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Storia
Adorazione del Sacro Legno e incontro tra Salomone e la Regina di Saba è un affresco (336x747 cm) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1452-1458. [1] L'affresco fu probabilmente il secondo ad essere dipinto da Piero nel ciclo, ed è anche il secondo della disposizione cronologica delle storie. La parte dell'Adorazione, dal segno più duro e grafico, venne dipinta da aiutanti del maestro, tra cui spicca Giovanni da Piamonte.
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Adorazione della Croce e incontro tra Salomone e la Regina di Saba
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Piero della Francesca, Adorazione della Croce e incontro tra Salomone e la Regina di Saba, affresco, 336 cm x 747, Basilica di San Francesco, Arezzo
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Descrizione e stile
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La storia descritta è tratta dalla Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze ed è legata all'Albero della Conoscenza da cui sarebbe stato preso il legno per la Croce della crocifissione di Cristo. Nella lunetta superiore era rappresentata la Morte di Adamo e la piantagione dell'Albero della Conoscenza, che, come riporta Jacopo da Varazze, germogliò fino all'epoca di Salomone.
L'affresco ha un ritmo lento e solenne, da cerimonia liturgica, accentuato dalle rispondenze simmetriche, dalla semplificazione delle forme (come i volti perfettamente ovoidali), dai panneggi che cadono a piombo accentuando la staticità delle figure. Anche i gesti più semplici appaiono nobilitati dalle concordanze e dalle rsipondenze con le architetture e il paesaggio.
Il Riconoscimento e l'Adorazione della Croce
In quell'epoca l'albero era stato tagliato ed usato per fare la trave di un ponte, ma la Regina di Saba, nel viaggio compiuto per incontrare il Re, riconobbe il legno prodigioso e, con la sua corte, si inginocchiò per adorarlo: questo episodio è raffigurato nella metà sinistra dell'affresco, in un paesaggio aperto. L'estremità sinistra è colmata da due palafrenieri che tengono i cavalli della corte reale. Uno dei cavalli si innervosisce e mostra il morso, una citazione forse dall' Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano. Tipica di Piero è l'alternanza di colori, in questo caso tra i cavalli e i cappelli dei palafrenieri, impostati a un bianco/nero che si scambia, e le sopravvesti che hanno lo stesso colore dei pantaloni del compagno.
Nel corteo figurano sei damigelle con eleganti acconciature tipiche dell'epoca di Piero (tra cui le altissime fronti rasate coperte da veli, citate, tra l'altro, anche da Pisanello) e una serva nana, dal curioso copricapo a conchiglia. La composizione alterna toni caldi e freddi nei colori delle vesti, che sono attentamente graduati per ottenere equilibrio. La posa della dama dietro la Regina indica il sacro legno, indirizzando l'occhio dello spettatore, mentre la figura della regina inginocchiata ha un preciso riferimento simmetrico sulla parete opposta, dove nella scena Ritrovamento delle tre croci e verifica della Croce fa un gesto analogo l'imperatrice Elena.
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Adorazione della Croce
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Piero della Francesca, Adorazione della Croce (dettaglio), affresco, 336 cm x 747, Basilica di San Francesco, Arezzo
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Piero della Francesca, Adorazione della Croce (dettaglio), affresco, 336 cm x 747, Basilica di San Francesco, Arezzo
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Piero della Francesca | Opere
Lista di opere (dipinti su tavola e affreschi) in ordine cronologico.
* Madonna col Bambino, 1440 circa, tempera su tavola, 53x41 cm, collezione privata, Italia
* Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Battesimo di Cristo, 1440-1460 (datazione incerta), tempera su tavola, 167x116 cm, National Gallery, Londra
* San Girolamo penitente, 1450, tempera su tavola, 51x38 cm, Gemäldegalerie, Berlino
* San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi, 1450 circa, tempera su tavola, 49x42 cm, Gallerie dell'Accademia, Venezia
* Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo, 1451, affresco, 257x345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini
* Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451-1460, tecnica mista su tavola, 44,5x34,5 cm, Louvre, Parigi
* Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
Morte di Adamo, 390x747 cm
Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la Regina di Saba, 336x747 cm
Sollevamento del legno della Croce (esecuzione di Giovanni da Piamonte), 356x190 cm
Annunciazione, 329x193 cm
Vittoria di Costantino su Massenzio, 322x764 cm
Tortura dell'ebreo (con Giovanni da Piamonte), 356x193 cm
Ritrovamento e verifica della vera Croce, 356x747 cm
Battaglia di Eraclio e Cosroè, 329x747 cm
Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme, 390x747 cm
Profeta Ezechiele (esecuzione di Giovanni da Piamonte), base 193 cm
Profeta Geremia, 245x165 cm
Angelo, frammento, base 70 cm
Cupido, base 70 cm
* Polittico di Sant'Agostino, 1454-1469, tecnica mista su tavola, smembrato e parzialmente disperso
Sant'Agostino, 133x60 cm, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
San Michele Arcangelo, 133x59,5 cm, National Gallery, Londra
