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Cappella degli Scrovegni, Padova

 

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Giotto di Bondone | Cappella Scrovegni, Padova

   
   

La Cappella degli Scrovegni si trova nel centro storico di Padova e ospita un celeberrimo ciclo di affreschi di Giotto dei primi del XIV secolo, considerato uno dei capolavori dell'arte occidentale.
La Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, è considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità.

Intitolata a Santa Maria della Carità, la cappella fu fatta costruire ed affrescare tra il 1303 e i primi mesi del 1305 - a beneficio della sua famiglia e dell'intera popolazione padovana - da Enrico Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, che nel febbraio del 1300 aveva acquistato da Manfredo Dalesmanini l'intera area dell'antica arena romana di Padova e vi eresse un sontuoso palazzo, di cui la Cappella era l'oratorio privato e il futuro mausoleo della famiglia. Enrico incaricò di affrescare la cappella il fiorentino Giotto, il quale, dopo aver lavorato con i francescani di Assisi e di Rimini, era a Padova chiamato dai frati minori conventuali a dipingere nella loro Basilica di Sant'Antonio.

Le pareti dell'oratorio sono lisce, senza nervature, perfette per la stesura di affreschi, mentre il soffitto è coperto da una volta a botte; opposta all'entrata si apre una parete con un coretto. Giotto stese gli affreschi su tutta la superficie, organizzati in quattro fasce dove sono composti i pannelli con le storie vere e proprie dei personaggi principali divisi da cornici geometriche.

Giotto dipinse l'intera superficie con un progetto iconografico e decorativo unitario, ispirato da un teologo agostiniano di raffinata competenza, recentemente identificato in Alberto da Padova[1]. Tra le fonti utilizzate vi sono molti testi agostiniani, i Vangeli apocrifi dello pseudo-Matteo e di Nicodemo, la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze e, per piccoli dettagli iconografici, le Meditazioni sulla vita di Gesù dello pseudo-Bonaventura. Ma anche testi della tradizione medievale cristiana, tra cui Il Fisiologo.

Sulla volta stellata è presente l'immagine del Cristo Pantocratore benedicente: Egli ha pollice, anulare e mignolo uniti (simbolo della Trinità), mentre indice e medio sono intrecciati (simbolo della doppia natura umana e divina di Cristo).[2]

Giotto dipinse, dividendolo in 40 scene, un ciclo incentrato sul tema della salvezza. Si parte dalla lunetta in alto sull'arco trionfale, dove Dio avvia la riconciliazione con l'uomo, si prosegue sul registro più alto della parete nord con le storie di Gioacchino ed Anna e si continua sulla parete opposta con le storie di Maria, dalla nascita allo sposalizio con Giuseppe. Si torna sull'arco trionfale con la scena dell'Annunciazione e il riquadro della Visitazione. A questo punto sul secondo registro della parete nord iniziano le storie della vicenda terrena di Gesù, che si svolgono lungo i due registri centrali delle pareti, con un passaggio sull'arco triofale nel riquadro del Tradimento di Giuda. L'ultimo riquadro presenta la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli (Pentecoste). Subito sotto inizia il percorso del quarto registro, costituito da quattordici allegorie monocrome, alternate a specchiature in finto marmo, che simboleggiano i Vizi e le Virtù.

« La storia sacra diventa storia umana. Fin qui Giotto ha illustrato il passato; nella controfacciata dipingerà il Giudizio Universale, l'approdo del futuro, la fine del mondo e del tempo, l'ottavo giorno. Il quarto registro immette nello spazio temporale del presente, nella dimensione terrena e attuale. Pone l'uomo di fronte alla scelta »

(Giuliano Pisani, I volti segreti di Giotto, Rizzoli 2008, p. 147)

È il cuore filosofico-teologico della Cappella degli Scrovegni. La parete nord presenta le allegorie di sette vizi (Stultitia, Inconstantia, Ira, Iniusticia, Infidelitas, Invidia, Desperatio); lungo la parete sud sono raffigurate le allegorie delle sette virtù, le quattro cardinali (Prudencia, Fortitudo, Temperantia, Iusticia) e le tre teologali (Fides, Karitas, Spes). Il nome del vizio o della virtù è scritto in alto in latino e indica chiaramente che cosa rappresentino queste immagini. Vizi e virtù si fronteggiano a coppia. L'obiettivo da coronare è il raggiungimento del Paradiso, superando con la cura delle virtù corrispondenti gli ostacoli posti dai vizi.

