Abbadia San Salvatore

Abbadia di Sant'Antimo


Acquapendente


Arcidosso


Arezzo


Asciano


Badia di Coltibuono

Bagno Vignoni

Bolsena Lago

Bomarzo


Buonconvento

Campagnatico


Castell'Azzara


Castellina in Chianti


Castiglione d’Orcia

Castelnuovo Bererdenga


Castiglioncello Bandini


Castiglione della Pescaia

Celleno


Città di Castello

Cività di Bagnoregio


Gaiole in Chianti

Iris Origo

La Foce


Manciano


Maremma


Montalcino


Monte Amiata


Montecalvello

Montefalco


Montemerano


Monte Oliveto Maggiore

Monticchiello

Monticiano

Orvieto

Parco Naturale della Maremma

Piancastagnaio

Pienza


Prato

Pitigliano


Rocca d'Orcia

Roccalbegna


San Bruzio


San Galgano


San Quirico d'Orcia


Sansepolcro


Santa Fiora


Sant'Antimo


Sarteano


Saturnia


Scansano


Sinalunga


Sorano

Sovana

Sovicille


Talamone

Val di Chiana

Val d'Orcia

Vetulonia

Volterra





 

             
 

La Val d'Orcia tra Pienza e Bagno Vignoni


Walking trails in Tuscany Travel guide for Tuscany
       
   

Val d'orcia

   
   

La Val d'Orcia è un'ampia valle situata in Toscana, nella provincia di Siena ed in parte in quella di Grosseto, a nord ed est del monte Amiata e vicina al confine con l'Umbria. Attraversata dal fiume Orcia al centro, che le dà il nome, è caratterizzata da gradevoli panorami paesaggistici e da svariati centri di origine medievale, due dei quali molto noti come Pienza e Montalcino. Albero caratteristico il cipresso, cibi e vini tipici i Pici, i salumi di Cinta senese, il Pecorino di Pienza, il Brunello di Montalcino e la nuova denominazione del Vino DOC Orcia.
Patrimonio dell’Umanità per il suo paesaggio, essa è espressione dell’equilibrio dell’antico rapporto dell’uomo con la natura nel corso dei secoli e specchio del paesaggio senese dal Medio Evo al Rinascimento come testimonia l’affresco del Buon Governo di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico a Siena.

La Val d’Orcia è un eccezionale esempio del ridisegno del paesaggio nel Rinascimento, che illustra gli ideali di buon governo nei secoli XXIV e XV della città-stato italiana e la ricerca estetica che ne ha guidato la concezione. La Val d’Orcia documenta il paesaggio dell’Italia comunale celebrato dai pittori della scuola senese, che ha profondamente influenzato lo sviluppo del pensiero paesistico.

La valle è anche un importante parco, naturale, artistico e culturale, e dal 2 luglio 2004 è stato riconosciuto Patrimonio mondiale dell'Umanità dall'UNESCO, per lo stato di conservazione eccellente del panorama, così come prodotto da un'intelligente opera di antropizzazione, il quale ha avuto una notevole influenza su molti artisti del Rinascimento.
[1]


Cipressi tipico della Val d'Orcia, I Cipressi più famosi del mondo

Cipressi tipico della Val d'Orcia, I Cipressi più famosi del mondo

 

Il corso del fiume Orcia taglia trasversalmente la valle e ne esce attraverso una profonda spaccatura.
Nella Valle, i luoghi dell'ingegno e dell'elevazione umana come il complesso urbano di Pienza e Montalcino, l'Abbazia di Sant'Antimo, le rocche di Radicofani e Rocca d'Orcia, la Collegiata di San Quirico, le terme medievali di Bagno Vignoni, la grancia di Spedaletto si affiancano agli elementi paesaggistici e naturalistici di evidente originalità: la Riserva Naturale di Lucciola Bella, i Biotopi di Macchia Mediterranea e di Abete Bianco nel Comune di Castiglione d'Orcia, i calanchi, le biancane, le crete.

Un'elemento dominante del paesaggio è costituito da fenomeni di erosione, che, dove sono più attivi mettono a nudo il substrato argilloso di colore chiaro. Le forme di erosione più vistose e peculiari sono rappresentate da calanchi e biancane con i relativi mammelloni, visibili ancora nelle località Casa a Tuoma (Pienza), Ripalta (San Quirico), Lucciolabella, Beccatello, e Torre Tarugi (Pienza), Contignano (Radicofani).

Da Bagno Vignoni si apre verso nord est una gola bellissima fatta di roccia viva e di boschi e di una macchia mediterranea stupenda che va verso il mare, dopo essere andata ad infrangersi nel mare di vigneti di Montalcino. Risalendo verso le pendici dell'Amiata si va verso una foresta montana di faggeti e castagneti. Di particolare valore naturalistico sono i biotopi di Scarceta (dove sopravvive un lecceto di rara bellezza) e dell'Abetina del Vivo ( residuo della foresta primaria amiatina); si trova invece in prossimità del centro climatico di Vivo d'Orcia, una borgata antica sopra alla quale si trovano le famose sorgenti.
[1a]



Villa La Foce


Il giardino e la vista spettacolare sull'incantevole Val d'Orcia, con vedute del Monte Amiata sullo sfondo


