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Lo sguardo di MICHELANGELO ANTONIONI e le arti
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L'avventura (Antonioni, 1960), Monica Vitti
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Lo sguardo di MICHELANGELO ANTONIONI e le arti 30 settembre 2012 – 6 gennaio 2013
Ferrara, Palazzo dei Diamanti,
Corso Ercole I d’Este 21, 44121 Ferrara
www.palazzodiamanti.it
Mostra a cura di Dominique Païni, organizzata da Ferrara Arte e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara-Museo Michelangelo Antonioni in collaborazione con la Cineteca di Bologna
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Nato a Ferrara nel 1912, Michelangelo Antonioni è uno dei padri della modernità cinematografica che ha oltrepassato i confini della settima arte. La sua opera è stata profondamente ispirata dalle arti figurative ed ha esercitato a sua volta un notevole ascendente sull'arte e sul cinema di ieri e di oggi.
A questo protagonista della cultura del Novecento, Ferrara Arte e le Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, in collaborazione con la Cineteca di Bologna, dedicano una grande mostra in cui l'opera del maestro ferrarese verrà indagata alla luce del rapporto con le altre discipline artistiche, dalla musica alla fotografia, dalla pittura alla letteratura, attraverso l'accostamento delle sue creazioni alle opere che lui ha ammirato, che ha scelto di far apparire nei suoi film o che egli stesso aveva collezionato.
L'esposizione è a cura di Dominique Païni, già direttore della Cinémathèque Française e verrà inaugurata nel giorno in cui si celebra il centenario della nascita di Antonioni, il 29 settembre 2012.
Michelangelo Antonioni ha contribuito, al pari di Roberto Rossellini, al passaggio dalla vocazione realista del cinema italiano alla sua ambizione di farsi pensiero, come testimoniano opere quali Cronaca di un amore, La signora senza camelie e Il grido, contraddistinte da una scrittura cinematografica fatta di rotture e di misteri, di disgregazione e fallimento. La trilogia in bianco e nero, costituita da L'avventura, La notte, L'eclisse, la sperimentazione cromatico-narrativa di Deserto rosso, i capolavori della maturità quali Blow-Up, Zabriskie Point, Professione: reporter e Identificazione di una donna, formano una costellazione di opere la cui forza non è stata ancora scalfita. Con film come questi egli ha sondato l'animo umano con sguardo innovatore, radiografando le inquietudini del mondo contemporaneo senza mai abbandonare eleganza e seduzione.
La mostra percorrerà la parabola creativa di Antonioni attraverso l'accostamento dei suoi lavori a opere di altri artisti e cineasti, in un inedito e suggestivo dialogo tra film, pittura, letteratura e fotografia. Il fulcro dell'esposizione sarà costituito dallo straordinario fondo di oggetti e documenti relativi alla vita e all'opera del regista di proprietà del Comune di Ferrara. Si tratta di oltre 47.000 pezzi: film e documentari, fotografie di scena, sceneggiature originali, la biblioteca e la discoteca di Antonioni, l'epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso (da Roland Barthes a Luchino Visconti, da Andrei Tarkovsky a Giorgio Morandi), premi, oggetti personali e molti altri materiali, che permetteranno di documentare, con rara esaustività, la vita e l'arte di uno dei più grandi cineasti del Novecento.
Ordinato in 11 sezioni tematico-cronologiche, il percorso espositivo sarà scandito da contrapposizioni che segnano la poetica del maestro: il periodo "del bianco e nero" e quello "del colore", la bellezza notturna della Bosè e la solarità della Vitti, le nebbie della nativa pianura padana e i deserti aridi e polverosi dei lungometraggi della maturità, il leitmotiv dell'"eroe malato" e il tema della vitalità della gioventù pop degli anni Sessanta, il fascino degli angoli nascosti dei parchi pubblici e quello dei rilievi misteriosi delle montagne incantate.
