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Monumenti e luoghi d'interesse
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La basilica del Santo Sepolcro è la cattedrale di Acquapendente dal 1649. La fondazione dell’edificio si fa però risalire al X secolo ed è legata a una leggenda: Matilde di Westfalia, madre dell’imperatore Ottone I, in viaggio dalla Germania a Roma per costruire qui una chiesa dedicata al Santo Sepolcro, fu costretta a fermarsi ad Acquapendente perché i muli che portavano l’oro necessario alla fondazione non volevano più proseguire.
La cattedrale è una basilica di stile romanico e appartenente storicamente all'ordine benedettino. È chiamata del Santo Sepolcro perché vi è conservata una pietra macchiata di sangue che si dice provenga dal Santo Sepolcro di Gerusalemme. La reliquia è conservata all'interno di una cripta di stile romanico, una delle più importanti e caratteristiche in Italia per la sua antica origine (X-XI secolo) e le caratteristiche colonne (24) che formano con gli archi un "gioco" di forme particolare. Sono presenti due bassorilievi accreditati a Agostino di Duccio: L'Angelo e Vittoria di S.Michele sul drago e Tobiolo. Nel periodo medioevale, la basilica era frequentata da pellegrini e da crociati, essendo situata sulla via francigena diretta a Roma. La cattedrale è stata oggetto nel corso dei secoli di numerosi interventi di abbellimento.
La chiesa di San Francesco è una chiesa precedente alla nascita del santo ed a lui dedicata successivamente con l'affidamento nel 1253 ai frati Francescani (precedentemente si chiamava Chiesa di S. Maria). La torre campanaria (tre piani) a fianco è di epoca rinascimentale (1506), ma il portale risale all' XI secolo. In origine la chiesa aveva forme gotiche poi fu adattata a canoni barocchi nel 1747.
Acquapendente nel Medioevo era circondata da una cinta muraria della quale sfortunatamente non resta molto perché fu distrutta nei momenti di espansione della cittadina, resta comunque una delle torri principali, la torre Julia de Jacopo, recentemente ristrutturata e oggi adibita a centro informativo.
L'influenza degli artisti toscani è evidente nella decorazione a bugnato di Palazzo Viscontini che presenta bei affreschi e un grande giardino all'interno ma anche inusuali grandi finestre, ed è la massima espressione di architettura rinascimentale aquesiana.
La basilica del Santo Sepolcro è la cattedrale di Acquapendente dal 1649. La fondazione dell’edificio si fa però risalire al X secolo ed è legata a una leggenda: Matilde di Westfalia, madre dell’imperatore Ottone I, in viaggio dalla Germania a Roma per costruire qui una chiesa dedicata al Santo Sepolcro, fu costretta a fermarsi ad Acquapendente perché i muli che portavano l’oro necessario alla fondazione non volevano più proseguire.
Quella stessa notte l’imperatrice ebbe in sogno la spiegazione di quanto accaduto: per volontà divina era ad Acquapendente che la chiesa doveva essere eretta. Le prime notizie del Santo Sepolcro risalgono tuttavia all’XI secolo e riguardano la chiesa e l’annessa abbazia benedettina, della quale non rimane alcuna traccia.
La facciata dell’edificio appartiene ai lavori di restauro promossi nel 1746 da papa Benedetto XIV, che interessarono anche l’interno. La basilica è a tre navate divise da pilastri, con transetto e abside sopraelevati, al di sotto dei quali si estende la cripta. È questo uno straordinario complesso architettonico di epoca romanica, datato all’XI secolo, articolato in trentaquattro campate coperte da volte a crociera impostate su colonne dai capitelli decorati con grande fantasia.
Cuore della cripta e dell’intero edificio è il sacello del Santo Sepolcro, posto a un livello inferiore. Si tratta di una struttura che riproduce in miniatura la chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme e che, come immagine e memoria di questa, si presentava ai pellegrini.
L’uso di costruite tempietti e sacelli che richiamassero il luogo dove era stato sepolto Cristo si diffuse in Europa a partire dal IX secolo, dando origine a importanti santuari e mete di pellegrinaggio.
Torre del Barbarossa
La torre dell'orologio, detta anche del Barbarossa, costituisce l'ultima teslimonianza dell'antico castello, distrutto nel XII secolo. L'orologio esisteva già nel 1588, vuole la tradizione che sia l'ultima vestigia dell'antico castello di Federico I Barbarossa in cui risiedeva il suo governatore Guelfo VI, scaricato dalla popolazione in seguito alla ribellione del 1166. La torre compare fin dalla prima stampa della città (1572) proprio in cima al colle che domina sulla sinistra il paese mentre è assente sulla stampa a volo d'uccello del Guicciardi (1582) per poi ricomparire con tanto di orologio nella riedizione del De Rossi (1686).