Il tema del paesaggio e del Rinascimento è ripreso anche in altro importante giardino, quello di villa la Foce a Chianciano terme, posto sul crinale di un poggio fra i rilievi che fanno da spartiacque tra la Val d’Orcia e la Valdichiana. Qui il paesaggista inglese Cecil R. Pinsent creò, fra il 1927 ed il 1939, uno stupendo giardino ispirato ai temi del giardino
formale italiano che aveva avuto nel periodo rinascimentale e barocco le sue massime espressioni.[°]
I proprietari, la nobildonna inglese Iris Origo ed il marito Antonio, negli anni Venti avevano acquistato una vasta proprietà in stato di abbandono, immersa nel paesaggio brullo e selvaggio delle crete senesi, con una residenza quattrocentesca, già ostello dell’Ospedale di S. Maria della Scala per i viandanti ed i pellegrini che percorrevano la via Francigena. Iris Origo, cresciuta fra l’Inghilterra e le colline fiorentine (la madre era infatti proprietaria della magnifica villa Medici e Fiesole), volle con forza e con tenacia il recupero della proprietà: “(..) A un tratto mi invase una terribile nostalgia del nitido e dolce paesaggio fiorentino della mia infanzia o dei verdi campi, dei grandi alberi d’Inghilterra; e più di tutto il desiderio di una bella casa con giardino cui tornare la sera. Sentivo il paesaggio circostante alieno, disumano, creato su una scala adatta a semidei o a giganti, non a noi (..)”[I. Origo, Immagini ed ombre, Milano 1984, pp. 195-196].
Pinsent ristrutturò la villa, creò una bella limonaia ed altri annessi; diede poi vita al progetto degli spazi esterni, dove seppe mirabilmente sfruttare e valorizzare la morfologia del terreno. Il giardino è articolato in una serie di ‘ca
mere verdi’ incernierate l’una con l’altra in modo tale intravederne la successiva, così da spingere il visitatore nel
proseguo della visita. Dal primo giardino formale, creato nel ’27, tramite uno stretto passaggio segnato da due pilastri ornati da vasi baccellati, si passa al giardino dei limoni realizzato sei anni più tardi e caratterizzato da forme topiarie e belle fioriture. Questo giardino si conclude con una terrazza “(..) dove cenavamo nelle sere estive -ricorda la Origo- prima del raccolto, con tutto il giardino scintillante di lucciole e l’aria profumata di Nicotiana e gelsomino (..)”[I. Origo, Immagini ed ombre, Milano 1984, p. 232]. Da questo si accede poi al giardino inferiore, dalla inconsueta forma triangolare, cui si accede tramite un monumentale scalone in travertino di Rapolano. Attraverso un lungo pergolato di glicine -al di là del quale si stende un giardino di rose- si arriva ad una piazzola panoramica, dal quale è possibile ammirare in lontananza il curvilineo viale di cipressi fatto piantare dalla Origo in omaggio alla pittura senese quattrocentesca.[5]

° G. Galletti, Cecil Pinsent architetto dell’Umanesimo; in: A. Tagliolini (a cura di), Il giardino europeo del Novecento 1900-1940, Firenze 1993, pp. 181-195.


Villa La Foce


Ogni giorno, al tramonto, quando gli impegni quotidiani della Foce erano finiti e già si programmavano i nuovi, Antonio e Iris Origo uscivano di casa e passeggiavano sotto un arco di glicini, detto voltabotte, splendente di viola in questa stagione, fino a una panca in pietra che si affaccia verso Sud Ovest, in Val d' Orcia. A sinistra, l' aspro cucuzzolo dove sorge Radicofani, il paese del bandito Ghino di Tacco, in mezzo, sullo sfondo, il maestoso monte Amiata, a destra, a un tiro di fucile, quel viale di cipressi a forma di esse, che sembra uscito da un dipinto di Ambrogio Lorenzetti. Nei momenti di pausa della loro conversazione lo sguardo di Antonio e Iris si posava con particolare soddisfazione su quella strada polverosa che porta al podere di San Bernardino, uno dei tanti interventi fatti dall' architetto inglese Cecil Pinsent, che proprio ai pittori del Trecento e del Quattrocento senese si era ispirato per ridisegnare quella collina di fronte al nuovo giardino e alla nuova casa dei due giovani sposi. Quel simbolo del paesaggio toscano è dunque opera di un raffinato architetto e paesaggista inglese, che a Firenze aveva frequentato i Tatti di Bernard Berenson e aveva già lavorato con la madre di Iris, una nobildonna anglo-irlandese, Lady Sybil Cuffe, quando, vedova del diplomatico statunitense William Bayard Cutting jr, aveva deciso di acquistare Villa Medici.[4]


Indirizzo: Strada della Vittoria - Loc. La Foce

Orari di apertura
: il giardino è aperto al pubblico tutti i mercoledì pomeriggio (tutto l’anno) e il primo week-end dei mesi di aprile, maggio, giugno ed ottobre. Gruppi organizzati (di almeno 20 partecipanti) possono richiedere una visita in altri giorni. Le visite guidate partono dal cortile della fattoria.


