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Andrea Bonaiuti, Way of Salvation, 1365-68, fresco, Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Florence
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Andrea Bonaiuti da Firenze


   
   
Andrea da Firenze, o Andrea Bonaiuti, o ancora Andrea da Firenze (Firenze, 1343 – 1377), fu un pittore italiano.

Verso il 1365 eseguì la sua opera più importante, gli affreschi nella sala capitolare nella chiesa di Santa Maria Novella, poi chiamato Cappellone degli Spagnoli dal XVI secolo, commissionato come opera di propaganda e rafforzamento ideologico dell'ordine domenicano.

Il livello artistico delle pitture non è considerato altissimo, ma la loro vivacità e ricchezza dei dettagli hanno da sempre suscitato un grande interesse. Giorgio Vasari attribuì questa opera a Simone Martini e a Taddeo Gaddi, mentre John Ruskin li celebrò dando notorietà all'opera, anche le la corretta attribuzione si deve allo storico dell'arte ottocentesco Giovan Battista Cavalcaselle. Il punto debole dell'artista, che operò parallelamente all'Orcagna, è la mancanza di spunti originali seguita da una certa ripetitività di maniera nella stesura del colore e nei dettagli del modellato, anche se la grandiosità della rappresentazione e la vivacità, influenzate della scuola senese, in particolare da Bartolo di Fredi piuttosto che da Ambrogio Lorenzetti, attirano subito l'ammirazione dello spettatore [1].

Le due pareti di destra e sinistra sono occupate dalle scene più grandiose, con l'Esaltazione dell'ordine domenicano a destra e il Trionfo di San Tommaso a sinistra.

Altre opere sono gli affreschi del Camposanto di Pisa (1377) con tre Storie della vita di san Ranieri. A lui è attributo anche un trittico nella chiesa del Carmine e un'altra opera all'Historical Society di New York, infine, secondo lo storico Berenson, alcuni dipinti alla Galleria dell'Accademia e in altri musei stranieri.

In definitiva, tra tutti pittori fiorentini dell'epoca, Andrea fu sicuramente quello più influenzato dai pittori senesi, in particolare Simone Martini e i Lorenzetti [2].
   
   

 

 
Andrea Bonaiuti, Descent of Christ to Limbo (detail), 1365-68, affreschi nel Cappellone degli Spagnoli, (dettaglio)

 
Andrea di Bonaiuto, detail of St. Ranieri in the Holy Land, Museo delle Sinopie, Camposanto, Pisa


Il Camposanto monumentale di Pisa è grave; un antico cimitero, chiuso da quattro portici, che chiude il lato settentrionale della Piazza del Duomo.Le suggestive gallerie del chiostro sono decorate da affreschi, attribuiti a Bonamico Buffalmacco, Taddeo Gaddi e Andrea di Bonaiuto, raffiguranti scene del Vecchio Testamento e storie di Santi pisani. Gli affreschi di Benozzo Gozzoli, che si trovano lungo la parete nord e che riproducono storie bibliche, sono composizioni di valore assolutamente inestimabile, tutte solenni e maestose. [3]
Il 27 luglio 1944, le bombe alleate incendiarono il tetto del Campo Santo e danneggiarono gli affreschi in modo gravissimo in seguito a un rogo che durò parecchi giorni. Dal 1945 ad oggi sono ancora in corso lavori di restauro, che fra l'altro hanno portato al recupero delle preziosissime sinopie oggi esposte nel museo delle Sinopie negli edifici del lato sud della piazza.

Il cosiddetto Cappellone degli Spagnoli è l'antica sala capitolare della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Famoso per l'intatto ciclo di affreschi sull'ordine domenicano di Andrea di Bonaiuto (1365-1367), assunse il nome attuale nel XVI secolo quando venne usata dalla corte di spagnoli al seguito di Eleonora di Toledo, andata in sposa a Cosimo I dei Medici. Vi si accede dal Chiostro Verde, ed oggi fa parte del Museo di Santa Maria Novella.

Gli affreschi vennero dipinti dal 1365 al 1367, da Andrea di Bonaiuto e vari collaboratori, sotto il priorato di Zanobi Guasconi, con un programma iconografico già definito dal priore precedente, fra' Jacopo Passavanti. Tali affreschi vennero finanziati dallo stesso Buonamico Guidalotti, lo stesso committente dell'intera cappella che era in realtà già morto in questi anni, ma che aveva lasciato al convento un'ingente somma di denaro per la decorazione a fresco della cappella.
I rinomati affreschi trecenteschi celebrano l'ordine domenicano attraverso complesse allegorie.
Il tema del ciclo di affreschi è l'esaltazione dell'ordine domenicano, in particolare riguardo alla lotta dell'eresia per la salvezza della Cristianità.

Nelle quattro vele sono raffigurati La navicella di San Pietro apostolo, la Resurrezione, l' Ascensione e la Pentecoste.

Nella parete opposta all'entrata sono raffigurate in un unico spazio Scene della passione di Cristo, quali l' Ascesa al Calvario (a sinistra), la Crocefissione (al centro), e la Discesa all'Inferno (a destra). È probabile che al centro, sotto la Crocifissione, vi fossero in origine altre scene della Passione di Cristo, ma l'apertura della cappella decretata da Cosimo I per la realizzazione dell'Altare e dell'Abside ha portato alla perdita di queste scene.

