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Storia
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L'affresco, che è la più grande opera di Perugino a Firenze, venne eseguito quando il convento era ancora sotto i frati cistercensi, per volere della famiglia Pucci. Il libro di Antonio Billi riporta la data di commissione del 20 novembre 1493 al "Mastro Piero della Pieve a Chastello perugino" da parte di Dionigi e Giovanna Pucci, mentre il completamento è datato 20 aprile 1496, per un compenso di 55 ducati d'oro.
Le fonti cinquecentesche abbero modo di vederlo e quindi di menzionarlo, ma quando il convento passò alle monache di clausura di Santa Maria Maddalena de' Pazzi nel 1628 se ne perse memoria. Solo nel 1867, quando venne abbandonato il convento col trasferimento delle religiose, l'affresco venne riscoperto, destando un vivo interesse nella critica.
Descrizione e stile
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La sala capitolare, coperta da volte a crociera sorrette da peducci addossati alla pareti, impose una tripartizione della decorazione in tre parti al di sotto delle arcate, dove il Perugino stesso impostò un'intelaiatura architettonica prospettica con un gradino, pilastri e semicolonne, la cui veduta è perfezionata da un punto di vista centrale sul lato opposto della stanza. La Crocifissione occupa la parete est, mentre il San Bernardo accoglie il Cristo che si stacca dalla croce si trova separato, sulla parete nord.
Nonostante ciò gli affreschi sono unificati dal paesaggio continuo e rarefatto, che si dispiega nelle scene come se si trattasse di un loggiato aperto. Tra dolci colline punteggiate da esilissimi alberelli frondosi, sfumanti verso l'orizzonte tra laghetti e tonalità azzurrine schiarite dalla foschia, si svolge la scena della crocifissione. Gesù si trova nel pannello centrale e campeggia nella parte alta dell'affresco sullo sfondo del cielo dell'alba, velato da nubi rosate e schiarito in prossimità dell'orizzonte. Ai piedi della croce sta inginocchiata la Maddalena penitente, chiara allusione alle Pentite che venivano accolte nel convento. Negli affreschi laterali si vedono san Bernardo di Chiaravalle, fondatore dei Cistercensi e san Giovanni evangelista (sinistra), la Madonna e san Benedetto, fondatore dei Benedettini dei quali i Cistercensi sono una congregazione (destra).
A sinistra, in un paesaggio analogo, si trova poi l'affresco di San Bernardo accoglie il Cristo che si stacca dalla croce, che testimonia il vivo misticismo del fondatore cistercense. La scala dell'affresco è più piccola e contiene maggiori spunti legati alla riflessione, come la presenza delle ossa del Calvario, richiamo al memento mori. Vicino esposta si trova anche la sinopia.
L'opera nel complesso è una trasposizione di un trittico su scala monumentale. L'intonazione aulica e contemplativa, con pochi, sobri personaggi e un'amplissima apertura paesistica, dimostrano la versalità dell'artista, in quegli anni all'apogeo della popolarità fiorentina, capace di creare opere molto diverse, dal vivido realismo del Ritratto di Francesco delle Opere, alla concitata azione del Compianto sul Cristo morto, fino alla solenne monumentalità delle pale d'altare come l'Apparizione della Vergine a san Bernardo, pure un tempo in Santa Maria Maddalena de' Pazzi.
Originale è anche la scelta dei colori, più tenui e delicati, stesi con velature trasparenti sovrapposte, che si differenziano dai vividi accenti plastici delle pitture su tavola di quegli anni. |
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San Benedetto |
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[1] Pietro Vannucci detto il Perugino nasce a Città della Pieve, città allora ricadente nei domini del Comune di Perugia. Dopo un primo contatto con la realtà artistica perugina dovette avvicinarsi, secondo quando scrive Giorgio Vasari nel 1550, a Piero della Francesca. Nel 1472 il Perugino si iscrisse alla Compagnia di san Luca a Firenze. Contemporaneamente iniziò a frequentare la prestigiosa bottega di Andrea del Verrocchio. Una lunga consuetudine con l’ambiente fiorentino segnò profondamente la sua espressione artistica, al punto che i contemporanei non esitarono a considerarlo maestro toscano: «Pietro Perugino, ben si può dire fiorentino, ch’è allevato qui» (F. Albertini, 1510). Giovanni Santi, padre di Raffaello, sottolineò (1485 circa) la sua affinità di temperamento con Leonardo da Vinci, sicuramente incontrato nella bottega del Verrocchio.
