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Castello del Belagaio
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Dal Castello di Belagaio a Torniella
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Il territorio di Torniella, l’angolo più a nord della provincia di Grosseto e del comune di Roccastrada, al confine con la provincia di Siena è un’oasi incontaminata di natura, silenzi e cieli limpidi, con boschi secolari, torrenti di acqua cristallina, castelli, antiche ferriere e laghetti con cascatelle.
Questo itinerario è quello delle Ferriere. Fin dall’antichità il territorio di Roccastrada è stato oggetto di estrazione e lavorazione dei metalli. E’ in particolare nell’area di Torniella, lungo il corso del bacino del Farma, sulla strada chiamata “delle ferriere”, che verranno impiantate, a partire da questo momento, numerose strutture per la lavorazione del ferro.
Il castello del Belagaio
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Il Belagaio è un antico castello feudale in mezzo al bosco, che è passato nelle mani di vari potenti della zona: è stato della famiglia degli Aldobrandeschi, dell’Abbazia di S. Lorenzo al Lanzo, della famiglia degli Ardengheschi e, da ultimo, dei conti Grottanelli.
Sicuramente rappresentava un punto strategico a dominio della Val di Farma e la sua importanza è stata legata anche alla presenza nella zona di numerose ferriere. Nell’800 fu trasformato dai conti Grottanelli in una villa-fattoria ma possiede ancora il fascino del castello.
Attualmente il castello appartiene al Corpo Forestale dello Stato ed è al centro di una riserva naturale che è sede anche di un’azienda pilota sperimentale e didattica per la salvaguardia e la diffusione del cavallo maremmano.
Il percorso
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Map Belagaio Torniella
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Castello del Belagaio (427 m.s.l.m.) - Torniella (441 m.s.l.m.)
Dislivelli: salita mt. 246; discesa mt. 232
Tempo di percorrenza: 4.20 ore
Percorribilità
La viabilità è formata da sentieri, mulattiere e carrarecce che non presentano alcuna difficolt.
Agevole, su sentieri in mezzo a boschi e prati pascoli ed ocasionalmente su carraecce, è percorribile in qualsiasi stagione. Particolarmente interessante la possibilità di bagnarsi nella Farma (belli i Canaloni).
È possiblle rifornirsi d'acqua sul percorso.
Interessi
Storico Architettonico (Castello del Belagaio - Ferriere)
Geologico (Affioramenti di Verrucano ai Canaloni)
Botanico (Roveri - Aceri montani - Tigli - Vegetazione riparia)
Faunistico (Falchi - Cinghiali - Caprioli)
Proprio sotto al castello Belagaioc’è anche una interessante grotta (La Tomba); per visitarla occorre l’autorizzazione delle guardie forestali e la guida di uno speleologo.
È questo l’itinerario delle Ferriere. È interessante anche dal punto di vista botanico e nel tratto che dal castello del Belagaio arriva alla Farma troviamo essenze tipo la rovere, il tiglio, l’acero montano. Questo fianco di Poggio le Macine ha tutta una serie di pieghe nel senso dell’altezza e la vegetazione si dispone nelle gobbe», con una predominanza di essenze mediterranee, come leccio, albatro, erica, che sono sostituite progressivamente verso le vallette dalle mesofile, come rovere e cerro e dalle igrofile come pioppo e frassino lungo i fossetti.
Subito dopo aver oltrepassata la Farma incontriamo i resti della prima Ferriera e dopo proseguiamo passando prima in una bella pioppeta, poi vicino alla diga che sbarrava il torrente formando così l’invaso da cui veniva presa l’acqua che serviva per il lavoro.
Andiamo avanti nel bosco lungo la riva arrivando ai Canaloni (un cartello indica la corta deviazione), un tratto roccioso dove la Farma ha scavato alcune vasche, meta estiva per bagni refrigeranti e di sole.
Dopo circa 600 metri, dove il sentiero devia verso destra lasciando il torrente, passiamo accanto a due sorgenti a qualche metro dalla Farma e dopo un tratto su una strada imbrecciata arriviamo alla diga dell’altra ferriera, un’opera ancora ben riconoscibile.
Se il guado sulla diga è problematico, si può eventualmente proseguire per la strada imbrecciata fino alla Senese - Aretina e lì verso sinistra fino a Torniella.
Proseguiamo poi sui alcuni prati molto belli in primavera per l’intreccio dei colori delle numerose fioriture, tra cui diversi tipi di orchidee spontanee e, dopo poco, arriviamo alla seconda ferriera. È una costruzione in bozze di pietra con architravi e piedritti delle finestre monolitici ed i solai completamente in legno.