L'opposta parete d'ingresso, la più lacunosa, è decorata invece con scene della vita di San Pietro Martire, un monaco domenicano vissuto circa un secolo prima. Le scene ancora visibili riguardano la Vestitura (in alto a sinistra), la Predicazione (in alto a destra), il Martirio (in basso a sinistra), la Guarigione della paralitica Agata (in basso al centro) e l'Apparizione a Rufino (in basso a destra). La grossa fascia lacunosa che ha portato alla perdita di gran parte degli affreschi è dovuta anch'essa all'intervento di Cosimo I e sua moglie Eleonora di Toledo, intervento che portò all'allestimento di una tribuna per i fedeli della comunità spagnola.

Più famosi sono gli affreschi sulle due pareti laterali. A destra la Via Veritas, ovvero Chiesa militante e trionfante, una complessa allegoria enciclopedica del trionfo, opera e missione dei Domenicani.

 
Andrea di Bonaiuto, Salita al Calvario, Crocefissione e Discesa di Cristo al Limbo, 1365-68, affresco
Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Florence
 
 
Andrea di Bonaiuto, Way of Salvation (detail), 1365-68, fresco, Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Florence
La Chiesa militante e trionfante, 1365-68 (dettaglio Danza delle donzelle nel giardino d’amore) di Andrea di Bonaiuto nella Cappella degli Spagnoli di Santa Maria Novella a Firenze
 
 
Andrea di Bonaiuto, La via della salvezza (dettaglio, con un ritratto di Dante), 1365-68,af fresco, Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Florence
 
 
Andrea di Bonaiuto, Trionfo di San Tommaso d'Aquino, 1365-68, affresco, Cappella Spagnuolo, Santa Maria Novella, Firenze
 
 
   

[1] Grande dizionario enciclopedico Utet, Torino 1989.
21] AA.VV., A Biographical Dictionary of Artists, Andromeda, 1995.
   

[3] Ranieri Scacceri (Pisa, 1118 – Pisa, 17 giugno 1161) fu un eremita italiano. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica ed è il patrono della città di Pisa.
La vita di Ranieri ebbe una profonda trasformazione negli anni della giovinezza: nato nel 1118 da Gandolfo Scacceri, un ricco mercante di Pisa, trascorse la gioventù in frivolezze finché, a diciannove anni, incontrò Alberto, un eremita che era venuto ad abitare in città presso il monastero di San Vito: seguendo il suo esempio Ranieri scelse di abbandonare tutte le sue ricchezze per vivere in completa povertà. Si trasferì poi come pellegrino in Terra Santa dove soggiornò diversi anni dandosi alla mortificazione del corpo e alla penitenza.

Ritornò a Pisa nel 1154, condotto in patria dall'amico ammiraglio pisano Ranieri Bottacci, e si ritirò nello stesso monastero di San Vito dove anni prima aveva incontrato l'eremita Alberto. Già durante la sua vita si era diffusa la notizia di miracoli da lui compiuti. Morì in odore di santità nel 1161, il 17 giugno, giorno oggi in cui ricorre la sua memoria liturgica. La leggenda narra che alla sua morte le campane di Pisa suonarono da sole, tutte assieme, senza che nessuno le toccasse.


Culto

Nel 1284 san Ranieri, sostituendo san Sisto, diventò patrono della diocesi e della città di Pisa: quell'anno infatti, proprio nel giorno dedicato al vecchio patrono, il 6 agosto, la flotta pisana subì una pesante sconfitta ad opera delle navi genovesi durante la battaglia della Meloria, episodio che segnò la fine del predominio sui mari della Repubblica Pisana. Sentitisi traditi dal loro vecchio patrono, i pisani optarono per il loro concittadino.

Ogni anno viene ricordato con una caratteristica luminara, secondo una tradizione che per alcuni avrebbe origine nell'anno stesso della morte del santo. Ogni tanto l'urna contenente le spoglie del santo, collocata in epoca successiva in una cappella laterale del Duomo pisano, viene portata in processione solenne per le vie cittadine.

Molte sono le leggende che accompagnano la figura di Ranieri e vivono ancora nell'immaginario collettivo della città, non solo legate alle sue gesta da vivo. Ad esempio, da tempo immemore i pisani si tramandano la tradizione riguardante la burrasca di san Ranieri, secondo la quale ogni anno, nonostante il clima estivo, il santo metterebbe alla prova i propri concittadini scatenando la pioggia sulle loro teste.
La memoria liturgica è il 17 giugno.
Nel Camposanto monumentale di Pisa, il pittore Andrea di Bonaiuto (secolo XIV) dipinse ad affresco alcuni episodi della vita del Santo:

* Conversione di san Ranieri;
* San Ranieri presso il Santo Sepolcro rinuncia al mondo;
* Tentazioni e miracoli di san Ranieri;
* Viaggio e ritorno di san Ranieri;
* Miracolo di Messina.

Sempre nel Camposanto di Pisa, il pittore Antonio Veneziano (seconda metà del secolo XIV) affrescò:

* Morte di san Ranieri;
* Miracoli di san Ranieri dopo la morte.

 

  Andrea di Bonaiuto, detail of St. Ranieri in the Holy Land, Museo delle Sinopie, Camposanto, Pisa


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