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Il Dossale di Badia Ardenga è un dipinto frammentario e smembrato a tempera e oro su tavola di Guido da Siena e Dietisalvi di Speme, databile al 1280 circa in cinque diversi musei europei (Siena, Altenburg, Utrecht e Londra) e statunitensi (Princeton).
Storia
Nel 1575 monsignor Francesco Bossio, durante la sua visita pastorale nella Badia Ardenga presso Montalcino, fece annotare la presenza di una tavola con Storie della Passione sull'altare maggiore. Verso il 1840 il complesso dovette essere smembrato, ma venne ancora visto e disegnato da Johann Anton Ramboux, nel suo secondo soggiorno italiano, facendo dei disegni dei dodici frammenti rettangolari e dell'Incoronazione della Vergine nella cuspide, oggi conservati allo Städel di Francoforte. Tali riproduzioni sono particolarmente preziose perché permettono di assegnare al complesso anche le tavolette oggi mutile, quali la Strage degli innocenti e la Cattura di Cristo.
Entro il 1842 lo stesso artista tedesco acquistava tre dei pannelli, che registrò con l'attribuzione a "Guido di Ghezzo, probabilmente Guido da Siena". Alla sua morte, nel 1867, si svolse un'asta e la Salita sulla Croce finì nel Museo arcivescovile di Utrecht, la Natività e la Presentazione al Tempio nella collezione Strölin di Losanna e poi nel Louvre.
Cinque pannelli entrarono nel 1843 nell'Istituto d'Arte di Siena, nucleo della pinacoteca senese.
Altre tre furono acquistate a Roma nel 1850 dal direttore dell'Istituto Archeologico, Emil Braun, che era agente per il Bernard von Lindenau, il barone appassionato di pittura italiana, che le ricevette nel 1851: l'Adorazione dei Magi, la Fuga in Egitto e la Flagellazione confluirono così poi nel Lindenau Museum.
Infine l'Annunciazione pervenne a Princeton, e il frammento della cimasa al Courtauld Institute.
L'attribuzione a Guido da Siena fu pubblicata nel 1931 da Weigelt, il quale però, sulla base di un controverso passo cinquecentesco di Tizio, le indico come le aliae della Maestà di San Domenico, ipotesi ripresa poi e valorizzata da Brandi (1933). Oertel (1961) invece credette che al centro della composizione potesse trovarsi la Madonna del Voto nel Duomo di Siena.
La datazione delle scene è per via attributiva, ed è generalmente riferita al 1275-1280 circa (Torriti, 1990). Luciano Bellosi (1991) sottolineò l'alto livello qualitativo delle scene, attribuendo le scene a Siena a Dietisalvi di Speme (dipinte con una tempera più grassa, conservata peggio, e più vivacemente dinamiche) e ipotizzando che potessero far parte della pale dell'altare maggiore prima della Maestà di Duccio, ipotesi poi smentita dallo studio di Monika Butzek (2001). Bellosi infatti presupponeva che al centro delle tavolette stesse la Madonna del Voto, che invece fu dipinta per l'altare di San Bonifacio.
Barbara John (2001) assegnò poi gli stemmi sull'Incoronazione londinese alla famiglia Tuti della Rocca, che si sarebbe occupata del trasferimento delle tavolette da Siena a Montalcino.
Altri studi hanno rilevato la dimensione non sufficientemente grande del frammento a Londra (Villers e Lehner, 2002) e che la profilatura sull'angolo in alto a destra dell'Annunciazione non è originale (Schmidt e Müller, 2002).
Singolare è la presenza della scena della Salita sulla croce, assente ad esempio nelle storie cristologiche dietro alla Maestà del Duomo di Siena, ma presente in cicli francescani (che ha fatto pensare a una collocazione originaria nella chiesa di San Francesco a Siena).