Visite guidate soltanto
il mercoledì pomeriggio
da novembre a marzo: ore 15.00 e 16.00 
da aprile a ottobre: 15.00, 16.00, 17.00, 18.00 

il primo week-end dei mesi di aprile, maggio, giugno e ottobre 
ogni ora: 10,00-12,00 ; 15,00-18,00

Giardini in Toscana | Villa La Foce

Villa La Foce Estate | La Foce - 61, Strada della Vittoria -53042 Chianciano Terme - Siena | www.lafoce.com

 


   
   

Pienza



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Pienza


La città di Pienza deve il suo nome e la sua fama ad Enea Silvio Piccolomini divenuto famoso come Pio II. Conosciuta nell'alto medioevo con il nome di Corsignano fu una roccaforte senese celebre per essere stata menzionata in una novella di Giovanni Boccaccio. Secondo alcuni storici il suo nome deriva da Corsinianus, uno dei militari di Silla tra i quali venne diviso il territorio chiusino, altri invece fanno discendere i Piccolomini da un Bacco piccolomo alleato di Porsenna nella guerra mossa contro l'antica Roma.
Gran parte della sua architettura più bella fu fatta realizzare proprio da Papa Pio II tra il 1459 ed il 1462 che chiamò a lavorare a Pienza uno degli architetti più famosi dell'epoca, Bernardo Rossellino, facendone un eccezionale esempio di architettura e urbanistica quattrocentesche. Il suo centro magico è la celebre piazza trapezoidale dove si trova il duomo,il corso Rossellino, Palazzo Piccolomi e Palazzo Borgia. La cattedrale è in stile rinascimentale ha un luminoso interno a tre navate di uguale grandezza,ispirato alle hallenkirchen tedesche, conserva varie opere d'arte, fra cui un'Assunta del "Vecchietta". Capolavoro del Rossellino è anche lo splendido palazzo rinascimentale Piccolomini, con l'elegante cortile ed il giardino pensile.La cittadina conserva altre notevoli costruzioni quattrocentesche (palazzi comunale e vescovile) oltre alla chiesa di San Francesco (sec.XIII) e alla Pieve di Corsignano (sec. XI-XIII).
Del territorio comunale fa parte il piccolo borgo di Monticchiello.[3]

 
Il Palazzo Piccolomini di Pienza, residenza estiva di Enea Silvio Piccolomini, Papa Pio II, è un primo esempio di architettura rinascimentale.
Edificato nel 1459 dal noto architetto Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista Alberti, attualmente si presenta al massimo del suo splendore sia esternamente che internamente grazie all’importante e recente intervento di restauro.
Il complesso architettonico si presenta come la realizzazione dell’ambizioso progetto umanistico di città ideale di Pio II.

La famiglia Piccolomini ha abitato il Palazzo fino al 1962, anno in cui la proprietà passò per testamento all’Ente morale di Siena Società di Esecutori di Pie Disposizioni. Oggi è parte integrante del centro storico della città di Pienza, uno tra i migliori conservati della Toscana.[3]

Gardens in Tuscany | The Piccolomini garden in Pienza

Architecture in Tuscany | Piazza Pio II

 
Piccolomini giardino

 

 
Montepulciano


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Montepulciano


L’evento più importante della cittadina è sicuramente rappresentato dalla settimana del Bravio delle Botti
La città è caratterizzata dalla piazza Grande al centro dell’abitato e sulla quale si affacciano gli edifici più importanti.
Montepulciano offre stradine pittoresche, panorami che si aprono a perdita d’occhio sulla Valdichiana e un vino “nobile e gentile”.
La piazza Grande, con il Duomo ricco di opera d’arte come l’altare dei Gigli di Andrea Della Robbia, il trittico dell’Assunta di Taddeo di Bartolo di inestimabile valore e la dolce Madonna del Pilastro di Sano di Pietro. Sulla piazza del duomo si affacciano il Palazzo Comunale che vuole essere un omaggio a Palazzo Vecchio di Firenze, il Palazzo Nobili Tarugi, il Palazzo Dal Monte Contucci tutti perfettamente visibili dal pozzo dei Grifi e dei Leoni.

Uscendo dalla città da Porta Grassi, seguendo la strada per Chianciano poi a destra lungo il Viale della Rimembranza, si raggiunge, in discesa, il Santuario dedicato alla Madonna di San Biagio situato alle pendici del colle di Montepulciano. Esemplare costruzione del cinquecento toscano fu edificato da Antonio da Sangallo il Vecchio sui resti dell’antica pieve di San Biagio nel 1518 - 1545.




 
Montepulciano, San Biagio
Montepulciano, Palazzo Publicco

Montalcino



Fortezza Montalcino


Montalcino (564 m. s.l.m.) è posta sulla sommità di un colle dominante le valli dell'Orcia, dell'Arbia e dell'Ombrone. Abitata in epoca etrusca e romana è ricordata in un atto di Liutprando dell'anno 715 e in un diploma di Ludovico il Pio che nell'814 donò la località all'Abbazia di Sant'Antimo.

Cinta da mura che si aprono su sei porte, conserva parte dei diciannove torrioni e delle antiche fonti, e integra la poderosa rocca eretta poco oltre la metà del sec.XIV, nel cui interno si conserva lo stendardo degli esuli senesi. Simbolo della senesità fin dal 1555 quando offrì al governo repubblicano l'ultimo rifugio contro gli imperiali di Carlo V, rappresentò anche l'estrema difesa del suolo senese prima dei boschi maremmani e le erte amiatine. Nel giro della città si possono ammirare - oltre gli splendidi panorami -numerose costruzioni medioevali,[3]

a cominciare dal palazzo Comunale - antica sede dei Priori - severa costruzione in pietra decorata da stemmi e sormontata da un'alta torre, da monumentali loggiati ad arcate gotiche e a tutto sesto dei sec. XIV-XV, cui seguono la cattedrale in stile neoclassico, costruita su una Pieve del 1000, nella cui Capella del Battistero si conservano interessanti sculture; il santuario della madonna del Soccorso eretto nel 1600 su una quattrocentesca chiesa a ridosso della port a corniolo; Sant'Agostino gotico-romana, Sant'Egidio (detta anche Chiesa dei Senesi)dei primi del sec.XIV; San Francesco con torre quadrangolare.