In località Casale Giardino, nella frazione di Torre Alfina, si trova il Museo del fiore, in una delle vallette della Riserva naturale Monte Rufeno.
Presso l'ex-palazzo vescovile si trova oggi il Museo della città di Acquapendente le cui collezioni (diocesana e civica) formano un ricco patrimonio statuario, pittorico e architettonico.
La terza domenica di maggio si svolge la Festa dei Pugnaloni per celebrare la Festa della Madonna del Fiore. Comprende eventi folkloristici e sfilate di mosaici realizzati con fiori e foglie. |
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Collegiata del Santo Sepolcro, absidi
Collegiata del Santo Sepolcro, crypt
Torre del Barbarossa
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Storia
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Si ipotizza che nell'ambito territoriale dove è situato oggi il paese, esisteva un centro etrusco abitato poi dai romani, successivamente invaso e distrutto dalla furia dei Longobardi.
Da un' analisi su documenti antichi invece sembra più probabile una nascita del nucleo urbano originato da un borgo formatosi attorno alla pieve di Santa Vittoria tra il IX e il X secolo, lungo la Via Francigena, arteria che fungeva da collegamento tra Roma, i territori franchi dei carolingi e i passi germanici.
Il piccolo borgo si sviluppò presto per la collocazione sulla famosa strada e nel 964 ospitò l'imperatore Ottone I il quale risiedette ad Acquapendente per un breve periodo. Con la donazione di Matilde di Canossa, di tutti i suoi beni alla Chiesa, Acquapendente farà parte del Patrimonio di San Pietro e viene posta sotto la diocesi di Orvieto. In questo periodo ci furono le prime guerre tra Orvieto ed Acquapendente che si ribellava e non voleva sottostarle; forse perché il borgo aveva ormai raggiunto una certa importanza dovuta alla sua posizione strategica tra Marchesato di Toscana e Stato della Chiesa (Patrimonio di San Pietro).
Per quel che riguarda l'urbanistica del paese sviluppatasi intorno al XII secolo, si pensa che questo occupasse le due piccole colline contrapposte e divise dal torrente del Rivo che scorreva nella valle sottostante. Alla destra del corso d'acqua si trovavano l'abbazia del Santo Sepolcro, il castello e, forse, un borgo cresciuto intorno alla chiesa di Santa Maria; alla sinistra si spandeva l'abitato che dalla vecchia pieve di Santa Vittoria si era esteso sui colli fino ad un poggio, ai piedi del quale c'era la porta che portava verso Siena. Da questo accesso aveva origine il tratto urbano della Francigena che, attraverso un tortuoso ingresso, passava per la Rugarella e poi alla vicina fonte del Rigombo, proseguendo diritta verso la porta per Roma.
La tradizione storica riporta un evento molto importante per Acquapendente, probabilmente avvenuto nel periodo delle lotte tra papato e impero; si tratta del "Miracolo della Madonna del Fiore" del 1166, in seguito al quale gli aquesiani si sarebbero ribellati alla dominazione imperiale del Barbarossa. Così distrutto il castello, simbolo e struttura fondamentale del sistema feudale, si cominciò (secondo una testimonianza di Pietro Paolo Biondi) a costruire nella valle soprattutto per la comodità di avere vicino il torrente e per disboscare. Questo cambiamento porta ad una trasformazione perché l'antica Francigena cadde in disuso e la nuova strada, più funzionale entrava da porta della Ripa ed usciva da porta Romana, quindi raccordava lue due direzioni principali fisse esterne al borgo (la via per Siena e per Roma) e costituiva un percorso conoscitivo del paese da nord a sud.
Nel XIII secolo, Acquapendente, si trovava da un lato ad affrontare le continue guerre con Orvieto e dall'altro dal susseguirsi dei conflitti tra Impero e Papato.
Il XIV secolo è caratterizzato dall'esilio dei papi ad Avignone e da una conseguente confusione per tutte le zone appartenenti allo Stato della Chiesa. Con il ritorno a Roma del papa, Acquapendente cominciò a riacquistare i propri diritti di autogoverno.
Dopo il 1550 però, la città perderà alcuni privilegi che avevano contraddistinto la sua autonomia nel '400, ma il fenomeno non riguarderà solo Acquapendente ed investirà, in forme e tempi diversi, tutte le comunità del Patrimonio di San Pietro, a causa del rafforzamento del governo centrale. Nonostante ciò tutta la città, sulla scia del periodo favorevole che attraversò tutto lo Stato, prosperò in molti settori. Ad Acquapendente vennero costruiti in questo periodo i più bei palazzi nella piazza e nelle vie principali tra i quali il palazzo Vescovile e palazzo Viscontini.
