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L'ecce homo mostra il momento in cui Gesù, dopo le umiliazioni e la flagellazione, viene mostrato al popolo che ne decreta la crocifissione.[2] Mantegna affrontò il tema con un realismo impietoso, che non risparmia i dettagli più crudi e grotteschi. Gesù è raffigurato a mezzo busto in primo piano e frontale, occupante quasi tutto lo spazio pittorico, con le mani legate, la corda al collo, la corona di spine e i segni evidenti delle frustate. Il suo sguardo è dolente ma composto, incoronato dall'aureola di pura luce che lascia intravedere quello che sta dietro. Il contrasto tra luci ed ombre fa risaltare la figura di Cristo, conferendogli una statuarietà vigorosa.
Ai fianchi si trovano cinque accusatori, le cui intenzioni sono testimoniate dai cartigli in alto (con segni di ripiegatura), interpretabili quasi come il fumetto di ciò che la folla grida: CRVCIFIGE EVM. TOLLE EVM. CRVCIFIGE CRVC. ("crocifiggilo, prendilo e crocifiggilo"), ripetuto con analoghe parole anche in quello di destra. Se i personaggi in secondo piano sono appena accennati, sfumando nel buio, i due ai lati di Cristo sono effigiati con acuto realismo, che ricorda alcune opere fiamminghe, e che fanno esaltare, per contrasto, l'espressione di dolorosa rassegnazione di Cristo. L'uomo e la donna ai lati di Gesù sono rappresentati di tre quarti in posizione simmetrica. A sinistra si trova un giudeo, con un foglio a mo' di copricapo sul quale sono scritte parole in pseudo-ebraico, la cui elegante e nitida grafia contrasta con la deforme espressione del viso rugoso; a destra, con uno sgargiante turbante giallo, sta una vecchia con una smorfia di rabbia che le scopre la bocca sdentata. La sua figura caricaturale si trova anche in un disegno conservato al Museum Boymans-van Beuningen di Rotterdam.
Forse la scena va messa in relazione con il soggiorno di Leonardo da Vinci a Mantova (1499-1500), per il parallelismo nelle coeve ricerche del maestro fiorentino sulla resa fisiognomica di volti stravolti dalla bruttezza e dai cattivi sentimenti.
Lo stato di conservazione dell'opera è eccezionale, privo di verniciatura, che permette di valutare appieno la meticolosa diligenza dell'artista, l'opacità dei colori, la nitidezza del disegno.
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Andrea Mantegna , Ecce Homo, circa 1500, Paris, Musée Jacquemart-André
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Bibliografia
Alberta De Nicolò Salmazo, Mantegna, Electa, Milano 1997.
Tatjana Pauli, Mantegna, serie Art Book, Leonardo Arte, Milano 2001. ISBN 9788883101878 |
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[1] Andrea Mantegna fu un pittore e incisore italiano formatosi nella bottega padovana dello Squarcione.
'Andrea Mantegna nasce ad Isola di Cartura, piccolo borgo in provincia di Padova, nel 1431 come si evince dal testo dell’iscrizione (“Andreas Mantinea Pat. An.septem et decem natus sua manu pinxit M.CCCC.XLVIII”) della perduta pala di altare della chiesa di Santa Sofia a Padova.
A partire dal 1441 il giovanissimo Andrea risulta registrato a Padova come figlio adottivo del pittore Francesco Squarcione e iscritto alla fraglia dei pittori della città del Santo.
Dopo circa sette anni vissuti presso la casa–bottega dello Squarcione, nel 1448 il Mantegna scioglie il sodalizio con il maestro e firma il contratto – insieme ai colleghi Nicolò Pizolo, Antonio Vivarini e Giovanni d’Alemagna – per l’esecuzione del ciclo di affreschi della Cappella della famiglia Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova.
Nel corso della realizzazione della grandiosa opera ci furono diversi avvicendamenti che portarono il solo Mantegna a concludere il lavoro intorno al 1457.