Museo Civico - Madonna col bambino e i SS.Giovanni e Pietro, terracotta Robbiana del 1507; S. Sebastiano, altra terracotta Robbiana del sec. XV. Museo Archeologico - reperti dell'età paleolitica, neolitica, del bronzo e del ferro, urne cinerarie e vasi etruschi. Museo Diocesiano - Crocifisso romanico dei primi del sec.XIII; parti di polittico di Luca di Tommè; Madonna col Bambino della Scuola di Duccio di Buoninsegna.[3]


 
Montalcino, Piazza del Popolo

L'abbazia di Sant'Antimo


The Abbey of Sant'Antimo

L'abbazia di Sant'Antimo è un complesso monastico premostratense situato presso Castelnuovo dell'Abate, all'interno del comune di Montalcino.
Sant'Antimo è uno dei più importanti esempi di architettura monastica del XIII° secolo e sicuramente il più importante monumento romanico della Toscana meridionale. La chiesa che oggi ammiriamo ha sostituito, attorno al 1100, una precedente Abbazia del IX° secolo. Del complesso edilizio, appartenuto ai Benedettini e poi ai Guglielmiti, restano solo poche parti. La chiesa risale al XII° secolo ed è affiancata da un campanile quadrato. L'interno è a tre navate, con archi a tutto sesto sostenuti da colonne con capitelli in alabastro decorati con intrecci geometrici, floreali e figure umane ed animali. Un matroneo scandisce gli spazi interni. L'altare impreziosisce l'abside semicircolare ad ambulacro, arricchito dalle cappelle radiali. Sotto l'altare è la cripta, dietro si trova un Crocifisso ligneo delle seconda metà del XII° secolo, mentre lungo la parete destra è collocato un'altro gruppo scultoreo in legno raffigurante la 'Madonna con Bambino in Trono' (del 1260 ca.).

Fino al XIV° secolo Sant'Antimo fu importante centro spirituale, economico e culturale, spesso in contrasto con la stessa Repubblica Senese. I segni della sua antica ricchezza sono ben visibili nelle forme architettoniche, con evidenti influenze francesi, e nella ricercatezza e particolarità delle decorazioni.[4]

Orario delle preghiere e delle visite

Chi vuole conoscere soltanto gli orari di visita della chiesa e delle preghiere, basta subito cliccare qui.


 
The Abbey of Sant'Antimo was constructed on the site of a Roman villa. In the 4th and 5th centuries the village of Castelnuovo dell'Abate,
on the hills nearby, was an important inhabited centre, endowed with a parish.
Pieces recycled from the villa were reused in the church and are still visible in the tower.



San Quirico d'Orcia


San Quirico d'Orcia
Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta o Chiesa della Collegiata

San Quirico d'Orcia è un borgo antichissimo di probabile origine etrusca, è posto a 424 metri sul livello del mare in una collina che divide la valle dell'Asso da quella dell'Orcia. Degna di nota è la Collegiata: presenta all'esterno tre portali, uno romanico costruito in pietra arenaria e travertino, il secondo edificato nel 1288, presenta notevoli sculture, il terzo ha uno stile tra il romanico ed il gotico. Su un lato della chiesa si possono ammirare due profonde bifore, una delle quali presenta la figura di una piccola cariatide dal ghigno inquietante. All'interno, in un'ala del transetto, si trova un polittico di Sano di Pietro (scuola senese del XV secolo. La pala fu dipinta espressamente per la Pieve di San Quirico, come dimostrano lo stemma rosso-oro del Comune e la presenza del santo patrono.

La Chiesa di San Francesco - situata sulla piazza principale del paese reca al suo interno vari elementi gotici. Horti Leonini - realizzati intorno al 1580 da Diomede leoni, sono uno stupendo esempio di giardino all'italiana. L'immenso giardino, cui si accede dall'ingresso situato fra le mura castellane e la piazza principale del paese, si apre una larga fuga prospettico con intorno aiule di bosso che ne esaltano le forme geonetriche. Fanno da sfondo alla scenografia, folti lecci secolari, tra i quali emerge una scala in travertino dalla quale si accede al piano sovrastante. Chiesa romanica di S. Maria Assunta della quale si ha notizia già nel 1017 e l'Ospedale della Scala, dove veniva offerta ospitalità ai pellegrini e ai viandanti che percorrevano la via Francigena. Edificato nel XIII secolo attualmente conserva un cortile al centro del quale si trova un pozzo cinquecentesco.[3]

Nel Medioevo San Quirico d'Orcia si trovava sulla direttrice della via Francigena. Sigerico, arcivescovo di Canterbury, nel suo itinerario, compiuto tra il 990 e il 994, cita San Quirico come XII submansio e la definisce Sce Quiric. Ad accrescerne l'importanza contribuiva inoltre l'essere il punto di raccolta dei mercanti umbro-marchigiani diretti a Firenze e Siena, che vi giungevano attraversando la Valle del Chienti, Colfiorito, Foligno e Perugia fino a San Quirico.

San Quirico ha inoltre alcune chiese rilevanti dal punto di vista storico-artistico: oltre alla già citata Collegiata di San Quirico (più precisamente Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta) e alla Chiesa romanica di San Biagio a Vignoni, vanno segnalate la Chiesa di San Giovanni Battista a Bagno Vignoni, la Chiesa e la Cappella della Madonna di Vitaleta, la Chiesa di Santa Maria Assunta e l'Oratorio della Misericordia.

