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Storia
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Il dipinto venne commissionato a Filippino per l'altare maggiore della basilica della Santissima Annunziata a Firenze. Alcuni anni prima, per la stessa destinazione, Filippino aveva ceduto l'incarico a Leonardo da Vinci, che completò un cartone con Sant'Anna, le Vergine e il Bambino prima di abbandonare l'opera partendo al servizio di Cesare Borgia (1502). La commissione ritornò quindi a Filippino, che però impostò un'opera completamente diversa. Con la morte dell'artista, nel 1504, il lavoro, già avviato nella pala centrale, venne affidato a Perugino, che lo completò, compresi i pannelli minori, nel 1507. L'artista umbro si servì di un aiuto, che secondo Adolfo Venturi potrebbe essere stato Andrea d'Assisi, e secondo il Gamba il giovane Raffaello (quest'ultima ipotesi non ha avuto seguito nella critica successiva).
L'opera venne ferocemente criticata dai fiorentini per la ripetitività della composizione. Il Vasari raccontò che il pittore si difese così: "Io ho messo in opera le figure altre volte lodate da voi e che vi sono infinitamente piaciute: se ora vi dispiacciono e non le lodate più che ne posso io?".
In effetti in quegli anni Perugino aveva accentuato l'uso e il riuso dei medesimi cartoni, impostando la qualità non tanto sull'invenzione quanto nell'esecuzione pittorica, almeno quando l'intervento di bottega era assente o limitato. Però col nuovo secolo la varietà d'invenzione era diventata un elemento fondamentale, in grado di fare il discrimine tra gli artisti di primo piano e quelli secondari. Nei grandi centri italiani (Firenze, Roma e Venezia) le novità si manifestavano ormai una dietro l'altra a ritmo velocissimo e quelle opere che non portavano novità venivano respinte. Essendo quindi Perugino legato ancora a norme di comportamento quattrocentesche, venne presto superato, mentre si apriva la stagione dei grandiosi successi di Leonardo da Vinci e, di lì a poco, degli altri geni come Michelangelo e il suo alievo Raffaello Sanzio.
La Pala dell'Annuziata fu l'ultima opera fiorentina del Perugino.
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Filippino Lippi e Pietro Perugino, Polittico dell'Annunziata |
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Pietro Perugino, Assunta (dettaglio), SS. Annunziate, Flirenze
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Descrizione e stile Descrizione e stile
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Originariamente la pala era dipinta su entrambi i lati: la Deposizione rivolta verso i fedeli, e l'Assunzione della Vergine rivolta al coro. Dopo la divisione due delle due facce, una finì nelle collezioni granducali e quindi agli Uffizi, ma col riordino delle collezioni del 1954 non trovò spazio nel percorso espositivo principale e venne destinata alla Galleria dell'Accademia; l'altra faccia rimase nella basilica, finendo nella cappella Baratta.
Sei tavole completavano il complesso polittico, contenuto in una cornice lignea disegnata da Baccio d'Agnolo. Esse sono oggi nel Lindenau-Museum di Altenburg, nel Metropolitan Museum di New York, nella Galleria nazionale d'arte antica di Roma e in collezione privata in Sud Africa.
La Deposizione in particolare mostra il momento in cui il corpo morto di Cristo è calato dalla croce, con quattro addetti che, tramite due scale legate ai bracci della croce, reggono il corpo nella discesa: due reggono le braccia, uno abbraccia il busto e un quarto regge gli stichi aiutandosi con un drappo. A terra Maria sta svenendo, sorretta dalle altre Pie Donne, mentre la Maddalena è inginocchiata in posizione orante ai piedi della croce. A destra, in un gesto di sorpresa, si trova san Giovanni apostolo, mentre davanti a lui, su un drappo rosso, sono poggiati i tre chiodi della crocifissione.
L'analisi stilistica della Deposizione ha confermato la notizia riportata dal Vasari, secondo cui Filippino eseguì la parte alta del dipinto: qui infatti si vedono i tipici motivi dalle linee sinuose e dinamiche nei nastri svolazzanti che legano le scale alla Croce, mentre il corpo di Cristo, lasciato a metà, venne completato nel viso e nel volto dal Perugino. Al pittore umbro spetta inoltre tutta la parte inferiore, coi santi dal tipico aspetto composto e sereno, modellati morbidamente dal colore corposo, sullo sfondo di un paesaggio che digrada tonalmente in lontananza. Le espressioni piuttosto convenzionali e un certo impaccio nei personaggi ai piedi della croce rivelano l'intervento sostanziale di aiuti di bottega, ancora più marcato nelle tavole laterali con Santi.
