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Montalcino, fortezza
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La Fortezza di Montalcino
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Montalcino si colloca nel territorio a nord-ovest del Monte Amiata, alla fine della val d'Orcia, sul confine amministrativo con la provincia di Grosseto.
La collina su cui si trova Montalcino è stata abitata probabilmente già in epoca etrusca.
La storia medievale della zona presenta innumerevoli punti oscuri, in quanto tutta la documentazione inerente era conservata nel distrutto archivio dell'Abbazia di Sant'Antimo, da cui il castello stesso dipendeva. Anche il fatto che la via Francigena passasse ad est del borgo, presso l'odierno pese di Torrenieri, non ci ha aiutato a reperire notizie storiche antecedenti alla seconda metà del 1100.
Montalcino è menzionato per la prima volta in un documento del 29 dicembre 814, quando l'imperatore Ludovico il Pio concesse il territorio sub monte Lucini all’abate della vicina Abbazia di Sant'Antimo.
Il primo nucleo abitativo si ritiene risalga al X secolo. In questo periodo la popolazione ebbe un notevole incremento demografico quando si trasferirono in città gli abitanti di Roselle. Il nucleo abitativo originario si sarebbe esteso nel corso dei secoli fino a raggiungere, nel XIV secolo, le dimensioni attuali.
Grazie alla posizione della città, dominante la cima di una collina, dai suoi viali la vista può spaziare sulle valli dell'Ombrone e dell'Asso.
Le notizie partono dalla fine del XII° secolo, con Montalcino già comune autonomo alleato di Siena durante la guerra, persa, contro Firenze del 1176. Ben presto Montalcino si trovò a dover contrastare le mire espansionistiche di Siena e l'alleanza fu rotta, addirittura nel 1200 il castello fu distrutto dall'esercito senese, momentaneamente in tregua con quello fiorentino, impegnato anch'esso ad eliminare l'analogo ostacolo costituito da Semifonte. La ripresa della guerra con Firenze impedì ai senesi di completare la conquista di Montalcino. Il castello rimase comunque sotto il protettorato della Chiesa e del Comune di Siena. Dopo un tentativo fallito di conquistare di nuovo l'autonomia, nel 1232 il castello fu rioccupato e costretto ad una nuova alleanza con Siena. Dopo l'ennesima rivolta il castello fu di nuovo espugnato dai senesi nel 1252 ma perso subito dopo grazie all'intervento di Firenze e Grosseto. A Montaperti i montalcinesi erano schierati con Firenze contro Siena e la vittoria di quest'ultima non fece altro che portarli ad una nuova perdita di autonomia. Nel 1269 Siena fu nuovamente sconfitta, a Colle, e Montalcino di nuovo libera. Solo dopo la metà del XIV° secolo Montalcino tornò sotto il controllo di Siena. Risale a questo periodo la costruzione della Rocca col fine di controllare il centro cittadino.
Il fronte interno alle mura: la torre nord-est.
Ormai Montalcino era Senese e nel XV° secolo divenne uno dei centri più importanti del territorio della Repubblica. Nel secolo successivo la città e il castello resistettero all'assedio dell'esercito Imperiale e Mediceo nel 1553 durante la guerra che portò alla definitiva capitolazione senese nel 1555. Dopo la resa molti cittadini senesi raggiunsero Montalcino dove, capitanati da Piero Strozzi, fecero rivivere in esilio la Repubblica. La città divenne il capoluogo dei territori ancora non conquistati dai fiorentini e resistette fino al 1559 quando, ormai isolata dalla caduta di Talamone e Castiglione della Pescaia, fu offerta la resa e giurata fedeltà a Cosimo de' Medici.
Il castello è ancora oggi praticamente intatto. Come detto la sua costruzione fu iniziata nel 1361 sul vertice meridionale delle preesitenti mura cittadine del 1200, incorporando il mastio di S.Martino, il torrione S.Giovanni. L'aspetto e quello classico di castello-recinto con pianta pentagonale dotato di torri a tutti gli angoli. La torre di sud-est è affiancata dal cassero. Le mura e le torri sono dotate di camminamento di ronda esterno aggettante, sorretto da archetti su beccatelli a piramide rovesciata, ancora oggi interamente percorribile. Le torri settentrionali sono aperte sul lato interno. Il castello incorporò anche un'antica basilica a tre navate, poi ridotta ad una per fungere da cappella alla fortificazione, della quale sono ancora visibili i resti presso la torre nord-est. Sul lato sud si estende il possente bastione mediceo, aggiunto da Cosimo alla metà del 1500.[1]
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Vista panoramica di Montalcino dal Castello
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Montalcino
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Le mura della città sono state costruite nel XIII secolo. La fortezza è stata costruita nel punto più alto della città nel 1361, ha struttura pentagonale ed è stata progettata dagli architetti senesi, Mino Foresi e Domenico di Feo. La fortezza incorpora alcune delle preesistenti strutture tra cui il mastio di Santo Martini, la torre di San Giovanni e un'antica basilica, che ora serve come cappella del castello.