 
Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, portal


Bagno Vignoni



Vignoni, noto anche come Vignoni Alto, è un piccolo aggregato di edifici di epoca medievale tra cui spiccano l'antica torre, la cui parte sommitale è andata perduta, e la chiesa di San Biagio. Vignoni si può raggiungere sia provenendo da San Quirico d'Orcia, attraverso la Strada Comunale di Ripa d'Orcia, sia da Bagno Vignoni, percorrendo la Strada di Bagno Vignoni.

Bagno Vignoni


Bagno Vignoni rappresenta uno dei borghi medioevali più suggestivi e meglio conservati della Toscana.
Bagno Vignoni era conosciuta fin dai tempi dei Romani famosa per le benefiche acque che scaturiscono ad una temperatura di oltre 50 °C e vengono recuperate nel "vascone", posto al centro del paesino, donandole un'aspetto molto suggestivo. A S. Caterina da Siena è dedicato un piccolo santuario situato nel porticato al lato della vasca.

La chiesa di San Giovanni Battista, antica chiesa pievana, si presenta ad unica navata, con facciata molto semplice.
All'interno è conservato un dipinto di scuola senese del XVIII secolo raffigurante Santa Caterina da Siena con Bagno Vignoni sullo sfondo. Sul portico che si affaccia sulla vasca è situata la piccola cappella dedicata a Santa Caterina da Siena innalzata nel 1660. Vi era collocato un affresco degli inizi del Seicento raffigurante Cristo risorto, oggi staccato e conservato nella chiesa di San Giovanni Battista.
Ogni anno si celebra il 24 giugno la festa di San Giovanni con processione intorno alla vasca e benedizione dei campi. La località è stata resa famosa da Santa Caterina Benincasa che vi soggiornò spesso, in particolare tra il 1362 e il 1367.


Bagni di San Filippo


Bagni San Filippo è u una località termale (acque sulfuree) piccola ma suggestiva per la presenza di depositi calcarei, che formano bianche concrezioni di carbonato di calcio, e di cascatelle . Il nome deriva dalla chiesetta del paese dedicata a San Filippo Apostolo.
Si narra che San Filippo Benizi, si fermò qui in eremitaggio nel 1269.

Le Briccole sono un complesso poderale con una piccola chiesa romanica intitolata a San Pellegrino e situato in prossimità della strada Cassia a circa un chilometro a sud di Gallina, una piccola frazione del comune di Castiglione d'Orcia.
La individuazione sul territorio di questo importante antico posto di sosta, composto, tra l'altro, da uno spedale e dalla chiesa di San Pellegrino (entrambi risalenti al X secolo), è risultata assai difficoltosa. Le Briccole, antica mansione visitata anche da Matilde di Canossa e testimone del passaggio dell'esercito di Carlo II d'Angiò nel 1288, risulta attualmente in totale stato di abbandono.


Radicofani


 

Bagni di San Filippo
Radicofani, vista panoramica su Monte Amiata e sulla Val d'Orcia


Paese situato tra la Val d'Orcia e il versante orientale della valle del Paglia Radicofani ha un'unica frazione Contignano, a circa 10 Km, un abitato di origini romane perfettamente conservato nelle sue forme medioevali. Il borgo, originariamente sorse e si espanse lungo un asse viario che saliva parallelo alla Fortezza e che collegava le due porte, sul versante Sud del Poggio.
L'abitato di Radicofani è caratterizzato dalla presenza della Rocca che sovrasta la vallata del Paglia lungo la quale transitava la via Francigena. Dal fondovalle ben presto il percorso si spostò verso Radicofani: la Rocca sorta durante l'Altomedioevo e poi più volte ampliata, ebbe una notevole importanza militare oltre a costituire una tappa obbligata per i viandati ed i pellegrini che giungevano da nord ed ammiravano il romantico panorama costituito dalla poderosa fortezza in rovina, carica delle sue memorie storiche e letterarie incentrate sulla figura di un suo antico e leggendario signore, Ghino di Tacco, crudele ma colto e sorprendente uomo d'armi le cui gesta sono descritte da Dante e Boccaccio.

Perduta l'importanza militare di un tempo è oggi un centro abitato di un migliaio d'abitanti dal quale si gode un magnifico panorama la cui vista si perde sull'ondulato paesaggio circostante.
La fortezza di Radicofani restaurata sul finire degli anni '80 non è comunque la sola attrattiva del luogo: il borgo, non più protetto dalla cinta muraria, mantiene comunque ben leggibile l'originaria struttura e si conserva quasi intatto nelle sue forme duecentesche (se si eccettuano i danni arrecati nel corso dell'ultima guerra).
Il Rinascimento non lasciò tracce consistenti all'interno del paese, limitandosi a operare alcune sostituzioni edilizie lungo la via principale. Sempre nel borgo si ammirano il Palazzo pretorio, l'arcipretura di San Pietro e la chiesa di Sant'Agata. Nel primo Novecento sorsero pochissimi edifici di saturazione addossati al centro urbano; l'insediamento posteriore al 1945 si è localizzato nelle aree a Est e Ovest del nucleo antico. L'economia di Radicofani oggi si basa prevalentemente sul turismo.
Particolarmente sviluppata è la pastorizia dove gli ovini vivono al pascolo in ampie distese tutt'intorno l'abitato. Alcune parti del territorio sono coltivate a frumento, altre, seppur in minima quantità, a vigna e olivi che producono un olio di particolare pregio.
Fuori dall'abitato e nei pressi della via Cassia sorge il cinquecentesco Palazzo della Posta sorto come casa di caccia del duca Ferdinanto I Medici.[3]

