciati da pipa, ma ben presto si sviluppò come coltura regina in tutta la valle, distinguendosi per l’eccellente qualità. Le prime coltivazioni di una certa entità risalgono ai primi del 1600.

Vino

   

La Val di Chiana è terra di vini pregiati (bianchi e rossi) fin dall'epoca etrusca. Parti della Val di Chiana settentrionale sono ricomprese nelle vie del Chianti, mentre nel resto della valle diffusa è la produzione del Bianco Vergine della Valdichiana, uno dei vini bianchi più apprezzati in Italia e nel mondo. La produzione avviene per lo più a mezzo dei locali viticoltori, i quali, dopo la vendemmia, trasportano la propria uva presso cantine sociali o consorzi.


La Chianina, razza italiana tra le più antiche e pregevoli


Chianina cow and calf, Tuscany

Vacca Chianina e vitello, Toscana ( (foto: Monica da Anghiari (AR), Italia)

 

La Val di Chiana è terra d'origine della celebre chianina, razza bovina rinomata (e oggi allevata) praticamente in tutto il mondo. La Chianina, come la Maremmana, la Pugliese, la Romana, la Calabrese, la Marchigiana è una razza a duplice attitudine carne e lavoro. Non è una razza da latte. Grazie alla sua struttura alta e lunga, la Chianina è sempre stata una formidabile bestia da lavoro. Un tempo utilizzati prevalentemente per il lavoro nei campi, data la notevole stazza fisica (i maschi possono arrivare fino a 200 cm di altezza (al garrese) e a 17 quintali di peso), oggi i bovini di razza chianina sono assai apprezzati per lo più per la loro carne.
La Sagra della Bistecca Chianina che si tiene a Sestino ogni anno alla fine di giugno.

La chianina è una razza bovina italiana un tempo utilizzata come forza motrice e ora allevata esclusivamente per la produzione di carne. Deve il suo nome alla Val di Chiana: è una razza autoctona dell'Italia Centrale (Toscana e Umbria). È una razza di antiche origini, conosciuta da più di 2000 anni. Fu già citata da Plinio il Vecchio e altri autori latini ("Bos magnus et albus") ed era utilizzata come razza da lavoro da Romani ed Etruschi; inoltre per il suo candido mantello era utilizzata nei cortei trionfali e nei sacrifici alle divinità.

Questa razza fornisce una carne magra, solo in soggetti molto grandi troviamo infiltrazione di grasso tra le masse muscolari (marezzatura), che ne accentuano il sapore. Dalla carne di questa razza si ottiene la bistecca alla fiorentina, taglio di carne molto pregiato ottenibile solo da questa razza, che è considerata gigante per l'elevato sviluppo della mole. Infatti una bistecca fiorentina deve essere alta e di un peso superiore a 1.000 g. La sapidità di questo taglio di carne dipende inoltre dai tempi elevati di frollatura non inferiori a 15 giorni, necessari per migliorarne la tenerezza e aumentare la proteolisi del muscolo, il cui risultato finale è la formazione di polipeptidi e aminoacidi che conferiscono il caratteristico sapore di questo taglio.


La razza chianina nella cultura locale


Nonostante oggi il suo allevamento non sia più geograficamente circoscritto, la razza bovina chianina entra comunque come parte integrante delle tradizioni di molti comuni della Val di Chiana e della Toscana. Una vitella chianina viene data in premio al vincitore del calcio in costume, tenuto annualmente nel capoluogo toscano.
A Siena, durante la Passeggiata (corteo storico) del Palio, quattro buoi di razza chianina trainano il Carroccio sul quale è issato il drappo che sarà dato in premio alla contrada vincitrice. Anche eventi a tema gastronomico ruotano intorno alla famosa bistecca "fiorentina". L'ultimo fine settimana di giugno si festeggia in Comune di Sestino la "Sagra della bistecca chianina"; mentre ogni Ferragosto a Cortona si svolge la celebre "Sagra della Bistecca" dove vengono cotte ogni anno migliaia di chianine su una graticola di 14 metri.

  Palio di Siena, Chianina
Il cencio o palio. Durante la Passeggiata del Palio di Siena, quattro buoi di razza chianina traiano il Carroccio sul quale è issato il drappo.


Abbazia di Spineto


   
Lungo la provinciale 478 per Radicofani, al km 12, si può ammirare sulla destra l’antica Abbazia di Spineto, centro di incontri e studi.

L'abbazia e chiesa della Santissima Trinità di Spineta, comunemente detta abbazia di Spineto, è un'abbazia cistercense fondata nel 1085 che si trova in località "Spineto" nel comune di Sarteano. L'abbazia e chiesa della Santissima Trinità di Spineta rappresenta un significativo esempio del monachesimo italiano e in particolare toscano.

Fondata nel 1085 da Willa, vedova del conte Pepone Manenti di Sarteano nel 1112 l'Abbazia fu affidata ai monaci vallombrosani di Coltibuono. Con la caduta di Siena anche questo territorio passò sotto il dominio della potente famiglia dei Medici e, dopo aver vissuto il suo periodo di massimo splendore tra il XII e il XIV secolo, venne definitivamente abbandonato dall’ordine religioso
e dal 1830 l’Abbazia cominciò a passare nelle mani di privati.
La famiglia Tagliapietra acquistò l’Abbazia nel 1989 ed iniziò fin da subito un periodo di restauro.

