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Trekking in Toscana
             
 
Belagaio Castle

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Da Sticciano a Roccastrada



   
   

Sticciano alto, è un borgo medievale, in provincia di Grosseto, posto nel comune di Roccastrada che comprende una splendida chiesa fondata nel XII sec., attualmente intitolata alla SS. Concezione,  ma  più nota come Pieve di S. Mustiola.

 
Da Sticciano è possibile salire fino a Monte Leoni (616 km.) su un percorso non segnalato descritto qui di seguito; per questo esiste una alternativa alla percorrenza dell’itinerario così come descritto: fare l’escursione fino a Monte Leoni, poi l’itinerario fino alla Stazione di Roccastrada e di riproseguire per Roccastrada* con la corriera (le corse sono frequenti).

Dislivelli: salita mt. 572; discesa mt. 397
Tempo di percorrenza: 5.30 - 5.10 ore

Percorribilità

Impegnativo solo nel tratto precedente la Civitella, corre su carrarecce in mezzo e macchia e coltivi, per questo è preferibile perccrrerlo in ore o stagIoni fresche.
R icordarsi dI avere una provvista d'acqua sufficiente dalo che il rifornimento è possibile solo vicino ai puntì sosta e alla stazione di Roccastrada.


Lasciato Sticciano passiamo in un ambiente caratterizzato da essenze di tipo mediteraneo con molte sughere ed in qualche punto, dove la roccia è affiorante, con arbusti di eriche, corbezzolo e cisti, anche se incontriamo ancora querce caducifoglie come cerro e rovere. È evidente come in tutta questa zona l’attività legata al bosco è stata ed è tuttora la ceduazione. Questo ha portato a favorire certe piante al posto di altre, sia per la facilità con cui ricacciano dopo il taglio ed il vigore dei polloni, sia per una selezione operata dall’uomo. La pianta per eccellenza che viene lasciata come matricina, cioè con il compito di inseminare il terreno, è il leccio, non solo per la sua ghianda ambita dal cinghiale (una volta dai maiali) e per il ricovero che può dare alla selvaggina alata, ma anche per la sua imponenza. Per ciò sono state favorite, in generale le piante sempreverdi e così sul complesso di M.te Leoni, soprattutto sulle pendici meridionali, si ritrova la tipica macchia mediterranea. Ancora accompagnati da questo ambiente, dopo avere passato un rimboschimento a pino marittimo, arriviamo nella zona di Pian di Muro ampiamente coltivata e di qui lungo una strada sterrata, alla Stazione di Roccastrada. Da qui, l’itinerario porta sulla provinciale e attraversatala prosegue sulla strada imbrecciata, di fianco ad una casa. All’inizio si passa un tratto di bosco che viene utilizzato a ceduo, con compenetrazione di vari tipi di vegetazione: prima mediterranea, con lecci, albatri, eriche e sughere, poi si infittiscono le essenze caducifoglie, soprattutto cerri. Dopo aver percorso una valletta ed essere saliti a un casale per un poggio calcareo con vegetazione arbustiva, si scende fino all’inizio della zona coltivata, caratterizzata da piccole proprietà, le “Cetine” dove oliveti, vigne e le divisioni a siepe disegnano piacevolmente i fianchi delle colline. In alcuni casi si può ancora vedere il vecchio modo di conduzione, con la “casetta” sotto alcuni alberi, qualche capra, animali da cortile, il pagliaio. Queste terre, facenti parte di latifondi (nella fattispecie della tenuta dei Patrizi-Chigi Marchesi di Paganico) erano una volta ricoperti da bosco. “Dicioccate” ad opera degli abitanti del paese con permesso della tenuta, furono date prima in affitto poi acquistate. Proseguendo, per una deviazione verso sinistra, da cui si gode una bella vista di Roccastrada, si arriva alla Civitella, una cassaforte medioevale che ha conservato molti dei tratti originari; particolarmente bello, all’interno del cortile, un arco ogivale in travertino, che spicca sulle bozze di pietra delle pareti. Continuando per la strada imbrecciata passiamo sotto al poggetto riolitico su cui sorgeva il castello di **Fornoli che insieme a Civitella Marittima e Pari, fu una delle sedi comitali della contea Ardenghesca ed è menzionato nella descrizione del confine occidentale e settentrionale del territorio grossetano nell’atto di possesso del podestà e sindaco della Repubblica senese: “A GESSIS DE SASSOFORTE USQUE A FORNOLI ET A CIVITELLA USQUE A SAXUM……” Arriviamo poco dopo sulla strada asfaltata alla località il Terzo e di lì a Roccastrada.