Nei pressi della fortezza è la Chiesa di Sant'Agostino, con la sua semplice facciata romanica, costruita nel XIII secolo.
L'edificio adiacente alla chiesa era un tempo un convento, ma è sede del Musei riuniti, che è sia un museo civico che un museo diocesano. Il museo ospita varie opere, tra cui uno splendido crocifisso ligneo di ignoto artista di scuola senese, due bellissime sculture lignee XV secolo e alcune altre sculture in terracotta che sembrano essere della scuola dei Della Robbia. La collezione comprende anche un San Pietro e San Paolo di Ambrogio Lorenzetti e una Madonna col Bambino di Simone Martini.
Il Duomo, dedicato a San Salvatore, è stato originariamente costruito nel XIV secolo, ma ora ha un aspetto neo classico grazie ai lavori di ristrutturazione che ha subito nei primi anni del XIX secolo sotto la direzione dell'architetto senese Agostino Fantastici.
La piazza principale di Montalcino è Piazza del Popolo. L'edificio principale della piazza è il palazzo comunale, detto anche Palazzo dei Priori (fine XIII secolo inizi del XIV). Il palazzo è adornato con gli stemmi araldici dei numerosi podestà che hanno governato la città nel corso dei secoli. Un'altissima torre medievale è incorporata nel palazzo. Vicino al palazzo comunale, si trova una struttura rinascimentale con sei archi a tutto sesto, chiamata La Loggia, che è stata iniziata alla fine del XIV secolo, e finita nei primi anni del XV, ma che ha subito numerosi lavori di restauro nel corso dei secoli successivi. |
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Montalcino, Piazza del Popolo
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I musei di Montalcino | Un percorso attraverso archeologia, arte medievale e moderna
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Negli antichi locali dell'ex convento di Sant'Agostino in Montalcino, trova spazio il Museo Civico e Diocesano, uno dei più importanti musei d'arte medievale e moderna della Provincia di Siena.La collezione offre una panoramica quasi completa della produzione artistica di questo centro toscano. Un trittico ed un polittico documentano che l'influenza del grande caposcuola Duccio di Boninsegna fu molto avvertita, anche quando personalità del calibro di Simone Martini e dei fratelli Lorenzetti mostravano più moderne soluzioni. Di Simone è presente una Madonna col Bambino , mentre un San Pietro ed un San Paolo si dichiarano dell'ultima maniera di Ambrogio Lorenzetti. La generazione che superò la crisi della Peste nera (1348) è rappresentata da Luca di Tommè ( Madonna col Bambino ), dal cosiddetto “Maestro di Panzano” ( Madonna con Bambino e Santi ) e soprattutto da Bartolo di Fredi che svolse un'intensa attività per le chiese di Montalcino. Spicca il suo complesso e grandioso polittico dedicato all'incoronazione della Madonna ed alle storie della sua vita (1388). Anche l'arte tardo gotica è ben rappresentata da una raffinata Madonna col Bambino di Giovanni di Paolo e da un'altra di Sano di Pietro. La nuova pittura rinascimentale fiorentina si riflette in una Maestà del Vecchietta. Per l'epoca rinascimentale sono presenti una Madonna della Misericordia di Vincenzo Tamagni e una Madonna col Bambino e Santi del più bravo allievo del Beccafumi, Marco Pino. Di particolare importanza per il Museo di Montalcino è il cospicuo nucleo di scultura lignea dipinta. I modi forti ed espressivi di Giovanni Pisano si riflettono in una straordinaria Madonna , mentre un piccolo crocifisso dai tratti sottili ed eleganti realizzato da Giovanni d'Agostino, capomastro del Duomo di Siena, è la trasposizione della pittura di Simone Martini. In scultura documentano l'alto livello dei maestri di legnami senesi della seconda metà del ‘300 due gruppi con l'Annunciazione ed alcuni crocifissi. Di Francesco di Valdambrino risultano un importante San Pietro in cattedra donato a Montalcino da Papa Pio III e un tenero Crocifisso che segna l'apice di questo gentile e raffinato scultore senese, amico e collaboratore di Jacopo della Quercia.Altri dipinti e sculture documentano la produzione tra Manierismo e Controriforma fino al Seicento. Il Museo conserva inoltre un' importante collezione di boccali in maiolica arcaica (prodotti localmente a cavallo tra Duecento e Trecento); una raccolta di paramenti e di oreficeria sacra (dal Cinquecento al Settecento), due volumi miniati della Bibbia Atlantica del XII sec. provenienti dall'Abbazia di Sant'Antimo e due Antifonari miniati del XIII secolo. All’interno della sezione archeologica dei Musei di Montalcino, già preesistente dal 1958, si può ripercorrere la storia archeologica del territorio dalla preistoria al periodo etrusco.