[ Fonte: www.palazzodiamanti.it ]
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Bagliori dorati
Il gotico internazionale a Firenze, 1375-1440
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Galleria degli Uffizi
19-06-2012 | 04-11-2012
Martedì – Domenica ore 8.15 - 18.50
la biglietteria chiude alle 18.05
Chiuso il lunedì
http://www.unannoadarte.it/bagliori/index.html
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Le sale del piano nobile della Galleria degli Uffizi ospiteranno un’importante esposizione che vuole ricostruire il panorama dell’arte fiorentina nel periodo mirabile e cruciale che approssimativamente va dal 1375 al 1440.
Per restituire il clima colto e prezioso di quella lunga stagione, verranno esposti accanto a dipinti celebrati da secoli altri pregevolissimi ma finora poco conosciuti al grande pubblico, così come sculture lignee e marmoree, codici miniati, lavori d’arte sacra e profana: creazioni tutte di sommo pregio e di assoluta rilevanza storica, provenienti da prestigiose istituzioni museali pubbliche, nonché da collezioni private italiane e straniere. Secondando la cronologia, il percorso prenderà le mosse dalle opere degli interpreti massimi dell’ultima fase della tradizione trecentesca. E si ammireranno opere di Agnolo Gaddi, Spinello Aretino, Antonio Veneziano, Gherardo Starnina e Lorenzo Monaco. Artista, quest’ultimo, che dopo la morte dello Starnina rimane il maggior pittore fiorentino a proporre del gotico estremo una variante personalissima, estranea perfino al naturalismo raffinato di Gentile da Fabriano; testimone lirico di quegli anni, lui pure presente in mostra con tavole famose per la loro bellezza struggente. Si vedranno i lavori di artefici operosi a Firenze fra Trecento e Quattrocento, animati da una disposizione culturale volta all’osservanza della recente tradizione artistica tardo trecentesca e nel contempo però interessata alle dirompenti novità della nuova dottrina umanistica, con i fervidi recuperi dell’antico che suggeriva. Opere che staranno lì a rappresentare, al più alto livello, pittori meritevoli di una più diffusa conoscenza: Lippo d’Andrea, Mariotto di Cristofano, Giovanni Toscani, Ventura di Moro, Francesco d’Antonio e Arcangelo di Cola.
Insieme, però, si sperimenteranno le virtù poetiche di Lorenzo Ghiberti, personalità fra le più eminenti del tardogotico fiorentino, nel cui cantiere per la prima porta del Battistero, durante la fase iniziale della sua attività, s’erano formati quasi tutti gli artisti di spicco operosi a Firenze. E lì accanto sarà dato osservare la maniera soave del Beato Angelico, artista emblematico - insieme a Michelozzo - di una linea espressiva che aspirava a coniugare l’eredità del linguaggio artistico del recente passato con quanto d’inedito stava maturando in città con Brunelleschi e Masaccio. Linea che aveva il conforto di alcuni grandi umanisti, che orbitavano intorno a Cosimo il Vecchio de’ Medici.
Infine - a chiudere, davvero in un bagliore, il tragitto - si troverà uno dei testi più insigni del primo Quattrocento, restituito a una insospettata leggibilità: la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello, volo fantastico, capace di sintetizzare i sogni di un’epoca irripetibile.
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Gentile da Fabriano, Adorazione dei Magi,
Firenze, Galleria degli Uffizi |
Le città ideali. L’utopia del Rinascimento ad Urbino da
Piero della Francesca a Raffaello
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Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
6 aprile - 8 luglio 2012
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La mostra dedicata all’umanesimo e al rinascimento che avrà luogo dal 6 aprile all’8 di luglio ad Urbino, città UNESCO nonché capitale culturale e rinascimentale tra le più importanti nel XV secolo.
L’ambizioso progetto a cui stanno lavorando la Regione Marche, la Soprintendenza di Urbino, l’Università feltresca e quella di Bologna e il Centro di Eccellenza Smart per la ricerca, dovrebbe portare ad Urbino le due altre tele che si trovano oggi a Baltimora e a Berlino.