Il borgo, nel corso della crisi generale dopo il rinascimento, passerà periodi molto difficili, aggravati dall'inizio della guerra di Castro; Acquapendente verrà prima saccheggiata dalle truppe di Odoardo Farnese e successivamente anche dall'esercito del Papa accorso per cacciare gli invasori. Dopo la pace stipulata tra Odoardo Farnese ed il Papa Urbano VIII, la guerra ricominciò nel 1644 con il nuovo Papa Innocenzo X che ordinò l'assedio e la distruzione della città di Castro. A seguito di questo evento la sede vescovile, con bolla del pontefice, fu trasferita ad Acquapendente e la basilica del Santo Sepolcro divenne Cattedrale.
Negli anni successivi alla rivoluzione francese, Acquapendente è tra le prime città ad instaurare un ordinamento repubblicano autonomamente (e con elezioni libere) che rimarrà in atto fino al 1799 con il termine della Repubblica Romana. Con l'avvento dell'Ottocento Acquapendente avrà una ripresa economica e culturale, soprattutto dopo l'annessione al regno d'Italia, con varie costruzioni a carattere pubblico, come con la riedificazione del nuovo palazzo municipale e la costruzione delle carceri mandamentali (1876); alle quali seguirono la sistemazione della piazza di S. Agostino, l'allargamento ed allineamento della via dei Casalini, il restauro stilistico della Torre dell'Orologio, detta Torre del Barbarossa (Federico I del Sacro Romano Impero), la costruzione delle fonti e dei lavatoi.
Alla fine del secolo il paese è ancora delimitato dalle vecchie mura. Solo dopo il 1927 si inizierà a fabbricare fuori la cinta con l'apertura della nuova strada di circonvallazione, per cui la Cassia passerà a sud-ovest del centro abitato.
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Proceno
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Proceno è un comune della provincia di Viterbo. Di origine etrusca, come testimoniano i sepolcreti scoperti nelle vicinanze dell'abitato, vuole la tradizione che sia stato fondato da Porsenna nel secolo VI a.C. Nell'alto Medioevo fece parte del Marchesato di Toscana (secolo X) e fu ereditato dalla Chiesa dopo la morte di Matilde di Canossa nel 1115. Assoggettato al Comune di Siena alla fine del secolo XIV, appartenne poi agli Sforza e ai Cecchini, cui appartiene tuttora il monumentale Castello.
Il nucleo più antico ha numerosi edifici medievali, in gran parte diroccati o rimaneggiati, tra i quali emerge la rocca, con torrioni e torri ove nel corso dei secoli vennero ospitati filosofi e letterati come Galileo Galilei e Ferruccio Baffa Trasci[2]. Di fondazione medievale sono pure la parrocchiale, la Chiesa di Sant'Agnese e quella di Santa Maria del Giglio, largamente riprese in diversi periodi, con resti di strutture originarie e interessanti altari e decorazioni dal secolo XVI in poi (particolarmente notevoli sono gli affreschi cinquecenteschi di Santa Maria del Giglio). Meno alterata nella sua semplice struttura ogivale, ma in stato di abbandono, è la Chiesa di San Martino, con deperiti resti di una larga decorazione ad affresco e che ospita i resti di S.E. Ferruccio Baffa Trasci. Numerosi sono anche gli edifici con caratteri rinascimentali, tra cui il palazzo Sforza, eretto nella prima metà del secolo XVI e decorato verso la fine dello stesso, anch'esso in condizioni di deperimento. Infine, del periodo barocco resta una caratteristica chiesetta.
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Proceno
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Torre Alfina and Trevinano are frazioni of Acquapendente.
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Castello di Torre Alfina e giardino
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Allerona è un borgo antico, cinto ancora da mura perimetrali.
La Porta del Sole e la Porta della Luna danno l'accesso a questo paesino. All'interno delle mura possiamo ammirare il bellissimo Castello feudale di Allerona (1275 ca.).
Tanti altri meravigliosi monumenti che arricchiscono il patrimonio artistico di Allerona sono: la Chiesa della Madonna dell'Acqua, l'Area Archeologica di Sant'Ansano e il Borgo di San Pietro Aquaertus. Oltre al patrimonio artistico, Allerona vanta anche uno stupendo patrimonio naturale che ospita il Parco della Selva Meana e il Parco di Villalba.
