Piero della Francesca

Giorgio Vasari | Le vite | Piero della Francesca


Opere in ordine cronologico


Polittico della Misericordia

Battesimo di Cristo

San Girolamo penitente


San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi,


Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo

Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta,

Storie della Vera Croce
       Morte di Adamo
       Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con        la Regina di Saba
       Sollevamento del legno della Croce
       Annunciazione
       Vittoria di Costantino su Massenzio
       Tortura dell'ebreo
       Ritrovamento e verifica della vera Croce
       Battaglia di Eraclio e Cosroè
       Profeta Geremia
       Angelo

Maria Maddalena

Polittico di Sant'Agostino


San Giuliano

Madonna del parto

Resurrezione

San Ludovico di Tolosa

Polittico di Sant'Antonio

Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza

Pala di Brera

Flagellazione di Cristo

Ercole

Madonna di Senigallia

Natività

Madonna col Bambino e quattro angeli






 





 
Arte in Toscana
             
 
Piero della Francesca, Profeta Geremia (dettagllo), c. 1466, affresco, 329 x 747 cm, Basilica di San Francesco, Arezzo
 
       
   

Piero della Francesca | Storie della Vera Croce, Profeta Geremia


   
   
Il Profeta Geremia è un affresco (245x165 cm) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466. Si trova nel registro superiore della parete centrale, a destra della vetrata centrale e fa pendant con il Profeta Ezechiele sul lato opposto. Geremia è considerato autografo di Piero della Francesca, mentre Ezechiele venne dipinto dall'assistente Giovanni da Piamonte.


Piero della Francesca, Profeta Geremia (dettagllo), c. 1466, affresco, 329 x 747 cm, Basilica di San Francesco, Arezzo



Descrizione e stile


   
Nel programma iconologico dei cicli di affreschi dell'epoca è usuale trovare anche la rappresentazione di un certo numero di profeti dell'Antico Testamento, che però di solito si trovano in cornici o zone marginali, di dimensioni spesso più piccole. Piero invece li rappresentò a grandezza uguale a quella delle altri figure del ciclo, posti su uno sfondo neutro monocolore e appoggiati su un gradino marmoreo.

L'identificazione dei profeti è incerta poiché mancano attribuiti specifici o cartigli che ne stabiliscano inequivocabilmente l'identità o il contenuto delle loro profezie.

L'identificazione di Geremia si basa sul riscontro della sua posizione accanto alla Morte di Adamo, verso la quale guarda ed è riguardato da un personaggio all'estremità sinistra. Geremia infatti aveva profetizzato la venuta di un discendente di Davide che Jahvé farà crescere come il germoglio piantato nella bocca di Adamo, interpretato come allusione al Cristo che lega la scena della nascita dell'Albero della Conoscenza al resto delle storie della Croce.

Il profeta è raffigurato in piedi, su uno sfondo scuro, come i personaggi del Ciclo degli uomini e donne illustri di Andrea del Castagno già a villa Carducci di Legnaia (1448-1451). In mano tiene un cartiglio svolazzante, dove però non c'è iscrizione o non si è conservata. L'elemento più spettacolare è l'illuminazione sperimentale che proviene da dietro a sinistra, dalla finestra cioè che illumina naturalmente la cappella. In questo senso il profeta è come se fosse sbalzato in avanti sul gradino, proiettandosi verso lo spettatore quel tanto che basta per lasciarsi la finestra e la luce alle spalle.

La veste del profeta è blu, con mantello rosso e bianco, mentre nel profeta Ezechiele il rosso sta sulla veste, secondo un'alternanza di colori frequente nell'arte pierfrancescana.


 
Piero della Francesca, Profeta Geremia (dettagllo), c. 1466

In base alla somiglianza con il giovane scalzo che figura nella Flagellazione di Piero, la Ronchey riconosce in questo personaggio le fattezze di Tommaso Paleologo, fratello minore di Giovanni VIII ed ultimo despota di Morea.

   

Il Profeta Ezechiele

Il Profeta Ezechiele è un affresco (193 cm alla base) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466. Si trova nel registro superiore della parete centrale, a sinistra della vetrata centrale e fa pendant con il Profeta Geremia sul lato opposto. Ezechiele in particolare venne dipinto in massima parte dall'assistente Giovanni da Piamonte, come dimostra il chiaroscuro secco e grafico dei riccioli, o la sfumatura approssimativa del panneggio del mantello. Il disegno viene comunque attribuito al maestro.