Giotto, Giudizio universale, affresco nella Cappella degli Scrovegni a Padova


L'ultima scena, che occupa l'intera controfacciata rappresenta il Giudizio Universale e la visione del Paradiso. Chiude il tutto la volta con stelle a otto punte su un cielo blu, colore simbolo della sapienza divina. Due tondi rappresentano La Madonna con il bambino e il Cristo benedicente. Otto profeti (sette neviìm dell'Antico Testamento e Giovanni Battista) fanno loro corona.

Sull'altare della cappella si ergono le tre statue rappresentanti la Madonna con Bambino e due Angeli, opera insigne di Giovanni Pisano, lo scultore più celebre della sua epoca, chiamato da Enrico Scrovegni a compiere questo mirabile capolavoro.

La cappella, acquisita dalla municipalità di Padova nel 1880, era originariamente collegata attraverso un ingresso laterale al palazzo della famiglia Scrovegni (oggi non più esistente), che fu fatto erigere seguendo il tracciato ellittico dei resti della vicina arena romana che oggi costituisce il giardino antistante l'edificio.

L'esterno della cappella si presenta come una costruzione - più volte modificata nel corso dei secoli - con mattoni a vista e tetto a due falde.



 
Giotto, Giudizio universale, Inferno, (dettagli) affresco nella Cappella degli Scrovegni a Padova



Il ciclo pittorico

Il carattere di ex voto della cappella è chiarificato nel Giudizio universale dalla rappresentazione del committente, che offre alla Madonna, affiancata da san Giovanni e da santa Caterina d'Alessandria, un modello preciso dell'edificio, come lasciapassare per il Regno dei Cieli.

Giotto calcolò con grande precisione il punto di vista ideale al centro dell'oratorio e disegnò l'intelaiatura tra i pannelli in modo da sembrare un finto basamento in marmo e logge sovrapposte. Valutò la fonte di luce e la accordò con la luce nelle scene. Uno sfoggio di virtuosismo illusionistico è la presenza dei cosiddetti coretti, due finte stanze che si aprono all'altezza del primo registro accanto al coro vero, che lasciano intravedere delle volte a crociera in prospettiva.

Rispetto alle Storie di San Francesco, si assiste a un maggiore affinamento dei mezzi espressivi, ad una più forte padronanza della composizione per gli effetti narrativi, dei gesti, della cromia in generale. I preziosi pigmenti che da tutto il bacino del Mediterraneo arrivavano a Venezia furono sicuramente approvvigionati per il lavoro del maestro a Padova: rosa, gialli, arancioni e il costosissimo blu oltremare, che dà un tono intenso agli sfondi dei cieli.

Le figure hanno un volume ancora più reale che ad Assisi, avvolte da ampi mantelli attraverso cui si capisce la modellazione dei corpi sottostanti. Anche le architetture di sfondo, una delle caratteristiche più evidenti di Giotto, non presentano più incertezze e concessioni allo sfondo irreale. Sono chiare e reali, proporzionate con le figure che interagiscono con esse. Per esempio nella Presentazione della Vergine al tempio vi sono più forme combinate che creano un notevole gioco di vuoti e pieni, con zone aperte in piena luce e recessi coperti in una fitta ombra. Anche la Cacciata dei mercanti dal tempio presenta un'articolata costruzione tridimensionale (eloquente è il gesto minaccioso del Cristo infuriato che alza il pugno), oppure nella scena delle Nozze di Cana.
   
   
Nel celeberrimo Compianto sul Cristo morto i personaggi hanno espressioni di vero dolore e i loro gesti amplificano con realismo la drammaticità della scena. La composizione qui è molto raffinata, con un gioco di linee oblique parallele che indirizzano lo sguardo dello spettatore inequivocabilmente verso il nodo della scena, dove Maria abbraccia con incredula disperazione le spalle e le braccia del figlio morto. Le pose dei personaggi sono quanto mai varie: San Giovanni di profilo con le braccia spalancate in una costernata sorpresa, la donna con le mani sotto al mento, la misteriosa figura di spalle in primo piano a sinistra. Alcuni hanno notato come le pose patetiche del Compianto siano derivate probabilmente da un sarcofago antico a Padova, il Sarcofago di Melagro (vedi: Meleagro), ma comunque Giotto ha dimostrato un pieno dominio nella pittura per l'espressione di valori universali.