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Dietisalvi di Speme and Guido da Siena. Hypothetical reconstruction of Dossal with Madonna del Voto by Holger Manzke
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Descrizione
I pannelli conosciuti del complesso sono:
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Annunciazione, Guido da Siena, 35,1 x 48,8, Stati Uniti Stati Uniti, Princeton, Princeton University Art Museum |
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Guido da Siena, Annunciazione
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Natività, Guido da Siena, 36,3 x 47,6, Parigi, Louvre |
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Adorazione dei Magi, Guido da Siena, 34 x 46, Altenburg, Lindenau-Museum |
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Guido da Siena, Adorazione dei Magi
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Presentazione al Tempio, Guido da Siena, 34,5 x 48, Parigi, Louvre |
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Guido da Siena, Presentazione al Tempio
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Strage degli innocenti, Dietisalvi di Speme, 33 x 40, Siena, Pinacoteca nazionale |
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Dietisalvi di Speme, Strage degli innocenti
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Fuga in Egitto, Guido da Siena, 34 x 46, Altenburg, Lindenau-Museum |
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Guido da Siena, Fuga in Egitto
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Bacio di Giuda, Dietisalvi di Speme, 34 x 32,5, Siena, Pinacoteca nazionale |
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Dietisalvi di Speme, Bacio di Giuda
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Flagellazione, Guido da Siena, 34 x 46; Altenburg, Lindenau-Museum |
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Guido da Siena, Flagellazione
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Salita sulla croce, Guido da Siena, 34,6 x 46, Utrecht, Museum Catharijneconvent |
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Guido da Siena, Salita sulla croce,
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Crocifissione, Dietisalvi di Speme, 33 x 48, Siena, Pinacoteca nazionale |
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Dietisalvi di Speme, Crocifissione
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Deposizione dalla croce, Dietisalvi di Speme, 33,5 x 47, Siena, Pinacoteca nazionale |
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Dietisalvi di Speme, Deposizione dalla croce
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Compianto, Dietisalvi di Speme, 34 x 47,5, Siena, Pinacoteca nazionale |
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Dietisalvi di Speme, Compianto
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La cuspide
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Incoronazione della Vergine, Guido da Siena, 34,3 x 166,7, Londra, Courtauld Gallery |
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Guido da Siena, Incoronazione della Vergine
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Non è chiaro se le scene componessero un paliotto, quindi a sviluppo orizzontale, o una pala longitudinale con la centro una figura di santo (come il San Francesco di Guido di Graziano).
Le tavolette a Siena hanno su un lato esterno una fascia grezza di circa 3 cm, sulla quale doveva stare la cornice, tale margine, ora da una parte ora dall'altra, permette di capire indicativamente la posizione delle tavolette nel complesso. Successiva è la fascia nera o blu che copre questo margine in altre scene.
Stile |
Stilisticamente le tavolette mostrano una certa luminosità, una morbidezza e un'ampiezza dei panneggi che le mettono in relazione con le opere di Vigoroso da Siena. Appaiono modulate le asperità delle opere giovanili di Guido, derivate da Coppo di Marcovaldo, con uno stile leggermente più avanzato anche della Madonna del Voto. Le figure hanno contorni segnati da leggere incisioni, e sono campite con una pittura più liquida, spesso tono su tono, che usa anche ombre colorate e lacche. Alcuni elementi, come gli scatti dinamici, i giochi di sguardi, la monumentalità corporea delle figure, ricompaiono anche negli affreschi della cripta del Duomo di Siena.
Alcune scene dimostrano influenze iconografiche di Nicola Pisano e stilistiche di Cimabue.
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Dettaglio della Fuga in Egitto |
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La badia Ardenga (più propriamente chiesa di Sant'Andrea Apostolo) è un edificio sacro che si trova nella località omonima a Montalcino.
Questo luogo, è stato la sede di un'importante abbazia prima benedettina poi, dal XIII secolo, vallombrosana.
Abbadia Ardenga fu uno dei membri fondatori del Consorzio del Brunello di Montalcino. La tenuta un tempo apparteneva alla potente famiglia Piccolomini, i cui membri comprendevano Papa Pio II. La tenuta copre un totale di 650 ettari, di cui solo dieci sono stati riservati per i vigneti.
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Badia Ardenga, Torrenieri, Montalcino
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[1] Questo articolo è basato parzialmente sull'articolo Dossale di Badia Ardenga dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
Bibliografia
Duccio. Alle origini della pittura senese, catalogo della mostra (Siena 2003-2004), Silvana, Milano 2003. ISBN 88-8215-483-1
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ABBADIA ARDENGA
Via Romana 139
53024 Torrenieri (Montalcino Italy)
Phone and Fax + 039 0577834150
Website : www.abbadiardengapoggio.it
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