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Trekking in Toscana
             
 
 
Mappa 1 Anello Sovicille | Sovicille – San Giusto – Villa Cetinale – Pieve di Pernina – Ancaiano – Canonica Trecciano [1]
Walking trails in Tuscany Travel guide for Tuscany
       
   

Anello Sovicille | Sovicille – San Giusto – Villa Cetinale – Pieve di Pernina – Ancaiano – Canonica Trecciano

   
   
La Montagnola Senese è una delle principali zone collinari della provincia di Siena. Il suo territorio spazia tra i comuni di Casole d'Elsa, Monteriggioni, Siena e Sovicille.
È caratterizzata dalla presenza di boschi cedui dove spiccano il leccio (quercus ilex), la roverella e l’acero e nelle zone più elevate il castagno. Il sottobosco è ricco di ginepro, caprifoglio, cisto, agrifoglio e corbezzolo. Il maggior rilievo è il Montemaggio con i suoi 671 m s.l.m.
Il sottosuolo, prevalentemente calcareo, è ricco di marmi, tra cui il famoso marmo giallo, usati in passato, a partire dal XIII secolo, nella costruzione di molte delle chiese della zona e non solo, essendo stati usati anche per il Duomo di Firenze e quello di Orvieto.
È ricca di grotte carsiche (se ne contano oltre 80) e falde acquifere che assicurano l’approvvigionamento idrico delle varie località della zona e di Siena. Nei pressi della pieve di Molli, nel comune di Sovicille nasce l’Elsa. È questo uno dei punti più alti della Montagnola e la Pieve di Molli si trova sullo spartiacque che divide il bacino dell’Elsa da quello della Merse.
Il territorio della Montagnola, che pure presenta dei tratti di difficile percorrenza, è stato interessato al passaggio della Via francigena che univa il nord Europa con Roma e che, in questo tratto, dalle vicine città di San Gimignano, Colle Val d'Elsa e Monteriggioni conduceva a Siena. Ne sono testimonianza le belle pievi che vi si trovano, come il complesso di Abbadia a Isola, nel comune di Monteriggioni e la pieve di Ponte allo Spino, nel territorio di Sovicille.
Numerosi sono anche i castelli presenti nella zona, come il Castello di Montarrenti.


Anello Sovicille


Anello Sovicille | Sovicille – San Giusto – Villa Cetinale – Il romitorio di Cetinale - Pieve di Pernina – Ancaiano – Villa Celsa
- 16 km

 
Partenza: Sovicille (Siena)
Arrivo: Sovicille (Siena)

Come arrivare al punto di partenza:

Lunghezza sentiero : 16 chilometri (circa)
Punto di arrivo : Sovicille (Siena)
Punti di interesse : Sovicille San Giusto Villa Cetinale Pieve di Pernina Villa a Celsa Romitorio Tebaide Ancaiano Canonica di Trecciano Montagnola senese

La Villa Cetina fu costruita tra il 1676 e il 1678 dal cardinale Flavio Chigi su progetto dell'architetto Carlo Fontana. Questa non fu mai un luogo di rappresentanza ma la residenza dove i Chigi si ritiravano per brevi periodi di riposo. La costruzione di questo palazzo s può sintetizzare in tre fasi: la prima corrisponde all'edificazione della villa, i suoi annessi e il giardino formale; la seconda alla realizzazione del parco della Tebaide; la terza alla costruzione del Romitorio.

La Pieve di San Giovanni Battista a Pernina, già ricordata nel 1078, conserva la struttura romanica d'origine, a tre navate, terminante con abside semicircolare, con bassi pilastri da disegni geometrici che sorreggono le arcate, terminanti in capitelli decorati in parte da disegni geometrici e copertura a capriate.

Villa Celsa. Il castello, sorto come baluardo difensivo della repubblica di Siena, fu trasformato nel Cinquecento in residenza per iniziativa del proprietario Mino Celsi. Il restauro cinquecentesco è attribuibile all'architetto Baldassarre Peruzzi, che sicuramente intervenne nella progettazione della cappella circolare e nella sistemazione esterna dei muri di terrazzamento.

 


Descrizione

 
Si parte da Sovicille (252 mslm) per arrivare per stradella a San Giusto (219 mslm), bellissima pieve medievale. dopo breve tratto di asfalto prendiamo una strada bianca che in leggera salita ci conduce al Parco della Tebaide e quindi alla Ville del Cetinale (324 mslm). Volgendoci sulla destra di questa, sempre su stradelle bianche ci dirigiamo verso la Villa di Celsa che vedremo da lontano. Tornando brevemente sui nostri passi ecco la Pieve di Pernina (499 mslm), luogo incantato dove conviene fare una sosta. Ripreso il cammino su sentiero nel bosco arriviamo in breve al Romitorio e, trovata sul davanti la Scala Santa, la percorriamo facendo attenzione ai suoi gradini sconnessi. Trovata di nuovo alla fine della scala la strada bianca, volgiamo a sinistra per giungere alle porte di Ancaiano (310 mslm). Dopo aver passato la sua chiesa ci dirigiamo, un po’ su asfalto ed un po’ su sentiero verso la canonica di Trecciano (300 mslm) che, se il suo famoso proprietario ve lo consente, vi riserverà l’ultima emozione della giornata. In breve riguadagneremo Sovicille per un sentiero che vi condurrà in paese.
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Mappa 2 Anello Sovicille | Sovicille – San Giusto – Villa Cetinale – Pieve di Pernina – Ancaiano – Canonica Trecciano [1]


Sovicille

 
Sovicille fa parte della Montagnola senese.
l borgo di Sovicille venne fondato intorno all'anno mille al confine tra i possedimenti del Vescovado di Siena a quelli della Diocesi di Volterra. Dal secolo XI esso fece parte delle proprietà della vicina Abbazia della Serena.

