Abbadia San Salvatore

Abbadia di Sant'Antimo


Acquapendente


Arcidosso


Arezzo


Asciano


Badia di Coltibuono

Bagno Vignoni

Bolsena Lago

Bomarzo


Buonconvento

Campagnatico


Castell'Azzara


Castellina in Chianti


Castiglione d’Orcia

Castelnuovo Bererdenga


Castiglioncello Bandini


Castiglione della Pescaia

Celleno


Città di Castello

Cività di Bagnoregio


Gaiole in Chianti

Iris Origo

La Foce


Manciano


Maremma


Montalcino


Monte Amiata


Montecalvello

Montefalco


Montemerano


Monte Oliveto Maggiore

Monticchiello

Monticiano

Orvieto

Parco Naturale della Maremma

Piancastagnaio

Pienza


Prato

Pitigliano


Rocca d'Orcia

Roccalbegna


San Bruzio


San Galgano


San Quirico d'Orcia


Sansepolcro


Santa Fiora


Sant'Antimo


Sarteano


Saturnia


Scansano


Sinalunga


Sorano

Sovana

Sovicille


Talamone

Val di Chiana

Val d'Orcia

Vetulonia

Volterra





 

             
 

N L          E N G

Capalbio


 
« Sono Capalbio felice,
difeso dal leone senese dal quale sono protetto,
e da queste prime mura restaurate a proprie spese
e dalla altre mura che circondano le prime,
correndo gli anni millequattrocentoquattro
oltre i quali il mondo aveva girato dieci anni e più volte due. »

(Gabriele D'Annunzio, traduzione della lapide di Porta Senese)
Walking trails in Tuscany Travel guide for Tuscany
       
   

Capalbio



   
   

Estremo lembo meridionale della Maremma, su una bassa collina immersa nella macchia mediterranea a pochi chilometri dal mare, Capalbio ha un assetto urbanistico in parte ancora medievale. Feudo degli Aldobrandeschi, degli Orsini e poi di Siena, conserva mura quattrocentesche in cui si apre un’imponente porta. Sui resti della Rocca aldobrandesca si eleva una torre merlata..[1]
È il comune più a sud della Toscana e, per il contesto ambientale in cui si trova e per l'importanza storico-artistica assunta in epoca rinascimentale, Capalbio è stata soprannominata anche la piccola Atene.
La Rocca Aldobrandesca fu edificata in epoca medievale, ma ha subito una serie di modifiche nel corso dei secoli, che l’hanno trasformata in dimora gentilizia.
A pochi passi dalla Rocca si trova la chiesa di San Nicola. In piazza Provvidenza, si trova la piccola chiesa dell'Oratorio della Madonna della Provvidenza.

Il Giardino dei Tarocchi si trova alle pendici di Capalbio immerso nella macchia mediterranea,
Il giardino è in realtà un parco artistico. Ideato dall’artista franco-statunitense Niki De Saint Phalle (1930-2002) e realizzato a partire dal 1979, con il contributo artistico del marito Jean Tinguely.



Il cinghiale irsuto è il suo simbolo e, nel cimitero, parte dentro parte fuori la terra consacrata, fu seppellito Tiburzi, il brigante, emblema ormai di una maremma selvaggia e malarica che è la terra d´altri tempi.

La porta è sormontata da una lapide del 1418, che ricorda l'intervento dei senesi sulle mura, con le seguenti parole, tradotte da Gabriele D'Annunzio. Sulla porta è posto anche uno stemma dei Medici con un’iscrizione che risale al 1601.

A Capalbio sono rimaste due sole chiese, ma ambedue possiedono dei preziosi dipinti di vero e incontestabile valore.

Oratorio della Provvidenza

La costruzione originaria consisteva in una cappellina sorta per il culto di un'immagine perduta della Madonna. Alla fine del Settecento fu costruito un nuovo oratorio, lasciando la cappella ad un livello più basso. A quest'epoca (1792) risale la nuova effigie della Madonna della Provvidenza, di Pietro Calderoni.