Le origini ricalcano quelle della vicina Orvieto, e non mancano testimonianze architettoniche dell'epoca romana, con resti archeologici nelle immediate vicinanze del borgo, tra cui alcuni tratti della Cassia antica (tra Orvieto e Ficulle) e cippi con iscrizioni romane relative alla Traiana nuova. Sono altresì visibili i ruderi del castello di Meana, sede della omonima baronia, di un fortilizio, detto "rudere dell'Armata" e Torre Bisenzio, avamposto dello Stato Pontificio. Da visitare il Castello, distrutto da Carlo VIII nel 1465, di cui rimangono resti delle mura e delle porte "del Sole e della Luna", villa Cahen in stile Liberty nel parco demaniale di Selva di Meana, la chiesa Castellana del XII°secolo ristrutturata nell'800.
Torre Alfina è una frazione del comune di Acquapendente. Situato al margine settentrionale dell'altopiano dell'Alfina, ed è inserito tra I borghi più belli d'Italia.
Confina con la Riserva naturale Monte Rufeno e con il bosco monumentale del Sasseto al quale si accede dai giardini pubblici del borgo.
Il castello Torre Alfina si trova nel borgo di Torre Alfina, nel territorio del comune di Acquapendente. La struttura è posta sul punto più elevato dell’altopiano dell’Alfina, in una posizione altamente strategica. Fu costruito nell’Alto Medioevo attorno ad una torre d’avvistamento già esistente, secondo le fonti durante la dominazione longobarda di Desiderio, nell’VIII secolo. Il complesso venne fortificato nel corso dei secoli X e XI; successivamente, con l’espandersi del borgo, la rocca originaria venne rafforzata con una seconda cinta muraria, costituita per lo più dalle mura delle abitazioni, oltre che da bastioni, e dotata di più porte d’accesso.
Sul finire del 1800 la struttura fu acquistata dal Conte Edoardo Cahen, proveniente da una ricchissima famiglia ebrea di banchieri, originari di Anvers in Belgio. Edoardo fece ristrutturare completamente il palazzo Monaldeschi, trasformando anche varie parti del paese, come l'area rivolta verso Piazza Sant'Angelo, occupata da un giardino pensile e dalla scalinata d’accesso all'edificio.
Attualmente il castello è composto da un recinto a pianta piuttosto irregolare, con cinque torri di cui una a pianta rotonda e quattro quadrate, coronate con beccatelli a sporto e merlatura guelfa. Sia sulla facciata dell'edificio che sulle torri si aprono numerose finestre in stile gotico.
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Torre Alfina |
Selva di Meana e Villa Cahen
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L’Area Naturale Protetta della Selva di Meana è posta nel settore centro-occidentale dell’Umbria, adiacente al confine con il Lazio, ed è delimitata ad est dalla Valle del Torrente Ritorto, a sud da quella del Fiume Paglia, ad ovest dal territorio del Parco Regionale del Monte Rufeno (Lazio), che ne costituisce la naturale continuazione geografica ed ecologica. Ha un’estensione di circa 3.000 ettari.
All'interno della Selva di Meana, proprietà terriera appartenuta al conte Ugo Cahen, figlio di un ricco banchiere della Baviera e amante della natura, si trova l'elegante costruzione in stile liberty denominata Villa Cahen, circondata da un parco giardino adorno di piante delle più diverse specie.
La caratteristica particolare e affascinante di questo luogo è costituita dal giardino all’italiana ricco delle più varie specie arboree e erbacee, anche rarissime, che il proprietario faceva arrivare dai luoghi più lontani. Si tratta di una architettura studiata con molta cura e arricchita da arredi naturali e artificiali che ne fanno un raro esempio di stile liberty. Altre particolarità sono costituite dalla limonaia e dalle serre per la protezione delle piante durante l’inverno. Recentemente è stato restaurato anche il giardino giapponese posto, nel parco, tra il giardino all'italiana e le serre.
La Villa fu costruita nel territorio del Comune di Allerona nel 1880 dal ricchissimo finanziere di Anversa Edouard Cahen, il quale, innamorato dell'Italia e dei suoi paesaggi, aveva acquistato dalla nobile famiglia dei Bourbon del Monte la tenuta che si estendeva per una trentina di chilometri di circonferenza tra un crinale e l'altro della valle del fiume Paglia nella zona ora nota con il nome di Selva di Meana.
Cahen era già stanziato nelle vicinanze di questa tenuta, e precisamente a Torre Alfina, dove si era insediato con il titolo di marchese ottenuto dal re Vittorio Emanuele II per i meriti di guerra conseguiti all'epoca dell'Unità d'Italia, e dove aveva fatto ricostruire un castello decaduto per adibirlo a propria dimora.