All'inizio del XII secolo i vescovi ottennero il controllo di Sovicille che successivamente venne annesso ai possedimenti della Repubblica di Siena.
Intorno al 1240 Sovicille si costituì in libero comune, dotato di propri statuti.
Nel XII Sovicille subì un declino a causa degli scontri delle città vicine per la contesa del borgo.
A metà di questo secolo, Sovicille, subì l'invasione dell'esercito dell'imperatore tedesco Arrigo VII e successivamente dalle truppe senesi le quali volevano riprendere il possesso del borgo.
Nel XIV secolo subì assedi dalla Repubblica di Firenze che solo nel XVI secolo riuscì a conquistare il borgo. Durante il periodo di governo De' Medici il borgo ebbe una notevole crescita economica.
Alla morte dell'ultimo discendente mediceo, salirono al potere i duchi di Lorena i quali mantennero il potere fino all'Ottocento, quando il territorio venne invaso da Napoleone Bonaparte.
I Francesi rimasero fino al 1814 quando, con il trattato di Vienna, Sovicille venne annessa al Granducato di Toscana. Nel 1861 Sovicille venne annessa al Regno D'Italia dal re Vittorio Emanuele II di Savoia.

Frazioni: Ancaiano, Brenna, Rosia, San Rocco a Pilli, Stigliano, Torri, Volte Basse, Carpineto.

Tuscany | Sovicille

 

Sovicille, Villa Lechner, edificio rinascimentale situato tra le mura di un antico castello trecentesco



Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose

 

Architetture civili

Chiesa di Sant'Andrea ad Ampugnano
Chiesa di San Bartolomeo ad Ancaiano
Pieve di San Giusto a Balli
Chiesa di San Pietro a Barontoli
Chiesa di San Michele Arcangelo a Brenna
Cappella della Fattoria di Malignano
Pieve di San Giovanni Battista a Molli
Chiesa di San Bartolomeo a Orgia
Pieve di San Giovanni Battista a Pernina
Chiesa della Compagnia della Madonna a Ponte allo Spino
Pieve di San Giovanni Battista a Ponte allo Spino
Chiesa di Santa Maria a Radi
Pieve di San Giovanni Battista a Rosia
Pieve di San Bartolomeo a San Rocco a Pilli
Pieve di San Lorenzo
Chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano
Cappella del Poggiarello di Toiano
Monastero della Santissima Trinità e Santa Mustiola a Torri (nota più semplicemente come pieve di Santa Mustiola)
Eremo di Santa Lucia a Rosia
Eremo di San Salvatore di Lecceto

Pieve di Santa Mustiola a Torri, il chiostro
Romitorio di Cetinale
Pieve di San Giovanni Battista a Recenza



 

Castiglion Balzetti o Castiglion che Dio sol sa
Castello del Poggiarello di Stigliano
Castello di Radi di Montagna
Villa di Viteccio
Villa Celsa
Villa Cetinale
Villa Volte Alte
Ponte della Pia
Villa di Linari
Poggiarello di Toiano
Molino Serravalle
Molino del Pero
Molino del Palazzo

Sovicille, Pieve di San Giovanni Battista a Ponte allo Spino


La Pieve di San Giovanni Battista a Ponte allo Spino


   
La chiesa della Compagnia della Madonna a Ponte allo Spino si trova in località Ponte allo Spino a Sovicille.
L'edificio fu ricostruito nel 1600, a spese del cardinale Fabio Chigi, poi papa Alessandro VII, dove in precedenza sorgeva un oratorio. A seguito dell'editto leopoldino, nel 1785 la Confraternita fu soppressa, ma fu ripristinata nel 1794.

Lo spazioso assetto interno, decorato con gli altari barocchi in stucco, è stato depauperato per il furto delle tele; sull'altar maggiore era stata collocata una bella composizione di Vincenzo Rustici che circondava l'affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino fungendo da cornice; attorno si dispiegano Dio Padre benedicente tra angeli musicanti, e i Santi Francesco, Carlo Borromeo, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Girolamo, Antonio Abate, Caterina da Siena, Lorenzo.


 

Sovicille, Pieve di San Giovanni Battista
 
   
La pieve di San Giusto a Balli

   
La pieve di San Giusto a Balli si trova in località Balli. La pieve è una delle più antiche testimonianze dell'romanica nel territorio senese, citata già nel 1078. Nel Seicento fu privata di una delle navate laterali, ridotta a cella vinaria; la struttura a due navate permane ancor oggi.
All'esterno, elemento caratterizzante è l'abside, con parato che mescola frammenti di travertino a ciottoli di fiume e a pezzi di laterizio; la superficie è decorata dal motivo di spartimento in doppie arcate, interrotto al centro dalla monofora e ulteriormente sottolineato dal sovrastante aggetto in mattoni sporgenti.
All'interno l'edificio è suddiviso in due navate separate da quattro arcate poggianti su pilastri circolari che alternano pietra calcarea e mattone con effetto di bicromia bianco-rosata.