Durante gli anni di lavorazione agli affreschi Ovetari, Andrea si impegna nella realizzazione di altri importanti opere quali la lunetta del portale maggiore della Basilica del Santo che rappresenta Sant’Antonio e san Bernardino da Siena che presentano il monogramma di Cristo terminata nel 1552 (Padova, Museo Antoniano), il polittico di San Luca per l’omonima cappella della Basilica di Santa Giustina (Milano, Pinacoteca di Brera), terminata e pagata nel 1454 e la grande tela con Sant’Eufemia datata sempre 1454 (Napoli, Gallerie Nazionali del Museo di Capodimonte).
Intorno al 1453 – 1454 il Mantegna si imparenta con la famiglia dei Bellini sposando Nicolosia la figlia di Jacopo.
Nel 1457, conclusi i lavori alla Cappella Ovetari, il Mantegna stava già intessendo trattative con Gregorio Correr, abate della Basilica di San Zeno a Verona, per la pittura della pala destinata a decorare l’altare maggiore della chiesa, dove tutt’ora si trova, ad eccezione delle tre tavole della predella che si trovano al Louvre di Parigi e al Musée des Beaux–Arts di Tours.
Intorno a questo periodo risalgono le prime documentazioni riguardo i pressanti solleciti da parte del marchese Ludovico Gonzaga per spingere il Mantegna a diventare pittore di corte.
Solo nel 1460 però il Mantegna decide di trasferirsi definitivamente a Mantova, dove rimane per tutta la vita, allontanandosi unicamente in due occasioni: una prima volta nel 1466 per un soggiorno a Pisa e a Firenze e fra il 1489 e il 1490 per andare a Roma, dove era stato chiamato a decorare la distrutta cappella di Innocenzo VIII al Belvedere.
A Mantova il Mantegna è impegnato nella decorazione della cappella privata di Ludovico Gonzaga a cui si fanno tradizionalmente appartenere il cosiddetto "Trittico" della Galleria degli Uffizi di Firenze e la Morte della Vergine oggi divisa tra il Prado di Madrid e la Pinacoteca Nazionale di Ferrara.
Tra il 1465 e il 1474 si colloca la decorazione della cosiddetta "Camera degli sposi" dedicata a Ludovico e Barbara Gonzaga.
Il successivo imponente lavoro del Mantegna, che si colloca durante il governo di Francesco II Gonzaga, è rappresentato dal ciclo di pitture su tela della rappresentazione dei Trionfi di Cesare in Gallia, oggi conservati nel palazzo di Hampton Court a Londra.
Nel 1496 il Mantegna espone la Pala celebrativa della vittoria di Francesco II Gonzaga nella battaglia di Fornivo, oggi al Louvre di Parigi.
L’anno successivo è datata la pala cosiddetta Madonna Trivulzio destinata all’altare maggiore della chiesa di Santa Maria in Organo di Verona, oggi conservata nel Civico Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano.
In questo stesso periodo è data testimonianza della collaborazione tra il Mantegna e Isabella d’Este, per la decorazione dello "studiolo" della marchesa nel castello di Mantova, a cui si fanno appartenere il cosiddetto Parnaso e la tela con Minerva che scaccia i vizi dal giardino delle virtù, oggi al Louvre di Parigi.
Francesco Correr da Venezia nel 1505 richiede ai Gonzaga la collaborazione del Mantegna per l’arredo del proprio camerino, il maestro, ormai vecchio portò a termine solo la prima tela commissionatagli L’introduzione del culto di Cibale a Roma (Londra, National Gallery).
La terza tela quasi terminata Favola del dio Como (Parigi, Louvre), alla morte di Mantegna nel 1506 fu ultimata da Lorenzo Costa.
[Fonte : Andrera Mantegna | Un artista per tre città | www.andreamantegna2006.it]
[2] Ecce Homo Ecce Homo (Giovanni 19, 5) significa letteralmente Ecco l'Uomo, ed è la frase che Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea, ha rivolto ai Giudei nel momento in cui ha mostrato loro Gesù flagellato.