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Assunta, SS. Annunziate, Flirenze |
Facevano probabilmente parte della predella della pala dell'Annunziata le cinque tavolette oggi in vari musei americani. Esse rappresentano:
* Natività, 26,7x42,6 cm, Chicago Art Institute [2]
* Battesimo di Cristo, 26,7x42,6 cm, Chicago Art Institute [3]
* Samaritana al pozzo, 26,7x42,6 cm, Chicago Art Institute [4]
* Noli me tangere, 26,7x42,6 cm, Chicago Art Institute [5]
* Resurrezione di Cristo, 27x45,7 cm, New York, Metropolitan Museum [6]
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La predella
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"This exceptionally well-preserved picture is one of five that probably formed a predella to an altarpiece of the Crucifixion painted in 1502 for the church of Sant'Agostino, Siena. The remaining four scenes are in the Art Institute of Chicago and show the "Nativity," the "Baptism of Christ," "Christ and the Woman of Samaria," and the "Noli me Tangere." They are executed with the loose brushwork and pale colors Perugino employed after about 1500. An attractive feature of the present picture is the feigned frame lit from the left."
Along with four works in the Art Institute of Chicago, this panel formed the predella of an altarpiece. The Chicago pictures have been transferred from panel to canvas. They depict the Adoration of the Christ Child, the Baptism of Christ, Christ and the Woman of Samaria, and the Noli me Tangere. [7] |
Resurrezione di Cristo, 27 x 45,7 cm, New York, Metropolitan Museum
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Natività, 26,7 x 42,6 cm, Chicago Art Institute
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Battesimo di Cristo, 26,7 x 42,6 cm, Chicago Art Institute
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Samaritana al pozzo, 26,7 x 42,6 cm, Chicago Art Institute
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Noli me tangere, 26,7x42,6 cm, Chicago Art Institute |
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[1] Pietro Vannucci detto "il Perugino", è considerato uno dei massimi esponenti dell'umanesimo ed il più grande rappresentante della pittura umbra del XV secolo.
In lui, come negli altri pittori umbri, c'è un'intimità religiosa che si richiama direttamente alla spiritualità della regione; spesso è il dolce paesaggio del Trasimeno o della vallata folignate, boscosa e ricca di castelli, che si affaccia sullo sfondo delle sue opere. Il nome del Perugino è spesso associato a quelli di Leonardo da Vinci, con il quale aveva una certa affinità artistica e intellettuale, e di Sandro Botticelli, con il quale tra l’altro collaborò nelle decorazioni della cappella Sistina. Il contesto storico in cui si muove è quello del tardo umanesimo, nasce, infatti, nel 1450 d.C. a Città della Pieve, ma si trasferisce ben presto in Toscana, prima a Lucca poi a Firenze, dove inizia a frequentare la prestigiosa bottega di Andrea del Verrocchio. Firenze ha un ruolo fondamentale nella formazione del Perugino, tanto che i contemporanei lo considerano, di fatto, un maestro fiorentino d'adozione. Tra i caratteri distintivi dell'arte del Perugino, ci sono la coscienza del paesaggio e la conquista dello spazio atmosferico, merito, in parte, della frequentazione con il suo compagno di studi Leonardo. Le sue prime opere documentate risalgono al 1478, anno in cui affresca la chiesa di Cerqueto, nei dintorni di Perugia e L'adorazione dei magi, conservata nella Galleria Nazione dell'Umbria di Perugia. La sua maturità artistica si compie con la decorazione della Cappella Sistina, opera alla quale partecipano tutti i più grandi artisti del tardo umanesimo, quali Cosimo Rosselli, il Botticelli, ed il Ghirlandaio. È qui che realizza il suo capolavoro, La consegna delle chiavi a San Pietro, dove in una vasta spazialità segnata da riferimenti architettonici, frutto delle esperienze di Piero della Francesca, si muovono figure teatralmente equilibrate, di stampo verrocchiesco. Nell’ultimo periodo della sua vita si muove per lo più in Umbria. È un periodo particolarmente fecondo e ricco di capolavori come lo Sposalizio della Vergine, che verrà poi rivisitato dal suo allievo Raffaello, l’ascensione, l ‘assunzione ed il trionfo della castità. Conclude i suoi giorni a Perugia nel 1524.
[7] Resurrezione di Cristo, New York, Metropolitan Museum | www.metmuseum.org
Bibliografia AA.VV., Galleria dell'Accademia, Giunti, Firenze 1999. ISBN 8809048806
Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004.