 

 


Radicofani

 



Radicofani, La Rocca

 
   
La vista spettacolare sulla Val d'Orcia e il monte Amiata


I comuni che fanno parte della Val d'Orcia sono Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani, e San Quirico d'Orcia. Altri centri importanti sono Contignano, Monticchiello, Bagno Vignoni, Rocca d'Orcia, Campiglia d'Orcia, Bagni San Filippo, Vivo d'Orcia. Sono localizzate in val d'Orcia anche alcune località della provincia di Grosseto come Montenero d'Orcia e Montegiovi, frazioni del comune di Casteldelpiano. Moltissime aziende agrituristiche, case rurali e rocche con impervie torri si disperdono nell'isolato e tranquillo paesaggio.



Mappa Val d'Orcia | Ingrandire mappa

 



Walking in the Val d'Orcia
[1]

   
From San Quirico d'Orcia to Bagno Vignoni

Bagno Vignoni - La Foce

Bagno Vignoni - Bagno Vignoni

Castiglione d'Orcia - Castiglione d'Orcia


Walking in the Val d'Orcia [2]

 

Borgo dell'Eremo
e la Chiesa di San Marcello

Vivo d'Orcia - Vivo d'Orcia

Castelnuovo dell'Abate - Vivo d'Orcia

Tra gli itinerari dei grandi sentieri della provincia di Siena, il secondo itinerario, 'Da Siena a Castelnuovo dell'Abate e a Catabbio', tra le quindici tappe, tocca il centro abitato di Vivo d'Orcia.
Questo è senza dubbio l'itinerario di trekking più classico del senese, che partendo da Piazza del Campo, percorre le crete senesi e la Val d'Orcia, per dirigersi poi verso le foreste dell'Amiata.
L'itinerario è percorso da camminatori provenienti da ogni parte del mondo, in quanto inserito nella dorsale 'Firenze-Siena-Roma', tracciato di trekking di grande respiro tra i più vari e spettacolari dell'intera penisola.

Del secondo itinerario, la tappa n.9 da Castiglione d'Orcia a Vivo d'Orcia, partendo dal centro che domina l'omonima valle, permette di raggiungere, prima l'Eremo, e quindi l'abitato di Vivo d'Orcia, ubicato alle pendici del Monte Amiata.


 

Walk around Pienza

Montepulciano - Pienza | 11 km, 3 ore


   

Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio

   
Un percorso in Val D’Orcia che ci permette di apprezzarne completamente le bellezze ed il fascino particolare. Certamente uno degli angoli della Toscana che non possono mancare nel bagaglio di un appassionato camminatore.

Trekking in Toscana | Anello La Foce di Chianciano – Riserva di Lucciola Bella – Palazzone – Castelluccio
 


Il quercione delle Checche, si trova nel comune di Pienza sulla strada provinciale n. 53 che va da Bagno Vignoni a Radicofani, vicino a Riserva di Lucciola Bella. Questa roverella (Quercus pubescens Willd), caratterizzata da imponenti rami trasversali, ha un'età di 360 anni, un'altezza di 20 m, un diametro di 19 m; il suo tronco ha una circonferenza di 4,65 m. È uno degli alberi monumentali più noti della Toscana.
  Quercia delle Checche
    Il quercione delle Checche

Anello La Foce - Vetriana – Monte Cetona

   
Non ci sono molte parole da spendere su questo breve percorso che partendo dalla Fonte Vetriana (746 mslm), che si raggiunge da Sarteano, si sviluppa in un primo tempo in salita per raggiungere il crinale basso del Monte Cetona (1148 mslm).

Trekking in Toscana | Anello La Foce - Vetriana - Monte Cetona

[Fonte: CAI – Sez. Valdarno Superiore]

 
         

Galleria fotografica della Val d'Orcia

Galleria fotografica della Val d'Orcia

 

   
  Pienza   Cappella della Madonna di Vitaleta
       

 

 

    Monastero di Sant'Anna in Camprena, cortile
     

 

 

 
BagniSanFilippoBalenaFossoBianco2   Sant'Angelo in Colle   L'Abbazia di Sant'Antimo (Montalcino)

Bagni San Filippo

 

  Sant'Angelo in Colle   L'Abbazia di Sant'Antimo, l'abside della chiesa originaria [1]

Trekking in Toscana | San Quirico d'Orcia, Bagni Vignoni, Castiglione d'Orcia, Rocca d'Orcia, Montalcino, La Foce