Il sentimento che lo legava alla natura ed ai boschi è ben rappresentato dalla costruzione della Villa Selva di Meana che fece realizzare sulla riva del Paglia opposta a Torre Alfina e che, nel 1894, alla sua morte passò al figlio Ugo mentre il maggiore, Teofilo, prese in eredità il castello di Torre Alfina. I due fratelli usavano, si dice, comunicare con un sistema di specchi, ma dalla villa al castello avevano fatto costruire una strada con relativo ponte in ferro sul fiume Paglia, travolto poi da una piena nel 1937. fonte:http://www.comune.allerona.tr.it/it/villa_cahen.html
Gardens in Tuscany | Villa Cahen
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Villa Cahen
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Trevinano
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Trevinano, paese collinare, si trova lungo la strada provinciale che da Acquapendente porta a San Casciano dei Bagni, in Provincia di Siena. Il paese è infatti molto vicino ai confini fra Lazio e Toscana, ed al Lago di San Casciano. Ad est del paese si trova la Riserva naturale Monte Rufeno e scorre il piccolo torrente Rio Tirolle.
Piccolo centro di probabile origine etrusca. Dopo il 396 a.C., Trevinano, passa sotto Roma ma non si hanno notizie fino a tutto l'alto medioevo. È probabile che il centro abitato originariamente fosse in località Castelluzzo e che Trevinano, dove lo vediamo oggi, sia sorto in epoca carolingia. Il primo documento che riporti il nome Trevinano, risale al gennaio 1073 ed è nun atto di donazione al monastero del SS. Salvatore sul monte Amiata. Il documento fu redatto da un tal giudice Rallando nel castello di Trevinano. Il piccolo centro subì per tutto medioevo la sorte dei vari feudatari a cui fu di volta in volta sottoposto. Ricordiamo il dominio dei Visconti di Campiglia fino al 1327 (impossibile definire l'anno di inizio del dominio), poi dei Monaldeschi del ramo della Cervara dal 1327 al 1592; in seguito Trevinano fu diviso dalla Camera Apostolica, tra la famiglia Simoncelli e gli eredi dei Monaldeschi. Nel 1687 la Camera Apostolica entra in possesso di tutto il territorio riunificato e lo cede in feudo ai Bourbon del Monte. In seguito la storia di Trevinano sarà sempre più intrecciata a quella di Acquapendente e in generale a quella dello stato Pontificio. I principali monumenti sono il castello, che ancora reca sul portale lo stemma dei Monaldeschi della Cervara, la chiesa parrocchiale e la chiesa della Madonna della Quercia.
Il castello
Le scarse notizie che si hanno sul castello di Trevinano risalgono alla metà del XII secolo, periodo tormentato da frequento scontri tra gli aquesiani e gli orvietani. Una data fondamentale è sicuramente il 1187, anno in cui con un trattato di pace, stipulata tra le città di Acquapendente e Orvieto, si concede l'abitato di Trevinano ai figli di Sinibaldo Visconti di Cambiglia. Attualmente il Castello è di proprietà dei Boncompagni-Ludovisi, dopo essere stato per circa 300 anni alla famiglia Bourbon del Monte.
Chiesa della Madonna della Quercia
Più ricche e più dettagliate sono le notizie sulla chiesa della Madonna della Quercia. Scendendo da Trevinano verso il paglia, a circa un chilometro dall'abitato, si trova la chiesa dedicata alla Madonna della Quercia. Infatti secondo la tradizione popolare, come riporta un manoscritto del 1782, sui rami della quercia secolare avvenne, l'apparizione della Madonna. A croce latina con braccia absidate, fu eretta a santuario intorno al XVI Sec. Sull'altare, in parte barocco, si può notare un pezzo del tronco dell'albero del miracolo. Dopo il restauro del 1721, ad opera di Giuseppe Pizzai, la chiesa andò pian piano deteriorandosi e solo nel 1963 fu eseguito il consolidamento della struttura, ormai pericolosa grazie al contributo dei paesani.
La Chiesa parrocchiale come si può dedurre da un documento del '700, è intitolata alla "Madonna SS. sotto il mistero della Natività"; ha tre navate divise da due file di tre pilastri ciascuna, collegati da archi. Attualmente la navata centrale, che anticipatamente era "a volta", è formata da capriate con travi dipinte. La sua erezione è presumibilmente del periodo rinascimentale. Sugli altari di stile barocco si possono notare tele del XVI e XVII sec., descritte in un documento del 1782: " Vedevasi un quadro dove si esprimevano le nozze di cana, di eccellente pennello questo però dal canonico Ariberto del Monte, canonico di San Pietro di Roma, allora patrono di Trevinano fu fatto trasportare in Roma ed in luogo di quello fu istituito il presente fatto dal medesimo dipingere con l'immagine di San Lorenzo". |
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www.comuneacquapendente.it
www.prolocoacquapendente.eu
Festa dei Pugnaloni
I Pugnaloni, stupendi mosaici di petali di fiori e foglie, sono il principale elemento folcloristico della festa della Madonna del Fiore che si celebra ad Acquapendente la terza domenica di Maggio.