I tre dipinti che hanno come soggetto delle quinte urbane note come città Ideale, saranno esposte nel Palazzo Ducale, una giusta e naturale collocazione in quella che fu la residenza eletta di una società colta e raffinata come quella della corte dei Montefeltro.
La mostra coinciderebbe con il centenario della Galleria Nazionale urbinate, che ospita importanti opere d’arte di Piero della Francesca, Giusto di Gand, Paolo Uccello e Raffaello ed offrirà quindi lo spunto agli studiosi di tutto il mondo per un raffronto diretto, ma soprattutto uno sguardo complesso e poliedrico sul Rinascimento, che abbracci aspetti architettonici, artistici e urbanistici, intrecciando il dibattito politico e filosofico sull’epoca rinascimentale”.
L’argomento principale della mostra sarà il Rinascimento matematico che trovò la sua massima espressione nell’architettura ed il Palazzo Ducale di Urbino nelle sue forme perfette ed armoniose rappresenta l’ideale di tale concetto. Noti furono gli artisti che qui vi lavorarono, illustri gli scienziati e matematici che frequentarono la corte urbinate e che furono protagonisti dell’umanesimo italiano che verranno ricordati attraverso le loro opere: da Piero della Francesca a Leon Battisti Alberti, dal Laurana a Luca Pacioli, da Bramante a Raffaello.
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Urbino, Palazzo Ducale |
Filippino Lippi e Botticelli alle Scuderie del Quirinale
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Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del ‘400
5 ottobre 2011 - 15 gennaio 2012
a cura di Alessandro Cecchi
"pittore di bellissimo ingegno e vaghissima invenzione"
(Giorgio Vasari)
Scuderie del Quirinale, via XXIV Maggio 16, Roma.
Orari: da domenica a giovedì 10 - 20; venerdì e sabato 10 - 22.30. L’ingresso è consentito fino a un’ora prima della chiusura.
Visiting hours: Sunday to Thursday 10:00am to 8:00pm
Friday and Saturday 10:00am to 10:30pm
Admission is allowed until one hour before closing time.
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Firenze del '400, vuole presentare al pubblico i circa trentaquattro anni di attività del maestro, proficui come pochi altri, per quantità e qualità di opere: dalle tavole agli affreschi, ai raffinati disegni su carte colorate, veri e propri capolavori a se stanti. Opere celebri e preziosissime che giungono per l'occasione, come consuetudine per le grandi mostre delle Scuderie del Quirinale, dai più importanti musei di tutto il mondo e da poche, superbe, collezioni private.
La mostra ripercorre i momenti più significativi della storia umana e artistica dei due artisti che animarono la vita culturale di Firenze nel Quattrocento. E, in seguito, da stretti collaboratori divennero rivali di Francesca Romana Cicero.
Una mostra antologica alle Scuderie del Quirinale, visibile fino al 15 gennaio, ripercorre tutta la vicenda umana ed artistica di Filippino Lippi (Prato 1457, Firenze 1504), figlio di quel Filippo Lippi, celebre pittore frate carmelitano, e di una monaca, Lucrezia Buti. Natali ignominiosi ai quali ha tentato di sopperire col suo essere, secondo la definizione del Vasari, pittore di «bellissimo ingegno e vaghissima e copiosa invenzione».
I suoi trentaquattro anni di intensa attività, apprezzata dalle grandi famiglie del tempo, sono raccontati attraverso un percorso espositivo, articolato su due piani, che scandisce i momenti più significativi della sua vita piuttosto che illustrare il contesto storico. In tal senso sono da intendere i pannelli esplicativi e l’allestimento, che affianca elementi eterogenei come una panca e documenti originali scelti per valore artistico e storico, a tavole ed affreschi, raffinati disegni su carte colorate e veri e propri capolavori. Opere superbe che avviano un dialogo con quelle del Botticelli, presso la cui bottega Filippino Lippi aveva cominciato a lavorare. Lavori presenti, tuttavia, in numero limitato, in alcuni casi perché inamovibili, nonostante il richiamo nel titolo stesso della mostra.