Anche in altre scene Giotto usa figure di spalle, per dare alle scene ritmo e l'effetto di quotidiana casualità nella quale lo spettatore possa riconoscere il proprio mondo. Nella famosa scena dell'Incontro fra Gioacchino e Anna rappresentò con gesti teneri il primo bacio dell'arte italiana (e ultimo per tutto il Trecento). Dietro di loro un'emblematica figura coperta da un mantello nero mostra soltanto metà del suo volto, mentre a sinistra un pastore sta arrivando: colto durante il movimento è raffigurato solo per metà nella scena.

Un altro straordinario momento è quello della Cattura di Cristo, dove un gioco di linee simili a quelle del Compianto, fa convergere lo sguardo al serratissimo incrocio faccia a faccia tra Cristo e Giuda.

La ricerca giottesca di valori plastici e spaziali raggiunge i suoi vertici in questo edificio.


Protesta degli Eremitani e modifica del piano originale

Nel 1305, quando i lavori per la Cappella stavano per concludersi, gli Eremitani, che vivevano in un convento li vicino, protestarono con veemenza perché la costruzione della Cappella, andando oltre gli accordi presi, si stava trasformando da oratorio in una vera e propria chiesa con campanile e forme ritenute, all'epoca, eccessivamente visibili. Non risulta noto come la vicenda si sia conclusa. Forse in seguito a queste rimostranze la chiesa fu ridotta in dimensioni, con l'abbattimento della monumentale parte absidale con ampio transetto (documentata nel "modellino" dipinto da Giotto nell'affresco in controfacciata), dove lo Scrovegni aveva progettato di inserire il proprio mausoleo sepolcrale: la datazione più tarda degli affreschi dell'abside (1320) confermerebbe questa ipotesi[3]. È certo, comunque, che l'attuale campanile, vicino alla Cappella degli Scrovegni, è diverso da quello originale.

 

Images of Giotto di Bondone, Last Judgment

Enrico Scrovegni offre alla Madonna un modellino della cappella
Enrico Scrovegni offre alla Madonna un modellino della cappella

Astronomia e pittura


   
Nell'Adorazione dei Magi Giotto ha raffigurato la cometa di Halley che aveva osservato al suo passaggio nel 1301, usandola come modello per la stella di Betlemme. Oggi si sa per certo che la cometa di Halley passò nel 12 a.C. ed è generalmente accettato che la Stella di Betlemme non fosse altro che un eccezionale allineamento fra Giove e Saturno, Giotto non poteva comunque saperlo perché tale allineamento è stato calcolato per la prima volta da Keplero nel 1604.

   

Il ciclo pittorico della Cappella è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo.
In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù.

Storie di Gioacchino e di Maria (registro superiore)

Storie di Cristo (due registri mediani)

Virtù e Vizi (registro inferiore)

Altro

 

 

Storie di Gioacchino e di Maria (registro superiore)


Storie di Gioacchino

1. Expulsion of Joachim from the TempleCacciata di Gioacchino

2. Ritiro di Gioacchino tra i pastori

3. Annuncio a sant'Anna

4. Sacrificio di Gioacchino

5. Sogno di Gioacchino

6. Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro

   
     

Storie di Maria

7. The Birth of the Virgin

8. Presentation of the Virgin in the Temple

9. The Rods Brought to the Temple

10. Prayer of the Suitors

11. Marriage of the Virgin

12. The Wedding Procession

13. God Sends Gabriel to the Virgin

14. Annunciation: The Angel Gabriel Sent by God

15. Annunciation: The Virgin Receiving the Message

16. Visitation

   

 

Storie di Cristo (due registri mediani)

17. Nativity: Birth of Jesus

18. Adoration of the Magi

19. Presentation at the Temple

20. Flight into Egypt

21. Massacre of the Innocents

22. Christ among the Doctors

23. Baptism of Christ

24. Marriage at Cana

25. Raising of Lazarus

26. Entry into Jerusalem

27. Expulsion of the Money-changers from the Temple

28. Judas Receiving Payment for his Betrayal

29. Last Supper

30. Washing of Feet

31. Kiss of Judas

32. Christ before Caiaphas

33. Flagellation

34. Road to Calvary

35. Crucifixion

36. Lamentation (The Mourning of Christ)

37. Resurrection (Noli me tangere)

38. Ascension

39. Pentecost

   