La Pieve è una delle più antiche rientranti nella Diocesi di Volterra. Come per la maggior parte degli edifici risalenti al Medio Evo e presenti sul territorio comunale ci sono pervenuti cenni frammentari della sua storia. Insieme alla Pieve di Pernina e alla Pieve di Molli (anch'esse parte dei possessi del Vescovo di Volterra) diede ospitalità a servi della gleba fuggiti dalle terre dei signori, a contadini ed a boscaioli. Nel XIII secolo attorno alla Pieve viveva una comunità inserita nel contado senese, come dimostra una citazione contenuta all'interno dello Statuto cittadino del 1262.
Originariamente la Pieve si sviluppava su tre navate; in seguito una venne chiusa, probabilmente per essere destinata a cantina. Ancora oggi le due navate sono separate da pilastri circolari che sorreggono quattro arcate. La caratteristica più evidente (e piacevole allo sguardo) dei pilastri, presente anche nella parete esterna posteriore accanto all'abside, è l'alternanza cromatica tra il rosato dei mattoni ed il bianco della pietra calcarea. L'abside è costruita con bozze di travertino, laterizi e pietre di fiume e decorata con una serie di lesene e di archetti pensili.
Dietro la canonica, assieme ad una vasca antica, si può ammirare il pozzo della chiesa, risalente al XII – XIII secolo.



 
La pieve di San Giusto a Ball
La pieve di San Giusto a Ball
Villa Cetinale

   
Villa Cetinale


La Villa Cetinale fu costruita tra il 1676 e il 1678 dal cardinale Flavio Chigi su progetto dell'architetto Carlo Fontana, allievo del Bernini, per celebrare l'elezione al soglio pontificio dello zio Fabio Chigi con il nome di Alessandro VII. Questa non fu mai un luogo di rappresentanza ma la residenza dove i Chigi si ritiravano per brevi periodi di riposo.
Tre fasi contraddistinguono la costruzione del complesso: la prima corrisponde all'edificazione della villa, i suoi annessi e il giardino formale (1676-1688); la seconda alla realizzazione del parco della Tebaide (1698-1705); la terza alla costruzione del Romitorio (1716).
Il cardinale Flavio Chigi lasciò Cetinale ai nipoti, i quali la conservarono per tre secoli fino al 1977 quando fu acquistata dal parlamentare inglese lord Antony Lambton, che condusse un attento restauro conservativo, riportando Cetinale all'antico splendore.


Architettura

L'edificio, a pianta quadrangolare, si sviluppa su tre piani fuori terra. Il prospetto principale è caratterizzato essenzialmente dall'elaborata doppia scalinata a forbice che si conclude con il grande portale centrale in marmo al primo piano. Questo è inquadrato da due colonne bugnate e coronato da un timpano triangolare fortemente aggettante sopra il quale si trova lo stemma dei Chigi.

Il prospetto retrostante è composto da due avancorpi laterali sporgenti rispetto alla parte centrale. Questa è forata al piano terra da tre arcate sormontate da un falso loggiato con balaustra di pietra. Tutte le aperture e le arcate del porticato sono incorniciate da mattoni, che contrastano con le bugne in pietra che segnano gli spigoli del fabbricato.

Grandi stemmi gentilizi decorano ogni apertura del piano nobile.


Il giardino

Il giardino formale conosciuto come giardino degli agrumi, che si sviluppa sul retro della villa, è composto da aiuole a disegno geometrico bordate da siepi di bosso. Tutte le aiuole sono ornate da pavoni scolpiti nel tasso e da statue. Il restante spazio esterno è impostato su un lungo asse rettilineo segnato da un basso muro coronato da busti marmorei.

L'asse, che inizia con un'esedra, prosegue lungo un viale di cipressi e dopo aver attraversato un monumentale portale giunge alla villa. Il portale ornato internamente sui lati d'entrata da due nicchie con statue, è completato in alto da obelischi e busti scultorei decorativi.

L'asse prosegue oltrepassando la villa e il giardino formale continuando il suo percorso fino a terminare con la colossale statua dell'Ercole, eseguita nel 1687 da Giuseppe Mazzuoli, un rustico colosso in pietra nascosto nel bosco lontano dalla dimora.

A nord della villa, su un'area boschiva venne realizzato il parco della Tebaide. All'interno del parco, che prende il nome dalla zona desertica dell'alto Egitto abitata nel medioevo dagli eremiti cristiani, si dipana un tortuoso cammino di penitenza, tra cappelle votive, croci in pietra e numerose sculture di frati in ginocchio.

Collegata alla villa, mediante una rapida scalinata scavata nella roccia detta Scala Santa, si trova il Romitorio aggiunto nel 1716. Con questo intervento venne accentuata l'importanza dell'asse che si prolungò fino alla sommità della collina.
Posto in cima alla collina che scende in pianura sulla villa di Cetinale, alla quale era collegato tramite una lunga scalinata scavata nella roccia marmorea di cui oggi non restano tracce.

Il romitorio di Cetinale
Alcuni decenni dopo la costruzione di Villa Cetinale venne disposta nel 1716 l'edificazione di un grande quanto singolare romitorio, posto quasi sulla sommità della collina scoscesa che sovrasta la Villa ed accessibile tramite una scala di circa 500 metri (la Scala santa) scavata nella roccia marmorea e oggi praticamente scomparsa.
Nel romitorio vivevano eremiti subordinati alle direttive del padrone di Cetinale, come servire le messe o fare opere di carità. Il loro compito principale era quello di assistere gli ammalati e i moribondi e vivevano di elemosina o provviste donate loro dalla villa. La struttura è distribuita su quattro piani ed è principalmente divisa tra cappella e alloggi degli eremiti.