Collaborazione tra Lippi e Botticelli fin dagli esordi, alla pari, grazie anche ad una raffigurazione di figurine caratterizzate da grazia malinconica e inquietudine capricciosa estranee a quelle di Botticelli, di cui non fu mai un semplice garzone. Di quest’ultimo Filippino Lippi divenne un rivale soprattutto alla fine del ‘400, quando fu chiamato a completare gli affreschi della Cappella Brancacci al Carmine, realizzata da Masolino e Masaccio, o quando gli furono affidate importanti commissioni disattese dal grande Leonardo come la Pala degli Otto in Palazzo Vecchio e l’Adorazione dei Magi di San Donato a Scopeto, entrambe oggi custodite agli Uffizi, e la Pala della Signoria per la Sala del Maggior Consiglio repubblicano, cui non avrebbe dato seguito per gli impegni e il sopravvenire della morte. L’eccellenza della sua produzione conosce oggi sempre più estimatori a tal punto da essere ritenuta superiore a diverse opere del suo maestro Botticelli.
L'affresco della Disputa di Simon Mago e crocifissione di san Pietro nella Cappella Brancacci a Firenze. è ricca di ritratti. Il giovane col berretto all'estrema destra è l'autoritratto di Filippino. Il vecchio col berretto rosso nel gruppo vicino a San Pietro e Simon Mago è Antonio del Pollaiolo. Il ragazzo che invece sta sotto l'arco e guarda verso lo spettatore è il ritratto di Sandro Botticelli, amico e maestro di Filippino.
Arte in Toscana | Filippino Lippi | Autoritratto
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Filippino Lippi
Sandro Botticelli
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Born in Prato in about 1457, the result of his father Fra' Filippo Lippi's illicit tryst with a nun, Lucrezia Buti, Filippo (known as Filippino to distinguish him from his father, one of the most celebrated and valued painters of his day) became an artist of the first rank in his turn, a painter on whom Vasari lavished such words of praise as "tanto ingegno" (a man of infinite genius) endowed with "vaghissima e copiosa invenzione" (wonderful and bountiful powers of invention).
From his very earliest works, which the great art historian Bernard Berenson attributed to an imaginary "Friend of Sandro", his darting figures stand out for their wistful grace and for the almost disturbing whimsicality that distinguishes them from the style of Botticelli, with whom he collaborated on an equal footing rather than as a mere apprentice.
Filippino eventually went on to become a fearsome rival to his former master in the last decade of the 15th century, appreciated by the Medici and their supporters and by Savonarola and the Republicans alike.
This explains why Filippino was called on to complete the frescoes in the Brancacci Chapel in the church of the Carmine, a work by Masolino and Masaccio, painters who were venerated, admired and studied by every artist of the period (and for centuries to come); why he was entrusted with major commissions neglected by Leonardo, such as the Pala degli Otto in Palazzo Vecchio (1486) or the Adorazione dei Magi for San Donato a Scopeto (1496), both now in the Uffizi; and why, in 1498, he was given the most prestigious commission the Republic could award, for a Signoria Altarpiece for the republican Sala del Maggior Consiglio although his numerous other commitments and his death in 1504 were to prevent him from ever making a start on it.
Filippino was more eclectic and versatile an artist than any other, attracting commissions in Florence and its surrounding region but also in Lucca, Genoa, Bologna and Pavia. He was also particularly innovative in the field of decoration and the applied arts, as we can see from his frescoes in the Carafa Chapel in the church of Santa Maria Sopra Minerva in Rome or in the Strozzi Chapel in Santa Maria Novella in Florence, both cycles in which his confidently unfettered and whimsical imagination imbues his work with astonishing modernity. Critics have recently begun to consider that the truly uncommon quality and excellence of his artistic output outclasses even many of the works attributed to Botticelli.