Rilevanti sono gli affreschi della cappella, dell'inizio del XVI secolo, attribuiti al Pinturicchio o a un suo stretto seguace. Nella parete di fondo, la Madonna col Bambino con San Gerolamo e San Sigismondo; a sinistra, entro un porticato dai poderosi pilastri decorati a grottesche, i Santi Cosma e Damiano; a destra, lo stesso tipo di portico racchiude la rappresentazione della Trinità.


Le mura di Capalbio

Le mura di Capalbio. Cerchia difensiva del borgo che vede una prima cinta muraria di origine medievale.

 

  Torre Senese
Mura di Capalbio, Torre Senese

CapalbioMura2   Mura di Capalbio, Particolare del camminamento di ronda   Capalbio - Camminamento sulle mura 01

Mura di Capalbio

 

 

Mura di Capalbio

 

  Veduta di un tratto delle Mura di Capalbio
         

Chiesa di San Nicola


   
La chiesa di San Nicola si trova nel centro storico di Capalbio, nei pressi della Rocca Aldobrandesca. La chiesa fu costruita in epoca medievale, quasi certamente nel XII secolo, epoca in cui svolgeva anche le funzioni di pieve. In epoca trecentesca furono effettuati alcuni interventi che introdussero, nel primitivo e originario impianto romanico, nuovi elementi tipici dello stile gotico.[2]
Durante il secolo successivo, l'edificio religioso fu arricchito di elementi decorativi nel suo interno che introducevano lo stile rinascimentale nel nucleo storico della piccola Atene. Nelle epoche successive furono effettuati altri interventi di restauro che, pur determinando l'intonacatura delle strutture murarie esterne, non hanno tuttavia alterato l'aspetto stilistico che la chiesa aveva assunto.

La chiesa di San Nicola presenta esternamente strutture murarie rivestite in intonaco, compreso quelle che rivestono il campanile che si eleva nella parte postero-laterale destra. La facciata 3 ordini, estremamente semplice, si caratterizza per il portale di'ingresso sovrastato da un arco gotico a sesto acuto, sopra il quale si apre un rosone; il punto apicale dell'ordine centrale della facciata culmina con una croce poggiante su un piccolo basamento.
L'interno si presenta a navata unica, suddivisa in campate con volte a crociera, affiancata da una serie di cappelle laterali di forma semicircolare, separate tra loro da pilastri con pregevoli capitelli sommitali, su cui poggiano gli archi della navata.
Gran parte delle cappelle laterali è decorata da pregevoli affreschi del periodo rinascimentale, recentemente riportati all'antico splendore grazie ad un attento intervento di restauro.
  Capalbio, Chiesa di San Nicola
Chiesa di San Nicola


 

One of frescoes in the chapels on the left

 

Interessanti sono gli affreschi del XV e XVI secolo dove, nella robustezza delle figure, risulta evidente l’influenza della cultura pittorica umbra, dovuta al fatto che questa parte della Maremma, a differenza delle altre zone a lungo sottoposte al dominio di Siena, fu dominata anche dalla città di Orvieto. Tra questi affreschi se ne segnalano due di soggetto analogo (La Madonna col Bambino in trono tra Santi), poste nella prime due cappelle a destra; degni di interesse sono anche i tondi con i quattro Evangelisti nella volta absidale e una serie di altre figure di santi e devoti, spesso frammentarie, dipinte nelle cappelle a sinistra.

L’ultima cappella del lato sinistro è stata affrescata nel 1936 da Cesare Vagarini, pittore e restauratore di Siena, con San Giovanni Battista che battezza Cristo nella parete centrale, Cristo buon Pastore nella parete di destra e la Samaritana e Santa Maria Maddalena in quella di sinistra.

Nella canonica è custodita la tela ottocentesca dedicata a San Nicola di Bari, raffigurato con il pastorale in mano nell’atto di benedire, del pittore mancianese Pietro Aldi.[1]
  Sebastiano in Capalbio  

 

    San Sebastiano, affresco dipinte nelle cappelle a destra  

Affresco, dipinte nelle cappelle a sinistra.