Villa Cetinale è visitabile su appuntamento.

Gardens in Tuscany | Villa Cetinale


 


Giardino Villa Cetinale

 

Il romitorio di Cetinale
Il romitorio di Cetinale

 

Parco della Tebaide

   
Di fronte alla villa di Cetinale si estende il bellissimo Parco della Tebaide. La sua realizzazione risale alla fine del 1600 ed è legata ad una simpatica storia (o leggenda?). "Il Cardinale di Roma, futuro Papa Alessandro VII, fu invitato dal fratello a vedere le statue installate nel grandioso parco di lecci. Il porporato rimase estasiato nell'osservare le belle statue erette su piedistalli di pietra, fino a quando una di esse si rivelò essere una bella ragazza in carne ed ossa, poichè perse l'equilibrio e cadde a terra. Il Cardinale arrabbiato ripartì per Roma, ordinando al fratello di far eseguire vere sculture in pietra, per riparare alla beffa subita". Di queste statue ne rimangono solamente sei o sette, ma danno benissimo l'idea della grandiosità del parco nel XVII secolo.

 


Pieve di Pernina

   
La pieve di San Giovanni Battista, di origine romanica, ben conservata nelle sue maestose vestigia medievali, immersa nei boschi nel cuore della Montagnola Senese ed in eccellente pozione panoramica, si trova nella località di Pernina.
La chiesa è ricordata per la prima volta in un documento datato 11 febbraio 1078 quando Matilde di Canossa confermò alla diocesi di Volterra il possesso di questa pieve. Nel XII secolo anche papa Alessandro III la confermò al vescovo volterrano. Nella prima metà del XIII secolo la pieve ebbe tra i suoi rettori uomini che andarono a ricoprire importanti incarichi come ad esempio il pievano Giovanni che fu nominato arbitro e delegato papale in una contesa tra enti religiosi della zona. Nel 1254 prete Bainerio venne nominato pievano di Pernina.

Campanile

Davanti alla chiesa si erge una torre campanaria (alta 22 metri) a base quadrangolare, la cui parte terminale mostra un paramento murario diverso da quello sottostante . Si accede alla torre da un portale architravato privo della lunetta; l'ordine dei piani è scandito da strette feritoie e da finestra quadrate di piccole dimensioni fino al quarto piano, che invece è aperto da ampie monofore centinate. La parte superiore della torre presenta una muratura pseudoisodoma e mostra un paramento murario in conci di calcare cavernoso. Il penultimo piano è inquadrato da larghe lesene che sostengono degli archetti pensili monolitici . Nelle specchiature un tempo si aprivano ampie bifore.

 
Pieve di Pernina
Ancaiano

   
Ancaiano è un piccolo borgo nel Comune di Sovicille. Le prime notizie al riguardo risalgomno intorno all'anno 1000 ma il ritrovamento di alcuni oggetti ib bronzo fanno ritenere che Ancaiano era già abitato nell'età del Bronzo.

La chiesa di San Bartolomeo ad Ancaiano risale al 1175, ma è stata restaurata successivamente in stile rinascimentale. Ha un' unica navata a croce latina la copertura è a botte impostata su colonne e semipilastri; al centro del transetto si innalza una cupola con occhio centrale.
Di chiara ispirazione rinascimentale, sostituì la più antica chiesa medievale gravemente danneggiata durante il passaggio delle truppe imperiali nel 1554. Ricostruita ex novo nel Seicento per volere di papa Alessandro VII è ispirata da un probabile disegno di Baldassarre Peruzzi.
La pianta è a croce latina a unica navata terminante con abside circolare; la copertura è a botte impostata su colonne e semipilastri; al centro del transetto si innalza una cupola con occhio centrale. Degli arredi medievali si conserva nel Museo civico e d'arte sacra di Colle Val d'Elsa la tavola Madonna col Bambino attribuita a Segna di Bonaventura. Alla fase di ricostruzione della chiesa rimanda la pala dell'altare maggiore raffigurante il Martirio di san Bartolomeo di Astolfo Petrazzi (1644).

Ad Ancaiano è nato, il 15 gennaio 1480, Il  grande pittore ed architetto Baldassarre Tommaso Peruzzi.

 

Villa Celsa e Cappela di Celsa

   
Castagnoli è un grandioso edificio, un nucleo di origine medievale che si colloca lungo la Via Francigena alle pendici della Montagnola Senese. E' citato per la prima volta nel 1168 nei documenti di Abbadia a Isola. Si tratta di un grande fabbricato con muri in filaratto e tracce di finestre ad arco, la cui facciata principale è stata rimaneggiata nel '500 con l'aggiunta di un loggiato in mattoni, oggi tamponato.
La facciata principale è stata interamente rifatta nel '500 a loggiati sovrapposti in mattoni, ora richiusi; resti di muri a filaretto di pietra con tracce di finestre ad arco acuto rilevano l'indubbia origine duecentesca.
Di fronte si trovano un fabbricato più piccolo e basso con tracce di elementi romanici e un oratorio-cappella.