Descrizione e stile

Nel programma iconologico dei cicli di affreschi dell'epoca è usuale trovare anche la rappresentazione di un certo numero di profeti dell'Antico Testamento, che però di solito si trovano in cornici o zone marginali, di dimensioni spesso più piccole. Piero invece li rappresentò a grandezza uguale a quella delle altri figure del ciclo, posti su uno sfondo neutro monocolore e appoggiati su un gradino marmoreo.

L'identificazione dei profeti è incerta poiché mancano attribuiti specifici o cartigli che ne stabiliscano inequivocabilmente l'identità o il contenuto delle loro profezie.

L'identificazione di Ezechiele si basa sul riscontro della sua posizione al di sopra dell'Annunciazione, per via della sua visione della porta clausa (Ez 44,1) che nel medioevo era identificato come uno dei più popolari simboli di Maria: nella scena sottostante infatti una porta chiusa si trova dietro l'Angelo.

La veste del profeta è rossa, con mantello verde, mentre nel profeta Geremia il rosso sta sul mantello, secondo un'alternanza di colori frequente nell'arte pierfrancescana.[1]

 
Piero della Francesca e Giovanni da Piamonte, Il Profeta Ezechiele, 1458-1466, affresco, Basilica di San Francesco, Arezzo
   
   
Piero della Francesca e Giovanni da Piamonte, Il Profeta Ezechiele, 1458-1466, affresco, Basilica di San Francesco, Arezzo

 
   

Piero della Francesca (Sansepolcro, 1416-1417 circa – Sansepolcro, 12 ottobre 1492)

   

Tra le personalità più emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti. Le sue opere sono mirabilmente sospese tra arte, geometria e un complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualità. Riuscì ad armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e modernità, tra religiosità e nuove affermazioni dell'Umanesimo, tra razionalità ed estetica.

Gli affreschi della Cappella Bacci nella chiesa di San Francesco ad Arezzo furono eseguiti da Piero della Francesca tra il 1452 e il 1459. I lavori erano stati iniziati nel 1447 da Bicci di Lorenzo, un anziano pittore tardogotico. Questi aveva dipinto la volta e l'arco d'ingresso, ma morì nel 1452, lasciando il lavoro incompiuto.
Giovanni Bacci, umanista colto e legato alla èlite culturale di quel tempo, decise di proseguire gli affreschi già fatti iniziare dal padre Francesco, chiamò quindi Piero per portare avanti i lavori.
il tema del ciclo, le Storie della Vera Croce, è tratto in parte dai vangeli apocrifi, ma soprattutto dalla Legenda Aurea, scritta da Jacopo da Varagine, grande autore di leggende del Medioevo, arcivescovo di Genova, morto nel 1258. Dal lungo e ricco racconto sulle vicende miracolose del legno su cui fu crocifisso Gesù, Piero sceglie alcuni degli episodi più spettacolari, adatti alla rappresentazione in affresco e allo spazio della cappella, ma soprattutto volti a ricollegare il significato teologico con le vicende politiche contemporanee.
Ad esempio, l'episodio biblico dell'incontro della Regina di Saba con il re Salomone allude alla volontà di riunificare la Chiesa d'Oriente con la Chiesa d'Occidente, dopo la caduta di Costantinopoli, e contrastare l'avanzata dei Turchi. Non a caso, il re Salomone ha il volto del cardinale Bessarione che in quegli anni stava preparando una crociata contro i Turchi per salvare Gerusalemme.

In base quindi a questa volontà di collegare e paragonare gli episodi della leggenda con un preciso significato politico e religioso, l'organizzazione delle scene, anzichè svilupparsi secondo il tradizionale percorso lineare del racconto, segue un ordine geometrico di simmetria dove gli episodi sono disposti a coppie contrapposte.
In tutte le scene si trasmette un forte senso di solennità, ogni azione è come bloccata, i personaggi sono molto composti, inseriti in uno spazio prospettico perfetto, le forme vengono riassunte in solidi geometrici, e anche i colori, luminosissimi, seguono un ritmo preciso.