Il materiale esposto è frutto delle ricerche compiute in 60 anni di attività: scavi, recuperi, restauri, valorizzazioni e gelosa custodia di migliaia di reperti.
Montalcino è anche uno dei luoghi con il maggiore numero di evidenze archeologiche, attestate sia da scavi fortuiti che da varie ricognizioni effettuate. I rinvenimenti noti attestano la frequentazione antropica già nel paleolitico, infatti un ritrovamento sporadico di un’ amigdala acheuleana di diaspro rosso mostra già la presenza umana durante il paleolitico inferiore. Un sito importante, scoperto nel 1968, datato al paleolitico superiore, in località Vadossi ai piedi della collina montalcinese, ha restituito oltre 2000 pezzi in selce rossa, marrone, grigia e bianca; gli strumenti più numerosi sono grattatoi e raschiatoi per macellare la selvaggina e conciare le pelli, punte di freccia e lame affilate indispensabili per la caccia, bulini e denticolati utili per incidere e forare il legno.
Storia di Montalcino
Montalcino è una città medievale, si nomina per la prima volta il 29 dicembre 814 quando Lodovico il Pio, figlio di Carlo Magno concede tutto il territorio in feudo ad Apollinare, Abate di S. Antimo.
Sull'origine del nome di Montalcino esistono almeno due ipotesi. Alcuni ritengono derivi dal Mons Lucinus citato nel documento dell'814, nome in onore dalla dea Lucina o riferimento alla parola latina lucus, che significa "bosco sacro", o più genericamente "piccolo bosco". Altri, invece, fanno derivare il toponimo da Mons Ilcinus, dal latino mons (monte) e ilex (leccio), cioè "monte dei lecci", pianta assai diffusa nella zona rappresentata anche nello stemma cittadino. Con il trascorrere dei secoli il nome, ad ogni modo, si sarebbe poi trasformato, da Mons Lucinus o Mons Ilcinus, in Mons Elcinus e successivamente nell’attuale Montalcino.
I primi segni di un insediamento urbano in questo territorio, alcune suppellettili in pietra (armi ed arnesi usati dalle popolazioni preistoriche) databili al 31000-30000 a.C., sono state rintracciate nelle campagne circostanti.
Alcuni studiosi affermano che dalle testimonianze scritte di Tito Livio e Polibio risulterebbe che sul colle, sul quale sorge oggi Montalcino, sotto il consolato di Lucio Emilio e Caio Attilio, si rifugiarono alcuni soldati romani per sfuggire all’esercito dei Galli. E’ certo comunque che nei dintorni di Montalcino, numerosi ritrovamenti archeologici hanno consentito di tracciare una mappa degli insediamenti risalenti all’epoca etrusca e romana.
Non si hanno notizie sicure dell’ età in cui sorse il primo insediamento in Montalcino: di certo sappiamo che nel periodo alto-medievale i saccheggi e le invasioni perpetrate dai barbari nell’entroterra e dai saraceni nelle città marittime (Roselle 935), spinsero gli abitanti di questi centri a cercare una sistemazione più sicura nell’interno della regione.
La nascita di Montalcino si può quindi far risalire intorno al X secolo, anche se esiste un precedente documento (715), firmato dal re dei Longobardi Liutprando, nel quale si cita la contesa tra la Diocesi di Siena e quella di Arezzo per il possesso di alcune pievi esistenti nel territorio montalcinese.