Cenni storici

   

Il Castello di Capalbio faceva parte della donazione all'Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane nell'805 da parte di Carlo Magno. Del 1161 è il privilegio di papa Alessandro III che confermava quel possesso alla stessa abbazia. Pochi anni più tardi sono gli Aldobrandeschi ad ottenere le terre di Capalbio, che alla fine del XIII secolo, vengono conquistati da Orvieto.

In seguito Capalbio passò alla Repubblica di Siena, cadendo sotto il dominio degli Orsini. Si tratta di un periodo economicamente florido, durante il quale vengono realizzate opere importanti e arricchito il possedimento con mura, case, chiese e viene completata la Rocca, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobrandeschi.

Nell'aprile del 1555 le truppe spagnole del principe di Morignano, alleate con i Medici, conquistarono Siena e a giugno, dopo Porto Ercole e Orbetello, anche Capalbio cadde sotto il dominio degli spagnoli. Capalbio fu assegnato dalla Spagna a Cosimo I de' Medici e da questo momento iniziò per il paese una crisi economica e demografica.

Le condizioni economiche subiscono una stasi a causa di diversi fattori tra cui l'insalubrità della zone paludose, la lontananza del potere centrale, la posizione ai confini di stato, la mancanza di una rete viaria adeguata ed infine le incursioni dei turchi. L'aria malsana, comunque, è uno dei più gravi problemi che tutta la Maremma deve affrontare durante il XVII secolo e infatti avviene lo spopolamento dovuto alla malaria.

La dinastia dei Medici manterrà la propria sovranità sul Granducato di Toscana fino al 1737, quando, estinto il ramo principale, la successione passerà ai duchi di Lorena. Nel frattempo lo Stato dei Presidii cessa di essere possedimento spagnolo per passare sotto il dominio degli Austriaci (1707) e quindi dei Borboni (1736).

Capalbio perse la propria autonomia amministrativa, dal momento che Leopoldo I lo aggregò a Manciano, e nel 1842 Leopoldo II lo aggregò a Orbetello, status che durerà per cento anni. In questo periodo alla disastrosa situazione sociale si aggiunse anche la piaga del brigantaggio che terrorizzava la Maremma.

Dopo la seconda guerra di indipendenza Capalbio passa sotto il Regno d'Italia e l'agricoltura è ancora caratterizzata da estese proprietà fondiarie.

Nel 1952, con l'applicazione della riforma agraria, preceduta dalla creazione nel 1951 dell'Ente Maremma, si ha un moderno sviluppo dell'agricoltura e nel 1960 Capalbio ottiene la propria autonomia amministrativa.


 


Stemmi e targhe che ricordano il restauro delle mura

 

Capalbio and Lago Burano
"Capalbio è un Castello situato sull´alto di un Poggio, che domina una vasta pianura fino al mare, e dentro terra estende la vista a paesi lontanissimi" (G. Santi, 1795).



Pescia Fiorentina è una frazione rurale del comune di Capalbio (tdista da Capalbio circa 6 km). Nei pressi della frazione di Pescia Fiorentina, in località Garavicchio, è sito il Giardino dei Tarocchi realizzato da Niki de Saint Phalle.

La frazione rurale di Pescia Fiorentina rivestiva un ruolo importante nell'economia della bassa Toscana, in quanto dal 1420 al 1530 divenne uno dei maggiori centri della Maremma in fatto di siderurgia e il principale dell'area meridionale, come confermato in un diario datato 1572, in cui l'autore Francesco Rasi, durante un viaggio in Maremma, riporta la presenza nel paese di un forno fusorio e di ferriere, che trattavano i materiali ferrosi proveniente dall'Isola d'Elba.
Nella campagna presso l'abitato di Pescia Fiorentina, vi era la sede di una dogana che era ospitata nel complesso della Villa del Fontino. Una volta esauritesi le funzioni doganali, la struttura passò alla famiglia Boncompagni, proprietaria anche del Palazzo del Chiarone, che agli inizi del Novecento rivendette tutte queste proprietà alla famiglia Magrini. Il fabbricato che ospitò la dogana è stato recentemente ben restaurato e trasformato in residence agrituristico.