 
Cappella Maggiore di San Francesco ad Arezzo


Piero della Francesca | Opere


Lista di opere (dipinti su tavola e affreschi) in ordine cronologico
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* Madonna col Bambino, 1440 circa, tempera su tavola, 53x41 cm, collezione privata, Italia
* Polittico della Misericordia, 1444-1465, tecnica mista su tavola, 273x330 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Battesimo di Cristo, 1440-1460 (datazione incerta), tempera su tavola, 167x116 cm, National Gallery, Londra
* San Girolamo penitente, 1450, tempera su tavola, 51x38 cm, Gemäldegalerie, Berlino
* San Girolamo e il donatore Girolamo Amadi, 1450 circa, tempera su tavola, 49x42 cm, Gallerie dell'Accademia, Venezia
* Sigismondo Pandolfo Malatesta in preghiera davanti a san Sigismondo, 1451, affresco, 257x345 cm, Tempio Malatestiano, Rimini
* Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, 1451-1460, tecnica mista su tavola, 44,5x34,5 cm, Louvre, Parigi
* Storie della Vera Croce, 1452-1466, affreschi, Basilica di San Francesco, Arezzo
       Morte di Adamo, 390x747 cm
       Adorazione del sacro legno e incontro di Salomone con la Regina di Saba, 336x747 cm
       Sollevamento del legno della Croce (esecuzione di Giovanni da Piamonte), 356x190 cm
       Annunciazione, 329x193 cm
       Vittoria di Costantino su Massenzio, 322x764 cm
       Tortura dell'ebreo (con Giovanni da Piamonte), 356x193 cm
       Ritrovamento e verifica della vera Croce, 356x747 cm
       Battaglia di Eraclio e Cosroè, 329x747 cm
       Eraclio riporta la Vera Croce a Gerusalemme, 390x747 cm
       Profeta Ezechiele (esecuzione di Giovanni da Piamonte), base 193 cm
       Profeta Geremia, 245x165 cm
       Angelo, frammento, base 70 cm
       Cupido, base 70 cm
* Polittico di Sant'Agostino, 1454-1469, tecnica mista su tavola, smembrato e parzialmente disperso
       Sant'Agostino, 133x60 cm, Museu Nacional de Arte Antiga, Lisbona
       San Michele Arcangelo, 133x59,5 cm, National Gallery, Londra
       San Giovanni Evangelista, 131,5x57,8 cm, Frick Collection, New York
       San Nicola da Tolentino, 136x59 cm, Museo Poldi Pezzoli, Milano
       Santa Monica, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Santo agostiniano, 39x28 cm, Frick Collection, New York
       Sant'Apollonia, 39x28 cm, National Gallery of Art, Washington
       Crocifissione, 37,50x41 cm, Frick Collection, New York
* San Giuliano, 1454-1458, affresco frammentario staccato, 130x80 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Maria Maddalena, 1460-1466, affresco, 190x105 cm, Duomo, Arezzo
* Madonna del parto, 1455-1465, affresco staccato, 260x203 cm, Museo della Madonna del Parto, Monterchi
* Resurrezione, 1450-1463, affresco, 225x200 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco frammentario staccato, 123x90 cm, Museo Civico, Sansepolcro
* Polittico di Sant'Antonio, 1460-1470, tecnica mista su tavola, 338x230 cm, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia
* Doppio ritratto dei Duchi di Urbino, sul verso Trionfo di Federico da Montefeltro e di Battista Sforza, 1465-1472 circa, olio su tavola, 47x33 cm ciascun pannello, Uffizi, Firenze
* Pala di Brera, 1469-1474, tecnica mista su tavola, 248x170 cm, Pinacoteca di Brera, Milano
* Flagellazione di Cristo, 1470 circa, tecnica mista su tavola, 58,4x81,5 cm, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino
* Ercole, 1470 circa, affresco staccato, 151x126 cm, Isabella Stewart-Gardner Museum, Boston
* Madonna di Senigallia, 1470-1485, olio su carta riportata su tavola, 61x53,5 cm, Galleria nazionale delle Marche, Urbino
* Natività, 1470-1485, olio su tavola, 124x123 cm, National Gallery, Londra
* Madonna col Bambino e quattro angeli, 1475-1482, tecnica mista su tavola, 107,8x78,4 cm, Clark Art Institute, Williamstown (Massachusetts)


Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Piero della Francesca
Art in Tuscany | Giorgio Vasari's Lives of the Artists | Piero della Francesca

Birgit Laskowski, Piero della Francesca, collana Maestri dell'arte italiana, Gribaudo, Milano 2007. ISBN 978-3-8331-3757-0

Attilio Brilli, Borgo San Sepolcro. Viaggio nella città di Piero, Città di Castello, Tibergraph Editrice, 1988.