The exhibition at the Scuderie del Quirinale, Filippino Lippi e Sandro Botticelli nella Firenze del '400, is designed to introduce the public to the approximately 34 years of Lippi's career, a career that was so much more proficuous than most in terms of both the quantity and the quality of his output, ranging as it did from panels, to frescoes, to sophisticated drawings on colored paper which are full-fledged masterpieces in their own right. In keeping with what has become a tradition in our exhibitions of major art, these celebrated and extremely precious paintings will be on loan to the Scuderie del Quirinale from some of the leading museums of the world, as well as from a handful of superb private collections. Finally, thanks to the crucial cooperation of the "Polo Museale Fiorentino" and the "Fondo Edifici del Culto", as well as to the generous contribution of such private associations as the "Friends of Florence", the exhibition will provide the public with a unique opportunity to view and admire the Tuscan master's works in Rome, the city in which he studied classical antiquity and where he left us his fresco cycle in the Carafa Chapel, allowing visitors to rediscover his life and career, and offering scholars a unique opportunity for stylistic comparison with a selection of works by Botticelli, his master, his friend, and ultimately his rival. |
I Borghese e l'antico
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Dal 7 dicembre 2011 al 9 aprile 2012
Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese 5 Roma
ORARIO: dal martedì alla domenica dalle ore 9 alle 19
lunedì chiuso
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Dal Museo del Louvre i capolavori dell’arte antica appartenuti alla collezione Borghese
Evento eccezionale e unico, la mostra celebra il patrimonio storico-artistico italiano in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Torneranno nella loro collocazione originaria, per la prima volta dopo 203 anni, oltre 60 opere illustri come l'immenso Vaso Borghese, con scene dionisiache del 30 a.C, l’Ermafrodito restaurato da un giovanissimo Bernini, il Sileno con Bacco fanciullo, le Tre Grazie, le Quattro Sfingi, e la celeberrima e discussa scultura policroma del Seneca Morente, che mai prima d’ora avevano lasciato il Louvre.[1]
From December 7, 2011 until April 9, 2012, the Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Roma, headed by Rossella Vodret, will present an exhibition entitled The Borghese Family and Antiquity, organized by the Galleria Borghese with the exceptional cooperation of the Musée du Louvre in Paris.
The most important masterpieces of ancient art that once belonged to the Borghese collection and now constitute the core of the collection of antiquities of the Musée du Louvre will return to their original home.
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Gino Severini 1883-1966
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dal 17 Settembre 2011 al 08 Gennaio 2012
MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
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Il Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, e il Musée d’Orsay di Parigi, presentano una grande mostra dedicata alla figura e all’opera del pittore Gino Severini (Cortona, 1883 - Parigi, 1966).
Il progetto espositivo, a cura di Gabriella Belli e Daniela Fonti, ha avuto una significativa anticipazione tra aprile e luglio 2011 al Musée de l’Orangerie di Parigi con la rassegna intitolata “Gino Severini (1883 – 1966), futuriste et néoclassique”, e approda al Mart di Rovereto, dal 17 settembre 2011 al 8 gennaio 2012.
La mostra ricostruisce l’itinerario artistico di Severini attraverso una selezione di circa ottanta opere, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private italiane e internazionali.
Protagonista del movimento futurista, Gino Severini svolse un ruolo fondamentale come punto di contatto tra l’arte italiana e francese nel periodo delle avanguardie e, successivamente, del ritorno al classico. |
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Giorgio Vasari e Pisa | La mostra al museo di San Matteo
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dal 02/12/2011 al 30/04/2012
Pisa, Museo Nazionale di San Matteo
piazza San Matteo in Soarta, 1 56126 Pisa
telefono: 39 050 541865 fax: 39 050 542640
Orari
Il Museo Nazionale di San Matteo è aperto da martedì a sabato (orario 8.30 – 19.30) e domenica mattina (8.30 – 13.30). La biglietteria chiude mezz’ora prima. Le “Vite” di Giorgio Vasari nella loro duplice redazione costituiscono un primo ricco repertorio delle opere d'architettura e d'arte presenti in Pisa. È quindi veramente opportuno questo itinerario che pone l'attenzione, tra le opere citate da Vasari in Pisa, su quelle presenti nel Museo di San Matteo. Il quadro che se ne ricava è davvero ragguardevole: tra le sculture si presentano quelle provenienti, dall'Ottocento o da tempi recentissimi, dall'oratorio di Santa Maria della Spina, a testimoniare un primato pisano nella scultura attestato da Vasari.