Escursione a Monte Leoni

Da Sticciano c’è la possibilità di fare una bella escursione fino a Monte Leoni (616 km.) fra coltivi all’inizio e forteti ricchi di essenze mediterranee poi caratterizzati da una numerosa presenza di sughere, con sporadiche piante di Rovere favorite dal suolo acido (rocce del Verrucano). L’escursione non è segnalata, si deve pertanto seguire questa descrizione del percorso. Ci si incammina sull’itinerario che porta alla Stazione di Roccastrada ma arrivati al Cimitero, anziché seguire le segnalazioni, si prosegue per la stessa strada imbrecciata che curva verso destra. Saliti un po’, la strada prosegue in piano. Quando inizia a risalire, sulla destra abbiamo una recinzione a rete metallica di un fondo chiuso con due bei pini marittimi ai lati dell’ingresso, sulla sinistra, a distanza di 20 mt. una dall’altra, ci sono due strade (la prima scende la seconda sale) che non ci interessano. Troviamo così Fonte Vecchia, (siamo a circa 1 km. dal paese), come dice il nome la più vecchia fonte di Sticciano, che può essere occasione di ristoro. Più avanti, al bivio, circa 10 mt. prima che la recinzione lungo strada del fondo chiuso termini, prendiamo la strada a sinistra. Lo stesso ad un nuovo bivio, dove proseguiamo sulla strada di sinistra che sale percorrendo un tratto di salita molto ripida. La strada di fronte si sarebbe ricollegata a questa più in alto salendo meno repentinamente con un tracciato più lungo. In cima alla salita ci sono due strade sulla destra, a qualche metro di distanza tra loro; la seconda è il ricongiungimento della strada meno ripida e più lunga. Da qui abbiamo una vista panoramica di tutta la piana fino al mare con Sticciano ed in lontananza Montemassi, i due termini di questi itinerari. Proseguiamo per circa 200 mt., trovando un cancello sulla sinistra ed ancora per circa 1 km. avendo sempre sulla sinistra una recinzione di filo spinato a tratti sfondato; a questo punto deviamo a sinistra in salita per un sentiero lungo la recinzione che non segue più la strada ma devia ortogonalmente alla stessa. È il confine tra il divieto di caccia e l’Azienda Faunistica Venatoria “I Murali” come si può vedere dalle tabelle affisse. Finita la salita, sulla sinistra c’è un passo nella recinzione, di ri seguendo la pendenza del terreno in circa 200 mt. si può arrivare sulla cima di Monte Leoni, punto topografico dell’Istituto Geografico Militare segnato da un pilone in sassi. Appena passata la recinzione dobbiamo oltrepassare un grosso cordone di sassi, che circuisce tutta la cima di Monte Leoni: sono i resti delle mura di cinta di un castelliere, un abitato pre-etrusco. Siamo in mezzo ad una bella cerreta con sottobosco ad erica e pungitopo che viene periodicamente tagliato per la conduzione a ceduo. Si alternano così periodi in cui le viste panoramiche sono limitate verso l’interno e periodi in cui la cima diventa un punto panoramico notevole, da dove si può spaziare fino al mare ed alle isole e verso l’interno, abbracciando tutto l’arco che formano i percorsi del Trekking Roccastrada.[1]

 

Il percorso

A walk from  Torniella to Belagaio Castle

Mappa Sticciano Roccastrada


Sticciano

Sticciano  è una frazione del comune di Roccastrada, a circa 15 km, situata all’estremità sud-orientale del territorio comunale. L’ubicazione del centro storico è su una collina, che costituisce una delle ultime propaggini nord-occidentali del massiccio di Monte Leoni. 

Anche Sticciano nel Medioevo fu degli Aldobrandeschi (è citato come loro possesso nel 996) che vi dominavano con la famiglia Ranieri, Conti di Sticciano e Torniella. Questi, in continua lite con Siena, fecero il loro primo atto di sottomissione al potente Comune nel 1251 con Ranieri da Cappucciano. Dopo alterne ribellioni e sottomissioni dei da Capucciano, Siena conquistò definitivamente queste terre nel 1328. Nel 1461 il feudo passa dal Conte Bindo Sticciani ai Piccolomini, ai quali i Medici confermano la signoria, facendo di Sticciano un centro del rinfeudamento granducale.

La chiesa romanica di Sticctano è senz'altro una delle emergenze più notevoli del Comune di Roccastrada: si presenta con planimetria a navata unica rettangolare movimentata da un'abside semicircolare, il presbiterio rialzato ed alla sua destra il campanile rettangolare a forma di torre inserito dentro la chiesa, il coronamento dell'abside è ad archetti ciechi pensili poggiati su mensole, di architettura romanico-lombarda. Due sono i portali: quello principale con un architrave decorata da due croci romaniche; quello laterale che presenta una decorazione di modenatura sugli stipiti e palmette con foglie incrociate sulla cornice del doppio archivolto.

Alla estremità settentrionale del paese emerge il palazzotto baronale dei Piccolomini, a forma di padiglione seicentesco. A poca distanza da questo un tratto di muro sembra curiosamente coricato su un fianco, evidentemete crollato, è stato inglobato nelle successive edificazioni.