Abbiamo inoltre testimonianza che nell’814 Ludovico il Pio concesse la giurisdizione su Montalcino all’Abbazia di Sant’Antimo.
Per la sua posizione strategica, Montalcino divenne nel 1110 una roccaforte della Repubblica di Siena che la fortificò con possenti mura in occasione della guerra contro Orvieto e Montepulciano. Fino alla prima metà del XIII secolo, Siena e Firenze si alternarono nella dominazione di questo centro; nel 1211 fu stipulato un accordo tra l’Abate di Sant’Antimo, i Senesi e gli abitanti di Montalcino, che prevedeva la cessione di una parte del territorio ilcinese a Siena. Nel 1252 Montalcino è di nuovo libera dalla dominazione senese ed alleata coi fiorentini che la difesero con successo dall’assedio posto dai senesi per impadronirsi della cittadina.
La situazione si delineò definitivamente con la battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), vinta dalla coalizione ghibellina toscana capeggiata da Siena contro i guelfi fiorentini, in conseguenza della quale Montalcino entrò definitivamente nell’orbita d’influenza senese. Dovette passare un secolo tuttavia affinché i montalcinesi diventassero a tutti gli effetti cittadini della Repubblica di Siena (1361) e ottenessero agevolazioni di dazi e gabelle. Siena fece così del luogo un importante caposaldo difensivo, costruendo in soli due anni la rocca (1361-1363), simbolo della dominazione senese in Montalcino e rinforzando notevolmente le mura difensive.
Nel 1462 Montalcino fu elevata al grado di città ed eretta a diocesi insieme a Pienza da Papa Pio II Piccolomini.
Nel 1553 la cittadina subì l’ultimo grande assedio della sua storia da parte della milizie di Carlo V, alleate dei Medici e capeggiate da Don Garcia di Toledo. Nel 1555, quando Siena, protetta dai francesi, capitolò alle truppe medicee, famiglie di esuli senesi guidate da Pietro Strozzi, fondarono la Repubblica di Siena in Montalcino che ebbe vita fino al 1559; in quell’anno infatti con il Trattato di Cateau Cambrésis, venne stipulata la pace tra Francia e Spagna ed i relativi alleati; la Repubblica di Siena, di cui Montalcino faceva parte, fu annessa definitivamente al Granducato di Toscana, di cui da allora in poi la cittadina seguì le vicende fino all’annessione al Regno d’Italia, avvenuta con il plebiscito del 1860.
[Fonte: Comune di Montalcino | www.comunedimontalcino.it] |
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Montalcino, vicinanza
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La Val d'Orcia
La Val d'Orcia è un'area della provincia di Siena, al confine meridionale delle Crete Senesi - poco più di mezz'ora d'auto dalla città del Palio - il cui territorio negli ultimi decenni è assurto a vera e propria icona del paesaggio rurale toscano.
La Val d'Orcia ha forse un nome meno noto rispetto a quelli di altre aree di interesse turistico in Toscana, tuttavia la bellezza e la suggestione dei panorami che qui si possono ammirare non teme confronti, come testimonia la quantità di scatti fotografici che quasi monopolizzano le copertine di libri fotografici, guide turistiche, calendari ed opuscoli promozionali dedicati alla regione Toscana. Non è raro trovare immagini della Val d'Orcia persino nei siti web di agriturismi toscani situati a più di 200 km di distanza! Tanto per citare uno degli scorci più sfruttati potremmo ricordare l'onnipresente boschetto di cipressi situato tra San Quirico d'Orcia e Torrenieri.
L'elemento dominante nel paesaggio della Val d'Orcia è costituito dal dolce profilo dei rilievi collinari il cui terreno argilloso è spesso destinato alle colture cerealicole. Ai campi di cereali, che in estate offrono un colpo d'occhio impressionante, si alternano pascoli, boschi, appezzamenti con piante di ulivo secolari e naturalmente vigneti. Ad arricchire il fascino della Val d'Orcia ha contribuito la sua urbanizzazione sviluppatasi da sempre in perfetta armonia con la natura: oltre agli splendidi centri storici di Pienza, Montalcino e San Quirico d'Orcia, si possono ammirare, sparsi sul territorio, suggestivi castelli, abbazie, poderi e borghi medievali.