Virtù e Vizi (registro inferiore)

40. Prudence

41. Fortitude

42. Temperance

43. Justice

44. Faith

45. Charity

46. Hope

The Seven Vices

47. Desperation

48. Envy

49. Infidelity

50. Injustice

51. Wrath

52. Inconstancy

53. Foolishness

   
       

Storie di Gioacchino e di Maria (registro superiore)


Storie di Gioacchino

   
The individual scenes are composed in such a way that each stands as a picture in its own right, and yet each contains an impetus which passes from story to story in succession. Thus the narrative begins at the top left-hand of the south wall with the first scene from the life of Joachim, the Rejection of Joachim's Sacrifice.
       
1. Cacciata di Gioacchino
   
  The elderly Joachim is denied entry to the temple, as he has remained childless. The architecture reinforces the priest's gesture of rejection, to which the saint replies with a saddened look. The sheep, as a sacrificial animal that has become superfluous, has a particularly touching effect.

The rejection of Joachim's sacrifice and his expulsion from the Temple occurred because of his childlessness. Here we are dealing with a true opening picture: the closed architecture of the temple introduces the first idea of solidity, while Joachim's dual movement brings this scene to a close, on the one hand, and on the other paves the way for the rest of the series, which finds a premature conclusion in the last picture of this register, the Meeting at the Golden Gate.

The action is also driven forward by the repetition of buildings. Thus the temple of the opening picture reappears in the fresco Presentation of Christ at the Temple.

   
       
2. Ritiro di Gioacchino tra i pastori

   
  Sad and introverted, Joachim arrives among the shepherds. Using the contrast between the lively sheep, the dog that greets him, and the knowing glances of the shepherds, Giotto elucidates his state of mind in the voluminous, closed form of the saint.    
       
3. Annuncio a sant'Anna

   
  The miraculous encounter takes place in an obliquely set, box-like room. An angel appears in the window opening and announces the birth other daughter Mary to the praying Anne. Giotto illustrates the intimacy of the scene using the domestic objects, and particularly the contrast between interior and exterior - a maid sits spinning outside in front of the door.    
       
4. Sacrificio di Gioacchino

   
  In the open countryside, Joachim has sunk to the ground and catches sight of an angel, who indicates to him that his sacrifice has been accepted. Colour is used to establish a connection between these two figures, illustrating the miraculous nature of events. As so often, Giotto also employs a figure here who comments on the action — the praying shepherd. In his colorings, he is closer to the rocks and the animals. He too recognizes the hand of benediction in the sky.    
       
5. Sogno di Gioacchino

   
  Joachim is slumped in the shelter of the hut and the rock, asleep. The shepherds watch over him and their flock. One of them appears to see the celestial phenomenon - an angel bringing Joachim tidings of his impending fatherhood. Tremendous tension is created along the diagonal between the angel and Joachim, allowing us to comprehend what is happening.
Giotto's tendency to depict human figures almost as geometrical shapes is demonstrated by the way the sleeping figure of Joachim seems contained as if within a cube. The stillness of the scene is broken by the liveliness of the sheep. Here Giotto was perhaps inspired by his legendary youth as a Tuscan shepherd boy.
   
       
6. Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro
   
  In the last fresco of the upper register the composition is concentrated on the encounter between Joachim and Anne: Joachim is accompanied by a shepherd, who is partly cut off in the fresco. On the one hand, Giotto uses this completely new device in painting to create the impression that the succession of pictures, intersected by the framework, would unfold before our eyes in one continuous procession. On the other hand, a figure cut short in such a manner increases the dynamics within the picture field and makes us focus on the action at its centre.
Even the verticals of the architecture and the golden arch of the city gate respectively illustrate and mirror the way the couple lean towards one another. The two meet on a bridge, on the border between the outside world and the security of the city. They embrace with great tenderness and kiss one another. The way in which the volumes of the figures fuse underlines the tenderness of the moment, in which the faces also melt, as it were, into one another.
The story of Mary's parents begins with a painful rejection and concludes with this intense encounter. The sensitive portrayal of their meeting already contains the germ for the start of the next narrative, which commences with the Birth of the Virgin Mary and which leads to the youth of Christ by way of the Bridal Procession of the Virgin.
   