Trekking in Toscana | Rocca d'Orcia, Castelnuovo dell'Abate - Vivo d'Orcia

Trekking in Toscana | La Via Francigena in Toscana

La Francigena in provincia di Siena

Il paesaggio della Valdorcia, caratterizzato da un susseguirsi di rilievi collinari, è segnato dal tracciato medievale della via Cassia (che intorno al VIII) secolo si sposta tra Firenze e Bolsena da 20 a 35 chilometri più a occidente dell' originale tracciato romano): un tracciato che trova lungo il percorso i centri principali di San Quirico, Castiglione, Radicofani, e sul diverticolo per la Valdichiana, Pienza e Montepulciano.
Grazie alla presenza della grande via che collegava Roma al nord d' Italia e ai paesi d' Oltralpe - e che perciò fu detta anche Francigena - il sistema insediativo della valle si incrementò decisamente intorno al X-XI secolo, epoca in cui l' affermarsi della feudalità portò alla organizzazione di un sistema di castelli e fortilizi.
Percorsa già nel 1093 da Sigeric, arcivescovo di Canterbury, il suo massicciato affiora ancora dal suolo e ci rende ragione del perché di tante architetture oggi apparentemente sparse a caso sulle colline: pensiamo al complesso sistema delle pievi e dei castelli, ai borghi un tempo fulgidi e oggi ridotti a sparute frazioni.
A Siena del resto (la Sena etrusca, la Saena Julia romana, la Siena longobarda) i luoghi della storia si intrecciano lungo un percorso di tre millenni.
Il frequente transito di uomini e di merci lungo l' arteria viaria, ha fatto sì che alcuni dei centri abitati assumessero un particolare peso all' interviabilità per la Valdichiana.
Appare quindi evidente l' interesse al controllo di questa valle da parte della Repubblica di Siena. L' espansione senese in Valdichiana può dirsi conclusa nel XV secolo, e l' epoca coincide con una diversa sistemazione della viabilità e dei centri urbani.

La Repubblica si impegnò infatti a realizzare il ponte sull' Orcia, tra Bagno Vignoni e Rocca d' Orcia; rese definitivo lo spostamento del tracciato della via romana dalla valle del Paglia - ove si snodava in origine - in direzione di Radicofani, che con la sua Rocca avrebbe meglio garantito il controllo; provvide di nuove fortificazioni tutti i centri della valle. Dopo la metà del Cinquecento, entrata nell' orbita fiorentina insieme ai domini senesi, la Valdorcia conserva un valore solo come area agricola; in concomitanza con i lavori di bonifica della Valdichiana la viabilità da San Quirico per Pienza - Montepulciano e Chiusi viene ad assumere un ruolo determinante. Ruolo che la crescita recente di Chianciano Terme ha ribadito.[3]

La Via Francigena | Da Siena a Ponte d'Arbia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Ponte d'Arbia a San Quirico d'Orcia | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da San Quirico d'Orcia a Radicofani | Road Book (pdf)

La Via Francigena | Da Radicofani a Acquapendente | Road Book (pdf)


Historic Centre of the City of Pienza | whc.unesco.org

Trekking Val d'orcia

Catalogo Terre di Siena | www.terresiena.it


[1]Fonte: UNESCO. Val d'Orcia - UNESCO World Heritage Centre
La commissione ha così giustificato l'inserimento nella lista:« Criterio (iv): la Val d'Orcia è un eccezionale esempio di come il paesaggio naturale sia stato ridisegnato nel periodo Rinascimentale per rispecchiare gli ideali di buon governo e per creare un'immagine esteticamente gradevole;
Criterio (vi): il paesaggio della Val d'Orcia è stato celebrato dai pittori della Scuola Senese, fiorita durante il Rinascimento. Le immagini della Val d'Orcia ed in particolar modo le riproduzioni dei suoi paesaggi, in cui si raffigura la gente vivere in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato il modo di pensare il paesaggio negli anni futuri. »

L'area naturale protetta
Alla protezione dell'UNESCO si somma la protezione italiana come area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) “Val d’Orcia” dal 1999, su una superficie di 18.500 ettari. In parte compreso nell’ANPIL si trova anche il sito di interesse regionale, proposto come sito di importanza comunitaria (pSIC), "Cono vulcanico del Monte Amiata" (cod. IT51A0017).

SIR "cono vulcanico del Monte Amiata"
Il cono vulcanico del Monte Amiata è caratterizzato da un paesaggio alto montano con matrice forestale continua[2].
I principali elementi di criticità interni al sito sono[2]:
Pratiche selvicolturali che inducono un abbassamento dei livelli di naturalità.
Presenza, sino alla vetta, di impianti turistici (soprattutto sciistici) e della relativa viabilità; ne conseguono elevati carichi turistici invernali ed estivi, l’antropizzazione e la frammentazione degli habitat, il disturbo alla fauna, l’inquinamento delle acque, la diffusione di piante appartenenti a specie o ecotipi non locali, con rischio di inquinamento genetico, e l’innesco di fenomeni erosivi.

I principali elementi di criticità esterni al sito sono[2]:
Centri abitati e zone antropizzate ai limiti del sito.

I principali obiettivi di conservazione da adottare sono[2]:
Conservazione della matrice forestale e incremento della caratterizzazione ecologica e della maturità delle compagini boschive (E).
Controllo dell’antropizzazione, riducendo al minimo possibile gli eventuali ulteriori incrementi delle strutture turistiche e della viabilità (M).
Tutela e gestione razionale delle scarsissime zone aperte, che costituiscono l’habitat di varie specie endemiche o minacciate (M).