Arte in Toscana | Pietro Perugino in Firenze
Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Pietro Perugino
Arte in Toscana
| Pietro Perugino
Firenze - I luoghi del Perugino | www.comune.fi.it
Questo itinerario nasce da un’occasione: la mostra “Perugino a Firenze. Qualità e fortuna di uno stile” al Cenacolo di Fuligno, ma non vuole esaurire il suo compito con la fine dell’esposizione. L’idea è che il fiorentino e il visitatore più sensibile siano provvisti di un segnavia dei luoghi che ospitano opere di Pietro Vannucci, artista che si può a buon ragione definire fiorentino, almeno per una parte della sua formazione e di attività. Compagno di una visita puntuale o di un percorso, aperto per curiosità o ripescato dalla libreria dopo qualche tempo, questo pieghevole vuole essere uno strumento essenziale e utile alla comprensione dell’artista e delle sue opere in città.
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Pietro Perugino, autoritratto dall'affresco del Collegio del Cambio a Perugia, 1497–1500,
Collegio del Cambio, Perugia
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Casa vacanza Santa Pia |
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Lago Trasimeno |
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Montalcino, fortezza |
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Montemerano
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Orvieto |
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San Quirico d'Orcia, Vitaleta chapel |
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Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia |
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La Casa Vacanze Podere Santa Pia gode di una vista mozzafiato sulla ridente campagna toscana, con vista fino al mare e Montecristo.
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La Piazza della Santissima Annunziata e la Basilica dell'Annunziata
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La Piazza della Santissima Annunziata a Firenze è una piazza di grande armonia stilistica, alla quale misero mano alcuni fra i più grandi architetti rinascimentali.
La basilica della Santissima Annunziata è il principale santuario mariano di Firenze, casa madre dell'ordine servita. La chiesa, è collocata nell'omonima piazza nella parte nord-est del centro cittadino, vicino allo Spedale degli Innocenti.
La basilica da cui prende il nome, la Santissima Annunziata, appunto, si trova dietro al porticato centrale. Questa zona venne scelta dai Sette Santi Fondatori nel 1250 per creare la loro piccola chiesa: all'epoca era in aperta campagna e fuori dalle mura, in una zona chiamato Cafaggio, cioè zona boscosa di caccia che arrivava fino alle pendici della collina di Fiesole. La chiesa, che custodisce anche un'Annunciazione miracolosa dipinta secondo la leggenda da un angelo, divenne meta di pellegrinaggi e processioni e fu presto necessario ampliare la chiesa e la piazza, oltre a creare una comoda via di collegamento verso il centro, Via de' Servi.
Il portico fu solo l'ultima delle decorazioni, aggiunta nei primi anni del Seicento per raccordarsi agli altri due portici laterali che scandiscono tuttora l'elegante motivo della loggia con archi a tutto sesto: a destra (guardando verso la chiesa) lo Spedale degli Innocenti, capolavoro del Brunelleschi, che per primo dettò questo stilema; a sinistra una copia del medesimo, la cinquecentesca Loggia dei Servi di Maria.
La basilica sorse su un oratorio tradizionalmente fondato nel 1233 da sette giovani fiorentini che avevano fondato la compagnia dei Servi di Maria in onore della Vergine. L'attuale basilica fu ricostruita da Michelozzo nel 1444, mentre il disegno dell'originale cupola cilindrica è di Leon Battista Alberti. Il luogo divenne il centro del culto mariano in città e presto ed i portici laterali servirono per il ricovero dei numerosi pellegrini.
Lo Spedale degli Innocenti invece risale ai primi del Quattrocento. Fu il primo orfanotrofio europeo, e rappresenta il primo edificio in stile rinascimentale: Brunelleschi si ispirò infatti ai modelli classici che aveva avuto modo di vedere e studiare a Roma, mentre uno spunto più vicino fu probabilmente dato dalle logge gotiche ma a con archi a tutto sesto della Signoria e del Bigallo.
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La Piazza della Santissima Annunziata
Basilica dell'Annunziata
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La Galleria dell'Accademia |
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The Galleria dell'Accademia Museum, hosting Michelangelo's and old Florentine masterpieces. Over time the Gallery has become one of the main museums in town, also thanks to the acquisition of some extraordinary masterpieces, such as the "Pieta" by Giovanni da Milano (14th century); the "Annunciation" by Lorenzo Monaco (15th century); the splendid frontal called "Cassone Adimari" showing a sumptuous marriage procession (c. 1450), the "Madonna of the Sea"attributed to Botticelli (1445-1510) and the Descent from the cross by Filippino Lippi and Pietro Perugino
(1506 c). In 1873, when Michelangelo's David was exhibited for the first time on a specially arranged tribune. For protection purposes, the statue was in fact removed from Piazza Signoria where it had represented for over four centuries the strengh and dignity of the Florentine Republic. |
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