 
Villa Celsa e Cappela di Celsa


   
Il Ponte della Pia

 
Percorrendo Sp 73 che da Siena va verso il mare, appena oltrepassata Rosia, lungo la vallata dell'omonimo torrente, prima di arrivare al borgo fortificato di Montarrenti, ci appare il ponte più suggestivo di questo territorio Il Ponte della Pia, così chiamato perchè da qui sarebbe passata la bella Pia (moglie infelice di Nello d'Inghiramo de' Pannocchieschi) per andare in esilio in Maremma, nel Castello della Pietra.


Il Ponte

Il Ponte della Pia è un ponte di origine romana ma ricostruito in epoca medievale che sorge lungo la Strada statale 73 Senese Aretina poco dopo l’abitato di Rosia, subito prima del Castello di Montarrenti.

Il ponte, costituito da un’unica arcata e la cui struttura attuale risale ai primi anni del XIII secolo, collega le due rive del torrente Rosia ed in passato ha svolto un ruolo importante lungo il percorso della antica Via Massetana che collegava Siena alla Maremma, ed in particolare alle Colline Metallifere e Massa Marittima, da cui deriva il nome della strada.

La struttura è inagibile, se non a piedi, anche per la mancanza delle spallette laterali (che furono distrutte durante la Seconda guerra mondiale dal passaggio dei carri armati tedeschi. Una volta attraversato il ponte ci ritroviamo dall’altro lato della gola dove scorre il torrente e dove si trova la strada, detta “manliana”, ricostruita del corso del XV secolo, che conduce all’Eremo di Santa Lucia a Rosia.

Secondo la tradizione il suo nome deriverebbe dalla nobildonna senese Pia de' Tolomei, che forse apparteneva alla famiglia Guastelloni di Siena, moglie di Nello d'Inghiramo, che vantava la titolarità di Castel di Pietra e che aveva sposato dopo essere rimasta vedova, nel 1290, del primo marito (Baldo d'Aldobrandino dei Tolomei,). Pia de' Tolomei, nominata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia [1], non poteva avere figli con il suo secondo marito, il quale si era invaghito di un’altra donna, accusandola anche di tradimento, l’avrebbe uccisa gettandola dalla rupe su cui sorgeva il Castel di Pietra in Maremma. Secondo la tradizione, la rupe si chiama “il Salto della contessa”. La leggenda vuole che il fantasma di Pia de’ Tolomei appaia sul ponte nelle notti di luna piena, completamente vestito di bianco, e che lo attraversi senza toccare terra. Fin qui la leggenda, ma della storia vera poco è dato sapere, anche che la nobildonna sia appartenuta effettivamente alla famiglia dei Tolomei o che venisse sacrificata solo per interesse politico, forse legato alle proprietà che aveva ereditato dal primo marito e che avrebbe voluto fossero riconosciute ai due figli avuti nel primo matrimonio.

 
L'eremo di Santa Lucia a Rosia

   

L'eremo di Santa Lucia a Rosia è un edificio sacro che si trova nei pressi di Rosia frazione del comune di Sovicille: l'eremo è comunque situato nel territorio del comune di Chiusdino.
È situato poco oltre il Ponte della Pia, sulla strada che da Rosia conduce al Castello di Montarrenti sulla Strada statale 73 Senese Aretina.

Le sue origini sono antecedenti al 1200 e si devono, probabilmente, all’eremita Bonacorso che viveva da queste parti. All’eremita, in seguito, si aggiunsero diversi seguaci che resero necessaria la costruzione di ambienti da adibire ad alloggi.
Negli anni successivi, nel 1216 e 1239 le Diocesi di Siena e di Volterra ufficializzarono la comunità che vi era costituita concedendo indulgenze a tutti coloro che facevano offerte alla comunità stessa. La chiesa, che fu dedicata a Santa Lucia, dovrebbe risalire al 1252 e la sua consacrazione al 1267.

Nell’eremo si sarebbe verificato anche un miracolo, la trasformazione dell’acqua in vino ad opera del priore Clemente da Osimo con un semplice segno della croce.
L’eremo è stato soppresso, anche se ha continuato ad essere abitato da alcuni frati, dalla Diocesi di Siena nel 1575.
Dell'eremo agostiniano restano l'ala ove era ubicata la sala capitolare, aperta da una serie di arcate a sesto acuto, e i ruderi della cappella che concludeva la chiesa a unica navata. Il coro, a pianta quadrilatera, presenta ancora i peducci sui quali si impostava la volta a crociera.

Pievi in Toscana | Eremo di Santa Lucia a Rosia (Sovicille)



 
Eremo di Santa Lucia, Rosia
Eremo di Santa Lucia a Rosia (Sovicille)
Monastero della Santissima Trinità e Santa Mustiola a Torri

 
Torri e' un piccolo borgo che si trova in provincia di Siena nei pressi di Rosia: si raggiunge percorrendo un viale di cipressi e si nota subito la sua struttura medievale, con una porta ad arco che si apre nelle mura in pietra. Il paese e' noto per il Monastero della Santissima Trinità e Santa Mustiola.