Tra i dipinti, citiamo due polittici pressoché integri: quello con Madonna e Santi di Simone Martini e quello di Francesco Traini con San Domenico e storie della sua vita, provenienti ambedue da Santa Caterina e da annoverare tra le testimonianze più preziose dell'arte del Trecento; a loro paragone, nasce il rimpianto per i complessi coevi ora smembrati, di cui nel museo non resta che una particella: il polittico di Lippo Memmi per San Paolo a Ripa d'Arno, testimoniato da un Santo in faldistorio, la predella di Bernardo (Daddi, e non Falconi, come pretendeva Vasari) proveniente dal Duomo, di cui qui restano due elementi con Storie di Santa Cecilia, e soprattutto il polittico di Masaccio per il Carmine, di cui a Pisa si conserva solo il piccolo San Paolo.
Non mancano opere capitali anche di tempi successivi, come le due tavole con Madonna col Bambino e Santi, ed una terza con i Santi Sebastiano e Rocco, tutte di Domenico Ghirlandaio o della sua bottega, provenienti dalla distrutta chiesa di San Girolamo dei Gesuati, o la grande tavola con Madonna e Santi del Sodoma dall'oratorio della Madonna della Spina. Sono conservati al Museo di San Matteo anche i resti di due tavole di Giovanni Antonio Sogliani, scampati all'incendio che nel 1595 devastò il Duomo. |
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Masaccio, San Paolo, 1426, tempera su tavola a fondo oro, Museo nazionale di San Matteo, Pisa
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Fra Angelico et les maîtres de la lumière | Fra Angelico and the Masters of Light
From 23rd September 2011 to 16th January 2012 Jacquemart-André Museum
158, boulevard Haussmann - 75008 PARIS
www.musee-jacquemart-andre.com
Open 365 days a year from 10 a.m. to 6 p.m.
Open every Monday and Saturdays evening until
9.30 p.m.
www.expositionfraangelico.com
The exhibition, which is opening its doors at the Jacquemart-André Museum in Paris, aims to present the French public with a vast retrospective dedicated to the painter Fra Angelico, whilst at the same time recreating the complexity of the cultural climate in Florence during the first half of the quattrocento. This is an exceptional event as it is the first exhibition in France dedicated to one of the major artists of the Florentine Renaissance.
From 23rd September 2011 to 16th January 2012, the Jacquemart-André Museum is holding an exhibition dedicated to Fra Angelico, a major figure of the Quattrocento. The Jacquemart-André Museum is the first French museum to pay tribute to Fra Angelico and reconsider this exceptional artist’s career. The exhibition will present nearly 25 major works by Fra Angelico and a similar number of panels painted by some of his prestigious contemporaries.
Fra Angelico (c.1400-1455) was a major player in Florence’s artistic and cultural revolution at the beginning of the 15th century. His work combines the golden lustre inherited from Gothic style with a new understanding of perspective. He initiated the artistic movement which specialists have named the “Peintres de la Lumière” (painters of light).
Alongside his works will be hung those of renowned painters who significantly influenced his work, such as his teacher Lorenzo Monaco (1370-1424), Masolino (1383-c. 1440) and Paolo Uccello (1397-1475), as well as artists that he inspired, such as Filippo Lippi (1406-1469) and Zanobi Strozzi (1412-1468).
