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Pietro Perugino, L'Adorazione dei Magi (dettaglio), 1470 - 1473 o al 1476 circa, olio su tela, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia

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Pietro Perugino | L'Adorazione dei Magi

   
   

L'Adorazione dei Magi è un dipinto, olio su tavola (241 x 180 cm), di Pietro Perugino, databile, a seconda degli studi, al 1470-1473 o al 1476 circa e conservata nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.[1] Le sale della Galleria Nazionale dell’Umbria sono allestite all’interno del Palazzo dei Priori lungo Corso Vannucci°.

   
   

Vittoria Garibaldi indica l'opera come la prima importante commissione ricevuta da Perugino negli anni vicini alla fine del suo apprendistato fiorentino (1472), mentre altri la datano a un periodo leggermente successivo, verso il 1476.

La pala d'altare era destinata alla chiesa di Santa Maria dei Servi di Perugia, legata quest'ultima alla famiglia Baglioni, e nel 1543 venne trasferita nella chiesa di Santa Maria Nuova.

La prima attività di Perugino, rintracciabile solo a partire dagli anni settanta del Quattrocento, non è ricordata in nessun documento, ed è stata ricostruita solo in base a confronti stilistici. Una primissima opera è talvolta indicata nella Madonna col Bambino (Madonna Gambier Parry) del Courtauld Institute di Londra, dove sono evidenti le influenze della sua prima produzione: importazione frontale e attenta al volume derivata da Piero della Francesca, semplicità della decorazione, chiaroscuro netto alla Verrocchio; la tecnica e la tipologia del volto della Vergine dimostrano un'influenza fiamminga, mentre si riscontrano già elementi che diverranno tipici della sua arte, quali il ritmo cadenzato di pose e gesti e il senso melanconico che pervade tutto il dipinto.

La scena è impostata in maniera tradizionale, con la capanna della Natività sulla destra e il corteo, non particolarmente lungo per il formato verticale dell'opera, che si accalca sulla destra, secondo un andamento orizzontale. Sullo sfondo, oltre il reconto del bue e l'asinello, si apre un paesaggio di rocce e colline, che dimostra la conoscenza della prospettiva aerea.

A destra si trova la Vergine con il Bambino benedicente sulle ginocchia, dietro la quale veglia san Giuseppe in piedi col bastone. A sinistra il re più anziano si è già inginocchiato in adorazione, mentre gli altri due, quello giovane e quello maturo, stanno porgendo cerimoniosamente i loro doni. Il corteo è affollato da personaggi con fattezze che si ritrovano poi anche in altre opere dell'artista (nonché in quelle della scuola umbra), come il ragazzo col turbante e i giovani biondi in pose raffinate ed eleganti. Pare che il giovane all'estrema sinistra possa essere un autoritratto dell'artista.

 


Pietro Perugino, L'Adorazione dei Magi
Pietro Perugino, L'Adorazione dei Magi

Perugino, L'Adorazione dei Magi (dettaglio), 1470 - 1473 o al 1476 circa, olio su tela, Galleria nazionale dell'Umbria, Perugia



Stile



   

La Vergine col Bambino è affine nelle fattezze alla Madonna Gambier Parry del Courtauld Institute di Londra[1], databile ai primissimi anni settanta del XV secolo.

L'aspetto generale dell'opera è fortemente legato alla bottega di Verrocchio, dove l'artista fece il suo apprendistato, per il disegno molto marcato delle figure e per alcuni esiti simili ad altre opere coeve di artisti della bottega, che si giustificano con l'esistenza di modelli comuni. I personaggi si affollano secondo un gusto ancora sommersamente tardogotico, e sono robusti e massicci alla Fiorenzo di Lorenzo, pittore perugino forse primo maestro del Vannucci. Manca ancora l'elaborazione di un ritmo nella composizione, anche se è già accennato almeno nelle pose artefatte dei Magi in piedi. L'integrazione tra figure e paesaggio è derivata da Piero della Francesca, sebbene con un linguaggio più accattivante e colloquiale, mentre il linearismo del Verrocchio viene depurato dei suoi tratti più nervosi ed espressionistici.

Numerose sono le citazioni "famose", come l'albero in sezione aurea alla Piero della Francesca (Battesimo di Cristo, 1440-1460), o il paesaggio leonardesco, e dimostrano una volontà di "esercitarsi" di un giovane, piuttosto che l'affermazione di un proprio stile da maestro affermato.

Sono d'altra parte già presenti alcune caratteristiche che diventeranno tipiche dello stile di Perugino: il giovane col turbante, molto frequente in opere successive, o i tipi biondi raffinati ed eleganti, dstinati a diventare uno degli elementi più ricorrenti della pittura umbra.

