[1] Villa I Tatti si trova in via Vincigliata 26 a Firenze, vicina al confine comunale con Fiesole. Già residenza dello storico dell'arte Bernard Berenson, la villa, con la libreria e la collezione d'arte, fu da quest'ultimo, con un lascito, destinata in favore dell'Università Harvard, che vi insediò il The Harvard Center for Italian Renaissance Studies, centro di ricerca sul Rinascimento italiano.
La villa, anticamente di proprietà degli Zati, fu ceduta nel 1563 a Giulio d'Alessandro del Caccia. In seguito fu della vedova di Niccolò di Francesco degli Alessandri, Porzia di Tommaso de' Bardi (nel 1603) e restò dei discendenti dei suoi figli fino al 1854, quando il conte Gaetanto Alessandri la cedette a John Temple Leader, l'eccentrico magnate inglese che possedeva gran parte di Maiano ed aveva il suo centro preferito nella vicina Vincigliata. Alla sua morte tutte le sue proprietà furono ereditate da lord Westbury.
Nel 1906 il famoso critico e storico dell'arte Bernard Berenson e sua moglie Mary Pearsol Smith decisero di acquistarla, vivendovi ormai fin dal 1900. A quell'epoca la villa e i giardini erano stati oggetto di un progressivo deterioramento, ma, dal 1909, furono oggetto di sostanziali restauri, grazie anche alla fama di Berenson, che aveva iniziato a ricevere una retribuzione regolare dal grande mercante d'arte americano Joseph Duveen, che col fratello, a New York, possedeva la prestigiosa ditta Duveen Brothers, dove, si può dire, sono transitate la gran parte delle opere italiane presenti nei musei statunitensi. Berenson incaricò Cecil Pinsent e Geoffrey Scott della trasformazione della casa e del giardino.
I Tatti divenne uno dei più importanti centri della comunità anglosassone fiorentina e della cultura della città in generale nella prima metà del Novecento. In essa passava il fior fiore delle élite cittadine e straniere in visita, assieme alla villa Il Salviatino di Ugo Ojetti e alla Villa di Montalto di Tammaro de Marinis.
Nel 1936 Bernard Berenson lasciò la villa, insieme all'importante collezione di arte del XIV, XV, XVI secolo, alla biblioteca e alla fototeca, in eredità alla Harvard University, che ne ha fatto la sede del Centro di Storia del Rinascimento italiano. Qui lo studioso morì, nel 1959, all'età di novantaquattro anni.
Descrizione
L'ingresso originario, ormai in disuso, avveniva tramite un viale di cipressi, che conduce in alto verso una piccola scalinata, adornata da una nicchia, con al centro una scultura. Salita la scalinata si accede ad una terrazza, compresa tra l'edificio padronale e la limonaia, sistemata ad aiuole bordate di bosso, al cui centro sono posti degli alberi. Superata la limonaia si giunge ad una serie di giardini terrazzati disposti su un pendio rivolto a sud. Questi sono chiusi, su entrambi i lati, da alte siepi di cipresso, e ripartiti da geometriche aiuole bordate da siepi di bosso, che compongono l'ampio spazio che si distribuisce lungo il viale centrale, pavimentato a mosaico e messo in risalto dagli obelischi in bosso. Un passaggio nell'alta spalliera di cipresso, che chiude a valle il giardino, è indicato da due statue, che introducono ad una piccola scalinata attraverso la quale si accede ad un boschetto di lecci.
Dietro la villa si trova un giardino pensile, anch'esso realizzato con aiuole bordate da siepi di bosso potato. Anche in questo caso Cecil Pinsent riuscì a fondere bene il giardino progettato con il paesaggio circostante, creando una serie di viali alberati, che portavano in aperta campagna.
Villa I Tatti, a Medici residence situated between Fiesole and Settignano in the north of Florence has been the headquarters of the Center for Italian Renaissance Studies at Harvard University since 1961.
Villa I Tatti | The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies | www.itatti.it
Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies
Via di Vincigliata 26
50135 Florence, Italy
tel: +39 055 603 251
[2] "Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag.196-197
Bibliografia
Emilio Cecchi, Bernard Berenson, in AA.VV., Letteratura italiana. I critici, vol. V, Milano, Marzorati, 1987, pp. 3331-3339.
Carlo Ludovico Ragghianti, Influenza di Woelfflin e Berenson sulla critica d'arte italiana, in AA.VV., Letteratura italiana. I critici, vol. V, Milano, Marzorati, 1987, pp. 3339-3344.
Arnaldo Di Benedetto, Memoria di un'inimicizia: omaggio a B. Berenson e a R. Longhi, in Poesia e critica del Novecento, Napoli, Liguori, 1994, pp. 219-33.
Ines Romitti e Mariella Zoppi, Guida ai giardini di Fiesole, Alinea Editrice, Firenze 2000 ISBN 88-8125-418-2
Sassetta: The Borgo San Sepolcro Altarpiece, by Machtelt Israels (Editor), James R. Banker (Contributions by), Rachel Billinge (Contributions by), Roberto Bellucci (Contributions by), 2009, Florence & Leiden, Villa I Tatti/ The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies/ Primavera Press.
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Sassetta, Estasi di san Francesco, dalla pala di Borgo San Sepolcro
Bernard Berenson in visita alla Galleria Borghese (1955) (© David Seymour Estate/Magnum Photosvia www.nga.gov)
Machtelt Israels, Sassetta: The Borgo San Sepolcro Altarpiece
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