Il monastero è ricordato fin dal 1070. La chiesa fu rinnovata nel XIII secolo, conservando l'impianto a unica navata con copertura lignea. Caratteri gotici sono visibili nel lato meridionale, dove si apre un bel portale con arco a sesto acuto e un architrave riccamente scolpito.
Di grandissimo interesse è il chiostro, l'unico in Toscana ad avere conservato integri i caratteri romanici, nonostante la costruzione di due ordini superiori nel XIV e XV secolo. La parte romanica è articolata su undici arcate per ogni lato, sostenute da esili colonnette che sostengono capitelli riccamente scolpiti con motivi vegetali, al di sopra dei quali sono pulvini a gruccia ornati da motivi geometrici e nastri intrecciati, il tutto all'insegna di un'elegante tricromia, attuata con materiali lapidei bianchi, rosati e neri. Nella chiesa si conserva l'altare maggiore romanico in pietra e una tavola di Luca di Tommè raffigurante la Madonna col Bambino.

 
Siena

   

Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia. All'interno del centro storico senese sono stati ritrovati dei siti di epoca etrusca, che possono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi.

Siena è universalmente conosciuta per il suo patrimonio artistico e per la sostanziale unità stilistica del suo arredo urbano medievale, nonché per il suo famoso Palio; il centro storico è stato infatti dichiarato dall'UNESCO patrimonio dell'umanità nel 1995.

La Piazza del Campo, che è sicuramente fra gli esempi di architettura civile più suggestivi al mondo, rappresenta idealmente il punto di incontro dei tre colli su cui sorge la città di Siena, in origine la “piazza” era un grande prato, da qui il nome “campo”. La Piazza, di forma semicircolare simile alla valva di una conchiglia, occupa uno spazio complesso, capace di trasformare la naturale irregolarità del terreno in un capolavoro di armonia ed eleganza. La pavimentazione del Campo inizia nel 1327 e termina nel 1349, con i particolari mattoni a “coltello”. Sulla piazza si affacciano la Fonte Gaia e numerosi palazzi nobiliari.
La suddivisione della conchiglia ci riporta al primo Trecento (al Governo dei Nove) e nove sono i settori divisi da strisce di pietra bianca (nove come i il numero dei governanti di allora), che accompagnano lo sguardo al Palazzo Pubblico, detto anche Palazzo Comunale, sovrastato dalla Torre del Mangia. La piazza oggi come nel medioevo, è il centro della città, dove confluiscono le sue principali arterie, posta al confine tra il Terzo di Città e quello di San Martino.
La sua prima costruzione risale al Duecento; nella prima metà del Trecento venne costruito il salone del Gran Consiglio e il, secondo piano venne aggiunto nel 1680. Attualmente è sede degli uffici dell’amministrazione comunale.

La Basilica di San Domenico è una delle più importanti chiese di Siena e si trova in via della Sapienza.
La chiesa fu innalzata nel 1226-1265, ma nel corso del Trecento il complesso fu ampliato nelle forme gotiche che vediamo ancora oggi e che hanno resistito ad incendi (1443, 1456), occupazioni militari (1548-1552) e terremoti (1798). Nel 1531 iniziarono i restauro condotti da Domenico Cinquini; nei primi del cinquecento fu abbassato il campanile e aggiunto il coronamento merlato. L'ultimo intervento è del 1962: furono tolte le sovrapposizioni barocche e aggiunte le vetrate con le Storie di Santa Caterina.
La vasta architettura in mattoni tipica degli ordini mendicanti mostra sulla sinistra il campanile sbassato nel 1798 in seguito al sisma e presenta una pianta a croce egizia con amplissima navata, coperta a capriate e transetto con alte cappelle.
L'ingresso si trova all'inizio del fianco sinistro della chiesa (numero 21 sulla mappa della basilica), in quanto la facciata è occupata dalla struttura sopraelevata della cappella delle Volte.
La Cappella delle Volte, antico luogo di preghiera delle Terziarie Domenicane dette Mantellate e legato a numerosi episodi di santità di Caterina da Siena. Nella prima campata (2) di quest'ambiente notiamo la Canonizzazione di Santa Caterina di Mattia Preti, affiancata da due dipinti (la Santa dona l'abito a Gesù pellegrino e riceve da Cristo la crocetta) firmati e datati 1602 da Crescenzio Gambarelli, autore pure, nella parete adiacente, della Morte della Santa e della Santa che recita l'uffizio con Cristo (1602), collocate ai lati dell'Apparizione di Caterina a Santa Rosa da Lima di Deifebo Burbarini. Sulla parete di fondo (3) si staglia l'affresco di Andrea Vanni con Caterina e una devota, veritiero ritratto della santa.

Il Duomo sorge su un preesistente edificio sacro, a sua volta costruito su un antico tempio dedicato a Minerva. La sua edificazione iniziò alla metà del XII secolo, le parti essenziali erano terminate già nel 1215 mentre la cupola fu eretta tra il 1259 e il 1264. Costruito a croce latina e a tre navate, fu rivestito da fasce bianche e nere di marmo in riferimento alla balzana: lo stemma araldico di Siena.

Siena | Palazzo Pubblico
Siena | Duomo

 

 

Francesco di Giorgio Martini, Madonna del Terremoto, detail, 1467, Archivo di Stato, Siena


Duomo

Siena, Piazza Il Campo

   
   
Club Alpino Italiano

“Il Club Alpino Italiano (C.A.I.), fondato a Torino nell’anno 1863 per iniziativa di Quintino Sella, libera associazione nazionale, ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.

Club Alpino Italiano - Sezione di SIENA | www.caisiena.it/sentieristica.py

CAI Sez. Valdarno Superiore
Via Cennano 105 - Montevarchi (AR)

Sulla Montagnola Senese fra Sovicille e La Pieve di Pernina | www.caivaldarnosuperiore.it

Proloco Sovicille: Itinerari | www.prolocosovicille.hor-net.com

Gli itinerari indicati non implicano nessuna responsabilità nè per l'Associazione ne per chiunque abbia contribuito, anche solo parzialmente alla realizzazione dell'opera.