Interessante, per gli scorci pittoreschi ed il panorama della sottostante pianura, si presenta l'intero borgo ancora Intatto. Su Monte Leoni, a qualche chilometro dal paese, è un recinto circolare di pietre, che cinge la cima del monte. È segnalato come resto di mura crollate pertinenti ad un castelliere di caratteristiche simili a quello di Moscona (vicino alla antica Roselle).[1]

 

Roccastrada

Roccastrada risulta essere nel medioevo un modesto castello dei Conti Aldobrandeschi alla cui amministrazione era preposto un castaldo.

Nella bolla di Innocenza II dell'aprile 1140, riguardante le proprietà dell'Abbazia di Giugnano viene ricordata per la prima volta, attestata come centro di un territorio e questo dimostra la sua importanza come castello; fino al 1188 sarà chiamata Rocca di Fabiano.

Sotto il ramo dei Conti Aldobrandeschi di Santa Flora, il paese seguì la sorte di tanti coevi borghi maremmani passando dai sopraddetti feudatari alla Repubblica Senese. Dopo la distruzione dei castelli di Fornoli e Torri di Maremma da parte dei Guelfi alla fine del XIII e inizio XIVsec., perché rifugio con Roccastrada stessa dei Ghibellini, e del castello di Sassoforte da parte della Repubblica Senese, Roccastrada rimase senz'altro il punto di riferimento più importante di quell'area. Le sue condizioni migliorarono leggermente durante il principato mediceo e poi con i Lorena, quando Roccastrada fu sede di podesteria estendendo la giurisdizione a diversi comuni limitrofi.



Il borgo medievale e la Chiesa di S. Niccolò

Il centro storico si svolge lungo il crinale di una "terrazza" di roccia riolitica dove le modeste abitazioni del borgo convergono verso le "carceri", vecchio centro politico dell'antico castello.

Niente resta delle antiche difese e della rocca ad eccezione di un tratto delle mura, a levante, sul quale sono state alzate le case. A ponente probabilmente non sono mai state opere di difesa significative, per la presenza di una parete di roccia a strapiombo spaccata in giganteschi massi.

La parrocchia di San Niccolò, più volte rimaneggiata ma di origine medioevale, conserva al suo interno un affresco di scuola senese rappresentante l'annunciazione, una copia di una tavola della scuola di Matteo di Giovanni, alcuni affreschi di Giovanni Maria di ser Giovanni Tolosani raffiguranti una "Madonna col Bambino" e un bel fonte battesimale in stile tardo-rinascimentale.

Nel vecchio paese le abitazioni patrizie conservano bei particolari decorativi scalpellati nella pietra locale tra cui camini, portali, finestre ad edicola. Recentemente restaurato, il Teatro Comunale dei Concordi sta diventando un vivo centro di vita culturale.

   
   
Roccastrada
Roccastrada

 
   

Walking in Tuscany

Massa Marittima and the Metalliferous Hills


Trekking in and around Roccastrada

Da Sticciano a Roccastrada | 19 km, 5 ore

Da Roccastrada verso il Castello del Belagaio | 13,5 km, 4,5 ore

Castello del Belagaio - Torniella | 13 km, 4 ore

Da Regoni verso Sassoforte, Sassofortino e Roccatederighi | 20 km, 5 ore

Da Piloni e Torniella, Sassoforte e Sassofortino verso Roccatederighi
| 16 km, 6 ore

Da Sassofortino a Montemassi | 13 km, 4,5 ore

Da Roccatederighi a Montemassi | 7 km, 2,5 ore

L'Età di Guidoriccio | Percorso circolare

Montemassi, la comunità e i culti tradizionali | Percorso circolare

La vita quotidiana del borgo Montemassi
| Percorso circolare



Trekking | Walking in Southern Tuscany

Analisi archeoastronomica della Pieve di Santa Mustiola a Sticciano | www.duepassinelmistero.com

Cicloturismo in Toscana | Viaggio nel medioevo

STICCIANO SCALO - ROCCASTRADA - SASSOFORTINO - ROCCATEDERIGHI - GABELLINO - MONTIERI - PIAN DEI MUCINI - PRATA - TATTI - RIBOLLA - PIAN DEL BICHI STICCIANO SCALO

Maps | Multigraphic – Tourist road map 1:50,000 - Maremma

Castello di Belagaio Coordinate:   43°4'44"N   11°13'8"E

 

 

Le Colline Metallifere  | Galleria immagini


Le Colline Metallifere

 

Vista da la Rocca di Campiglia Marittima a le Colline Metallifere   Sassofortino Panorama   RoccastradaPanorama1

Vista da la Rocca di Campiglia Marittima a le Colline Metallifere

 

  Sassofortino panorama   Panorama Roccastrada


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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia

     
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Montecristo è poco più di uno scoglio, piantato nel mezzo del mar Tirreno, ad una certa distanza dalle più celebri coste dell’Elba (43 km) e dell’Argentario (64 km). Un’isola selvaggia e disabitata, con 16 km di coste che, tranne una sola eccezione, sono assolutamente inaccessibili, culminante con una vetta alta ben 645 metri.