Filippo Lippi, Madonna della Cintola, 1455-65, tempera on wood, 191 x 187 cm, Museo Civico, Prato.
Madonna che dà la Cintola a san Tommaso tra la committente, Bartolommea de' Bovacchiesi e i santi Gregorio, Agostino, Margherita, Tobiolo e l'angelo Raffaelloa Diamante.

 

   
 

Filippo Lippi, La Madonna della Cintola


 
 

La Madonna della Cintola è opera, tempera su tavola (207x200 cm) di Filippo Lippi e aiuti, realizzata tra il 1456 e il 1460 e conservata nel Museo Civico di Prato. La Sacra Cintola il simbolo religioso e civile di Prato e è custodita nell'omonima cappella del Duomo.[1]
In precedenza la composizione si trovava nel monastero di Santa Margherita a Prato.
l dipinto raffigura l'episodio della Madonna assunta in cielo, sostenuta da due angeli che la racchiudono in una mandorla, mentre lascia nelle mani dell'incredulo San Tommaso la propria cintola. La tavola fa parte dell'importante corpus pratese di Filippo Lippi è emblematica del suo metodo di lavoro.

Storia

 
 

L'opera proviene dal monastero di Santa Margherita a Prato, dove il Lippi fu cappellano dal 1455 ed ebbe l'occasione di conoscere Lucrezia Buti, che fu sua modella e amante. L'opera venne musealizzata nel 1858.

Un recente restauro ha fatto scoprire i dettagli della tecnica, basata su più stesure a intervalli diversi, prova di un probabile completamento e rifinitura da parte della bottega pratese del maestro alcuni anni dopo il suo intervento.

Descrizione e stile

L'episodio raccontato dalla pala è quello della Madonna che dà il Sacro Cingolo - la sua cintura - a san Tommaso, reliquia che dopo vari passaggi, secondo la tradizione, arrivò a Prato dove è tuttora conservata nella cattedrale.

Al centro la Maria, incoronata, seduta su un trono celeste di nubi e racchiusa in una mandorla sostenuta da due angeli, sta dando la sua cintola a san Tommaso, che la accetta incredulo. Assistono alla scena quattro santi e due committenti: a sinistra san Gregorio Magno e la titolare del monastero santa Margherita (forse un ritratto di Lucrezia Buti), che presenta alla Vergine la committente suor Bartolommea dei Bovacchiesi; a destra sant'Agostino, fondatore degli Agostiniani al cui ordine appartenevano le monache, e l'Angelo che tiene per mano Tobiolo.

Nell'opera prevale un gusto per la linea di contorno elegante e raffinata, che venne studiata e ripresa da Sandro Botticelli facendone uno dei marchi di fabbrica dell'arte fiorentina. In particolare si nota nei profili "dolci" di santa Margherita e dell'Angelo. Il tappeto vegetale rivela una notevole cura del dettaglio.

 

 


Filippo Lippi, Madonna della Cintola (particolare), Museo di Palazzo Pretorio (da Santa Margherita), Prato

 

 
 
 
 

[1] La Sacra Cintola è una cintura di stoffa di pelo di cammello color verde, intessuta di fili d'oro, con delle piccole nappe terminali. Annunciata dal suono delle chiarine del Corpo dei Valletti Comunali, viene mostrata in pubblico cinque volte l'anno.
   


La Sacra Cintola

Art in Tuscany | Filippo Lippi

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Agnolo Gaddi e la Cappella della Cintola. La storia, l’arte, il restauro,a cura di Isabella Lapi Ballerini Polistampa 2009,
ISBN: 978-88-596-0686-4


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