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Vista sulla Val D' Orcia e Monte Amiata
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La Val d'Orcia si estende nella parte centro meridionale della provincia di Siena su una superficie di oltre 650 km quadrati compresa tra lo splendido scenario delle Crete di Siena a nord ed i fitti boschi dell'imponente Monte Amiata a sud. L'antico vulcano, dall'alto dei suoi 1738 metri di altitudine, costituisce una presenza ricorrente nell'orizzonta osservabile da un'ampissima parte delle province di Siena e Grosseto.
Il territorio, coincidente con una buona parte del bacino idrografico del fiume Orcia, ricade interamente all'interno della provincia di Siena, suddiviso tra i cinque comuni di Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia.
Una delle peculiarità dell'area è la sua scarsa densità abitativa, in assoluto una delle più basse in Toscana con circa 20 abitanti per km quadrato. L'assenza di un'intensa urbanizzazione moderna e più in generale la scarsa pressione antropica hanno mantenuto un ambiente dal paesaggio vergine, del tutto simile a come appariva nei secoli passati.
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Abbazia di Sant’Antimo
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L’Abbazia di Sant’Antimo
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L’Abbazia di Sant’Antimo sorge nella solitaria Valle Starcia, che si trova pochi Km a sud di Montalcino (SI). La chiesa abbaziale è uno dei monumenti in stile romanico più importanti della Toscana.
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Bellissima, antica chiesa romanica fondata forse da Carlo Magno (nel 781, ma si hanno notizie certe dall'812) divenne potentissima e poi declinò rapidamente sul finire del Duecento. Alla fine fu soppressa e poi recuperata (oggi è sede di alcuni monaci). La posizione, e la bellezza dell'opera ne fanno un capolavoro.
La chiesa è in stile romanico ricoperta di travertino ed onice. In facciata si vedono i resti delle quattro arcate cieche che la decoravano. Si entra attraverso un bel portale sormontato da un semplice portico, nell'architrave sono incisi i nomi degli architetti. Sul fianco sinistro un bel portale del IX secolo e il grande campanile. Simmetricamente, anche sul fianco destro è presente un altro piccolo portale, del XI secolo. L'abside è semicircolare da cui si irradiano altre piccole absidiole, anch'esse semicircolari.
L'interno, estremamente suggestivo, è pregevolmente armonioso. Diviso in tre navate da belle colonne con splendidi capitelli (alcuni in onice). Alle navate si sono conservati i matronei. La copertura è a capriate. La grande, interessante abside è illuminata da un'unica bifora. All'interno della chiesa, complessivamente spoglia, si trovano alcune opere di pregio: una Madonna con bambino in legno dipinto del Duecento. Leggermente precedente è il crocifisso dietro l'altare, anch'esso in legno. La piccolissima cripta conserva una tavola d'altare costituita da una lapide romana che porta iscrizioni del 347 d.C.
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Bassorilievo sulla parete esterna del campanile
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[1] Fonte: Castello di Montalcino | www.castellitoscani.com
Bibliografia
Bruno Santi (a cura di), L'Amiata e la Val d'Orcia, collana "I Luoghi della Fede", Milano, Mondadori, 1999, pp. 59 – 60. ISBN 88-04-46780-0 |
Ufficio Informazioni Turistiche Montalcino
Costa del Municipio, 8 - Montalcino
Tel. (+39) 0577 849331 - Fax. (+39) 0
Mappa | Siti di interesse
Abbey of Sant’Antimo website
Montalcino Trekking Urbano | www.assessoratoturismomontalcino.com
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Galleria fotografica Montalcino
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Montelifrè |
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Camigliano |
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Pieve dei Santi Biagio e Donato, Camigliano
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Frazioni: Camigliano, Castelnuovo dell'Abate, S.Angelo in Colle, S. Angelo Scalo, Torrenieri e Tavernelle.
Comuni confinanti: Buonconvento, Castel del Piano (GR), Castiglione d'Orcia, Cinigiano (GR), Civitella Paganico (GR), Murlo, San Giovanni d'Asso, San Quirico d'Orcia.
