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Maestro della Santa Cecilia, Santa Cecilia e storie della sua vita, 1304 circa, pittura, 182 × 85 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze


Maestro della Santa Cecilia, Santa Cecilia e storie della sua vita, 1304 circa, pittura, 182 × 85 cm, Galleria degli Uffizi, Firenze

 

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Arte in Toscana | Maestro della Santa Cecilia


   
   

Il cosiddetto Maestro della Santa Cecilia è stato un pittore anonimo italiano, tra le più importanti personalità della scuola giottesca attive a Firenze e, probabilmente, anche ad Assisi nei primi anni del Trecento.

Stile

In nome gli è stato assegnato a partire dalla grande tavola (185x85 cm) di Santa Cecilia e storie della sua vita conservata agli Uffizi, che è emblematica del suo stile. Partecipò alle Storie di san Francesco nella Basilica superiore di Assisi, dipingendo gli ultimi tre riquadri su disegno del maestro. La sua personalità artistica, riconosciuta per la prima volta da Cavalcaselle e poi appurata da Frey, dimostra infatti una piena padronanza delle novità di Giotto nel campo delle ambientazioni architettoniche delle scene, tanto da inserire nella pala della Santa Cecilia un gran numero di stanze immaginarie con complessi elementi architettonici (piani sovrapposti, esedre, volte, nicchie, balconi) entro le quali le figure prendono posto con una precisa collocazione spaziale.
Il limiti del maestro sono però la realizzazione delle figure umane, che appaiono allungate, stilizzate e convenzionali, legate più alla matrice duecentesca che alla realistica plasticità di Giotto.
Frey propose anche di identificarlo col misterioso Stefano Fiorentino, un'ipotesi però priva di agganci documentabili.

Opere

A questo maestro vengono attribuite varie opere:

Conclusione delle Storie di San Francesco nella Basilica superiore di Assisi (in particolare l'Omaggio dell'uomo semplice, la Guarigione dell'uomo di Lleida, la Confessione della donna resuscitata e la scena di San Francesco libera l'eretico Pietro di Alife)
Madonna col Bambino, 1290-1295 circa, tavola, Getty Museum, Los Angeles
Santa Cecilia e storie della sua vita, Uffizi, Firenze
Frammenti di affreschi nella Cappella Rucellai in Santa Maria Novella, Firenze
Madonna col Bambino in trono alla Galleria dell'Accademia, Firenze
Santa Margherita e storie della sua vita, chiesa di Santa Margherita a Montici, Firenze
Madonna col Bambino, chiesa di Santa Margherita a Montici, Firenze
Madonna delle Grazie, oratorio di Santa Maria delle Grazie, Firenze
San Pietro in cattedra (1307), chiesa dei Santi Simone e Giuda, Firenze
Madonna in trono e i santi Lorenzo e Stefano (opera di bottega), chiesa di San Michele a Castello, Firenze
Cappella di San Jacopo, Badia a Settimo, Scandicci

 

 

   
   
Santa Cecilia e storie della sua vita

 

   

Il cronista trecentesco Giovanni Villani ricorda l'incendio che nel 1304 distrugge la chiesa di Santa Cecilia, subito dopo ricostruita; secondo convincenti opinioni il dossale d'altare, fra i più significativi esempi della scuola fiorentina del primo Trecento, è stato dipinto per questa chiesa subito dopo l'incendio. Raffigura santa Cecilia in trono, affiancata da otto storie della sua vita, con l'epilogo del martirio. Le scene, caratterizzate da un realismo minuto, riecheggiano, quasi miniature ingrandite, gli affreschi di Giotto nella chiesa superiore di Assisi. In questa evocazione precoce delle ricerche spaziali del giovane Giotto la resa della terza dimensione risulta però ancora in una fase sperimentale (si veda ad esempio, in alto a sinistra, la tavola imbandita del convito nuziale di Cecilia e Valerinao). A questo maestro contemporaneo di Giotto, che dal dossale degli Uiffzi prende il nome, si attribuiscono anche altre opere: alcune scene della vita di san Francesco negli affreschi della chiesa inferiore di Assisi e dipinti su tavola nelle chiese fiorentine di San Giorgio alla costa, San Simone e Santa Margherita a Montici.[1]

Arte in Toscana | Santa Cecilia e storie della sua vita

 

Seguaci di Giotto

Conclusione delle Storie di San Francesco nella Basilica superiore di Assisi

 

   

Con l'attività di Giotto e dei suoi scolari e seguaci, Firenze determinò praticamente il destino della pittura per tutto il sec. XIV nelle principali regioni d'Italia. La cui bottega era diventata un'impresa organizzata.

Giotto aveva completato le numerose commissioni della sua bottega utilizzando un'organizzazione del lavoro impostata secondo una logica diremmo oggi "imprenditoriale", che prevedeva il coordinamento del lavoro di numerosi collaboratori. Questo metodo, prima usato solo nei cantieri architettonici e dalle maestranze di scultori e scalpellini attivi nelle cattedrali romaniche e gotiche, fu una delle maggiori innovazioni apportate in pittura dalla sua équipe, e spiega anche la difficoltà di lettura e di attribuzione di molte sue opere.
Vasari citò i nomi di alcuni dei più stretti aiutanti, non tutti celebri: Taddeo Gaddi, Puccio Capanna, Ottaviano da Faenza, Guglielmo da Forlì, attraverso cui, insieme con l'opera di un misterioso Augustinus, l'influenza di Giotto arrivò alla scuola forlivese. A questi bisogna aggiungere i molti seguaci e continuatori del suo stile che crearono delle scuole locali nelle zone dove era transitato.
A Firenze ed in Toscana operavano i cosiddetti "protogiotteschi" i seguaci che avevano visto all'opera Giotto nella sua città: Maso di Banco, Giottino, Bernardo Daddi, il Maestro della Santa Cecilia, il Maestro di Figline, Pacino di Buonaguida, Jacopo del Casentino, Stefano Fiorentino. Le vicende biografiche di molti di questi pittori non sono ancora state bene documentate: vita e opere di Giottino o Stefano Fiorentino sono ancora in larga parte misteriose.

 

Master of Saint Cecilia - Legend of St Francis - 28. Liberation of the Repentant Heretic - WGA14480.jpg

Opera di un seguace: : Liberazione dell'Eretico, Basilica superiore di Assisi, forse del Maestro della Santa Cecilia

 

     

Master of Saint Cecilia - Legend of St Francis - 26. The Healing of a Devotee of the Saint - WGA14478.jpg

Opera di un seguace: : Guarigione dell'uomo di Lleida, Basilica superiore di Assisi, forse del Maestro della Santa Cecilia

 

 

Giotto-Confessione della donna-2

Opera di un seguace: : Confessione della donna resuscitata, Basilica superiore di Assisi, forse del Maestro della Santa Cecilia

 

     
 
   
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         
         

Bibliografìa

 

  • Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art. 20, pp. 759–760. New York, Grove, 1996. ISBN 1884446000

 


[1] Gloria Fossi, Gli Uffizi. La guida ufficiale, Taylor & Francis, 2010, p.31
[2] Fonte: "Master of Saint Cecilia - Legend of St Francis - 28. Liberation of the Repentant Heretic - WGA14480" di Master of Saint Cecilia. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.

"Master of Saint Cecilia - Legend of St Francis - 26. The Healing of a Devotee of the Saint - WGA14478" di Master of Saint Cecilia. Con licenza Pubblico dominio tramite Wikimedia Commons.

 


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