In località Garavicchio, poco a sud della frazione, nei pressi della fattoria di Garavicchio, così denominata per la presenza nelle vicinanze della vecchia dogana (guardia vecchia), si trova il Giardino dei Tarocchi, parco tematico creato dall'artista Niki de Saint Phalle, principale attrazione turistica del comune di Capalbio.


Il Giardino dei Tarocchi

 

Giardino dei Tarocchi

Giardino dei Tarocchi

Il Giardino dei Tarocchi è un parco artistico situato in località Garavicchio.
Il giardino è un parco artistico, ideato dall’artista franco-statunitense Niki De Saint Phalle (1930-2002) e  realizzato a partire dal 1979, con il contributo artistico del marito Jean Tinguely.
Il Giardino è ispirato in parte al parco Güell di Barcellona ideato da Gaudì e in parte al Parco dei mostri di Bomarzo.

Il Giardino dei Tarocchi | Niki de Saint Phalle
Indirrizzo | Garavicchio - Capalbio (GR)
Orari | From 1st April 2006 to 15th October 2006: 14.30 – 19.30

 

Niki de Saint Phalle, Giardino dei Tarocchi

 

Niki de Saint Phalle by Lothar Wolleh   Niki de Saint-Phalle, Giardino dei Tarocchi   Niki de Saint Phalle, Tarot-Garten
Niki de Saint Phalle by Lothar Wolleh   Niki de Saint-Phalle, Giardino dei Tarocchi  

Niki de Saint-Phalle, Giardino dei Tarocchi

 

Ansedonia

Il promontorio di Ansedonia è un promontorio situato all'estremità meridionale della provincia di Grosseto. Ubicato nel territorio comunale di Orbetello, vi sorge la frazione di Ansedonia e, sulla vetta, l'antica città romana di Cosa. Si eleva non lontano dal più esteso monte Argentario, rispetto al quale si trova ad oriente.

La Tagliata Etrusca è una notevole opera di ingegneria, risalente al periodo etrusco-romano.
La Torre Puccini è situata proprio sulla riva della spiaggia della Tagliata. Tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, vi soggiornò più volte anche il celebre compositore Giacomo Puccini che qua trovò ispirazione per la composizione di molte sue opere, tra le quali anche la Turandot.


Torre Puccini
Cosa

   

La colonia di Cosa, di diritto latino, fu fondata dai Romani nel 273 a.C. dopo la sconfitta delle forze alleate delle città etrusche di Volsinii e di Vulci (280 a.C.). Cosa fu costruita in una posizione strategica su di una collina dominante la costa tirrenica.
Sorgeva sul roccioso promontorio di Ansedonia, nel comune di Orbetello, da cui si dominava la costa tirrenica verso il Lazio, poco distante dalla via Aurelia. Il colle, nella sua parte più alta, era formato da due cime, una orientale, l'altra meridionale, separate da un'ampia sella, quasi a voler ricordare, in piccolo, il colle del Campidoglio a Roma.

Il nome sembra che derivi da quello di una vicina città etrusca, Cusi o Cosia, che doveva sorgere vicino alla spiaggia che oggi si chiama Lido del venerabile nella vicina laguna di Orbetello.
Le rovine della città e il museo che ospita i reperti sono visitabili.