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia, giardino |
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Santa Croce, Firenze |
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Podere Santa Pia, situata in una posizione strategica,è un' ottimo residence nella campagna maremmana
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Anello di Sant'Antimo
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Lasciati i mezzi nel parcheggio presso l’Abbazia (318 mslm), si prende il sentiero che si snoda perpendicolarmente alla sua sinistra, salendo in leggere ma decisa salita verso Villa a Tolli (532 mslm). Abbiamo raggiunto la metà del percorso. Volgiamo quindi verso Ventolaio e Poggio D’arna (583 mslm) e massima altezza della giornata. Il percorso riporta una ripida discesa da Poggio d’Arna. La discesa è difficoltosa e occorre molta attenzione. In alternativa noi vi suggeriamo di procedere dopo Ventolaio rimanendo sempre sulla stradella bianca che con un ampio giro vi conduce a Colombaiolo riportandovi per breve tratto sulla strada percorsa all’andata. In entrambi i casi si ha una magnifica vista sulla valle e sull’Abbazia dall’alto. Non vi scordate infine di visitare la Chiesa prima di ripartire, è un notevole e raro esempio di gotico alla francese in terra toscana.
[Fonte:Percorsi Trekking in Toscana | www.caivaldarnosuperiore.it]
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L'Abbazia Sant'Antimo sorge in una piccola valle poco distante da Montalcino e la si raggiunge tramite un breve tratto di strada sterrata.
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Da Sant'Antimo a Bagno Vignoni
Sant'Antimo - Castello di Ripa d'Orcia - Bagno Vignoni - [Km 18, tempo di percorrenza 6 ore e 30].
E' un percorso piuttosto impegnativo ma regala panorami stupendi su tutta la Val d'Orcia, costellata di Rocche e paesi fortificati: questa era terra di confine tra la Repubblica di Siena e lo Stato Pontificio. Il trekking finisce a Bagno Vignoni, il piccolo paese conosciuto da secoli per la sua piazza costituita da una piscina termale, dove, nei secoli, si sono "curati" personaggi illustri quali Santa Caterina. |
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Bagno Vignoni |
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Partendo da Pienza, s’imbocca una carrareccia sino ad arrivare al paese di Montichiello, borgo celebre per aver conservato magnificamente le sue vestigia medioevali e per dar vita al “Teatro Povero”, una forma di rappresentazione teatrale recitata dai contadini del posto. Da Montichiello, si domina non solo la Val d’Orcia, ma anche l’Amiata e la stessa Pienza.
Lungo una panoramica carrareccia posta su un crinale e a metà strada tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, si prosegue verso Montepulciano, la città “Perla del Cinquecento”, passando attraverso i vigneti del Nobile, e inoltrandoci dentro boschi di querce e macchia mediterranea.
L’arrivo è vicino ad una fila di stupendi cipressi, presso il Tempio di San Biagio, opera dell’illustre Antonio da San Gallo Il Vecchio.
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Walking in Tuscany | Walk around Pienza | Montepulciano - Pienza
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Anello di Pienza | 6 km, 3 ore di cammino (soste escluse)
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Il sentiero parte da Pienza, tocca l’antica Pieve di Corsignano e ci permette poi di gustare appieno il tipico paesaggio della Valdorcia con i suoi campi di grano, spaziando con l’occhio fino al Monte Amiata.
E’ possibile, dopo la passeggiata, visitare Pienza e degustare i prodotti tipici.
Mappa
Mappe
Multigraphic Val d'Orcia, Kompass nr. 662;
Lago trasimeno and Kompass nr. 653 Pienza-Montalcino-Monte Amiata.
Kompass map 653 Pienza - Montalcino - Monte Amiata (1:50.000)
Touring Club Italiano (map 8 Toskana, 1:200.000)
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Pieve di Corsignano |
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Il Brunello di Montalcino è un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) prodotto nel territorio del comune di Montalcino. Il Brunello di Montalcino può essere considerato, insieme al Barolo, il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità.La vocazione del territorio di Montalcino a produrre vini di grande qualità è nota da molti secoli. Già nel Medio Evo gli statuti comunali regolamentavano la data d'inizio vendemmia, mentre durante l'assedio del 1553, il vino non mancò mai e Blaise de Montluc, alla difesa delle mura montalcinesi, per dissimulare le sofferenze "si arrubinava il volto con il robusto vino". Secondo il bolognese Leandro Alberti (1550-1631), Montalcino è: "molto nominato per li buoni vini che si cavano da quelli ameni colli.". L'auditore granducale Bartolomeo Gherardini nella sua visita a Montalcino del 1676-1677 segnala la produzione di 6050 some di vino descritto come " vino gagliardo, non però in gran quantità". Charles Thompson nel 1744 dice che "Montalcino non è molto famosa eccetto che per la bontà dei suoi vini".
