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Piero della Francesca | Opere
Lista di opere (dipinti su tavola e affreschi) in ordine cronologico.
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* Madonna col Bambino, 1440 circa, tempera su tavola, 53x41 cm, collezione privata, Italia
* Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Battesimo di Cristo, 1440-1460 (datazione incerta), tempera su tavola, 167x116 cm, National Gallery, Londra
* San Girolamo penitente, 1450, tempera su tavola, 51x38 cm, Gemäldegalerie, Berlino
* San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi, 1450 circa, tempera su tavola, 49x42 cm, Gallerie dell'Accademia, Venezia
* Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo, 1451, affresco, 257x345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini
* Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451-1460, tecnica mista su tavola, 44,5x34,5 cm, Louvre, Parigi
* Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
Morte di Adamo, 390x747 cm
Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la Regina di Saba, 336x747 cm
Sollevamento del legno della Croce (esecuzione di Giovanni da Piamonte), 356x190 cm
Annunciazione, 329x193 cm
Vittoria di Costantino su Massenzio, 322x764 cm
Tortura dell'ebreo (con Giovanni da Piamonte), 356x193 cm
Ritrovamento e verifica della vera Croce, 356x747 cm
Battaglia di Eraclio e Cosroè, 329x747 cm
Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme, 390x747 cm
Profeta Ezechiele (esecuzione di Giovanni da Piamonte), base 193 cm
Profeta Geremia, 245x165 cm
Angelo, frammento, base 70 cm
Cupido, base 70 cm
* Polittico di Sant'Agostino, 1454-1469, tecnica mista su tavola, smembrato e parzialmente disperso
Sant'Agostino, 133x60 cm, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
San Michele Arcangelo, 133x59,5 cm, National Gallery, Londra
San Giovanni Evangelista, 131,5x57,8 cm, Frick Collection, New York
San Nicola da Tolentino, 136x59 cm, Museo Poldi Pezzoli, Milano
Santa Monica, 39x28 cm, Frick Collection, New York
Santo agostiniano, 39x28 cm, Frick Collection, New York
Sant'Apollonia, 39x28 cm, National Gallery of Art, Washington
Crocifissione, 37,50x41 cm, Frick Collection, New York
* San Giuliano, 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Maria Maddalena, 1460-1466, affresco, 190x105 cm, Duomo, Arezzo
* Madonna del parto, 1455-1465, affresco staccato, 260x203 cm, Museo della Madonna del Parto, Monterchi
* Resurrezione, 1450-1463, affresco, 225x200 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco frammentario staccato, 123x90 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, tecnica mista su tavola, 338x230 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia
* Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza, 1465-1472 circa, olio su tavola, 47x33 cm ciascun pannello, Uffizi, Firenze
* Pala di Brera, 1469-1474, tecnica mista su tavola, 248x170 cm, Pinacoteca di Brera, Milano
* Flagellazione di Cristo, 1470 circa, tecnica mista su tavola, 58,4x81,5 cm, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
* Ercole, 1470 circa, affresco staccato, 151x126 cm, Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston
* Madonna di Senigallia, 1470-1485, olio su carta riportata su tavola, 61x53,5 cm, Galleria nazionale delle Marche, Urbino
* Natività, 1470-1485, olio su tavola, 124x123 cm, National Gallery, Londra
* Madonna col Bambino e quattro angeli, 1475-1482, tecnica mista su tavola, 107,8x78,4 cm, Clark Art Institute, Williamstown (Massachusetts)
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[1] Piero della Francesca è senza dubbio uno dei più grandi pittori italiani del Quattrocento. La sua pittura spaziosa, monumentale e impassibilmente razionale è senza dubbio uno dei raggiungimenti più alti degli ideali artistici del primo Rinascimento, un'età in cui arte e scienza erano unite da vincoli profondi. Come Leonardo da Vinci, nato due generazioni dopo di lui, Piero fu un grande sperimentatore: grande maestro dell'affresco, tecnica nella quale eccelse, fu interessato soprattutto all'applicazione delle regole recentemente riscoperte della prospettiva alla pittura narrativa e devozionale: l'assoluto rigore matematico delle sue creazioni contribuisce ad esaltare la qualità astratta ed iconica della sua pittura, conferendo ai suoi capolavori una potente valenza sacrale.