Non si conoscono opere documentate anteriori al 1478, anno al quale risalgono gli affreschi frammentari della chiesa parrocchiale di Cerqueto (Perugia). L’immagine maggiormente conservata, raffigurante San Sebastiano, si distingue per tersa luminosità e forte energia disegnativa; può essere utilmente confrontata con un affresco staccato, oggi nella Pinacoteca Comunale di Deruta, raffigurante il Padre Eterno con i santi Rocco e Romano, datato 1476. La sovrapponibilità di numerosi elementi stilistici svela un’identica paternità. L’affresco di Deruta mostra, a sua volta, evidenti legami con l’Adorazione dei Magi della Galleria Nazionale dell’Umbria, già data al Perugino dal Vasari. Più problematico appare il caso delle tavolette con fatti della vita di San Bernardino, conservate nella Galleria Nazionale dell’Umbria, recanti la data 1473, che mostrano legami non generici con la cultura peruginesca.
[Fonte: Il Perugino: mostra, eventi, itinerari | www.perugino.it]
Art in Tuscany | Pietro Perugino
Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Pietro Perugino
Arte in Toscana | Pietro Perugino
Santa maria maddalena de' pazzi | Comune di Firenze | pdf
Arte in Toscana | Pietro Perugino in Firenze
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Pietro Perugino, autoritratto dall'affresco del Collegio del Cambio a Perugia, 1497–1500,
Collegio del Cambio, Perugia
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Podere Santa Pia è situato nello splendido scenario delle colline del valle d'Ombrone nel cuore della Maremma.
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Case vacanza in Toscana | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Tarquinia |
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Lago Trasimeno |
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Montalcino, fortezza |
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Sansepolcro
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Orvieto |
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San Quirico d'Orcia, Vitaleta chapel |
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Val d'Orcia" tra Montalcino Pienza e San Quirico d’Orcia |
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La Casa Vacanze Podere Santa Pia, da cu isi gode di una magnifica vista fino al mare e Montecristo.
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Chiesa di San Frediano in Cestello
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La chiesa di San Frediano in Cestello, sulla piazza di Cestello, è una delle più note chiese del quartiere Oltrarno a Firenze, la cui cupola domina l'omonimo quartiere, tradizionalmente popolare. La chiesa ha un impianto neoclassico piuttosto severo, a tre navate monumentali con pianta a croce latina.
Il Monastero carmelitano odierno fu costruito sul luogo di una più antica chiesa, il "monastero di Santa Maria degli Angeli", eretto nel 1450 circa per le suore carmelitane di clausura. Qui visse e morì Santa Maria Maddalena de' Pazzi appartenente alla nobile famiglia fiorentina, come ci ricorda una lapide posta sulla parete esterna del convento su Borgo San Frediano.
Questa santa (1566 – 1607), entrata in clausura nel 1582, era famosa per le sue estasi, durante una delle quali ebbe la visione della volontà divina di riforma della chiesa. Morì nel 1607, fu beatificata nel 1626 e canonizzata nel 1662. Nel 1628 le monache scambiarono letteralmente il loro edificio con quello dei Cistercensi in Borgo Pinti, dove fu traslato anche il corpo della consorella beatificata. Quella chiesa è oggi Santa Maria Maddalena de' Pazzi che conserva anche il famoso affresco della Crocifissione del Perugino.
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Santa Maria Maddalena dei Pazzi
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La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi con annesso convento, è un importante complesso monumentale di Firenze situato in Borgo Pinti.
La Chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi fu costruita, insieme all'annesso convento benedettino nel 1257. Il convento fu a lungo luogo di ricovero per i penitenti, finché l'intero complesso non divenne dimora dei frati Cistercensi prima, delle suore Carmelitane in seguito e infine degli Agostiniani.
Nel 1479 vennero iniziati i lavori di ampliamento, eseguiti da Giuliano da Sangallo. Della grande struttura conventuale oggi è visibile il Chiostro, anch'esso opera di Giuliano da Sangallo, e altri ambienti della chiesa. Tra essi la Cappella Neri affrescata da Bernardino Poccetti e la Cappella Maggiore progettata da Ciro Ferri nel 1677.
Dalla sacrestia, attraverso la cripta, si accede alla Sala Capitolare del Convento che ospita la il grandioso affresco della Crocifissione, commissionato dalla famiglia Pucci a Pietro Perugino che lo realizzò tra il 1493 e il 1496.
Il dipinto raffigura tre scene che occupano una parete intera suddivisa dalle arcate e dalle colonne dipinte che seguono le volte del soffitto. Al centro il Cristo in Croce con ai piedi la Maddalena; a destra San Giovanni evangelista e San Benedetto; a sinistra San Bernardo e la Vergine Maria.
Firenze | La chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi
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Santa Maria Maddalena dei Pazzi,
the entrance with the portico |
Questo articolo è basato sugli articoli Pietro Perugino e Crocifissione del Perugino dell' enciclopedia Wikipedia ed è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License.
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