Wikipedia Cosa (eng)

Scientific Itineraries in Tuscany | Tagliata of Ansedonia


 


Spacco of Bagno della Regina

 

View on Cosa

Cosa, situated on top of the Ansedonia hill, view from Orbetello

 

Villa Settefinestre

   

La colonia di Cosa, di diritto latino, fu fondata dai Romani nel 273 a.C. dopo la sconfitta delle forze alleate delle città etrusche di Volsinii e di Vulci (280 a.C.). Tra la fine del II e il I secolo a.C. il territorio della colonia di Cosa è oggetto di profonde trasformazioni che causano la scomparsa delle piccole proprietà dei coloni a favore di un sistema di ville rustiche, basato sulla coltivazione intensiva e specializzata e sull’utilizzo degli schiavi e rivolto soprattutto all’esportazione di vino e olio. La villa di Settefinestre, posta su un colle situato nell’immediato entroterra di Cosa, rappresenta l’espressione massima del nuovo modello produttivo poiché favorita dalla presenza di uno scalo commerciale marittimo, come quello di Cosa, e di una importante strada consolare quale la via Aurelia. La villa, edificata intorno al 40 a.C., apparteneva alla famiglia senatoria romana dei Sesti e disponeva di una proprietà pari a 125 ettari di terreno arativo e altrettanti di bosco e pascolo. L’impianto originario prevedeva una netta divisione tra la pars urbana, la zona residenziale, e la pars rustica, destinata agli alloggi servili, agli ambienti produttivi e al ricovero degli attrezzi agricoli. In questa fase l’attività predominante era costituita dalla produzione del vino. Lo attestano i torchi e il serbatoio vinario connesso con la cantina della villa. Intorno alla fine del I secolo d.C. si assiste a un mutamento delle attività produttive: la viticoltura viene abbandonata e al suo posto vengono introdotti la cerealicoltura e l’allevamento. Il cambiamento è tale da non risparmiare la struttura della villa, che deve adeguarsi razionalmente alle nuove necessità. La villa perde il carattere di residenza e gli spazi nobili ed eleganti vengono sacrificati a favore di soluzioni che privilegiano funzioni proprie della pars rustica, a testimonianza del diminuito interesse dei proprietari per le attività della villa, la cui amministrazione sarà da ora in poi esercitata a distanza e per interposta persona. Già dalla fine del II secolo d.C. la villa giace in stato di abbandono.

Oggi della struttura sono visibili solo pochi resti: spicca il muro turrito che racchiudeva un giardino e che ricorda, nella sua conformazione, la cinta muraria di una città[1].


 

Villa di Settefinestre, Giardino, Capalbio

Villa di Settefinestre, Giardino, Capalbio

Ricostruzione assonometrica della villa di Settefinestre nella seconda fase edilizia (fine I - inizi II sec. d.C.)

Ricostruzione assonometrica della villa di Settefinestre nella seconda fase edilizia (fine I - inizi II sec. d.C.)

   

Festival e Manifestazioni

Capalbio Cinema International Short Film Festival, fu inaugurato da Michelangelo Antonioni nel 1994 e da allora il festival promuove il cinema con un occhio particolare rivolto al cortometraggio d'autore italiano ed internazionale.


"Il filo pericoloso delle cose" di Michelangelo Antonioni

Eros (2004) è un film di Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar-wai.Tre maestri del cinema raccontano l'erotismo. Michelangelo Antonioni dirige l’ultimo dei tre episodi.
Due donne che hanno avuto un rapporto con lo stesso uomo, si incontrano nude sulla spiaggia di Capalbio.

Michelangelo Antonioni, ispirato a un racconto della sua raccolta Quel bowling sul Tevere, ha girato, in in una Capalbio magistralmente ripresa da Marco Pontecorvo, l’ultimo dei tre episodi del trittico eretico ed erotico,  Il filo pericoloso delle cose.. Nel film, un uomo in crisi con la moglie è attirato da una misteriosa donna (interpretata da Luisa Ranieri) , che ricambia generosamente.
Nel paesaggio d'acqua, di verde e di luce della Maremma, nella Torre borbonica ()il Torre di Buranaccio che si erge imponente sul lago di Burano, Antonioni ha girato il suo episodio di Eros. Christopher Bucholz interpreta l' uomo, che descrive come «uno di livello culturale inferiore rispetto alla moglie, uno che ha fatto soldi, viaggia in Maserati, uno che vive di desiderio, di ricerca del desiderio». Regina Nemni è la moglie: «Una donna di oggi, che si scontra con il marito per il fatto di essere una donna in una storia che vive di umori e atmosfere». Luisa Ranieri è la ragazza: «Sono un tipo solare, un' avventuriera che ama la natura, incontra l' uomo e ci gioca». Cecilia Luci è la donna del bacio lesbico nel lago.