San Giovanni Evangelista, 131,5x57,8 cm, Frick Collection, New York
San Nicola da Tolentino, 136x59 cm, Museo Poldi Pezzoli, Milano
Santa Monica, 39x28 cm, Frick Collection, New York
Santo agostiniano, 39x28 cm, Frick Collection, New York
Sant'Apollonia, 39x28 cm, National Gallery of Art, Washington
Crocifissione, 37,50x41 cm, Frick Collection, New York
* San Giuliano, 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Maria Maddalena, 1460-1466, affresco, 190x105 cm, Duomo, Arezzo
* Madonna del parto, 1455-1465, affresco staccato, 260x203 cm, Museo della Madonna del Parto, Monterchi
* Resurrezione, 1450-1463, affresco, 225x200 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco frammentario staccato, 123x90 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, tecnica mista su tavola, 338x230 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia
* Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza, 1465-1472 circa, olio su tavola, 47x33 cm ciascun pannello, Uffizi, Firenze
* Pala di Brera, 1469-1474, tecnica mista su tavola, 248x170 cm, Pinacoteca di Brera, Milano
* Flagellazione di Cristo, 1470 circa, tecnica mista su tavola, 58,4x81,5 cm, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
* Ercole, 1470 circa, affresco staccato, 151x126 cm, Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston
* Madonna di Senigallia, 1470-1485, olio su carta riportata su tavola, 61x53,5 cm, Galleria nazionale delle Marche, Urbino
* Natività, 1470-1485, olio su tavola, 124x123 cm, National Gallery, Londra
* Madonna col Bambino e quattro angeli, 1475-1482, tecnica mista su tavola, 107,8x78,4 cm, Clark Art Institute, Williamstown (Massachusetts)
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Piero della Francesca, Incontro tra Salomone e la Regina di Saba, affresco, 336 cm x 747, Basilica di San Francesco, Arezzo
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'É stato spesso sottolineato che per tutta la sua carriera Piero sembra aver preferito certe fisionomie, da ripetere e variare per tutte le occasioni. E si è sostenuto che i personaggi in primo piano nella Flagellazione non possono essere ritratti, perché somigliano ad altri personaggi, presumibilmente generici, presenti in altri quadri sia precedenti sia successivi. Il volto del personaggio barbuto a sinistra, ad esempio, è simile a quello di Pilato e a quello di Costantino nella Battaglia di Ponte Milvio del ciclo di affreschi aretino. Il suo cappello a forma di fungo, il mantello e la barba a due punte si ritrovano diverse volte in quel ciclo. Il volto etereo del personaggio biondo al centro è stato paragonato a quello di uno degli angeli nel Battesimo di Cristo della National Gallery di Londra, e inoltre corrisponde tipologicamente a molti ragazzi angelici in altre opere di Piero. La posizione e la fisionomia dell'uomo con i capelli grigi a destra si ritrovano - in posizione speculare - nell' Incontro della regina di Saba con re Salomone ad Arezzo, e molti tratti del suo profilo coincidono con quelli di uno dei membri della confraternita in preghiera nella Madonna della Misericordia di Borgo San Sepolcro. D'altra parte, si può dimostrare che in varie occasioni alcuni volti, noti per essere dei ritratti, sono conformi ai tipi standard di Piero. Il celebre ritratto di Battista Sforza, duchessa di Urbino , agli Uffizi, è un caso esemplare perché donne di aspetto simile - forma della testa e degli occhi, portamento in generale -, appaiono ripetutamente nelle opere di Piero, sia come Madonne sia come astanti in scene narrative. Ancor più rilevante nel nostro contesto è il ritratto del committente inginocchiato nel piccolo San Girolamo e Girolamo Amadi (Fig. 54), all'Accademia veneziana. La testa di questo personaggio ha molti elementi in comune con l'uomo di profilo a destra nella Flagellazione , e la sua posizione e il vestito sono identici a quelli del devoto nella Madonna della Misericordia . Ciò nonostante, si tratta con certezza di un ritratto. É evidente allora che le raffigurazioni fisionomiche di Piero tendono a conformarsi secondo tipi standard, ma ciò non esclude per principio che esse siano ritratti di persone reali.' [Marilyn Aronberg Lavin, Piero della Francesca: the Flagellation, University of Chicago Press, 1990. Traduzione italiana nell'e-book Piero della Francesca: La Flagellazione', Fogli e Parole d'Arte, 2011.]
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[1] Leggenda della vera Croce | La storia della vera Croce è raccontata nella Legenda Aureadi Jacopo da Varagine (xiiisecolo) e narra la storia del legno sul quale venne crocefisso Cristo. Il legno dell’albero del Peccato Originale, germogliato dai semi che l’Arcangelo Michele dette a Set, figlio di Adamo, venne riconosciuto dalla Regina di Saba come quello sul quale sarebbe stato crocifisso il Salvatore; verrà trovato, tre secoli dopo essere divenuto strumento della Passione di Cristro, dalla madre dell’imperatore Costantino, dopo la conversione del figlio. Trafugata in Persia dal re Cosroe nell’anno 615, che desiderava arricchire la sua collezione di oggetti di culto, la Vera Croce verrà riportata a Gerusalemme dall’Imperatore d’Oriente Eraclio che, mossa guerra al re persiano, la trasportò sulle spalle nella città, sull’esempio di Gesù Cristo. Frammenti della vera croce hanno costituito la reliquia più preziosa per il mondo cristiano e sono stati spesso inclusi in speciali reliquari.