Comune Montefiascone | Piazza Largo Plebiscito - Montefiascone
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Questo articolo è basato sulgli articoli Acquapendente, Proceno, Trevinano e altri articoli dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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Riserva Naturale Monte Rufeno
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Il fiume Paglia è il più importante affluente di destra del Tevere, in cui confluisce a valle del lago di Corbara, tra Orvieto e Baschi, dopo aver percorso circa 86 km attraversando da Nord-Ovest a Sud-Est le regioni Toscana, Lazio e Umbria. Nasce a circa 1.000 m s.l.m. alle pendici meridionali del monte Amiata in località Pian dei Renaì (comune di Abbadia San Salvatore).
La Riserva Naturale Monte Rufeno, istituita nel 1983, fa parte del sistema delle aree protette del Lazio e si estende per 2892 ettari nel territorio del Comune di Acquapendente al confine con l'Umbria e Toscana. Protegge estesi boschi, in un paesaggio collinare attraversato dal fiume Paglia. Predominano querceti misti, oltre a macchia mediterranea e rimboschimenti a conifere e ospita flora e fauna molto ricca con la presenza di specie rare.
Riserva Naturale Monte Rufeno Itinerari | www.parks.it/riserva.monte.rufeno
I sentieri della Riserva Naturale Monte Rufeno hanno gradi di difficoltà diversa, dal “molto facile” al “molto difficile”. Inoltre tutti sono dotati di idonea segnaletica, di indicazioni sulla lunghezza del sentiero, sulla difficoltà e sulla durata, il tutto identificato da un colore. Le stazioni sono i punti del percorso nei quali ci si ferma e si approfondisce, con l’aiuto della guida, la conoscenza di un particolare elemento di quell’ambiente. Le stazioni sono caratteristiche dei sentieri natura in quanto gli escursionistici non le hanno. Nei tempi di percorrenza sono comprese molte soste necessarie per osservare gli ambienti naturali. Sono più lunghi quindi delle normali escursioni. Alcuni sentieri durante il percorso offrono due itinerari alternativi, in genere uno dei due è una “scorciatoia” del percorso principale.
I Sentieri di Monte Rufeno | www.comuneacquapendente.it
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Riserva Naturale Monte Rufeno,
fiume Paglia |
I Sentieri di Monte Rufeno
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Il Sentiero dei Briganti
Il Sentiero Natura del Fiore
Sentiero escursionistico "La Scialimata"
Sentiero escursionistico "Monte Rufeno"
Sentiero escursionistico "Acquachiara"
Sentiero escursionistico equestre "La Fonte"
Sentiero escursionistico "Fossatello"
Sentiero ciclabile Coppi
Sentiero ciclabile Girardengo
Sentiero ciclabile Bartali
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www.parks.it | Itineraries
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L’Area Naturale Protetta della Selva di Meana
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L’area naturale protetta Selva di Meana-Allerona è estesa su ha 3.255, in Comune di Allerona, a confine con la Riserva Naturale di Monte Rufeno in Comune di Acquapendente (Regione Lazio), dominata dalla presenza di foreste, a prevalenza di latifoglie, lasciate in parte ad evoluzione naturale, in parte avviate ad alto fusto ed in parte minore destinate alla utilizzazione a ceduo.
Tra le emergenze floristiche e vegetazionali segnaliamo la santolina etrusca, il narciso, le numerose orchidee (quasi 40 specie) ed i boschi a prevalenza di rovere e carpino bianco, mentre tra quelle faunistiche la testuggine palustre ed il gatto selvatico. All’interno dell’area protetta sorge Villa Cahen, una prestigiosa residenza dei primi del ’900, che domina paesaggisticamente la valle del fiume Paglia ed è meta di visite per gli originali tematismi che riguardano i giardini circostanti (giardino giapponese, parco inglese, serre tropicali).