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Art in Tuscany
| The guide to the art and towns of Tuscany
Tuscany has an immense cultural and artistic heritage, expressed in the region's numerous churches, palaces, art galleries, museums, villages and piazzas. Much of these artifacts are found in the main cities, such as Florence and Siena, but also in smaller villages scattered around the region, such as San Gimignano, Pienza, Chiusi, Massa Marittima and many others. Tuscany has some of the very best art galleries in the world. These include the Uffizi Gallery, the Bargello Museum and Santa Croce Museum.
Mediaeval era and the Renaissance is the epoch which also left the enormous quantity of art masterpieces in Tuscany. Tuscany is known for its beautiful landscapes, its rich artistic legacy and vast influence on high culture. Tuscany is widely regarded as the true birthplace of the Italian Renaissance, and has been home to some of the most influential people in the history of arts and science, such as Dante Alighieri, Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio, Sandro Botticelli, Raffaello Santi, Giotto, Donatello, Michelangelo, Leonardo da Vinci, Giorgio Vazari and many others and Puccini. Due to this, the region has several museums, most of which (such as the Uffizi and the Pitti Palace) are found in Florence, but others in towns and smaller villages.
[1] La formazione della raccolta Borghese di antichità si deve al cardinale Scipione Borghese, nipote di Paolo V, che acquista, a breve distanza di tempo, due collezioni: la prima nel 1607, quella di Lelio Ceoli, collocata nel palazzo eretto dal Sangallo in via Giulia; subito dopo, nel 1609, si assicura quella formata dallo scultore Giovanni Battista Della Porta. A questi due primi nuclei si aggiungono ben presto altre opere di straordinaria importanza, acquisite da altre collezioni o pervenute attraverso ritrovamenti fortuiti. Le sculture, inizialmente destinate alla residenza in Campo Marzio e a quella di Borgo, nonché alla villa sul Quirinale, furono ben presto trasferite, quasi per intero, nella villa suburbana, completata nel 1613 e concepita dal cardinale appositamente per l’esposizione delle sue collezioni di pittura e scultura. L’importanza delle sculture negli intenti decorativi del nuovo edificio appariva evidente fin dall’esterno della palazzina: le statue e i rilievi costituivano il prezioso ornamento delle facciate e scandivano il disegno dei viali e dei piazzali antistanti la “Villa Burghesia”.
Anche alla fine del Settecento, quando la Villa Borghese fu rinnovata per volere del principe Marcantonio Borghese, furono le opere di scultura a determinare i punti focali dell’allestimento. L’architetto Antonio Asprucci dispose i maggiori capolavori della celebre collezione Borghese secondo un nuovo criterio espositivo ponendoli al centro di ogni sala e raccordando l’intero tema decorativo dell’ambiente, dalle pareti alla volta, al nucleo iconografico del gruppo scultoreo. Si creò così l’aspetto con cui il Museo appare ancora oggi nel suo splendore di marmi, pietre dure e mosaici.
Tra la fine del 1807 e il 1808, in seguito alla cessione a Napoleone Bonaparte, le sculture archeologiche della Villa furono trasportate a Parigi. La perdita di questa straordinaria collezione ebbe un impatto fortissimo sulle coscienze del tempo. Antonio Canova, che sulle sculture della Villa aveva condotto il suo appassionato studio dell’antico, l’avrebbe definita nel 1810 davanti a Napoleone “una incancellabile vergogna” per la famiglia che possedeva “la villa più bella del mondo”. Il Cardinal Casoni prova in tutti i modi, rifacendosi alla legislazione pontificia, di salvare la collezione Borghese dall’acquisizione napoleonica. Il tentativo non ha tuttavia alcun esito data la situazione politica che fa registrare in quel giro d’anni un assoluto predominio dei francesi a Roma.
Camillo dopo la “sciagurata” vendita cercò di ripristinare, per quanto possibile, la collezione attraverso il recupero di reperti archeologici provenienti da scavi e acquisti, alcuni di notevole importanza, come il Fauno Danzante restaurato da Bertel Thorvaldsen. Le nuove acquisizioni operate nel corso dell’Ottocento costituiscono l’attuale collezione archeologica conservata presso la Galleria Borghese.