Architettura

La chiesa romanica ha il tipico impianto vallombrosano: una navata con tetto in vista, ampio transetto con bracci coperti da volte a crociera e tre absidi inserite nella parete terminale sovrastate da eleganti lunette. All'incrocio tra navata e transetto è inserita una cupoletta, protetta esternamente da un tiburio quadrilatero. Il campanile a vela in mattoni, più recente, sovrasta la campata romanica.
La facciata, con un portale settecentesco, è rivestita in filaretto di calcare chiaro. Unici elementi decorativi sono una figura di quadrupede scolpita entro una lunetta del transetto e due animali a debole rilievo, scolpiti nella facciata.
All'interno, la tela con la Madonna del Buonconsiglio.


 
Spineto abbey
Sarteano (Siena). Abbazia di Spineta, absidi romaniche
Montefollonico, una perla incastonata tra la Val d'Orcia e la Val di Chiana

Montefollonico è l'unica frazione del comune di Torrita di Siena, in provincia di Siena. Classificato come uno dei borghi più belli d'Italia, il borgo Montefollonica è un luogo con ritmi e sensazioni d'altri tempi. Il borgo ospita la chiesa di San Leonardo, ricordata dal 1216, il monastero di Santa Maria, fondato dai benedettini prima del 1170 e abbandonato nel XVIII secolo e il palazzo Pretorio.   Montefollonico
   

Montefollonico

 

   
   


 

Val di Chiana

Walking from Montepulciano to Montefollonico, the Ruins of Santa Maria and Il Tondo | 17 km

Circular walk Montefollonico | 6 km

 

Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana


La Francigena in provincia di Siena

Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano | Road Book (pdf)

Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni | Road Book (pdf)

Via Francigena | Da Monteriggioni a Siena | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da San Quirico d'Orcia a Radicofani | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)

Monte Cetona

La guida del Monte Cetona realizzata dalla Pro Loco di Sarteano grazie alla preziosissima collaborazione di Giorgio Visintini e Eugenio Burgio, abitanti del piccolo borgo di Casa Bebi (sulle pendici del Cetona) che, da profondi conoscitori del luogo, hanno tracciato gli itinerari.
12 itinerari mappati scaricabili da questa sezione del sito oppure reperibili in formato cartaceo presso l'ufficio turistico (Corso Garibaldi, 9).

Download  Strade e sentieri del Monte Cetona.pdf

 

Guida alla Via Francigena: 900 chilometri a piedi sulle strade del pellegrinaggio verso Roma, by Monica d'Atti and Franco Cinti. (Supplemento al numero 132, aprile 2006, di "Terra di Mezzo." Piazza Napoli 30/6, 20146 Milano.) ISBN: 88-8938-565-0.
In 38 tappe, il percorso dell’antica Via Francigena, dal Monginevro fino a Roma. Un’opera unica, per rigore e completezza, che riporta alla luce l’intero tracciato che ha visto camminare verso Roma generazioni di europei.
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ISBN 9788889385609

Mappe

 

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ISBN 978888938560

   
 



[1 La Preistoria di Arezzo, La Paleontologia nel Territorio Aretino: Il Cranio dell'Olmo

[2]
Preistoria di Arezzo, La Paleontologia nel Territorio Aretino: "La Presenza dell'Uomo" £
[3]
La Rosa residence, Gli Etruschi vivono ancora tra il tevere e l'arno
[4] Aracnet, Sala del Deposito di Brolio
[5] Cortona Web, Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona
[6] Aracnet, Sala di Brolio Melmone
[7] Toscana underground, Labirinto di Porsenna

[8] Torrita storia arte paesaggio | rivista di storia locale | www./torritastoriaartepaesaggio.wordpress.com


Bibliografia

Giovan Battista Del Corto, Storia della Val di ChianaArezzo, 1898

AA. VV., Cortona e la Valdichiana - Diari di viaggio 1860-1924, Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio, 1998F. Bargagli Petrucci, Montepulciano, Chiusi e la Val di Chiana seneseBergamo, 1932

Torrita: Storia, Arte, Paesaggio, rivista di storia locale con periodicità annuale, è edita dal Circolo Culturale Fra Iacopo da Torrita..Il numero 4 della rivista è interamente dedicato alla battaglia della Val di Chiana, in occasione dei 650 anni dall’evento bellico occorso il 7 ottobre del 1363. Dopo l’editoriale di Mario De Gregorio, Duccio Balestracci, descrive gli eventi storici all’origine del fatto d’armi, Gabriele Fattorini colloca la rappresentazione della battaglia nel contesto della pittura senese, Ettore Pellegrini, analizza la veridicità della rappresentazione pittorica, e, infine Barbara Gelli descrive il paesaggio della Val di Chiana nel medioevo.


   

Questo articolo è basato sulgli articoli Val di Chiana, e altri articoli dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.

 

 
   
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