Molti degli itinerari descritti si sviluppano all'interno di boschi; pertanto, oltre ad un abbigliamento adeguato, vi invitiamo ad usare prudenza ed a munirvi di carta escursionistica prima di intraprendere qualsiasi percorso.

Gran parte degli itinerari descritti sono coperti dalla Carta Turistica e dei Sentieri della Montagnola Senese 1:25000 - Club Alpino Italiano Sezione di Siena (Edizioni Multigraphic, Firenze)

Itinerario 2 - Villa Cetinale, Tebaide, Romitorio, Pernina, Ancaiano, Villa Cetinale - KM 9,5

 

La Francigena in provincia di Siena

Via Francigena | Da Gambassi Terme a San Gimignano

Via Francigena | Da San Gimignano a Monteriggioni

Percorsi trekking | Trekking nella Montagnola senese tra Monteriggioni e Badia a Isola | Anello Monteriggioni | Monteriggioni – Badia a Isola – Castel Petraia – Monte Maggio

 
Mappe

Monica D’Atti & Franco Cinti, La Via Francigena. Cartografia e GPS. Dal Monginevro a Roma lungo l’itinerario storico, Milan: Terre di Mezzo Editore, 2007. ISBN: 978-88-8985-60-9

La prima e unica cartografia completa e dettagliata della Via Francigena: il percorso principale e tutte le varianti. 38 tappe, 900 chilometri a piedi, dal Monginevro a Roma, lungo il tracciato storico attraverso Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio: le cartine e tutte le informazioni necessarie per orientarsi.
ISBN 978888938560

Walking Pilgrim, old pilgrim routes in W Europe | Via Francigena in Italy

WMS/APIs for Maps: Italy | Portale Cartografico Nazionale; includes 1:250,000, 1:100,000 and 1:25,000 topo maps


[1] Fonte: Percorsi trekking - CAI Sez. Valdarno Superiore | www.caivaldarnosuperiore.it
[2] Fonte: Percorsi trekking - CAI Sez. Valdarno Superiore | www.caivaldarnosuperiore.it


 
   

Questo articolo è basato sulgli articoli Montagnola Senese, Sovicille, Chiesa della Compagnia della Madonna a Ponte allo Spino, Pieve di San Giovanni Battista (Pernina), Chiesa di San Bartolomeo ad Ancaiano, Romitorio di Cetinale e Siena dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.


Situato in posizione strategica tra tre province Siena e Grosseto da Casa Vacanze Santa Pia è possibile raggiungere in poco tempo le più belle città d’arte della Toscana.
Podere Santa Pia, un gioiello nel cuore della Toscana si trova non lontano dalle terre del Brunello, nel paesaggio di grande suggestione che, nei secoli passati, ha ispirato grandi maestri come Giotto di Buensegna, Simone Martini, Ambrogio Lorenzetti, Luca Signorelli e Piero della Francesca.
La posizione strategica di Podere Santa Pia è la base ideale per escursioni e visite guidate nei maggiori centri di interesse storico e culturale della Maremma Toscana, come Pitigliano, Sorano, Sovana, Scansano, Manciano e gli affascinanti borghi storici della Val d’Orcia, come Castiglione d'Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico d'Orcia. Altri centri importanti sono Monticchiello, Bagno Vignoni, Montenero d'Orcia e Montegiovi.


Il meglio della Maremma | Podere Santa Pia


     


Podere Santa Pia
 
Podere Santa Pia
Century-old olive trees, between Podere Santa Pia and Cinigiano
         

Santa Trinita a Firenze
Piazza della Santissima Annunziata
a Firenze
Colle di Val d'Elsa
         
Abbadia Monastero (Castelnuovo Berardenga)
Siena, Duomo
Firenze, Duomo
         
Siena Storia

 
Siena fu fondata come colonia romana al tempo dell'Imperatore Augusto e prese il nome di Saena Iulia.
All'interno del centro storico senese sono stati ritrovati dei siti di epoca etrusca, che possono far pensare alla fondazione della città da parte degli etruschi.

Il primo documento noto in cui viene citata la comunità senese risale al 70 e porta la firma di Tacito che, nel IV libro delle Historiae, riporta il seguente episodio: il senatore Manlio Patruito riferì a Roma di essere stato malmenato e ridicolizzato con un finto funerale durante la sua visita ufficiale a Saena Iulia, piccola colonia militare della Tuscia. Il Senato romano decise di punire i principali colpevoli e di richiamare severamente i senesi a un maggiore rispetto verso l'autorità.

Dell'alto Medioevo non si hanno documenti che possano illuminare intorno ai casi della vita civile a Siena. C'è qualche notizia relativa alla istituzione del vescovado e della diocesi, specialmente per le questioni sorte fra il Vescovo di Siena e quello di Arezzo, a causa dei confini della zona giurisdizionale di ciascuno: questioni nelle quali intervenne il re longobardo Liutprando, pronunciando sentenza a favore della diocesi aretina.
Ma i senesi non furono soddisfatti e pertanto nell'anno 853, quando l'Italia passò dalla dominazione longobarda a quella franca, riuscirono ad ottenere l'annullamento della sentenza emanata dal re Liutprando. Pare, dunque, che al tempo dei Longobardi, Siena fosse governata da un gastaldo, rappresentante del re: Gastaldo che fu poi sostituito da un Conte imperiale dopo l'incoronazione di Carlo Magno. Il primo conte di cui si hanno notizie concrete fu Winigi, figlio di Ranieri, nel 867. Dopo il 900 regnava a Siena l'imperatore Ludovico III, il cui regno non durò così a lungo, dal momento che nel 903 le cronache raccontano di un ritorno dei conti al potere sotto il nuovo governo del re Berengario.