Fino alla seconda metà del 1800 il vino più conosciuto ed apprezzato della zona era un vino bianco dolce, il Moscadello di Montalcino; fu in quel periodo che Clemente Santi iniziò a studiare le potenzialità di un clone del vitigno Sangiovese, il Sangiovese Grosso, localmente chiamato Brunello a causa del colore particolarmente scuro degli acini. In seguito, intorno al 1860, il nipote di Clemente, Ferruccio Biondi-Santi (figlio di Jacopo Biondi e di Caterina Santi) iniziò a produrre un vino rosso che dimostrò subito di possedere eccellenti qualità.
Nel 1869 un Vino Scelto (Brunello) della vendemmia 1865 fu premiato con medaglia d'argento dal Comizio del circondario. Nel 1893 il Ministero dell'Agricoltura premia un vino di Raffaello Padelletti e all'inizio del '900 il Brunello di Riccardo Paccagnini vince molti prestigiosissimi riconoscimenti sia nazionali (Esposizione Franco Italiana di Roma nel 1910), sia internazionali (grand prix per il Brunello 1894 e medaille d'or per uno del 1899). Il professor Martini della Scuola di Viticoltura e Enologia di Conegliano Veneto, nel 1885, in una conferenza su "La ricchezza avvenire della provincia senese", mette in evidenza che il Senese "è ormai conosciuto su tutti i mercati vinicoli nazionali ed anche nei principali esteri, per vari tipi di vino tra cui il Brunello di Montalcino".
Tuttavia il Brunello rimase per molti anni un vino conosciuto ed apprezzato solo nei dintorni della zona di produzione, anche a causa dell'elevato prezzo di vendita.
Le vicissitudini dell'inizio del XX° secolo portarono ad un decadimento della produzione vitienologica e pochissimi produttori tennero viva la produzione montalcinese fra le due guerre. Il Brunello di Montalcino fu presentato da alcune aziende alla Mostra dei Vini Tipici Senesi tenutesi a Siena nel 1932, 1933 e 1935. Dopo la seconda guerra mondiale si iniziò nuovamente a pensare alla produzione vitivinicola e alcuni ebbero la lungimiranza di proiettarsi nel futuro, accordandosi sulle regole di produzione del Brunello di Montalcino.
Dopo il 1950 la fama del Brunello di Montalcino si estese prima in Italia e poi all'estero.
La qualità del vino, la sua longevità e le sue caratteristiche possono variare, anche sensibilmente, nelle singole annate.
Risulta fondamentale, a tal proposito, l'andamento climatico durante la fase vegetativa (aprile-settembre), con le precipitazioni, le temperature e le escursioni termiche giornaliere che incidono profondamente sulle caratteristiche finali del prodotto di ogni singolo anno.
Tra le annate eccezionali sono da ricordare il 1945, 1955, 1961, 1964, 1970, 1975, 1985, 1988, 1990, 1995, 1997, 2004 e il 2006.
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'La posizione strategica tra Siena e Grosseto ed i fertili terreni che da sempre lo circondano hanno fatto del Castello di Poggio alle Mura una proprietà ambita e contesa a lungo nei secoli.
Il complesso si sviluppa perlopiù tra il IX ed il XIII secolo ma la sua origine è certamente anteriore. Alcuni sotterranei scavati nel tufo tuttora visibili oltre ad alcune urne di pietra e vasi in ceramica ritrovati durante l’ultimo restauro fanno presumere, infatti, l’esistenza di un insediamento già in epoca Etrusca. I “conci” – pietre bianche tipicamente utilizzate nella costruzione di archi Romani – oggi inseriti nell’arco di ingresso sembrano, invece, testimoniare una successiva trasformazione in Villa Romana.
La prima citazione ufficiale è del 1318, anno in cui Poggio alle Mura appare all’interno del catasto descrittivo dell’epoca – la “Tavola delle possessioni”– come inserito amministrativamente nella curia di Camigliano ed appartenente agli eredi di messer Mino di Neri dei Ranuccini. In seguito, con il passaggio dalla famiglia Raunuccini a quella Colombini, la tenuta passa dallo stadio di insediamento aperto a quello di centro aziendale fortificato (palatium seu fortelitia).