[2] Foto Miguel Hermoso Cuesta - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento
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Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Piero della Francesca
Art in Tuscany | Giorgio Vasari's Lives of the Artists | Piero della Francesca
Birgit Laskowski, Piero della Francesca, collana Maestri dell'arte italiana, Gribaudo, Milano 2007.
Attilio Brilli, Borgo San Sepolcro. Viaggio nella città di Piero, Città di Castello, Tibergraph Editrice, 1988.
Luca Madrignani (21-10-2007). Insurrezione e lotta armata a Sansepolcro. Patria Indipendente: pp. 25-27
Il Museo di Piero della Francesca sorge nell’antico Palazzo della Residenza di Sansepolcro, uno dei più rappresentativi di tutta la Toscana. All’interno, su una parete della Sala dei Conservatori, fu affrescata intorno al 1460, più o meno in contemporanea con l’altrettanto famosa Madonna del parto di Monterchi, la celebre Resurrezione, opera, a ragione, definita dallo scrittore inglese Aldous Huxley “la più bella pittura del mondo”. Proprio da questa illustre presenza scaturì, già nel Cinquecento, l’idea di riunire in questa stanza un gruppo di opere d’arte realizzando così la prima collezione artistica cittadina. Questo stesso ambiente oggi, accanto al celebre affresco, conserva le altre opere che Piero eseguì per la sua città natale alla quale rimase sempre legato.
Museo Civico, Via Niccolò Aggiunti, 65, 52037 Sansepolcro Arezzo | www.museocivicosansepolcro.it
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Podere Santa Pia, situata sulle splendide colline del valle d'Ombrone nel cuore della Maremma,
offre ospitalità nella sua struttura accogliente.
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Podere Santa Pia, giardino |
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Abbadia Sant' Antimo |
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Sansepolcro |
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Piazza della Santissima Annunziata
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Loggia del Bigallo, Firenze |
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La Basilica di San Francesco (Arezzo)
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La
Basilica di San Francesco di è un'importante chiesa di Arezzo, famosa soprattutto per le Storie della Vera Croce, un ciclo di affreschi di Piero della Francesca presenti nella cappella.
Dentro le mura
La Basilica è storicamente la seconda chiesa di Arezzo. La prima era fuori dalle mura e doveva essere una chiesa grande per contenere la Grande Croce francescana e una tavola della Maestà di (Guido da Siena). La prima fu distrutta per motivi di difesa e così la comunità di Arezzo chiese se la seconda potesse essere costruita dentro le mura (1290). La Maestà fu spostata nella nuova chiesa e successivamente asportata nel (1863) per farne un pezzo da museo.
Il progettista
Il nome del progettista della chiesa è da cercare tra i discepoli di Frate Elia da Cortona, dove su una pianta in pergamena del XIV secolo chiamaFra Giovannida Pistoia. Nel XIV secolo una pia donna di nome Monna Tessa lasciò trecento lire per il rivestimento della facciata; si iniziò, ma per l'esigua somma, ci si fermò allo zoccolo, rimasto come testimonianza di buona volontà, la facciata si è preservata fino ai giorni nostri, e non subì nessun cambiamento.
Intorno al 1990 si è rimediato ad un infelice intervento eseguito dopo il 1870, che scalzò la facciata di quasi due metri. Idealmente venne ricostruita la base su cui poggiava, in una forma moderna, che dice il presente senza sopraffare il passato.
[modifica] La basilica
La basilica, costruita in pietre e mattoni, si trova nell'omonima Piazza di San Francesco. Di fronte alla facciata è presente un monumento a Vittorio Fossombroni, di Pasquale Romanelli (1863), posto in posizione non dominante rispetto alla facciata. L'interno, molto spazioso, ha un'unica navata, fiancheggiata a sinistra da alcune cappelle e a destra da edicole con ornamenti del Trecento.
Sulle pareti della cappella maggiore, tra il 1453 ed il 1464 Piero della Francesca dipinse il celebre ciclo di affreschi delle Storie della Vera Croce. Un restauro è stato compiuto nel (1992), 500 anni dopo la morte dell'artista. La cappella posta a destra dell'abside ospita affreschi di Spinello Aretino, mentre in quella a sinistra si trova una Annunciazione di Luca Signorelli.
La chiesa contiene anche un crocifisso del (Maestro di San Francesco), un contemporaneo di Cimabue. La chiesa inferiore, divisa in tre navate, è ora usata come sala espositiva.
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Cappella Maggiore di San Francesco ad Arezzo |
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The façade and the bell tower of
San Marco a Firenze |
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Piazza della Santissima Annunziata
a Firenze
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Firenze, Duomo |
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