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Parco di Monte Peglia e Selva di Meana (S.T.I.N.A) - Mappa Satellite | Visualizza a schermo intero | www.parks.it
I Sentieri di Selva di Meana
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Anello della Selva di Meana
Partenza: Meana
Tempo di percorrenza: 5 ore
Difficoltà: E - Escursionistico
Lunghezza: 12,8 km
Mappa | Visualizza a schermo intero
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Anello di Villalba
Partenza: Villalba
Tempo di percorrenza: 5 ore
Difficoltà: E - Escursionistico
Lunghezza: 13,4 km
Map full screen
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Anello dell'Elmo
Partenza: S. Faustino
Tempo di percorrenza: 7 ore 30 minuti
Difficoltà: E - Escursionistico
Lunghezza: 17,6 km
Mappa | Visualizza a schermo intero
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Anello delle tane del Diavolo
Partenza: Parrano
Tempo di percorrenza: 4 ore 30 minuti
Difficoltà: EEA - Per escursionisti esperti con attrezzatura
Lunghezza: 9,0 km
Mappa | Visualizza a schermo intero
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Grande Anello dell'Orvietano (GAO)
Partenza: Orvieto
Tempo di percorrenza: 11 Giorni
Difficoltà: E - Escursionistico
Lunghezza: 168,2 km
Mappa | Visualizza a schermo intero
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Anello di Monte Tigno
Tempo di percorrenza: 4 ore 30 minuti
Difficoltà: E - Escursionistico
Dislivello: in salita 320 m - in discesa 220 m
Segnavia: bianco-rosso n. 4F
Mappa | Visualizza a schermo intero
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Carta dei sentieri
Regione dell'Umbria e S.T.I.N.A, Editore: Monte Meru Editrice, 2008, Scala: 1:50.000 |
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La Via Francigena passa a Acquapendente
Acquapendente è legata da millenni alla via che l'attraversa da nord a sud dividendo il centro storico e la vallata su cui si adagia in due parti. Nei secoli, questa via ha assunto diversi appellativi: "Via Cassia" in epoca romana, "Via Francigena" per tutto l'alto medioevo, poi "Via Romea" al tempo delle grandi peregrinazioni edinfine più comunemente "Romana". Dalle prime testimonianze dei viaggiatori che si recavano a Roma si intuisce come l'economia di Acquapendente nei secoli intorno al mille fosse legata essenzialmente a questa via, che permetteva di congiungere il regno dei Franchi con Roma, da qui l'appellativo Franchigena e poi Francigena. Situata tra il monte Amiata ed il lago di Bolsena, presso i confini del Lazio con la Toscana e l'Umbria, Acquapendente si presentava ai pellegrini come una piccola città posta su un'altura scoscesa con ai piedi la Valle del Paglia.
La Francigena in provincia di Siena
La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)
Partenza: Radicofani, chiesa di San Pietro
Arrivo: Acquapendente, chiesa del Santo Sepolcro
Lunghezza Totale: 31.8 km
Percorribilità: A piedi, in mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi: 7 ore
La discesa da Radicofani lungo la vecchia Cassia è uno dei tratti più belli ed emozionanti dell'intera Via Francigena: tutto attorno colline a perdita d'occhio e il Monte Amiata, alle spalle la Rocca.(...)
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La Via Francigena nel Lazio
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La Via Francigena | Da Acquapendente a Bolsena
Partenza Acquapendente, Chiesa del Santo Sepolcro
Arrivo Bolsena, Basilica di Santa Cristina
Lunghezza totale 22.1 km
Categoria Via Francigena
Tipo di bicicletta consigliato Mountain bike
Tempo di percorrenza a piedi 05:55 (hh:min)
Dopo la visita alla Chiesa del Santo Sepolcro, la cui splendida cripta ricostruisce l'omonima chiesa in Terra Santa, la tappa prosegue senza emozioni fino a San Lorenzo Nuovo, dove possiamo ammirare un bel panorama sul lago di Bolsena.
Scesi nel cratere vulcanico, imbocchiamo un piacevole percorso su strade sterrate che ci conduce a Bolsena, in un continuo saliscendi tra uliveti, prati e boschi, con i bei panorami del lago sullo sfondo.
Punti di ristoro e acqua solo a San Lorenzo Nuovo.
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Lago di Bolsena |
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Frazioni Torre Alfina, Trevinano
Comuni confinanti Allerona (TR), Castel Giorgio (TR), Castel Viscardo (TR), Grotte di Castro, Onano, Proceno, San Lorenzo Nuovo (VT), San Casciano dei Bagni (SI), Sorano (GR) |
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Acquapendente
Si può scoprire la storia della città attraverso i suoi monumenti.
I reperti rinvenuti sono conservati nel "Museo della città" in via Roma nell'antico Palazzo Vescovile.