Luca Madrignani (21-10-2007). Insurrezione e lotta armata a Sansepolcro. Patria Indipendente: pp. 25-27

Il Museo di Piero della Francesca sorge nell’antico Palazzo della Residenza di Sansepolcro, uno dei più rappresentativi di tutta la Toscana. All’interno, su una parete della Sala dei Conservatori, fu affrescata intorno al 1460, più o meno in contemporanea con l’altrettanto famosa Madonna del parto di Monterchi, la celebre Resurrezione, opera, a ragione, definita dallo scrittore inglese Aldous Huxley “la più bella pittura del mondo”. Proprio da questa illustre presenza scaturì, già nel Cinquecento, l’idea di riunire in questa stanza un gruppo di opere d’arte realizzando così la prima collezione artistica cittadina. Questo stesso ambiente oggi, accanto al celebre affresco, conserva le altre opere che Piero eseguì per la sua città natale alla quale rimase sempre legato.
Museo Civico, Via Niccolò Aggiunti, 65, 52037 Sansepolcro Arezzo | www.museocivicosansepolcro.it
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The interactive website, Piero della Francesca: The Legend of the True Cross was created by the department of Art History at Princeton and allows the viewer to move through the chapel’s space and experience Piero Della Francesca’s fresco cycle of medieval legends from many different vantage points. The user can follow the narrative chronologically, view the frescoes in detail, and notice thematic connections teased out by the images’ relationship in space. The application is fully available on the Internet Explorer browser.
Navigate the Model (Internet Explorer Only)

Art in Tuscany | The Golden Legend (Legenda aurea or Legenda sanctorum)

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1] Syvial Ronchey fa notare la rassomiglianza con il giovane scalzo che compare nella Flagellazione e da lei identificato con Tommaso Paleologo.
Sylvia Ronchey, L'enigma di Piero. L'ultimo bizantino e la crociata fantasma nella rivelazione di un grande quadro, Milano, Rizzoli, 2006
 


Piero della Francesca, Flagellazione di Cristo (dettaglio, i tre astanti)


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Le Opere di Piero della Francesca | Itinerario Sansepolcro Monterchi Arezzo

 

   

Situato nell'Alta Valle del Tevere, Sansepolcro fu fondato, secondo la tradizione, da due pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, Arcano ed Egidio, che ivi fondarono una comunità monastica.
Città natale del grande pittore rinascimentale Piero della Francesca, la cittadina, sviluppatasi attorno all'abbazia benedettina, ha mantenuto inalterato l'assetto medievale del centro storico, arricchendosi, nel frattempo, di pregevoli edifici rinascimentali e barocchi.
Realizzata come chiesa abbaziale in stile romanico-gotico nei primissimi anni dell'XI secolo, la Cattedrale di San Giovanni Evangelista conserva all'interno opere di notevole valore, come il Volto Santo, scultura lignea di epoca carolingia (VIII-IX secolo), un polittico raffigurante la Resurrezione attribuita a Francesco di Segna e l'Ascensione del Perugino.
La Chiesa di San Francesco risale alla fine del XIII secolo in forme romanico-gotiche. All'interno un bell'altare in pietra dei primi del Trecento.
La Fortezza medicea è uno splendido esempio di architettura militare del XVI secolo, opera di Giuliano da Sangallo e terminata da Alberto Alberti.
Tra gli altri edifici religiosi menzioniamo la Chiesa di San Lorenzo (XV secolo), l'Eremo di Montecasale, la Chiesa di San Rocco (XVI secolo), la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (XVI secolo) e la Chiesa di Sant'Agostino.
In via Aggiunti 71 è la Casa di Piero della Francesca, di origini quattrocentesche, oggi sede della Fondazione Piero della Francesca che si occupa di studi rinascimentali.
Presso il Museo Civico, invece, sono conservati il Polittico della Madonna della Misericordia, la Resurrezione e San Lodovico e San Giuliano di Piero della Francesca, oltre ad una eccellente raccolta di dipinti di artisti locali dal XV al XVII secolo.