«Monarca della pittura» ai suoi tempi - come lo dichiarò il concittadino Luca Pacioli (1494) -, poco dopo la morte la sua opera venne ben presto dimenticata, se si eccettuano il profilo che gli dedicò Giorgio Vasari nelle due edizioni delle sue Vite (1550; 1568) e i ricordi per la sua attività di teorico della prospettiva contenuti in alcuni trattati cinquecenteschi di architettura. La grande stagione della «maniera moderna» con i suoi protagonisti - Leonardo, Raffaello e Michelangelo - fece d'un tratto apparire ad artisti, committenti e collezionisti di un gusto ormai superato tutti i capolavori dei grandi maestri del Quattrocento. Si dovette attendere la riscoperta sette e ottocentesca dei «pre-raffaelliti» perché amatori e storici dell'arte ritornassero a guardare e ad apprezzare le opere del maestro di Sansepolcro: ma sono stati soprattutto gli studi novecenteschi a far riacquistare a Piero della Francesca quel ruolo di primo piano che gli compete nello sviluppo della pittura italiana moderna.
[Fonte: La Fondazione Piero della Francesca | www.fondazionepierodellafrancesca.it]
[2] 'L’Ercole di Piero della Francesca sembra sia riapparso, in un muro di quella che fu la casa del maestro, intorno al 1860, ma non abbiamo nessuna notizia certa, almeno per ora, sul rinvenimento e sulle cause che hanno reso possibile il fortunato evento.
Alla casa di Piero fu appiccato il fuoco, per dissidi tra opposte fazioni, intorno alla metà del cinquecento. Non ci è dato di conoscere l’entità dei danni subiti dal palazzo, in quella tragica occasione, ma sappiamo che il medesimo fu fatto restaurare da Luigi Graziani, nuovo proprietario e fratello di Anton Maria Vescovo di Amelia e Nunzio Apostolico presso i Principi della Cristianità per la lega contro il Turco.
Anton Maria, in un suo scritto del 1585 (De Scriptis Invita Minerva), riferisce dell’incendio e del restauro ma non menziona alcuna pittura legata al nome di Piero di cui, per altro, ben conosceva, per averne ampiamente trattato, l’importanza e la qualità.
L’Ercole dovrebbe essere stato staccato dalla parete su cui fu dipinto verso la fine dell’ottocento per volere di un membro della famiglia Collacchioni che, nel frattempo, aveva acquisito l’immobile. Giovan Felice Pichi, nella sua monografia del 1892, ci dice che l’opera era già stata staccata e trasportata su tela. Sempre per volere dei Collacchioni la pittura sarebbe stata trasportata in una villa di famiglia (abbiamo trovato notizia di una, non meglio precisata, villa Cattani) ove sarebbe rimasta per un certo periodo di tempo, al termine del quale sarebbe poi stata riportata in città, non nell’ambiente originario della vecchia casa di Piero, ma in palazzo Collacchioni.
Da palazzo Collacchioni l’opera sembra fosse ripartita poco dopo, destinazione il laboratorio di Elia Volpi: il Volpi provvide al restauro e, in contemporanea, alla realizzazione di una magnifica copia. Dallo studio del Volpi uno dei due dipinti prese la strada di Parigi, da dove, nel 1906, partì per Boston acquistato dall’Isabella Gardner Museum, mentre l’altro ritrovò la strada per il borgo natìo, dove fu sistemato nel salone principale di palazzo Collacchioni.'
[Roberto Manescalchi, L’Ercole di Piero e la copia di Elia Volpi / Piero’s Hercules and Elia Volpi’s copy. Valley Life, n°34, pp.38-40, giugno]
Elia Volpi (Città di Castello, 1858 – Firenze, 27 novembre 1938) è stato un mercante d'arte e antiquario italiano, celebre per aver creato la collezione di palazzo Davanzati a Firenze.
Dopo aver esercitato con profitto la professione di antiquario, nel 1904 acquistò lo storico palazzo fiorentino Davanzati. Egli lo restaurò ed arredò secondo lo stile trecentesco, per farne la sede prestigiosa della propria attività, come allora nessun altro antiquario in Europa poteva vantare[1]. Nel 1910 lo aprì al pubblico per la prima volta come museo privato "della Casa Fiorentina antica", che fu subito molto amato dai collezionisti stranieri e dai viaggiatori, che spesso lo visitavano per prendere spunto per l'arredo delle loro abitazioni[2]. Nel 1907 aveva anche acquistato il cinquecentesco palazzo Vitelli alla Cannoniera a Città di Castello, che donò in seguito al Comune per farne sede della Pinacoteca.