Film girati a Siena | Alla scoperta delle più belle location di film in Toscana | Eros (2004), un film di Michelangelo Antonioni, Steven Soderbergh e Wong Kar-wai





   
   

Enlarge map

 

Collegamenti esterni

Comune

Ufficio turistico, Via Collacchioni, 1 (tel. 0564.896611)


Parco Naturalistico Archeologico di Vulci

Lake of Burano Nature Preserve


Capalbio, Torre di Buranaccio (it) Parco degli etruschi

Le spiagge di Capalbio


   
Una striscia di 12 km di sabbia che va dal nero al bianco, dalla parte del promontorio di Ansedonia che guarda a sud al confine tra Toscana e Lazio. La Torba, che colpisce per la sua sabbia tra il nero e l’antracite, Macchiatonda e Chiarone con gli stabilimenti più famosi della zona,

La zona frequentata da naturisti è a ridosso della costa nord occidentale del Lago di Burano, tra Chiaronen (più a sud, dove c’è un camping in riva al mare e dove ci sono gli stabilimenti più famosi della zona) e Macchiatonda.
A Macchiatonda ci si arriva dall’Aurelia (bivio al km 133,800) da cui dista meno di due chilometri. Al casale abbandonato dovete camminare per 20 minuti a sud.

Le spiagge più belle della Toscana | Naturistische stranden in Toscane | La costa, le spiagge e il mare della Toscana naturista

Spiaggia storicamente frequentata da naturisti, presidiata da naturisti che fanno riferimento all'A.N.ITA. e all'UNI Lazio | www.italianaturista.it

The most beautiful beaches of Tuscany | From Principina a Mare to Ansedonia

  Francis Sutcliffe - Three Naked Boys Around a Coble.jpg
         
Torba spiaggia   Forte di Macchiatonda Capalbio   The Tagliata Tower, or the Puccini Tower

Torba

 

  Il forte di Macchiatonda  

Spiaggia e Torre della Tagliata

 

 


Bibliografia

Aldo Mazzolai. Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura. Firenze, Le Lettere, 1997.

Valentino Baldacci (a cura di). I luoghi della fede. Itinerari nella Toscana del Giubileo (Regione Toscana). Firenze, 2000.

Bruno Santi (a cura di), Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, 2007, Nuova Immagine, Siena, pp. 308-309.

Fabiola Favilli, Capalbio. Alla scoperta del borgo e del territorio, 2011, C&P Adver Effigi, Arcidosso.


Oasi wwf Lago di Burano


Il Lago di Burano è una laguna posta a sud della Maremma Grossetana. L’Oasi si estende per 1010 ettari, si tratta di uno stagno costiero sopravissuto ad un antico lago. L’oasi comprende anche 12 km di spiaggia e duna ricoperta da macchia mediterranea.

Si può raggiungere dalla S.S. Aurelia, prendendo il bivio per Marina di Capalbio al Km 133.

 

 

La Torre di Buranaccio, Lago di Burano, Capalbio

 

Burano è il più bel lago costiero della Toscana, tra dune intrise dal profumo della macchia.
Su una di queste strette fasce dunali sorge una massiccia torre spagnola a pianta quadrata che si specchia nelle acque salmastre e pescose. L'attuale fortificazione venne costruita attorno alla metà del Cinquecento, nel luogo dove sorgeva probabilmente una preesistente struttura di epoca medievale.
La torre costituiva l'avamposto difensivo più meridionale dello Stato dei Presidii e si trovava proprio ai confini con il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa.
Nei secoli successivi la fortificazione ha subito alcuni interventi di ristrutturazione che, però, hanno mantenuto pressoché intatto l'originario aspetto.