Più avanti, continuiamo in un castagneto da frutto e, dopo aver incontrato un fontino curioso per il fronte scolpito ed una sedia in pietra di fianco, saliamo a Torniella.[1]
Fauna
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Il torrente Farma nasce dalle Colline Metallifere, tra Boccheggiano e Roccatederighi e si avvia verso est segnando il confine tra le Provincie di Grosseto e Siena, per gettarsi poi nel Merse e quindi nell'Ombrone. Questo suo andamento ovest - est fa in modo che i due versanti della valle siano esposti uno a nord ed uno a sud, il che unito alle particolari condizioni di umidità, fanno vivere vicini tra loro ambienti ed essenze tipici della macchia mediterranea, come il leccio, corbezzolo, sughera, lentisco, eriche, cisti, accanto a boschi caratteristici di climi più freddi, tipici a volte di regioni dell'Europa centrale formati da castagni, querce, carpini, con a corrispondente sottobosco di agrifogli, felci, muschi.
Inoltre lungo la riva del torrente è la vegetazione di ripa tipica composta da pioppi, salici, ontani, tigli, esente da infiltrazioni di piante estranee e infestanti come la robinia.
La parte flogistica presenta delle vere e proprie eccezionalità come alcune stazioni eterotopiche di faggio e tasso, resti di una flora presente in periodi molto più freddi ed ancora lungo la Farma (250 m. circa s.l.m ), grazie alla esposizione (sono sul fianco nord) ed umidità.
Queste si estendono anche in altre aree come su Monte Alto (faggi sul fianco nord e faggi e tassi lungo il corso della Seguentina); sul Sassoforte (faggeta sul fianco nord); lungo il corso del Bardellone (tratti di faggeta).
Altri ricordi di epoche lontane sono rimasti in questa valle: in un sondaggio sperimentale nello stagno Troscia, poco lontano del Castello del Belagaio, si è trovato polline fossile, che ha permesso di ricostruire la storia passata della vegetazione fino all'era glaciale, quando questi luoghi erano una grande brughiera a mirtillo; nello stesso stagno è un piccolo anfibio, il tritone alpestre, nella sua stazione più meridionale e isolata che si conosca.[1]
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Il fiume Farma e la sua valle
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I canaloni di Torniella
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La Valle del fiume è stata, per secoli, il naturale confine tra due mondi molto diversi, la linea di demarcazione tra la civiltà mercantile e l'economia del bosco e delle miniere. Da sempre scarsamente popolata, ha conservato i caratteri che certamente hanno visto gli uomini del Villanoviano e gli Etruschi.
Gran parte del territorio, ad eccezione delle aree circostanti le miniere, è ricoperto da fitti boschi di castagni, querce e carpini. Verso la costa, le colline iniziano a degradare e la macchia mediterranea inizia a predominare accompagnata da lecci e sughere, corbezzoli e lentischi. Dentro i boschi vivono cinghiali, caprioli, tassi, istrici, faine e donnole. Di notevole importanza la presenza della lontra, segno di ecosistema inalterato.
Curiosità: il fiume è caratterizzato per un tratto da una serie di rapide denominate i Canaloni. In tutti questi secoli, l'acqua ha modellato la roccia vulcanica che in questo punto affiora in superficie creando delle vasche naturali.
Nella Val di Farma è attiva dal 1996 l'omonima Riserva Naturale che si estende per 1.500 ettari nei comuni di Roccastrada e Monticiano, al confine delle province senese e grossetana. E' caratterizzata da una quasi totale copertura boschiva. Al centro dell'area si trova la fattoria e il castello del Belagaio, sede di una riserva naturale di popolamento animale legata in particolare alla riproduzione del cavallo maremmano. Poco distante dal castello del Belagaio, in prossimità della riva destra del fiume, c'è un piccolo laghetto naturale chiamato "Stagno della Troscia".
La ferriera
La ferriera é un luogo nel quale il minerale di ferro, estratto dalle miniere, veni va trasformato in serrulevorat! tramile un processo di riduzione variabile, dal più elementare sistema del bessofuoco (quello più diffuso in epoca medioevale), al moderno sistema degli altoforni.
il bassofuoco ha la caratteristica di non dare luogo a un vero e proprio processo di fusione per l'impossibilità di raggiungere temperature sufficientemente elevate. Il minerale, che qui veniva surriscaldato Insieme al carbone di legna (in percen tuale di una parte su tre di legn(l,), attraverso un processo chimico originato dal calore, si liberava delle sue partì superflue e formava un massello spugnoso che veniva immediatamente compattato con il maglio; quindi, ridotto in verghe, pas sava nelle mani del fabbri che tramile un secondo processo di surriscaldamento, lo trasformavano In manufatto.