Siena si ritrova nel X secolo al centro di importanti vie commerciali che portavano a Roma e, grazie a ciò divenne un'importante città medievale. Nel XII secolo la città si dota di ordinamenti comunali di tipo consolare, comincia a espandere il proprio territorio e stringe le prime alleanze. Questa situazione di rilevanza sia politica che economica, portano Siena a combattere per i domini settentrionali della Toscana, contro Firenze. Dalla prima metà del XII secolo in poi Siena prospera e diventa un importante centro commerciale, tenendo buoni rapporti con lo Stato della Chiesa; i banchieri senesi erano un punto di riferimento per le autorità di Roma, ai quali si rivolgevano per prestiti o finanziamenti.

Alla fine del XII secolo Siena, sostenendo la causa ghibellina (anche se non mancavano, le famiglie senesi di parte guelfa, in sintonia con Firenze), si ritrovò nuovamente contro Firenze di parte guelfa: celebre è la vittoria sui toscani guelfi nella battaglia di Montaperti, del 1260, celebrata anche da Dante Alighieri. Ma dopo qualche anno i senesi ebbero la peggio nella battaglia di Colle Val d'Elsa, del 1269, che portò in seguito, nel 1287, all'ascesa del Governo dei Nove, di parte guelfa. Sotto questo nuovo governo, Siena raggiunse il suo massimo splendore, sia economico che culturale.

Dopo la peste del 1348, cominciò la lenta decadenza della Repubblica di Siena, che comunque non precluse la strada all'espansione territoriale senese, che fino al giorno della caduta della Repubblica comprendeva un terzo della toscana. La fine della Repubblica Senese, forse l'unico Stato occidentale ad attuare una democrazia pura a favore del popolo, avvenne il 25 aprile 1555, quando la città, dopo un assedio di oltre un anno, dovette arrendersi stremata dalla fame, all'impero di Carlo V, spalleggiato dai fiorentini, che cedette in feudo il territorio della Repubblica ai Medici, Signori di Firenze, per ripagarli delle spese sostenute durante la guerra. Per l'ennesima volta i cittadini senesi riuscirono a tenere testa ad un imperatore, che solo grazie alle proprie smisurate risorse poté piegare la fiera resistenza di questa piccola Repubblica e dei suoi cittadini.

Dopo la caduta della Repubblica pochi senesi guidati peraltro dall'esule fiorentino Piero Strozzi, non volendo accettare la caduta della Repubblica, si rifugiarono in Montalcino, creando la Repubblica di Siena riparata in Montalcino, mantenendo l'alleanza con la Francia, che continuò ad esercitare il proprio potere sulla parte meridionale del territorio della Repubblica, creando notevoli problemi alle truppe dei fiorentini. Essa visse fino al 31 maggio del 1559 quando fu tradita dagli alleati francesi, che Siena aveva sempre sostenuto, che concludendo la pace di Cateau-Cambrésis con l'imperatore Carlo V, cedettero di fatto la Repubblica ai fiorentini.

Museo delle Biccherne dell’Archivio di Stato di Siena
Via Banchi di Sotto, 52
Orario di apertura: da lunedì a sabato con aperture
programmate alle ore 9.30, 10.30 e 11.30



Il Palio

 

Una colonna con la lupa che allatta Romolo e Remo, simbolo di Siena (e anche della contrada della Lupa).

Secondo la leggenda, Senio e Aschio erano figli di Remo e fondarono Siena. Furono loro a rubare la statua della lupa dal Tempio di Apollo a Roma.


Ambrogio Lorenzetti, biccherne, Buon Governo, Siena, Archivio di Stato, Museo delle Tavolette di Biccherne
Il Palio

   

Tra le maggiori manifestazioni che si svolgono a Siena segnaliamo: la corsa del Palio che si disputa il 2 luglio e il 16 agosto di ogni anno e ha sede in Piazza del Campo.

Il Palio dura quattro giorni: la mattina del 29 giugno per luglio, del 13 agosto per agosto, viene assegnato un cavallo a ciascuna delle Contrade partecipanti a quel Palio. Questa è la Tratta.
Vengono effettuate 6 prove, tre la mattina alle 9 e tre la sera alle 19.45 (19.30 per agosto). L'ultima delle prove di sera è chiamata Prova Generale mentre l'ultima prova in assoluto - corsa la mattina del Palio - è detta Provaccia.
La corsa del Palio consiste in tre giri della Piazza del Campo, in una pista di tufo tracciata nell'anello sovrastante la conchiglia. Si parte dalla Mossa, formata da due canapi dentro ai quali si dispongono 9 Contrade in un ordine stabilito per sorteggio, quando entra l'ultima, la rincorsa, viene abbassato il canape anteriore e data la partenza.
Vince la Contrada il cui cavallo, con o senza fantino, compie per primo i tre giri.

Siena | Il Palio



 
Siena, il Palio
Il Palio

Podere Santa Pia, Aprile