E’ la storia dei Conti Placidi, però, che più di tutte si lega a quella del Castello. Questa famiglia di nobili senesi con importanti incarichi di governo nella città, ne entra in possesso nel corso del Quattrocento quale ricompensa per essersi distinta durante le guerre della Repubblica di Siena contro Firenze.La proprietà viene loro successivamente ed in due occasioni confiscata dalla stessa Repubblica ed affidata allo “Spedale di Santa Maria della Scala”: nel 1483, con la cacciata dei Noveschi - il partito sostenuto dai Placidi - e nel 1487 – quando i Placidi vengono dichiarati ribelli. Nel 1529 i Conti riprendono però possesso del Castello e da allora governano indisturbati fino al 1959, anno in cui Poggio alle Mura viene acquistata dal Signor Mastropaolo, un imprenditore Italiano che aveva fatto la sua fortuna in Sud America.
L’ultimo passaggio di proprietà avviene, infine, nel 1983, quando il Castello, in pessime condizioni a causa dei danni subiti nel corso della II Guerra Mondiale, entra a far parte dell’azienda vitivinicola Banfi. Saranno i lavori di restauro voluti dalla famiglia Mariani – proprietaria dell’azienda - ed iniziati subito dopo l’acquisto a riportarlo agli antichi splendori.
Attualmente il fortilizio si presenta con un impianto piuttosto vario dovuto alle sovrapposizioni storico-architettoniche. Ha uno schema compatto a pianta quadrata e due cortili interni con una torre merlata, utilizzata come torre di avvistamento verso il fianco nord. Sul lato opposto, invece, è la cosiddetta torre di “arroccamento” dove era collocata una scala che poteva essere ritirata in caso di assedio. All’esterno si trova una rampa di accesso poggiata su archi. Di particolare interesse sono il cortile quattrocentesco, con basse arcate su pilastri ottagonali ed all’esterno la villa del XVI secolo e la rara ed antica ghiaccera con la caratteristica forma a tumulo. Da notare, inoltre, la lastra di marmo sul portale di ingresso che riporta le notazioni sugli interventi al cortile effettuati nel 1654.
All’interno del Castello è aperto dal 1992 il “Museo della Bottiglia e del Vetro”, dedicato a John F.Mariani, fondatore dell’Azienda Banfi, dove si può ammirare una ricca collezione di oggetti in vetro e dove si ripercorre l’intera storia della bottiglia.'
Castello di Poggio alle Mura, 53024 Montalcino (SI) | www.castellobanfi.it
Le visite guidate della Cantina sono disponibili su prenotazione:
* Lunedì – Venerdì, alle ore 16.00 dal 1 Marzo al 2 Novembre (festivi inclusi)
* Lunedì – Venerdì, alle ore 15.30 dal 9 Gennaio al 29 Febbraio e dal 5 Novembre al 21 Dicembre (festivi esclusi)
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Castello di Argiano
Banfi, Castello di Poggio alle Mura, nelle vicinanze di Podere Santa Pia
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Produttori DOCG Brunello di Montalcino [1]
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A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W Z |
Consorzio del Vino Brunello di Montalcino
Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino è nato nel 1967, all'indomani del riconoscimento della D.O.C., come libera associazione fra i produttori intenzionati a tutelare il loro vino ed a valorizzarne le caratteristiche. Il Consorzio ha favorito la nascita di un tessuto produttivo fatto di aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, unite da intenti comuni di rispetto della natura e aspirazione all’alta qualità del vino.
Il Consorzio organizza gli eventi in Italia e all’estero e la partecipazione dei produttori alle fiere. Cura l’immagine delle denominazioni montalcinesi mediante un ufficio stampa, diffonde notizie attraverso un sito web e numerose pubblicazioni in più lingue. Un’attività meno visibile ma molto importante è l’assistenza alla stampa specializzata e agli opinion makers per i quali vengono organizzate degustazioni e visite. Altrettanto importante l’assistenza ai soci sulle normative che regolano la produzione del vino.
Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, Piazza Cavour n. 8, 53024 Montalcino | www.consorziobrunellodimontalcino.it
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Il Castello Banfi, tra Podere Santa Pia e Montalcino è il punto di riferimento per gli appassionati del Brunello di Montalcino e del vino di qualità. #poderesantapia
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Tramonto dal Maremma |
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Perugia |
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Corridoio Vasari e Galleria degli Uffizi
a Firenze |
Questo articolo è basato sugli articoli Abbazia di Sant'Antimo, Montalcino, Pieve di San Michele Arcangelo (Montalcino), Brunello di Montalcino, dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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