Lago di Burano

Trekking in Tiscana | Lago di Burano and Tombola di Feniglia, itineraries between sea and mountains

 
[read more]

 
Trekking in Tiscana | Da Vulci a Calcata tra le meraviglie della Tuscia

   
  Un percorso che parte da Vulci e arriva a Calcata, traversando alcune delle zone più suggestive del territorio paesaggistico della Tuscia. Un itinerario lungo ben 137 chilometri tra sentieri e camminamenti.



 

Vulci, strada Etrusca
Trekking in Tiscana | Itinerario in Vulci

 
 

Walking in Tuscany | The Naturalistic Archeological Park of Vulci | Montalto di Castro and Canino

Mappa | Vulci itinerario


 
Domenico Tiburzi

   
Domenico Tiburzi fu il più famoso brigante della Maremma, divenuto una leggenda tra gli abitanti della provincia di Grosseto.Domenico Tiburzi, detto Domenichino, era nato a Cellere il 28 maggio 1836. Rappresenta un esempio di criminalità nata come risposta alle ingiustizie della società. Dai grandi proprietari pretendeva la "tassa del brigantaggio" e in cambio garantiva protezione agli stessi proprietari terrieri (praticamente un pizzo).

Divenne un eroe popolare, il brigante buono e soccorrevole che uccideva "perché fosse rispettato il comando di non uccidere". Eliminò, infatti, molti briganti che si erano distinti per la loro prepotenza e cattiveria, quando capì che non sarebbe riuscito con la persuasione a ridurli a più miti comportamenti. Egli distingueva bene la legge dalla giustizia e lui stesso si era nominato protettore della giustizia anche contro la legge dello stato.

Si sposò con Veronica dell'Aia che gli dette due figli.

Alla morte di Domenichino il suo regno rimase tutto a disposizione della banda ancora per qualche anno per poi disgregarsi ineluttabilmente. I tre che la componevano, Settimio MenichettiSettimio AlbertiniAntonio Ranucci, erano troppo malvagi per poter aspirare all'amicizia del "Livellatore".

Di Tiburzi si conoscono i delitti, quelli che risultano negli archivi. Ma nessun archivio riporta, di un brigante, le manifestazioni positive; altrimenti non si spiegherebbe l'ammirazione da parte di tanta gente del popolo. Infatti il prete voleva negare al brigante il funerale e la sepoltura in terra consacrata ma la ostinata popolazione di Capalbio, sdegnata da tale decisione, ha esatto per il paladino dei diritti dei più deboli un’onorata sepoltura in terreno consacrato. Si arrivò così ad un compromesso: "mezzo dentro e mezzo fuori dal cimitero". Quindi si scavò la fossa proprio dove si apriva il cancello d'ingresso originario e gli arti inferiori restarono dentro - come vuole la tradizione - mentre la testa, il torace (e dunque l'anima) rimasero fuori.

A Domenico Tiburzi è stato poi dedicato un film uscito nel 1996 e diretto da Paolo Benvenuti, intitolato proprio Tiburzi con il patrocinio del Comune di Montalto di Castro, Comune di Capalbio e con la collaborazione dei Comuni di Canino, Cellere, Farnese, Ischia di Castro e Tarquinia.

 

  Domenico Tiburzi
Domenico Tiburzi, l'unica fotografia scattata dopo la sua uccisione.
Cicloturismo in Maremma |  La costa, il Lago di Burano e la Pedemontana | Verso il Giardino dei Tarocchi

 
   
         



Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia


     

Podere Santa Pia
Castiglioncello Bandini
Sant'Antimo
         
Oratorio della Provvidenza, Capalbio
    Lago Bolsena, Lazio
Oratorio della Provvidenza, Capalbio
Tombolo di Feniglia   Lago Bolsena
         
  Torba spiaggia

Scansano

 

Parco Naturale della Maremma   Torba
         

Podere Santa Pia, con una vista indimenticabile sulla Maremma Toscana. La podere e è situata nelle immediate vicinanze del paese della Maremma, centrale per la visita ad alcune delle più famose emergenze storiche, naturalistiche e artistiche della Toscana.