Secondo il racconto dei Vangeli, al momento dell'arresto di Gesù, il Governatore lo reputava innocente, ma dato che i Giudei lo volevano giustiziare ugualmente, Pilato lo fece flagellare, credendo potesse essere il massimo della pena che gli si poteva infliggere.
Quando ebbero finito con tale punizione, Pilato ripropose ai Giudei il Cristo coperto di piaghe e ferite sanguinanti e disse "Ecce Homo" come per dire "Eccovi l'Uomo, vedete che l'ho punito?". Ma non fu sufficiente, così i sommi sacerdoti lo fecero crocifiggere[1].
Questa frase indica per estensione anche la passione di Gesù come emblema d'una persona malconcia, emaciata, sfigurata dal dolore. |
Art in Tuscany | Italian Renaissance painting
Art in Tuscany | Giorgio Vasari's Lives of the Artists | Andrea Mantegna
Giorgio Vasari | Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri | Andrea Mantegna
Il museo Jacquemart-André | Sito ufficiale | www.musee-jacquemart-andre.com Il museo Jacquemart-André si trova nel cuore della Parigi haussmaniana, nell'ottavo arrondissement, e ospita la collezione d'arte riunita, tra 1864 e 1912, dai coniugi Edouard André e Nélie Jacquemart.
Il percorso proposto dalla casa-museo, notevole non soltanto per la spiccata qualità delle opere esposte ma anche per la singolarità delle soluzioni allestite, che riflettono il gusto ottocentesco dei due fondatori, si snoda attraverso due sezioni principali.
Il primo piano è dedicato all'arte italiana del Rinascimento: da Sandro Botticelli a Paolo Uccello, da Carlo Crivelli a Francesco del Cossa, fino alle opere di Andrea Mantegna, di Donatello, di Bernardino Luini e di Alessio Baldovinetti. La più grande collezione d'arte italiana presenti in Francia dopo quiella del Louvre, è qui esposta ricreando atmosfere peculiari: i grandi capolavori sono riuniti in un contesto in cui pittura, scultura e arti decorative si fondono con accostamenti inediti fin nei minimi particolari dell'arredo.
Infine, tra le superfici dipinte dell'hotel particulier, meritano particolare attenzione gli affreschi settecenteschi di Giambattista Tiepolo provenienti da Villa Contarini-Pisani, nota come Villa dei Leoni, a Mira (Venezia).
Opere principali:
Donatello, Putti reggicandela (1434-1439 circa)
Andrea Mantegna
Madonna col Bambino e i santi Girolamo e Ludovico (1455 circa)
Madonna col Bambino, due santi e una santa (1490-1500 circa)
Ecce Homo (1500 circa)
Paolo Uccello, San Giorgio e il drago (1450 circa)
Mantegna exhibition at Musée du Louvre, Hall Napoléon | From September 26, 2008 to January 5, 2009 | www.mini-site.louvre.fr/mantegna
Andrera Mantegna | Un artista per tre città | www.andreamantegna2006.it
Il Comitato Nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della morte di Andrea Mantegna (Isola di Carturo, 1431 c. – Mantova, 1506), istituito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali e composto dai più importanti studiosi del primo Rinascimento italiano, affiancati dai rappresentanti delle Regioni, degli Enti locali e degli altri Enti interessati, celebra il grande artista attraverso una mostra in ognuna delle città nelle quali la presenza del maestro e delle sue opere è documentata:
Padova (sede espositiva Musei Civici agli Eremitani),
Verona (sede espositiva Palazzo della Gran Guardia),
Mantova (sede espositiva Palazzo Te).
Andrea Mantegna and Giovanni Bellini
National Gallery website | The Agony in the Garden
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Il meglio della Maremma | Case Vacanze | Podere Santa Pia
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Podere Santa Pia |
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Century-old olive trees, between Podere Santa Pia and Cinigiano |
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Pienza |
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Podere Santa Pia, splendido paradiso con vista panoramica sulla Maremma Toscana, nel silenzio della natura
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