  Anne and her companions have gone to meet Joachim. The spouses encounter one another on the bridge in front of the Golden Gate of Jerusalem, certain that they will now become parents. Everything around them seems to be affected by this — from the arches of the architecture, which appear to echo the posture of the couple, to the faces, which reveal very different responses.    
  The two elderly spouses recognize one another and their good fortune in their Meeting at the Golden Gate. It is the final picture of the upper register and, at the same time, an allusion to an event which is yet to come: the Birth of the Virgin Mary.    
     
       
       
     
       
       
     
       

Scenes from the Life of Christ

 
The youth of Christ and the story of his Passion are narrated on the two lower registers of the wall of the Scrovegni Chapel.
   
The five scenes on the right wall represent the Nativity, the Adoration of the Magi, the Presentation in the Temple, the Flight into Egypt, and the Massacre of the Innocents.  
     
       
After the scene of Judas' Betrayal on the triumphal arch wall, the story continues on the tier below, on the window-side (right side) of the chapel. Here we have a symmetrical arrangement (an outdoor scene flanked by two indoor scenes) of scenes from the Passion of Christ - the Last Supper, the Washing of Feet, the Kiss of Judas, Christ before Caiaphas, and the Flagellation.
       
Giotto di Bondone, No. 31 Scenes from the Life of Christ: 15. The Arrest of Christ (Kiss of Judas), 1304-06, fresco, 200 x 185 cm, Cappella Scrovegni (Arena Chapel), Padua
This dramatic scene takes place at night. Torches shine out among the sticks and halberds against the blue of the sky. The throngs of people crowd into the centre, towards Christ, who is betrayed by Judas' kiss. Every movement, even that of Peter as he cuts off the ear of an attacker, and every gaze heightens the tension of the central confrontation.
With the force of his body Judas presses against Christ, who appears to disappear beneath the traitor's cloak. This expresses the inevitable outcome of this overwhelming confrontation. Surrounded and hemmed in by numerous faces, the profiles of Christ and Judas almost collide. The two look at one another — the one with dignity and seriousness, the other full of malice. The whole drama of the event is captured in this infinitely long exchange of glances.
       
 
     
The contrast between the caricature-like figures and the introverted Christ, who has had the royal mantle wrapped round him in mockery, could not be greater. Two completely different worlds are depicted in the one picture. As in all the scenes which follow his arrest, Giotto also shows Christ here as a changed character: submissive and lacking all vitality.

This detail shows the torturers of Christ in the Flagellation scene.  


     
In the lower tier on the left wall are the Road to Calvary, the Crucifixion, the Lamentation, the Resurrection (represented by the Noli me tangere scene instead of the three Marys at the tomb), the Ascension, and the Pentecost.
     
     
 
   




Art in Tuscany | Italian Renaissance painting

Art in Tuscany | Giorgio Vasari | Lives of the Most Excellent Painters, Sculptors, and Architects| Giotto

Sito ufficiale | www.cappelladegliscrovegni.it

Tour virtuale della Cappella degli Scrovegni | Riproduzione digitale in alta definizione degli affreschi di Giotto agli Scrovegni

Giotto. Cappella Scrovegni. Il Restauro| pdf | www.giottoagliscrovegni.it


[1] Giuliano Pisani, I volti segreti di Giotto, Rizzoli, Milano 2008
[2] L'avvenimento secondo Giotto, Cappella degli Scrovegni; ed. Itaca, p.7.
[3] Decio Gioseffi, Giotto architetto, Milano: Edizioni di Comunità, 1963


Bibliografia

La Cappella degli Scrovegni a Padova (The Scrovegni Chapel in Padua), collana Mirabilia Italiae - Guide, Editore Franco Cosimo Panini, 2005.

Giuliano Pisani, I volti segreti di Giotto. Le rivelazioni della Cappella degli Scrovegni, Rizzoli, Milano 2008.

Giuliano Pisani, Il programma della Cappella degli Scrovegni, in Giotto e il Trecento, catalogo a cura di A. Tomei, Skira, Milano 2009, I – I saggi, pp. 113 – 127.