Bibliografia Marco Bussagli, Piero della Francesca, collana Art Dossier, Giunti, Firenze 1999. ISBN 8809761677
Roberto Manescalchi, L'Ercole di Piero, tra mito e realtà,( ParteI), Grafica European Center of Fine Art (Terre di Piero), Firenze, 2011. ISBN 9788895450056 |
Scheda nel sito ufficiale del museo | www.gardnermuseum.org
Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Piero della Francesca
Art in Tuscany | Giorgio Vasari's Lives of the Artists | Piero della Francesca
Birgit Laskowski, Piero della Francesca, collana Maestri dell'arte italiana, Gribaudo, Milano 2007. ISBN 978-3-8331-3757-0
Attilio Brilli, Borgo San Sepolcro. Viaggio nella città di Piero, Città di Castello, Tibergraph Editrice, 1988.
Luca Madrignani (21-10-2007). Insurrezione e lotta armata a Sansepolcro. Patria Indipendente: pp. 25-27
Dizionario Biografico degli Italiani | Piero della Francesca di R. Lightbown
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La Casa Vacanze Podere Santa Pia è situato in un contesto paesaggistico di suggestiva bellezza, nel comune di Cinigiano, a meta' strada fra mare e montagna.
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia, giardino |
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Cortona, Santa Maria de Nuova |
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Orvieto, Duomo |
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Castiglion Fiorentino,
Castello di Montecchio Vesponi |
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La chiesa di Ognissanti a Firenze |
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San Miniato al Monte, Florence |
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Firenze, Duomo |
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Palazzo Davanzati
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Palazzo Davanzati si trova a Firenze in via di Porta Rossa 9. All'interno ospita il Museo della Casa Fiorentina Antica.
Il palazzo rappresenta un ottimo esempio di architettura residenziale fiorentina del '300, costruito verso la metà del secolo dalla famiglia Davizzi, mercanti benestanti dell'arte di Calimala (o dei mercatanti), fu in seguito venduto nel 1516 alla famiglia Bartolini, ricchi membri dell'Arte del Cambio, e infine nel 1578 a Bernardo Davanzati, altrettanto ricco mercante, nonché importante economista, agronomo, erudito e storico italiano. Fu lui che fece apporre lo stemma di famiglia che si vede sulla facciata e fece anche costruire l'altana (terrazza a loggia) al terzo piano, al posto dell'originaria merlatura tipica delle case-torri medievali.
Il palazzo godette di un certo splendore alla fine del Settecento quando ospitò l'Accademia degli Armonici, alla quale parteciparono compositori come Luigi Cherubini e Pietro Nardini.
Il palazzo appartenne alla famiglia Davanzati fino al 1838 quando, Carlo, ultimo esponente della famiglia, si suicidò. L'edificio fu allora suddiviso in quartieri e subì varie modifiche strutturali interne.
Nel 1904 l'immobile, scampato per poco alle demolizioni ottocentesche, fu acquistato dall'antiquario Elia Volpi ed in seguito restaurato ed arredato secondo lo stile trecentesco. Nel 1910 lo aprì al pubblico per la prima volta come museo privato "della Casa Fiorentina antica", che fu subito molto amato dai collezionisti stranieri e dai viaggiatori, che spesso lo visitavano per prendere spunto per l'arredo delle loro abitazioni[1]. Nel 1916 Volpi organizzò una memorabile asta a New York, dove vendette con grande profitto l'intero mobilio del palazzo: l'evento è ricordato come un'importante tappa per la diffusione del gusto neorinascimentale negli Stati Uniti.
Nel 1920 la casa era stata riarredata e di nuovo il mobilio fu oggetto di vendita nel 1924, ma questa volta invece di andare disperso venne acquistato dagli antiquari di origine egiziana Vitale e Leopoldo Bengujat, che affittarono anche l'edificio e di lì a poco lo acquistarono (1926). Nel 1934 l'arredo venne venduto all'asta e acquistato dalla Spanish Art Gallery.
Nel 1951 il palazzo fu acquistato dallo Stato Italiano che lo adibì definitivamente a museo, con mobili, dipinti e oggetti provenienti in parte da altri musei fiorentini e in parte da acquisti e donazioni ricevute. Nel 1956 il museo venne riaperto con un allestimento che cercava di ricreare l'atmosfera di un'abitazione privata.
Dalla fine degli anni '90 è oggetto di un lungo e delicato restauro. Nel 2005 è stato riaperto il pianterreno e il primo piano, mentre l'11 giugno 2009 è stato riaperto completamente.
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Palazzo Davanzati |
Questo articolo è basato sull'articolo Ercole (Piero della Francesca) dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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