Tale elementare processo di lavorazione Siderurgica vide, a partire dal 1300, alcune innovazioni tecniche legate allo sfruttamento dell'energia idraullca che ri guardarono in particolare l'uso del mantice e del maglio: il mantice era uno stru mento che forniva l'ossigeno necessario ad alimentare il calore del forni, il magHo serviva invece a battere sul ferro caldo. Questo permise ovviamente un incremen to della produzione ma ebbe anche un'altra importante conseguenza, che fu lo spostarsi degli impianti di lavorazione presso i maggiori corsi d'acqua.
Le strutture del bassofuoco, prima della utilizzazione della energia idraulica, erano formate da piani di argilla cotta della dimensione di poco piu di un mq. circa sui quali veniva depositato sia il carbone di legna che il minerale ed erano chiusi da muretti legati da terra o argilla; essi sfruttavano talvolta anche cavità na ruralì e piani rocciosi, pertanto molto difficile ne risulta l'identificazione nel terrilo rio Ben più evidenti e numerose sono le strutture più tarde quasi sempre eviden ziate dalla presenza di canalizzazioni del fiume, da chiuse e dalla frequente com presenza di mulini ad acqua.
I Canaloni del Torrente Farma |
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I Canaloni del Torrente Farma
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Trekking in and around Roccastrada
Da Sticciano a Roccastrada | 19 km, 5 ore
Da Roccastrada verso il Castello del Belagaio | 13,5 km, 4,5 ore
Castello del Belagaio - Torniella | 13 km, 4 ore
Da Regoni verso Sassoforte, Sassofortino e Roccatederighi | 20 km, 5 ore
Da Piloni e Torniella, Sassoforte e Sassofortino verso Roccatederighi | 16 km, 6 ore
Da Sassofortino a Montemassi | 13 km, 4,5 ore
Da Roccatederighi a Montemassi | 7 km, 2,5 ore
L'Età di Guidoriccio | Percorso circolare
Montemassi, la comunità e i culti tradizionali | Percorso circolare
La vita quotidiana del borgo Montemassi | Percorso circolare
Itineraries. Hiking trails in the Val di Merse
1. Sentiero Iesa-Tocchi
2. Sentiero Iesa-Terme di Petriolo
3. Sentiero della Gola del Merse
4. Sentiero di San Galgano
5. Sentiero della Pietra
6. Sentiero Scalvaia-Valle del Farma
7. Sentiero Monticiano-Camerata
8. Antica Strada Maremmana
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Le Colline Metallifere
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Vista da la Rocca di Campiglia Marittima a le Colline Metallifere
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Panorama di Gerfalco |
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Panorama Roccastrada |
Da Casal di Pari al Castello del Belagaio (Percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta)
Sviluppo: 9 km, Percorrenza: 0 min, Dislivello in salita: 90 m, Dislivello in discesa: 130 m.
Questo piacevole itinerario segue una strada asfaltata nei primi 2 km e sterrata più avanti. Da Casal di Pari si va a ovest costeggiando il Poggio dei Leccioni e il Poggio al Perello, ed entrando nella Riserva Naturale del Farma. Una discesa precede l'arrivo al Castello del Belagaio, raggiunto da due itinerari del Trekking Roccastrada. Segnavia senza numero.
Trekking | Walking in Southern Tuscany
Walking in Tuscany | Nature reserves and beaches in the Maremma
Walking in Tuscany | Itinerary 6 | Farma Valley
Trekking in Toscana
| Sentiero 6 | Scalvaia - Valle del Farma
Maps | Multigraphic – Tourist road map 1:50,000 - Maremma
Castello di Belagaio Coordinate: 43°4'44"N 11°13'8"E
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[1] Fonte: Libro Trekking | I percorsi del Trekking Roccastrada | www.comune.roccastrada.gr.it
Il percorso del Trekking Roccastrada si snoda nell'immediato entroterra della Maremma grossetana, sull'arco dei colli che coronavano l'antico lago Prile, spingendosi fino nella Val di Farma a cavallo tra le Province di Grosseto e Siena.
[2] Trata da | www.turismo.intoscana.it
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