 
 
   
   

[1] Pietro Vannucci detto il Perugino | In Umbria, nel corso del Quattrocento, si sviluppò una scuola locale che dava del Rinascimento una versione aggraziata e narrativa, e che ebbe il maggior esponente in Pietro Vannucci detto il Perugino. Questi seppe coniugare i modi gentili della pittura umbra con un più alto magistero formale appreso da Piero della Francesca.
Il Perugino fu un pittore fecondissimo e la sua bottega fu tra le maggiori del Quattrocento. Era un pittore colto, in grado di offrire una veste pittorica ai complessi programmi umanistici; lirico ed aggraziato per eseguire pale d'altare; padrone di un linguaggio classico per inscenare i grandi programmi di propaganda politica; felicemente descrittivo per restituire la realtà naturale e paesistica. Nato a Città della Pieve intorno al 1450, il suo tirocinio deve essere avvenuto in ambiente fiorentino, nella bottega del Verrocchio, dove si confrontò con le maggiori personalità artistiche del momento tra cui Botticelli e Leonardo.
A questo ambiente rimandano le otto tavolette con le Storie di San Bernardino della Galleria Nazionale dell'Umbria, delle quali fu certamente ideatore. Tra il 1481 e il 1482 operò a Roma insieme a Cosimo Rosselli, Ghirlandaio, Botticelli ed altri, nell'impresa decorativa della Cappella Sistina, in cui sembra ricoprisse un ruolo direttivo. Oltre agli affreschi di fondo andati distrutti per far posto al Giudizio Universale di Michelangelo, vi eseguì il Viaggio di Mosè in Egitto, il Battesimo di Cristo e la più celebre Consegna delle chiavi. In quest'ultima, alludendo all'investitura papale direttamente da Cristo, Perugino creò un'immagine semplice e solenne, tutta di sua mano, dove la costruzione spaziale, dal rigore prospettico di marca pierfrancescana, porta a compimento la ricerca già iniziata nelle tavolette di S. Bernardino.
Dopo l'impresa della Cappella Sistina, la sua facilità di spostamenti (lo troviamo a Firenze, Roma, Perugia, Venezia) lo rese uno dei pittori più ricercati. Sempre pacato e solenne , anche quando si cimenta con soggetti drammatici, Perugino esegue un Compianto su Cristo morto per le monache di Santa Chiara a Firenze, ora nella Galleria Palatina, dal tono lirico ed elegiaco. Degli stessi anni sono la Pala di San Pietro a Perugia e la Crocifissione nell'ex-convento di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, opere nelle quali il pittore mostra di essere andato pian piano perdendo l'energica linea di contorno verrocchiesca per un modellato più morbido e per un progressivo addolcimento della forma. Intanto, Perugino apre la strada anche alla ritrattistica con intento psicologico, a cui si rifarà anche il giovane allievo Raffaello.

Nel 1496 Perugino riceve l'incarico di decorare la Sala dell'Udienza nel Collegio del Cambio a Perugia con un ciclo di affreschi che mirano a dimostrare la concordanza tra dottrina cristiana e sapienza pagana; qui lo schema formale si semplifica in un allineamento di malinconici personaggi su uno sfondo paesaggistico collinare. Questo impianto compositivo diventa ormai definitivo. Dal 1502 Perugino è sempre più presente in Umbria dove riesce ad appagare il gusto devoto e tranquillo di una committenza di provincia, circondato da una bottega attivissima. Muore di peste nel 1523.  


Arte in Toscana | Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1550) | Pietro Perugino

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Pietro Perugino and the Trasimeno lake scenary | Renaissance and Mannerism Painting in Città della Pieve, Paciano, Panicale and Castiglione del Lago

L’Oratorio di S. Maria dei Bianchi fa parte di un complesso ospedaliero di proprietà della confraternita disciplinata dei Bianchi. La Adorazione dei magi si trova sulla parete di fondo ed è riferita al 1504.
Al centro della composizione si trova Maria con il Bambino e alle loro spalle si mostra un paesaggio aperto e dolce, fortemente idealizzato; il corteo di Magi è impressionante per la ricchezza dell’abbigliamento e la ricchezza dei particolari decorativi.

La chiesa di Santa Maria dei Bianchi, già oratorio dei Disciplinati, si trova al centro di Città della Pieve.
Da alcuni documenti sappiamo che la chiesa già esisteva nel XIV secolo e aveva annesso l’ospedale, poi diventato ospizio.
All’interno di questa chiesa Il Perugino, invitato nel 1504 dai frati, dipinse tutta la parete di fondo con la scena dell’Adorazione dei Magi. Condusse il lavoro con tanta sollecitudine da terminarlo l’anno stesso. E’ una delle più grandi e complesse opere che abbia fatto il maestro. Il Presepio concepito da lui, e da lui in gran parte eseguito, è certamente uno dei lavori più belli: dallo splendido paesaggio rappresentato nello sfondo, alla finezza dei personaggi, molto numerosi in questa composizione, trenta solo le figure a grandezza naturale, di più le piccole. La parte centrale è quella più curata e dimostra che il Perugino nella parte che maggiormente attrae lo sguardo dell’osservatore, mise in opera tutto il suo ingegno, lasciando ai suoi aiuti i gruppi di figure laterali.