[1] Fonte:Parco degli Etruschi - Capalbio, Chiesa di San Nicola
[2] Il nucleo primitivo risale al XII secolo, ma nel 1466 l’edificio subì ulteriori ampliamenti, come ricorda un’iscrizione sulla facciata.(Fonte:Parco degli Etruschi - Capalbio, Chiesa di San Nicola)
[3] FONTE: Villa delle Colonne | www.parcodeglietruschi.it

 

 

Questo articolo è basato sugli articoli Chiesa di San Nicola (Capalbio), Oratorio della Provvidenza, Pescia Fiorentina, Domenico Tiburzi dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
Commons contiene file multimediali su Chiesa di San Nicola (Capalbio)


Il motto dell’artista Niki de Saint Phalle

 

Niki de saint-phalle, giardino dei tarocchi, Motto dell'artista, su una piastrella de L'Appeso

Motto dell'artista, su una piastrella de L'Appeso. Foto da Sailko

 

 

Questo il motto dell’artista Niki de Saint Phalle, acanto dell’ingresso dal parco ideato da lei, il Giardino dei Tarocchi.

“A me dà più soddisfazione fare qualcosa di bello per gli altri e per me che avere, AVERE, AVERE… sempre di più, di più, DI PIÙ…”

 

Capalbio migliori ristoranti

Ristorante Antica Pinciana
Strada Di Villa Pinciana 2, 58011 Capalbio
http://www.anticapinciana.com/

Trattoria la Vallerana
Via Monte Forcato, 58011 Capalbio
www.vallerana.it/index.htm

La Porta Gialla
Via Roma, 19, 58011 Capalbio
Telefono 0564 890305

La Selva
9, Str. Selva Nera - 58011 Capalbio

Trattoria Il Cinghiale
Piazza della Repubblica 2, 58010 Capalbio
+39 0564 890686

Trattoria Al Pozzo
Via Vittorio Emanuele 17, 58011 Capalbio
0564896780

Terra Etrusca
Via Piemonte, 6, 58011 Capalbio
+39 0564 898699
www.terraetrusca.it/it

L'angolo di Capalbio
Piazza della Provvidenza, 3, Capalbio

Tullio
Via nuova, 27, Capalbio
0564/896196

La Bracieria di Tiburzi
Via Chiarone Scalo, 5, 58011 Capalbio
0564890670
http://www.labracieriaditiburzi.com/

Ristorante Vivo
Loc. La Torba S.S. Aurelia km 135 | Loc. La torba, 58011 Capalbio
39 0564 172 8529
www.ristorantevivo.it

Il Vignolo
Via Giacomo Puccini,48, Capalbio
347 3078647

Locanda Rossa
Strada Capalbio-Pescia Fiorentina no 11B, 58011 Capalbio

Il Girasole
Via Aurelia Km 127,00, Capalbio

Trattoria La Torre da Carla
Via Vitt. Emanuele 33, 58011 Capalbio
+39 (0)564896070
www.trattoriadacarla.it

La Porta
Via Vittorio Emanuele Ii, 1, Capalbio
39-56-489-6311
www.ristorantelaporta.com

Trattoria Toscana
Via IV Novembre, 2, 58011 Capalbio

Il Ginepro Coccolone
Localita Macchiatonda, 58011 Capalbio
327 4369680
331 2763241

Trattoria da Gianni
Loc. Viale dei Pini, Casale Nuovo, Capalbio
3395416612

Il Frantoio
Renato Fucini, 10, 58011 Capalbio

Osteria Al Vecchio Comune
Via Nuova 25, Capalbio

Trattoria Da Maria
Via nuova, 3, 58011 Capalbio

 

Regina Nemni e Christopher Buchholz nel film di Michelangelo Antonioni, Il filo pericoloso delle cose