Piero Della Francescaè sicuramente uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, nato nel 1416 a Sansepolcro, in questa zona ha lasciato stupende testimonianze della sua attività artistica. L’itinerario alla scoperta delle opere di Piero della Francesca, nella provincia di Arezzo, si snoda tra la Valtiberina, toccando le località di Sansepolcro e Monterchi, borgo natìo della madre Monna Romana, e la città di Arezzo.
L'Alta valle del Tevere, o Valtiberina, è il lembo più orientale della Toscana e trae il nome dal fiume che l'attraversa in tutta la sua lunghezza, fino al confine con l'Umbria. La Valtiberina fu confine e insieme punto d'incontro tra civiltà diverse, l'umbra e l'etrusca, la bizantina e la longobarda. Piero della Francesca, già nel natio Borgo San Sepolcro, intuì il segreto dello spazio e della luce e lo tradusse in pittura.
Il Museo Civico di Sansepolcro, città natale dell’artista, ospita quattro opere, il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico.
Lasciata Sansepolcro l’itinerario continua a Monterchi, nella Val Cerfone. Per questo borgo, adagiato su una collina al confine con l’Umbria, Piero della Francesca realizzò lo straordinario affresco della Madonna del Parto per l’antica chiesa di Santa Maria a Momentana.
L’itinerario nella terra di Piero prosegue e termina in Arezzo. Splendida città posta su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell’Appennino Tosco-Romagnolo, fu una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. Piero della Francesca lasciò in questa città una delle più alte testimonianze pittoriche dell’arte del Rinascimento. La Basilica di San Francesco ospita nella cappella Bacci il ciclo affrescato della Leggenda della Vera Croce, il capolavoro che l’artista eseguì per la chiesa francescana tra il 1452 e il 1466 circa e nel Duomo di Arezzo, in fondo alla navata sinistra, è collocato l’affresco raffigurante la Maddalena.

Arezzo sorge su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell'Appennino Tosco-Romagnolo. Come testimonia l'architettura stessa della città, vanta un'origine antichissima che l'ha vista essere una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. La parte più elevata della città conserva uno spiccato aspetto medievale, dominata dalla Cattedrale e dalla Fortezza Medicea. La Cattedrale, che presenta nel suo aspetto tratti gotici, custodisce pregevoli opere d'arte tra le quali La Maddalena di Piero della Francesca e le vetrate istoriate di Guillaume de Marcillat. Al centro della città Piazza Grande dispiega una vera antologia di stili architettonici. Accanto alle torri medievali, si ergono l'imponente Loggiato Vasariano, una delle più interessanti opere architettoniche rinascimentali; il Palazzo della Fraternita dei Laici, bell'esempio di sintesi di architettura gotica e rinascimentale e l'abside della Pieve di Santa Maria. Piazza Grande, il penultimo sabato di giugno e la prima domenica di settembre, diventa lo scenario della Giostra del Saracino, torneo cavalleresco di origini medioevali. La stessa piazza e gran parte del centro storico ospitano, ogni prima domenica del mese ed il sabato precedente, la Fiera Antiquaria. La cappella Bacci nella Basilica di San Francesco accoglie lo straordinario ciclo di affreschi della Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca, una delle più alte testimonianze della pittura rinascimentale italiana. Nella Chiesa di San Domenico, semplice costruzione a navata unica, si conserva la croce dipinta di Cimabue, opera giovanile dell'artista. Molte altre chiese e palazzi testimoniano con la loro bellezza e la loro originalità stilistica la civiltà aretina e la sua importanza nelle varie epoche storiche. Ricordiamo tra queste la Badia delle Sante Flora e Lucilla, la Chiesa della Santissima Annunziata, edifici come Palazzo Pretorio e Palazzo dei Priori, e a qualche minuto fuori le mura della città, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Pieve romanica di Sant'Eugenia al Bagnoro. I musei della città offrono ai visitatori la possibilità di ammirare una varietà di beni di inestimabile valore artistico: il Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate, il Museo Statale d'Arte Medioevale e Moderna, il Museo e Casa Vasari, la Casa Museo Ivan Bruschi e il Museo Diocesano.

 

San Giuliano, Sansepolcro, Museo Civico (frammento)


Piero della Francesca, San Ludovico di Tolosa, 1460, affresco staccato, Museo Civico, Sansepolcro


 

 


Santa Trinita a Firenze
Arezzo
Sansepolcro
         
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