 

 

Ritratto di Giotto, anonimo del XVI secolo, Louvre


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Quando Giotto arrivò a Padova era l'inizio del '300. La città in quel periodo viveva un momento di grande benessere non solo economico, ma anche culturale. Nel 1304 troviamo il pittore toscano già intento ad affrescare l'interno della Cappella degli Scrovegni, ma era forse già in città due anni prima, chiamato dai frati a decorare alcuni ambienti della Basilica di S. Antonio, il più importante monumento sacro di Padova, da dove iniziamo il nostro itinerario. Subito dopo la canonizzazione di Sant'Antonio, tra la seconda metà del XIII e l'inizio del XIV secolo venne eretto un nuovo e più grande edificio religioso sui resti della prima chiesa in cui aveva albergato il frate, dedicata a Santa Maria Mater Domini . Proseguendo diritto, si passerà accanto al Bo' uno dei più antici edifici universitari di Padova. L'università sorse nel 1222, per volere di un gruppo di professori e studenti arrivati qui da Bologna. Il cosiddetto Albergo del Bo' divenne nel XV secolo sede ufficiale dell'Università. Proseguendo, si arriverà in Piazza delle Erbe nelle cui immediate vicinanze si apre la Piazza del Duomo, sulla quale si affacciano la Cattedrale e il Battistero. Il Duomo, che sorge sul luogo di precedenti chiese erette già a partire dal IV secolo d.C., era nel Trecento il vero e proprio cuore religioso della città, in quanto era la sede della cattedra vescovile. L'aspetto trecentesco dell'edificio doveva essere molto simile a quello riprodotto proprio da Giusto de' Menabuoi all'interno del Battistero negli affreschi con le Storie dell'Antico e Nuovo Testamen- to . Il Duomo ha subito notevoli modifiche nel corso dei secoli, solo il Battistero ci appare ancora oggi come lo dovette vedere Giotto. Tra la Piazza del Duomo e la Piazza Capitaniato si trovava l'antica Reggia dei Carraresi, signori della città. Il palazzo è andato distrutto quasi totalmente. Rimane però ancora oggi il palazzo di ponente, dove risiedeva il principe, oggi sede dell'Accademia Galileiana, con la sua splendida Sala dei Giganti. Lasciando la Piazza del Duomo, proseguiamo diritti fino alla Piazza dei Signori, con la sua quattrocentesca Torre dell'Orologio e il suo cinquecentesco Palazzo del Capitanio. Passando davanti alla Loggia del Consiglio, proseguendo diritto, ritorneremo sui nostri passi fino a Piazza della Frutta, che con l'adiacente Piazza delle Erbe costituisce l'insieme dei caratteristici spazi cittadini adibiti al mercato; le due antiche piazze, centro della vita economican della città fin dal Medioevo, venivano spesso utilizzate anche per eventi come duelli, giostre od esecuzioni capitali. Tra le due piazze sorgeva già nel Medioevo il Palazzo della Ragione. L'edificio venne fatto costruire intorno al 1218 per volere del Comune, poi modificato nel 1306 da Fra' Giovanni degli Eremitani. Era caratterizzato da un piano terra che ospitava le botteghe commerciali, tradizione che si è conservata fino ad oggi, e da un primo piano, il cosiddetto "Salone", che ospitava la Cappella di San Prosdocimo, dove probabilmente Giotto affrescò un ciclo pittorico distrutto da un incendio nel 1420.  

La Cappella degli Scrovegni si trova a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Padova ed è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19. La visita deve essere prenotata telefonicamente (call center 0492.010020 funzionante da lunedì a venerdì dalle 9 alle 19 e sabato dalle 9 alle 13) oppure anche on line   attraverso il sito web (www.cappelladegliscrovegni.it).
Le prenotazione devono essere effettuate entro le 24 o 72 ore antecedenti la visita, a seconda del tipo di pagamento. Il biglietto deve essere poi ritirato presso la biglietteria dei Musei Civici, in piazza Eremitani 8, almeno un'ora prima rispetto all'orario della visita. Alla visita può essere fatto precedere l'accesso nella sala multimediale. Il tempo per quest'ultima deve essere calcolato in modo che il visitatore possa poi presentarsi puntuale all'entrata della Cappella. Il costo del biglietto è di 11 euro + 1 euro di diritti di prenotazione e comprende anche la visita della Wiegand Multimedia Room. La sala multimediale si trova all'interno del Museo Civico agli Eremitani e vi si accede dal chiostro.     
 
La Cappella degli Scrovegni a Padova
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Cappella degli Scrovegni