 

Pietro Perugino, Self-portrait, 1497-1500, Collegio del Cambio, Perugia.
Pietro Perugino, autoritratto dall'affresco del Collegio del Cambio a Perugia, 1497–1500,
Collegio del Cambio, Perugia

 

 


Adorazione dei Magi (1504), Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, Città della Pieve


Podere Santa Pia è una residenza storica di campagna, ricca di charme che può ospitare fino a 11 persone. La casa vacanze è circondato dalla macchia mediterranea, con splendida vista sulle splendide colline del valle d'Ombrone.
Al centro di un'area caratterizzata da un ricchissimo repertorio di testimonianze storico-architettoniche, artistiche ed archeologiche in territorio Maremmana, Santa Pia è ideale per una vacanza di riposo e per chi vuole conoscere le città d'arte. Importanti città d'arte della Toscana e dell'Italia centrale (quali Siena, Montalcino, Montepulciano, Pienza, San Quirico d'Orcia) e il lago Trasimeno sono facilmente raggiungibili con l'auto.

A sud di Santa Pia si trova un incantevole borgo medievale, Roccalbegna, e molte altre cittadine dell'Italia centrale, quali Semproniano, Sovana, Sorano, Pitigliano e Montemerano.


I segreti della Maremma Toscana | Podere Santa Pia


     
Casa vacanza Santa Pia
Podere Santa Pia
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Lago Trasimeno
         
 
Abbazia di Sant' Antimo
 
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Orvieto
         


Montefalco
Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia

Cortona

 

Mare e Spiagge in Toscana | Spiagge in Toscana: Migliori Spiagge in Toscana


La costa tirrenica dista dal podere 1 ora di macchina. Le più belle Spiagge in Toscana sono la spiaggia di Cala Violina, il tombolo della Feniglia per il suo mare limpido, per il suo aspetto ancora selvaggio e le sue grandi spiagge, e il Parco Regionale dell’Uccellina ad Alberese.
Altri spiagge sono Spiaggia di Cala Martina, Spiaggia di Castiglione della Pescaia, Cala Bagno delle Donne e più vicino, la Spiaggia di Principina e la Spiaggia di Marina di Grosseto.
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Marina di Grosseto

 

  Spiaggia di Principina   Parco Regionale dell’Uccellina
Uno splendido tramonto



       

La Casa Vacanze Podere Santa Piaè rivolta a sud-ovest, è baciata dal sole per tutto il giorno e i tramonti qui sono indimenticabili.


         
La Galleria Nazionale Umbria

   
Il Palazzo dei Priori o Comunale, ottimo esempio di palazzo pubblico dell'età comunale, fu edificato a Perugia tra il 1293 ed il 1443.
In stile gotico, vi si accede da piazza IV Novembre, attraverso un portale duecentesco ornato dalle statue del grifo e del leone, e si estende lungo Corso Vannucci fino a via Boncampi. È ancora oggi sede del Municipio.
Al terzo piano dell'edificio ha sede la Galleria nazionale dell'Umbria.

Le collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria sono ospitate dal 1878 ai piani superiori di Palazzo dei Priori, uno dei più interessanti esempi di edilizia civile gotica in Italia.
La raccolta museale è la più esaustiva e completa della regione, per la varietà e la molteplicità delle testimonianze artistiche pertinenti ad un arco cronologico compreso tra il XIII e il XIX secolo. Parte dei lavori qui conservati costituivano il ricco patrimonio ad uso didattico dell’Accademia di Perugia, fondata nel 1573. Ad esse si aggiunsero opere donate da privati e quelle demanializzate dopo i provvedimenti di soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose, emanati prima dal governo napoleonico e in seguito dallo Stato italiano.
La consistenza numerica e il valore della raccolta portarono nel 1863 all’istituzione di una Pinacoteca Civica, intitolata a Pietro Vannucci. Nel 1918 fu ceduta allo Stato e assunse il nome di Regia Galleria Vannucci, poi Galleria Nazionale dell’Umbria.

L’ordinamento museografico, presentato nella sua veste definitiva nel dicembre 2006, propone le opere in sequenza cronologica. Le testimonianze dal XIII al XV secolo sono esposte al terzo piano, quelle dal XVI al XIX secolo sono presentate al secondo; il percorso è intervallato da sezioni monografiche dedicate ai tessuti umbri, all’oreficeria, alle ceramiche, alla grafica antica, alla topografia. [La Galleria Nazionale Umbria | www.gallerianazionaleumbria.it]

Galleria Nazionale dell'Umbria
Corso Vannucci, 19 - 06121 PERUGIA
Tel. +39 075 58668410

Orari
8.30-19.30 da martedì a domenica
chiusura: tutti i lunedì, 1° gennaio, 1° maggio, 25 dicembre.


 

Galleria Nazionale dell'Umbria
Galleria Nazionale dell'Umbria

 

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