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Tuscany is widely regarded as the true birthplace of the Italian Renaissance and is known for its beautiful landscapes, its rich artistic legacy and vast influence on high culture. Podere Sante Pia, a holiday estate in beautiful southern Tuscany Italy, is the perfect place for the perfect holiday.
Podere Santa Pia is located in the heart of the Valle d'Ombrone, and one can easily reach some of the most beautiful attractions of Tuscany, such as Montalcino, Pienza, Montepulciano and San Quirico d'Orcia, famous for their artistic heritage, wine, olive oil production and gastronomic traditions. It is the ideal place to pass a very relaxing holiday in contemplation of nature, with the advantage of tasting the most typical dishes of Tuscan cuisine and its best wines.
This is the land where the DOC wines Montecucco and Brunello are produced. So, the surrounding countryside is the ideal area for an uncommon wine tour, visiting small farms producing wine and excellent extra virgin olive oil.
Tuscany wines account for over thirty DOC and half a dozen of Italy's DOCG wines. Not far from Cinigiano and clearly visible from Podere Santa Pia, is the famous Castle of Poggio alle Mura, also known as Villa Banfi and home to one of the most popular producers of Brunello di Montalcino D.O.C.G. wine. Set in 7100 hectares of land in the Montalcino area, Castello Banfi il Borgo is one of the most important wine producers in Tuscany. |
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Monte Cucco wine region |
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Siena |
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Podere Santa Pia, un’oasi di pace immersa nel verde delle colline della Maremma
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Podere Santa Pia |
La Toscana è una regione ricca di risorse da questo punto di vista, il suo paesaggio è unico al mondo e la zona della Maremma presenta vaste e verdi distese di natura incontaminata dove sorgono strutture turistiche davvero esclusive, confortevoli e alla portata di tutti. Una di queste è Podere Santa Pia, un’oasi di silenzio e quiete, una struttura formata da tre diversi resort immersi nel verde e nei profumi della Maremma toscana.
Podere Santa Pia, è un’antica struttura completamente ristrutturata cercando di mantenere inalterate le stupende caratteristiche dell’immobile originario.
Sulle splendide e verdeggianti colline dell’alta Maremma, Maremma, terra quasi magica, ispiratrice di molti artisti rimasti affascinati dalle sue bellezze...
Qui, a 300 mt sul livello del mare, alle spalle del Parco Naturale di poggio all'Olmo, si trova Podere Santa Pia, una casa vacanze accogliente, spaziosa e confortevole per gruppi da 2 a 13 persone.
Situato in una splendida posizione panoramica, in un ambiente incontaminato, collocato nel bellissimo, con una straordinaria vista sulle colline Maremmane, fino a Castiglione della Pescaia e Monte Argentario, Podere Santa Pia è una classica casa toscana, antica ma interamente ristrutturata. Le pietre della facciata sono state riportate ai loro colori naturali, all’interno sono stati riscoperti i vecchi mattoni fatti a mano in originale cotto toscano ed i soffitti hanno tutti i travi a vista.
Podere Santa Pia è composto da due unità. La casa principale ha quattro camere da letto (3 camere da letto doppie, una camera matrimoniale), due bagni con doccia, una grande cucina con splendido camino antico in pietra e l'originale forno con grandezza per la pizza.
Appartamento di circa 90 mq con ingresso indipendente, composto da una camera matrimoniale ed una grande cucina, un bagno e con una terrazza solarium adiacente alle stanze e una bella terrazza con favolosa vista su campi e vigneti di Brunello e Montecucco.
La vicinanza a città d'arte quali Montalcino, Firenze, Siena, San Gimignano, Massa Marittima ed altre ancora tutte raggiungibile in poco tempo darà anche agli amanti della cultura una vacanza ricca di emozioni.
Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia, con una vista indimenticabile sulla Maremma Toscana.
La terrazza è esposta a Sud per cui dalla mattina al pomeriggio è sempre colpita dal sole, tuttavia ci sono zone ombreggiate grazie agli alberi circostanti.
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