Indicazioni per le misure di conservazione[2]:
Coordinamento della pianificazione forestale, nell’intero sito, e suo adeguamento rispetto agli obiettivi di conservazione, in modo da garantire il mantenimento dei boschi di alto fusto e dei castagneti da frutto, l’incremento della maturità dei soprassuoli nelle stazioni più adatte e la tutela delle fasi mature e senescenti, salvaguardando gli alberi di grosse dimensioni e marcescenti (E).
Controllo dell’impatto causato dalle infrastrutture e dalle attività sciistiche e turistiche, in generale, relativamente a eventuali ipotesi di sviluppo e agli interventi di ripristino ambientale (scelta di specie ed ecotipi da utilizzare, per opere di inerbimento delle piste e delle scarpate, ecc.) (E).
Misure gestionali o normative per garantire la conservazione e la gestione adeguata delle scarsissime zone aperte (M).
[1a] Parco della Val d'Orcia | www.parcodellavaldorcia.com/territorio.asp
[2] Pietro Giovacchini, Paolo Stefanini, La Protezione della Natura in Toscana: SIR e Fauna di interesse conservazionistico nella Provincia di Grosseto, "I quaderni delle Aree Protette", Vol. 3, cit. in maremmariservadinatura.provincia.grosseto.it. (URL consultato il 27 aprile 2010)
[3] Valdorcia.it il portale informativo sul territorio della Val d'Orcia (Pienza, Montalcino, San Quirico d'Orcia, Castiglione d'Orcia e Sarteano) in provincia di Siena in Toscana | www.valdorcia.it
[4] Fonte: | www.castellitoscani.com
[5] Un itinerario fra i giardini della Val d’Orcia, Pienza e Chianciano terme | www.paesaggiegiardini.it
L’associazione culturale ' Paesaggi e Giardini' nasce per volontà di un gruppo di professionisti del settore paesaggistico, con l’obbiettivo di diffondere la conoscenza, valorizzare e promuovere lo studio e la cultura del restauro di giardini storici e contemporanei.

Bibliografia

Iris Origo, Guerra in Val d'Orcia, Longanesi, gennaio 2010

Federico Selvi, Paolo Stefanini, Biotopi naturali e aree protette nella Provincia di Grosseto: componenti floristiche e ambienti vegetazionali, "I quaderni delle Aree Protette", Vol. 1, cit. in maremmariservadinatura.provincia.grosseto.it.

 

Monticchiello

Cipressi lungo la strada verso Monticchiello (inverno 2011)




Podere Santa Pia, un’oasi di pace immersa nel verde delle colline della Maremma, è un’antica struttura completamente ristrutturata cercando di mantenere inalterate le stupende caratteristiche dell’immobile originario.
Sulle splendide e verdeggianti colline dell’alta Maremma, a 300 mt sul livello del mare, sorge il paese di Cinigiano. Qui si trova Podere Santa Pia, una casa vacanze accogliente, spaziosa e confortevole per gruppi da 2 a 13 persone.
Situato in una splendida posizione panoramica, in un ambiente incontaminato, collocato nel bellissimo, con una straordinaria vista sulle colline Maremmane, fino a Castiglione della Pescaia e Monte Argentario, Podere Santa Pia è una classica casa toscana, antica ma interamente ristrutturata. Le pietre della facciata sono state riportate ai loro colori naturali, all’interno sono stati riscoperti i vecchi mattoni fatti a mano in originale cotto toscano ed i soffitti hanno tutti i travi a vista.
Podere Santa Pia è composto da due unità. La casa principale ha quattro camere da letto (3 camere da letto doppie, una camera matrimoniale), due bagni con doccia, una grande cucina con splendido camino antico in pietra e l'originale forno con grandezza per la pizza.

Appartamento di circa 90 mq con ingresso indipendente, composto da una camera matrimoniale ed una grande cucina, un bagno e con una terrazza solarium adiacente alle stanze e una bella terrazza con favolosa vista su campi e vigneti di Brunello e Montecucco.

La vicinanza a città d'arte quali Montalcino, Firenze, Siena, San Gimignano, Massa Marittima ed altre ancora tutte raggiungibile in poco tempo darà anche agli amanti della cultura una vacanza ricca di emozioni.

Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia


Podere Santa Pia

Podere Santa Pia
Podere Santa Pia, giardino
 
Asciano




Banfi, Castello di Poggio alle Mura
Siena, Duomo
Buenconvento

         


The landscape ot the Val d'Orcia as it unfolds nowadays was created by wealthy Siennese merchants in the 14th and 15th centuries. The farms cultivate mainly grains, vines and olives. Rows of cypresses are also a distinctive sight. The beauty of the area inspired Renaissance painters and early travellers on Via Francigena. And Iris Origo.

 

The Val d'Orcia between La Foce and Radicofani


 

'We live on a large farm in southern Tuscany - twelve miles from the station and five from the nearest village. The country is wild and lonely: the climate harsh. Our house stands on a hillside, looking down over a wide and beautiful valley, beyond which rises Monte Amiata, wooded with chestnuts and beeches. Nearer by, on this side of the valley, lie slopes of cultivated land: wheat, olives and vines, but among them still stand some ridges of dust-coloured clay hillocks, the crete senesi - as bare and colourless as elephants' backs, as mountains of the moon. The wide river-bed in the valley holds a rushing stream in the rainy season, but during the summer a mere trickle, in a wide desert of stones. And then, when the wheat ripens and the alfalfa has been cut, the last patches of green disappear from the landscape. The whole valley becomes dust-coloured - a land without mercy, without shade. If you sit under an olive-tree you are not shaded; the leaves are like little flickering tongues of fire. At evening and morning the distant hills are misty and blue, but under one's feet the dry earth is hard. The cry of the cicadas shrills in the noonday.' [Iris Origo, War in Val d'Orcia' (1947), p.15-16 ]



Pitigliano
Orvieto

Saturnia

Questo articolo è basato sulgli articoli Val d'Orcia, San Quirico d'Orcia, Chiesa di San Giovanni Battista a Bagno Vignoni, Rocca d'Orcia, Castiglione d'Orcia, Chiesa della Madonna delle Grazie di Manno, Collegiata dei Santi Quirico e Giulitta, Grotta di San Filippo Benizi e altri articoli dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.