All’ingresso dell’abitato si incontrano la Torre medioevale detta Julia de Jacopo, porta delle antiche murae, di fronte, la Cattedrale del Santo Sepolcro, sorta intorno all'anno mille per volere di Matilde di Westfalia, fu consacrata nel 1149 dal Vescovo Aldobrandino da Orvieto. Nell'interno si notano una pregevole opera in terracotta smaltata di Jacopo Beneventano del '500, raffigurante il Padreterno adorato dagli angeli; il coro ligneo fine '600 nell'abside è riferito all'artista Matteo Tedesco; poi abbiamo un pregevole fonte battesimale del Trecento. Nella cappella di Sant'Ermete troviamo una statua di cera che raffigura il santo patrono. La cripta risale alla seconda metà del X secolo; si compone di nove navate con 22 colonne sormontate da ricchi capitelli. Venne eretta sulla primitiva edicola del Santo Sepolcro che si trova al centro, coperta da una piramide a base rettangolare. Tradizione vuole che custodisca una reliquia bagnata del sangue di Cristo.
Da visitare la Chiesa di San Francesco, precedentemente intitolata a Santa Maria, originariamente gotica, che venne consacrata nel 1149 che dai Benedettini passò ai Conventuali nel 1255; tra il 1506 e il 1534, su progetto di Raffaele da Prato, venne innalzato il campanile che attualmente ospita tre campane, la maggiore delle quali è stata fusa da Giovanni da Ferentino nel 1472. Tra gli altri monumenti, di rilievo il Palazzo Comunale con il grande portico neoclassico, il ponte sul fiume Paglia, che Papa Gregorio XIII fece costruire nel 1580 su progetto dell’architetto Fontana e che fu detto appunto Ponte Gregoriano.
Acquapendente è, anche, il punto di riferimento per escursioni nella Riserva Naturale di Monte Rufeno, a 2 km dal paese, occupando circa 3000 ettari del territorio tra la quota di m 200 e m 748 s.l.m.; nella Riserva, ricca di boschi secolari, vivono numerose specie di animali, dal cinghiale al gufo reale, dalla faina alla tartaruga. L’ambiente è particolarmente suggestivo e attrezzato per escursioni, maneggio, pic-nic e ospita il Museo del Fiore; il museo è suddiviso in sezioni tematiche, tra cui i fiori nella Riserva di Monte Rufeno, la morfologia del fiore, insetti e fiori, le curiosità nei fiori, i fiori e l'uomo, ospita giochi didattici e offre una piccola mostra sui "Pugnaloni". Tra le manifestazioni, particolarmente suggestiva è la Fiera dei Campanelli, che si tiene annualmente, istituita già prima del 1150 come momento di scambio di merce soprattutto ad opera dei numerosi pellegrini in cammino per Roma e provenienti da ogni parte d’Europa. La prima domenica dopo il 15 maggio vi si tiene, a ricordo della cacciata del Barbarossa, la festa della Madonna del Fiore, in cui vengono fatti sfilare i cosiddetti Pugnaloni, grandi quadri a soggetti religiosi o allegorici con il tema principale della libertà, sempre variati, composti con foglie e petali di fiore. Da segnalare, infine, il Carnevale di Acquapendente, uno dei più vivaci del viterbese, legato soprattutto alla tradizione dei carri allegorici e delle sfilate di maschere.
Itinerario Medievale
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1) Cripta S. Sepolcro
2) Chiesa S. Giovanni
3) Chiesa S. Francesco
4) Monastero S. Chiara
5) Chiesa S. Vittoria
6) Chiesa S. Agostino
7) Torre Julia De Jacopo |
Itinerario Rinascimentale
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1) Palazzo Vescovile
2) Chiesa S. Caterina
3) Fonte del Rigombo
4) Palazzo Benci-Caterini
5) Palazzo Comunale
6) Palazzo Piccioni
7) Palazzo Costantini
8) Fonte della Rugarella
9) Chiesa S. Lorenzo
10) Ospedale Civile
11) Palazzo Viscontini
12) Casa di Riposo
13) Torre del Barbarossa
14) Cattedrale S. Sepolcro |
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Itinerario della Quintaluna
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Percorso turistico che, partendo dalla torre Julia de Jacopo, costeggiando il torrente Quintaluna, percorrendo la strada San Leonardo- Acquaviva, consente di godere di panorami insoliti che attraversano anche le vie della parte più antica della città.
La Quintaluna nasce nel comune di Grotte di Castro e termina il suo corso gettandosi nel fiume Paglia in località Montina. Due sono sono le interpretazioni sull'origine del nome "Quintaluna", l'una che si riferisce al tempo in cui i pellegrini impiegavano a giungere da Roma ad Acquapendente a piedi (nella notte del quinto giorno), l'atra come deformazione del nome "gens Quintilian". Dopo il miracolo della Madonna del Fiore "si cominciò anche a fabbricare nella valle che era ricca di sorgenti e che venne gradualmente liberata dal bosco, terrore dei passeggeri che vi venivano regolarmente depredati".
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